Per il Vaticano l’occupazione di Gaza è un’ingiustizia

L’occupazione israeliana dei territori Palestinesi rende difficile la vita quotidiana per la libertà di movimento, l’economia e la vita sociale e religiosa (accesso ai Luoghi Santi, condizionato da permessi militari accordati agli uni e rifiutati agli altri, per ragioni di sicurezza). Inoltre, alcuni gruppi fondamentalisti cristiani giustificano, basandosi sulle Sacre Scritture, l’ingiustizia politica imposta ai palestinesi, il che rende ancor più delicata la posizione dei cristiani arabi“: è un passo dell’Instrumentum laboris del Sinodo dei vescovi del Medio Oriente, cioè del documento preparatorio predisposto dalla Segreteria generale e che sarà “consegnato” ai destinatari dal papa domenica a Nicosia, nell’isola di Cipro, durante un appuntamento così rubricato: “Messa in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi – Palazzo dello Sport Elefteria (Nicosia, 6 giugno 2010)”. Dal 4 al 6 giugno il papa sarà infatti a Cipro, cioè a mezza strada tra la Turchia e la striscia di Gaza. Il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente si farà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre.

27 Comments

  1. Leonardo

    Non ho capito bene il riferimento ai «gruppi fondamentalisti cristiani»: immagino che si tratti di protestanti americani e che invece i cristiani arabi siano quasi tutti cattolici o ortodossi. O sbaglio? Se è così bisognerebbe dire forte e chiaro che noi con quelli là non abbiamo nulla a che fare. (Tra gli effetti collaterali di troppo ecumenismo, ci può essere anche quello che da fuori ci confondono e quindi addebitano a noi cattolici anche quel che non ci spetta … come se non ne avessimo abbastanza del nostro)

    Sul comportamento di Israele, osservo che ciascuno di noi può fare qualcosa, non nei riguardi dei fattori economico-politico-militari che gli danno l’arbitrio di fare quello che vuole, ma almeno nei riguardi di quella gigantesca menzogna ideologica che costituisce l’ombrello sotto il quale si ripara, pretendendo di non essere considerato come uno stato uguale agli altri. Sapete tutti di che cosa parlo. Le pretese degli ebrei, purtroppo assecondate da tanti cristiani, sono “oggettivamente” (sì, adopero volutamente questo avverbio stalinista) funzionali alla giustificazione della “licenza di uccidere” accordata permanentemente allo stato ebraico.

    A proposito di territori occupati, però, andando il papa a Cipro, la prima occupazione di cui ci dovrmmo occupare è quella compiuta dalla Turchia su una parte di quell’isola. Occupazione ferocemente anticristiana, di cui non si parla mai.
    Di stati-canaglia ce n’è tanti.
    (Tra gli effetti collaterali positivi della crisi europea, speriamo ci sia quello che non si parlerà più di allargamenti, e quindi anche dell’ingresso della Turchia).

    2 Giugno, 2010 - 9:00
  2. targum55

    “Le pretese degli ebrei”

    espressione oggettivamente interpretabile come antisemita.

    2 Giugno, 2010 - 10:27
  3. Francesco73

    Sono giunto alla conclusione che qualsiasi parola o proposta sulla Terrasanta, soprattutto se di parte cattolica, è costantentemente misinterpretabile e misinterpretata, e comunque inadeguata o congiunturalmente irrealizzabile.

    Resta forse la sola potenza della preghiera, e non mi pare poco.
    Riserviamoci quella, il resto comincio a temere che non sia di questo tempo.

    2 Giugno, 2010 - 12:16
  4. Leonardo

    «espressione oggettivamente interpretabile come antisemita»

    No, interpretazione oggettivamente stupida.

