Matteo Ricci: ci scrive una sinologa dalla Cina

Gentile Dottor Accattoli, saluti dalla meravigliosa Cina! Mi sono registrata sul blog – che visito regolarmente – per condividere il mio pensiero sulla grande e lungimirante figura di Matteo Ricci nei due post che lo riguardano; ancora non ho ricevuto conferma della registrazione, quindi invio un’email. Ho potuto conoscere Matteo Ricci all’Università – essendo io una sinologa ed essendomi specializzata sulla questione della traduzione della Bibbia in lingua cinese – prima ancora che in un ambito più strettamente “ecclesiale” (a proposito, appartengo alla Diocesi di Roma). Anche se il mio lavoro non sempre mi porta in Cina, a livello personale, cristiano e di studio seguo le vicende di questo popolo e della Chiesa, ai quali mi sento legata da un amore profondissimo. L’amore e il rispetto che Matteo Ricci ha dimostrato al “nobile popolo cinese” sono assolutamente straordinari, soprattutto in relazione ai tempi in cui la sua intuizione di “farsi cinese tra i cinesi” è maturata – e che infatti non è stata capita, condivisa e accettata da subito, per non dire osteggiata, e a vari livelli. [Segue nel primo commento]

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Come certamente i lettori del blog sanno, inizialmente Matteo Ricci aveva preso l’abito dei bonzi buddhisti, non sapendo bene inizialmente che il Buddhismo in Cina non era come il Cristianesimo in occidente. Quando ha capito che i bonzi buddhisti non erano “quelli che contavano”, allora si è presentato come “letterato d’occidente”, avendo capito che, in mezzo a un popolo dalla cultura millenaria – e orgogliosamente consapevole di possederla – bisognava presentare il messaggio cristiano con la massima “dignità” e “altezza” possibili, e anche presentare chi era portatore di quel messaggio non come “una persona qualunque”, che proponeva una delle tante “superstizioni popolari”, ma come qualcuno che pensava, ragionava e la cui fede non implicava una contrapposizione con la ragione, ma anzi, mostrando con “disinvoltura” e padronanza che le due dimensioni potevano incontrarsi e non escludersi a vicenda. Immagino che a tutti noi verranno allora in mente i tentativi attuali del Papa di un dialogo tra fede e ragione, di presentare la fede come un’esperienza “ragionevole” e la “vera” ragione come non esclusiva del trascendente, e ancora di più emergerà chiara ai nostri occhi la straordinaria e preveggente intuizione di Matteo Ricci.
    Concludo con un’ultima osservazione: la profonda umiltà e il senso di rispetto con cui questo “straniero” si è accostato e ha tentato di avvicinarsi a una cultura ricchissima e diversissima, studiando la lingua e presentando ai cinesi a poco a poco le cose, non tutte insieme, non per “diluire” il messaggio cristiano, ma piuttosto per aiutare un popolo dai presupposti e valori spesso lontani dalla visione cristiana (e anche da certi concetti giudaico/semitici) a non rifiutare a priori qualcosa di impensabile e di assurdo, ma di capirlo e accettarlo a poco a poco. Immaginiamoci per un attimo cinesi, soprattutto cinesi a quel tempo: come si può accettare un Dio che muore così tragicamente e violentemente sulla croce? Da bambini in fondo noi siamo stati abituati a questa figura e dimensione della vita di Gesù (le croci a scuola, i genitori che ci dicevano che Gesù ha sofferto per noi, etc…). Ma in Cina un uomo morto sulla croce con i chiodi e il sangue era un messaggio incomprensibile, inaccettabile e direi per certi versi shockante, andava presentato con delicatezza e saggezza. Per prima cosa, conquistando credibilità e autorità agli occhi dei cinesi da parte di chi l’annunciava, che presentandosi come cultore della scienza e della “ragione”, intendeva far capire che anche quel messaggio cristiano su cui fondava la propria vita e che proponeva come scelta per quella altrui aveva solidi principi di ragionevolezza, che la fede a sua volta, poteva poi illuminare laddove la ragione non può arrivare….E il rispetto per la cultura millenaria di un popolo, in primis il rispetto verso uno dei più grandi fondatori del pensiero cinese (Confucio) e il culto dei propri cari scomparsi: io penso che non solo in questo emerge in Matteo Ricci la grande apertura mentale e culturale, ma proprio una sua “interpretazione spirituale della storia”. Lui sostiene che in fondo diversi elementi propri della cultura e tradizione cinese dimostrano che Dio ha mandato dei semi di bene e di verità anche in questa cultura, che “alla lontana” già in nuce fa esperienza della Verità rivelata da e incarnata in Gesù Cristo.
    Credo che la Chiesa oggi debba mostrare lo stesso rispetto per un popolo e un paese di infinita grandezza, che – nonostante i problemi che più o meno tutti conosciamo – ha raggiunto uno sviluppo sorprendente, facendo uscire milioni di persone dalla povertà. Io ne sono testimone, in questi giorni, avendo io stessa visitato per lavoro zone rurali povere e parlato con contadini e contadine. Certo, ancora c’è tanta povertà, c’è tanto lavoro da fare, ma i passi avanti che si stanno facendo sono davvero straordinari e la speranza è che a questi sempre di più si accompagnino altre riforme, che si dia voce al trascendente, e che alla Chiesa (ma una Chiesa non di gruppi integralisti e “colonizzatrice”) sia lasciato più spazio di dare il proprio contributo per il bene della società.
    Mulan

