Parabola del missionario burlone e dei sequestratori – 3

Terza scena. Dopo la terza preghiera e la terza sigaretta arriva uno spuntino: pesce secco e riso. “Porca miseria” sbotta il missionario allargando le braccia con un pezzetto di pesce secco nella mano sinistra e un pugno di riso nella destra: “Sempre questo pesce schifoso”.
“Ti manca la carne di maiale?” chiede ironico – facendo il verso del maiale e mostrando disgusto – il capo dei sequestratori.

“Il maiale è buono”, ribatte il missionario: “Perché fai quella faccia se non l’hai mai assaggiato?”
“Il maiale è impuro come la sigaretta. Ma stai tranquillo, quando avranno pagato e ti avremo liberato, i tuoi amici ti festeggeranno con quel maiale arrostito tutto intero senza il quale in quest’isola non riuscite a stare allegri”.
“Ti ripeto che il maiale è buono e questa povera gente non ha altro con cui fare festa. Se poi c’è anche un boccale di birra il maiale è ancora più buono!”
“Maiale, birra e fumo: che Dio abbia misericordia di voi”.
“L’avrà, l’avrà! Fossero tutti questi i peccati… Ma voi sapete che noi missionari quando partiamo per la nostra missione firmiamo una dichiarazione con la quale invitiamo i superiori a non pagare riscatti in caso di rapimento?”
“Lo sappiamo, ma sappiamo anche che i riscatti li pagano i vostri governi. E’ sempre andata così e così andrà con te, se questa è la volontà di Dio”.
“Se vi interessa, sappiate che io prego perché non vada così. Non è giusto finanziare la guerra con i rapimenti”.
“Solo Dio conosce il giusto e l’ingiusto”.

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