    2 Giugno, 2010 - 12:38
  5. Condivido Francesco73. Ma estenderei la necessità di un passo indietro da parte di tutti i soggetti che da decenni ne parlano e ne promuovono soluzioni politiche abborracciate e per più versi dipendenti da visioni del mondo che nulla hanno a che fare con la drammatica questione. Sinistra in primis, per non parlare della “destra”. A parte le sofferenze dei palestinesi, sono un dato oggettivo, tutte le proposte di soluzione partono da altre premesse spesso autocontraddittorie. Faccio un esempio: la richiesta di uno Stato palestinese è stata promossa e sostenuta, negli anni sessanta-settanta, da forze internazionaliste, buffo no. Segno che l’obiettivo era un altro. Questo partecipare a un gioco per vincere la posta di un altro è la pesantissima zavorra che impedisce ai due popoli di trovare una soluzione accettabile. Quando sento che tra i “pacifisti” italiani fermati sulla nave c’è un personaggio come Joe Fallisi, ex-situazionista (l’internazionale situazionista fornì nella sua sezione belga dopo Monaco alcuni suoi esponenti di spicco alla guerriglia palestinese) allora credo che il significato delle parole da noi siano un dettaglio. Tra l’altro non credo che i giornali abbiano speso poco più che la definizione di tenore per Fallisi… come al solito raccogliere informazioni è molto difficile per le redazioni dei grandi quotidiani.

    2 Giugno, 2010 - 12:39
  6. Giampaolo

    Beh, è di Shlomo Sand, studioso ebreo ed ex docente della Tel Aviv University (ha perso il posto dopo la pubblicazione della sua ultima fatica The Invention of the Jewish People) la tesi per cui i veri semiti oggi, rilievi empirico-archeologico-genetici alla mano, siano i palestinesi, e non certo gli israeliani, così che risulta curiosa l’iscrizione d’ufficio al club degli antisemiti di tutti coloro i quali si permettono di rilevare le innumerevoli e sempre più feroci condotte dello stato di Israele: il vero soggetto “oggettivamente” antisemita (e uso anch’io l’avverbio nel senso il più marxista possibile, ovvero materialistico, storico e dialettico).

    Che poi questo sia il frutto di un’accurata narrativa, tutta intesa a rivendicare, legittimare e promuovere la rivalsa contro tutto e tutti, palestinesi in primis (del resto è sempre il prossimo che, nel bene e nel male, ci va di mezzo per primo) è cosa su cui sono in accordo con Leonardo.

    2 Giugno, 2010 - 12:46
  7. Luigi Accattoli

    Il papa all’udienza generale di oggi:

    Con profonda trepidazione seguo le tragiche vicende avvenute in prossimità della Striscia di Gaza. Sento il bisogno di esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di questi dolorosissimi eventi, che preoccupano quanti hanno a cuore la pace nella regione. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza. Faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale affinché ricerchino incessantemente soluzioni giuste attraverso il dialogo, in modo da garantire alle popolazioni dell’area migliori condizioni di vita, in concordia e serenità. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera per le vittime, per i loro familiari e per quanti soffrono. Il Signore sostenga gli sforzi di coloro che non si stancano di operare per la riconciliazione e la pace.

    2 Giugno, 2010 - 13:04
  8. Syriacus

    Cinque mesi e mezzo fa :

    “Siamo tutti preoccupati per il fondamentalismo islamico. Uomini e donne animati dall’odio e guidati e finanziati da organizzazioni terroristiche cercano il nostro annientamento non solo culturale ma anche fisico. Questo fanatismo religioso è sostenuto anche da Stati sovrani.

    Tra questi Stati ci sono coloro che sviluppano la tecnologia nucleare a scopi militari programmando la distruzione dello Stato d’Israele e il conseguente sterminio degli ebrei, con l’intento ultimo di ricattare il mondo libero.”

    http://www.focusonisrael.org/2010/01/18/papa-sinagoga-pacifici/

    Quattro giorni fa:

    “La Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nuclearie (Tnp) venerdì sera a New York aveva concluso i lavori con una dichiarazione finale che ripropone l’idea di un Medio Oriente senza armi atomiche. Sabato Israele ha chiarito che non parteciperà e non accetterà di essere sottoposto a ispezioni.”

    http://www.corriere.it/esteri/10_maggio_29/israele-trattato-nucleare_785c5330-6b5b-11df-9ae5-00144f02aabe.shtml

    “Come Paese che non ha aderito al Tnp – prosegue Hefetz – Israele non è vincolato alle sue decisioni e non gli attribuisce alcuna autorità. “

    2 Giugno, 2010 - 14:53
  9. discepolo

    caro Giampaolo, visto che sostieni che i veri semiti sono gli arabi , gli ebrei romani del ghetto di Roma contro cui hanno manifestato gridando “fascisti e “assassini” cosa sono ? Sono semiti oppure no?
    E prendersela con loro è antisemitismo oppure no?
    e quellio che vogliono la cancellazione dalla faccia della terra dello stato di israele cosa sono?

    2 Giugno, 2010 - 15:05
  10. Syriacus

    “L’Italia ha votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. Nella risoluzione si chiede una ‘missione di inchiesta’ internazionale sul blitz israeliano contro la flottiglia diretta a Gaza. Fonti della Farnesina sottolineano come non ci sia stata ‘una posizione comune europea’.”

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/06/02/visualizza_new.html_1818756078.html

    Una posizione comune europea.

    2 Giugno, 2010 - 15:45
  11. Giampaolo

    Non lo sostengo io, caro Discepolo, lo sostiene un docente ebraico di storia, è con lui e i suoi studi che te la devi prendere, non con me che li rendo noti.

    Non ho la più pallida di che etnia siano gli ebrei romani abitanti nel ghetto, nè, sinceramente, mi interessa. Questa della purezza della razza è un’ipocrisia che lascio volentieri ad altri. L’accusa di antisemitismo è infatti “oggettivamente” (per il cui uso si veda sopra) destituita di ogni senso per come è stata ed è impropriamente usata. I semiti oggi sono gli arabi, se il dna vale ancora qualcosa; chi ne stermina in quantità (anche se, ripeto, lo sterminare semiti non ritengo, diversamente da altri, che sia più grave dello sterminare i camiti o chiunque altro), oggi, sono gli ebrei. Non so se sia antisemita dirlo, ma sono i “fatti” (uso il termine nella sua accezione albionico-positivista più riduttiva, a pendant del marxismo di cui pria…).

    Chi vuole la cancellazione d’Israele (ma chi poi? L’Iran? Ahmadinejad ha smentito di averlo mai detto, certo Repubblica…) al massimo sarà anti-israeliano. Non capisco il riflesso pavloviano di gridare all’antisemitismo ogni volta si critichi Israele e la sua “politica” razzista, ricordo che è lo stato con il numero maggiore di risoluzioni ONU violate, sistematicamente, detentore di centinaia di testate nucleari, mai dichiarate, del tutto estraneo ad ogni forma di controllo del proprio arsenale, e che, come si vede ogni giorno, non esita ad usare la propria forza militare contro chiunque gli si pari innanzi (scuole e ospedali ONU compresi… certo saranno stati pericolosissimi focolai di terroristi).

    Quindi la retorica dell’antisemitismo, per favore, almeno qui lasciamola da parte. Ci sono dei morti, diversi, e dei killer che hanno assaltato in acque internazionali una nave. Capisco gli israeliani che onorino il detto right or wrong it’s my country… qualificandosi dunque di parte e inoggettivi, ma chiunque altro dovrebbe avere la necessaria lucidità per vedere la differenza tra chi spara e chi viene ammazzato, anche se questo viola i dogmi del semitically correct.

    Saluti

    2 Giugno, 2010 - 15:55
  12. @Giampaolo: “Questa della purezza della razza è un’ipocrisia che lascio volentieri ad altri”, vero. Ma perché allora affermi “I semiti oggi sono gli arabi, se il dna vale ancora qualcosa”? Non capisco.

    2 Giugno, 2010 - 16:03
  13. Giampaolo

    @ Debenedetti, ne parlavo come dato ma non concesso, poi infatti specifico che a parer mio sterminare semiti non è peggio che sterminare chiunque altro.

    Citavo Schlomo Sand da principio proprio per eliminare dal tavolo la forviante tematica dell’antisemitismo sullo stesso piano argomentativo su cui di norma si è soliti porlo, ovvero quello storico-genetico, non già perché io approvi quel sistema argomentativo (darwiniano e razzista) quanto perché è quello onorato da chi per lo più se ne fa interprete.

    2 Giugno, 2010 - 16:14
  14. Se è per citare ebrei che coltivano la critica contro Israele, basterebbe Zev Sternhell e saremmo a posto. Credo che però non basti. Israele si sta difendendo male, molto male, dal pericolo di essere cancellato. Le smentite di oggi non valgono quelle di ieri e per uno statuto dell’OLP che cancella l’obiettivo di annullare l’entità sionista, dieci ne sorgono che quell’obiettivo l’hanno ben in cima al loro statuto (Hamas e non solo). Viene spesso ripetuto che Israele nasce solo come risarcimento postumo dell’occidente per i crimini commessi contro gli ebrei. Potrebbe anche essere vero, e non lo credo, come potrebbe essere vero il contrario e cioè che una volta risarciti gli ebrei gli occidentali si trovano di fronte al senso di colpa di aver permesso l’esproprio della terra palestinese (non dello stato perché non ce n’è mai stato). Da questo punto di vista la nascita di uno stato palestinese avrebbe ancor meno motivazioni di quella di Israele. I palestinesi prima di Israele non hanno mai avuto spinte statuali. Se rivendicano di stare al loro posto, il luogo in cui sono nati non sarebbero dovuti uscire da Israele quando il panarabismo un po’ cialtrone di Nasser li invitò ad andarsene che tanto sarebbe arrivata la grande nazione araba, che non arrivò mai. Combattuta e persa la guerra convenzionale, crollato il mito panarabo si sono trovati a usare la guerra non convenzionale del terrorismo e quella hanno usato e continuano ad usare. Il crudelissimo Israele si adegua e noi avremmo dovuto sperare che non lo facesse. Ma in nome di cosa dovremmo dire a Israele cosa deve fare? In nome della continuazione del senso di colpa? Ma non l’avevamo estinto? O ne riapriamo a iosa di sensi di colpa, o siamo gli ultimi a provarli? Gli arabi ne sono del tutto assenti e pugnano, combattono e spesso perdono. Siamo noi che andiamo là con i nostri falsi pacifisti, spesso reduci da altre battaglie già irrimediabilmente e da gran tempo perse, a rivitalizzare i nostri fumi. Israele ha dato una pessima prova di sé sparando nel corso di un’azione maldestra e ancor meno organizzata, ma non è che l’azione della flottiglia per la libertà (di che e da che cosa se non da Israele?) fosse una flottiglia di pace. I ricchi arabi che l’hanno organizzata non avevano in testa alcuna pace. Su questo almeno la stessa onestà che si chiede a chi difende cq Israele quando gli si chiede di ammettere che Israele questa volta ha sbagliato. Ma l’errore di uno non equivale necessariamente alla verità dell’altro.

    2 Giugno, 2010 - 16:45
  15. Errata corrige al postprecedente:
    “ma non è che l’azione della flottiglia per la libertà (di che e da che cosa se non da Israele?) fosse un’azione di pace”

    2 Giugno, 2010 - 16:48
  16. Leonardo

    Il mio punto è solo questo: senza il capitale ideologico dell’Olocausto come male assoluto evento unico e imparagonabile con qualsiasi altro delitto della storia e senza il conseguente status di vittima “a prescindere”, in una posizione di creditore illimitato nei riguardi di tutto il resto dell’umanità fino alla fine dei tempi, non penseremmo tutti che lo stato di Israele si deve comportare come tutti gli altri stati? Cioè che se è minacciato e attaccato ha diritto di difendersi ma in modo proporzionato all’entità della minaccia o dell’attacco; che deve rispettare certi diritti umani fondamentali; che non può colonizzare territori che non gli appartengono?

    (Poi su quei “pacifisti” là tendo a pensarla come debenedetti. Anzi, come sapete, io penso male dei pacifisti in genere 🙂

    2 Giugno, 2010 - 17:00
  17. @Leonardo: sono d’accordo. Anche perché considerare capitale ideologico la Shoah mi pare blasfemo. Quindi Israele va giudicato uno stato come un altro e su questo molti israeliani sono concordi. Ma non sono così sicuro che chi appoggia la causa palestinese parta da questo stesso presupposto. E in effetti, se decantiamo le asprezze polemiche, ci accorgeremmo che con il blocco di Gaza non ci sono più attacchi suicidi. Il prezzo? Alto, ma nella logica della difesa dello stato legittimo. Se non lo avesse fatto avrebbe minato la sostanza stessa del suo essere stato. Nell’azione contro la flottiglia il disastro è totale. Ma crediamo davvero che l’intenzione della flottiglia fosse umanitaria o non fosse un modo diverso di combattere la stessa guerra contro Israele? Sul sito di Joe Fallisi e dei suoi amici non compare mai il nome di Israele ma solo la dicitura “entità sionista”, vorrà pure dire qualcosa sulle intenzioni o ci basta la cronaca del Tg3 che chiama i sei con i nomi di battesimo come se fossero amiconi in scampagnata?

    2 Giugno, 2010 - 17:17
  18. targum55

    Non sono d’accordo con le considerazioni di Leonardo e debenedetti sulla shoah (sui motivi rimando almeno a un discorso del Papa del 1997). Sono d’accordo sulla possibilità di criticare tutti gli stati indifferentemente. Ma questo è precisamente il punto: se condanno l’azione israeliana in mare, non posso dire “gli ebrei ecc. ecc.”. Capisco che la logica, la grammatica, il lessico sono pesanti e noiosi, ma sono anche l’abc della nostra capacità di comunicare in modo significativo. Se condanno o critico “gli ebrei”, giustifico quelli che passano vicino all’isola Tiberina e gridano “assassini” agli ebrei del quartiere.

    “E in effetti, se decantiamo le asprezze polemiche, ci accorgeremmo che con il blocco di Gaza non ci sono più attacchi suicidi. Il prezzo? Alto, ma nella logica della difesa dello stato legittimo.” Mi auguro che chi ha scritto queste frasi fosse distratto. Con la stessa logica avrei un’ottima soluzione per debellare la malaria: aerei che spargono ddt a tappeto.

    2 Giugno, 2010 - 17:36
  19. Addendum: tipico della guerra non convenzionale, la guerra partigiana, senza frontiere e senza territorio, è annullare la distinzione tra combattenti e civili. Il terrorismo palestinese ha sistematicamente utilizzato questa forma di guerra. Israele, accettando l’eredità della rivoluzione francese possiede invece un esercito popolare, con gradi e una gerarchia sottoposta ai controlli parlamentari. Ma il regalino più delizioso che il terrorismo palestinese ci ha lasciato è l’extraterritorialità dell’azione di guerra. Con l’assalto ai giochi olimpici di Monaco, la guerra israelo-palestinese non è più territorialmente delimitata ma è potenzialmente estesa a tutto il mondo. Impossibile che a una modifica così profonda delle condizioni del conflitto non corrisponda una altrettanto profonda del nostro modo di pensare e di schierarci. È per questi motivi che tendo a schierarmi con Israele, pur nell’errore il suo è l’errore di un’entità statuale che al suo interno possiede procedure di verifica. Tra i palestinesi non credo ci sia lo stesso sistema di controllo. Infatti in dissenso con Abu Mazen è finito con una vera e propria guerra civile interna con centinaia di morti.

    2 Giugno, 2010 - 17:45
  20. discepolo

    ma allora caro Giampaolo se la razza come dici tu giustamente non esiste, perchè manifestare contro gli ebrei romani per ciò che ha fatto la Marina dello stato di Israele?
    Inoltre quando la stessa Turchia che ora grida contro la “disumanità” di Israele compra i ” droni “cioè le armi per sterminare la minoranza curda, non mi pare che vi sia nessuna manifestazione in Italia contro l’Ambasciata turca , ne’ proteste di pacifisti, Come mai?

    2 Giugno, 2010 - 17:48
  21. @targum: lo stato ha diritto di difendere i propri cittadini altrimenti non è più tale. Queto è il significato di legittimità. Israele ha esercitato ciò che fa ogni stato per difendere la propria entità. Lo ha fatto circondato da ostilità crescenti e da metodi come minimo inediti. Credi che anche tu convenga che farsi saltare in un bar di Tel Aviv insieme ad avventori del tutto innocenti, nel senso che non partecipavano ad alcuna azione militare contro i palestinesi, sia una situazione che necessita di azioni appropriate. Il blocco di Gaza purtroppo è conseguente a una tattica militare di tipo particolare. L’attacco suicida indiscriminato non è un’invenzione israeliana, mi pare o no? Ho parlato di studiosi ebrei, la mia analisi delle azioni politiche è sempre relativa allo stato di Israele.

    2 Giugno, 2010 - 17:54
  22. Addendum al post precedente: l’attacco suicida non è frutto della disperazione. È una strategia militare studiata, meditata e organizzata da élite dirigenti del popolo palestinese; così come furono studiate, organizzate e finanziate le iniziative terroristiche degli anni settanta e ottanta condotte dall’OLP o formazioni collaterali fuori dal territorio palestinese. Se qualcuno crede di ravvisarvi una motivazione morale libero di farlo (io non lo condivido), ma sul piano politico-militare la responsabilità di aver introdotto una modalità di confronto di questo tipo implica necessariamente per chi subisce l’attacco una risposta “sproporzionata”.

    2 Giugno, 2010 - 18:21
  23. raffaele.savigni

    “L’Italia ha votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu”.
    Già, il governo italiano deve fare sempre il tirapiedi di qualcuno. Ieri Bush, poi Putin e Gheddafi (per cacciare gli immigrati), oggi il governo israeliano di destra. A quando un sussulto di dignità?
    Ma già, l’ineffabile Tremonti (che si era pronunciato anni fa contro il concetto stesso di “manovra”, e oggi fa la più tremenda ed iniqua manovra che sia mai stata fatta) era un “euroscettico”: abbiamo visto, e scontiamo sulla nostra pelle, i bei risultati di questo euroscetticismo. Un’Europa solo economica, incapace di una politica comune, ha fatto flop. Peccato che paghi chi non ha colpe (o ha colpe minori) e non i pescecani ingrassati all’ombra del regime: i vari Balducci, Bertolaso ecc.

    2 Giugno, 2010 - 20:11
  24. roberto 55

    Certo, lo stato d’Israele non può pensare d’essere “legibus solutus”, ed anch’io credo, come mi pare molti “pianerottoliti”, che in questa circostanza il suo comportamento sia stato sbagliato, sproporzionato e condannabile.
    E’ anche vero, però, che Israele non vive in una situazione “normale”: quale che sia la sua “genesi”, oggi lo stato d’Israele – a differenza di tutti, o quasi, gli altri stati del pianeta – vive circondato da paesi (l’Iran) e realtà (Hamas, Al Qaeda) che proclamano apertamente l’intenzione di distruggerlo e conducono nei suoi confronti una guerra di terrore, e questo è un dato di fatto.
    Si può, a mio avviso, e piuttosto, discutere sulla “bontà” (termine sciatto, ma ora non me ne viene in mente altro), della politica dei vari governi d’Israele, che si sono succeduti nel tempo, a costruire concrete prospettive di pace atte, ad esempio, a togliere consenso di massa ad Hamas: a volte – l’ho già scritto, e scusate se mi ripeto – ho il timore che l’ottusità degli attuali governanti israeliani favorisca oggettivamente (uso anch’io quest’avverbio di “staliniana” memoria, visto che ora Leo l’ha “sdoganato” ………….) l’estremismo di Hamas (e viceversa).
    Mah, a questo punto sono molto pessimista anch’io: forse ha ragione l’amico Francesco73, non ci resta che pregare (che, comunque, è già tanto); mi aspetto, comunque, che il Papa dica da Cipro qualcosa d’importante in argomento.

    Buon (quel che resta del) 2 giugno a tutti !

    Roberto 55

    2 Giugno, 2010 - 20:14
  25. Leopoldo

    Scrive Debenedetti:
    È per questi motivi che tendo a schierarmi con Israele, pur nell’errore il suo è l’errore di un’entità statuale che al suo interno possiede procedure di verifica.

    Anch’io ho la stessa tendenza, molto mitigata, in verità, dal fatto che una delle cause per cui non esiste uno stato palestinese è proprio lo stato d’Israele.
    Per di più, il conflitto di sui stiamo parlando sta raggiungendo il suo apice proprio in una fase storica in cui l’dea di stato moderno, con i suoi classici elementi costitutivi (popolo, territorio, sovranità) è messa fortemente in crisi dalla globalizzazione, fino al punto da dover essere ormai ripensata.
    Alla fine si stratta di un conflitto per l’affermazione di qualcosa che si avvia ad essere inevitabilmente superato dalla storia.

    3 Giugno, 2010 - 8:29
  26. Mabuhay

    Raffaele.S 20:11, ieri.

    BRAVO, BENE, BIS!!!!

    3 Giugno, 2010 - 9:31

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