    1 Giugno, 2010 - 6:04
  2. Gerolamo Fazzini

    Caro Accattoli, visto l’interesse suscitato dal discorso del Papa ai pellegrini di Macerata su Matteo Ricci e i vari post che ne sono seguiti mi permetto di segnalarti una figura molto importante del cattolicesimo cinese dei primi tempi, citata anche dal Papa: Xu Guangqi, laico, alto funzionario imperiale e persona di grande statura culturale, amico e collaboratore strettissimo di Ricci. Sapendo la tua passione per i credenti laici e i “fatti di Vangelo”, credo che qs segnalazione possa far piacere a te e ai tanti che ti seguono. Al link che segue potrete trovare notizie su qs grande e sconosciuto personaggio.
    http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=2543
    GF

    1 Giugno, 2010 - 6:08
  3. Come spiegare allora il successo della predicazione di origine evangelica in Cina oggi?
    Davvero le culture a livello popolare sono così lontane dalla possibilità di comprendere un annuncio diretto?
    Quanto in realtà la cultura occidentale è invece penetrata in oriente (e quanto l’orientale in occidente) negli ultimi 2 secoli?
    In fondo l’India affascinava gli inglesi dal 19° secolo, e tanta cultura alternativa USA è imbevuta di buddismo più o meno travisato.
    Quanti sono poi anche solo gli italiani che si sono recati in India per ricerca spirituale da 50 anni a questa parte?
    Forse oggi un Matteo Ricci farebbe un percorso diverso. In fondo il Vangelo in Cina fa breccia in un mondo che ha buttato a mare la tradizione per anni per poi abbracciare una crescita economica che ha sconvolto quello che rimaneva.
    Segnalo questo articolo trovato per vie traverse su AsiaNews – che a mio avviso segnala un processo inverso in cui una Cina che abbraccia principi di libertà dell’occidente scopre nel vangelo le radici profonde di quei principi.
    “Boston (AsiaNews) – Chai Ling, l’unica donna leader di piazza Tiannamen nell’89, si è fatta battezzare il 4 aprile scorso. Aveva domandato di essere cristiana nel dicembre 2009.”
    http://channelman.wordpress.com/2010/05/24/dio-li-ha-creati-uguali-a-immagine-di-lui/

    1 Giugno, 2010 - 6:35
  4. Luigi Accattoli

    Grazie Gerolamo! Trovo ammaliante l’immagine dell’accademico laureato Xu Guangqi e del gesuita euclideo Matteo Ricci che lavorano agli stessi messaggi l’uno dal recto latino e l’altro dal verso cinese!

    1 Giugno, 2010 - 6:38
  5. raffaele.savigni

    Grazie a Fazzini e a Canelli per le lorto interessanti segnalazioni.

    1 Giugno, 2010 - 13:10
  6. Clodine

    Mi associo al prof. Savigni per le segnalazioni degli amici Fazzini e Canelli, davvero interessanti, molto…

    1 Giugno, 2010 - 15:05
  7. roberto 55

    Complimenti anche da parte mia agli amici Gerolamo Fazzini ed Alessandro Canelli (che ho conosciuto in altro “blog”, se non sbaglio) per le loro interessantissime segnalazioni.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    1 Giugno, 2010 - 22:07
  8. Syriacus

    “…un paese di infinita grandezza, che – nonostante i problemi che più o meno tutti conosciamo – ha raggiunto uno sviluppo sorprendente, facendo uscire milioni di persone dalla povertà. Io ne sono testimone, in questi giorni, avendo io stessa visitato per lavoro zone rurali povere e parlato con contadini e contadine. Certo, ancora c’è tanta povertà, c’è tanto lavoro da fare, ma i passi avanti che si stanno facendo sono davvero straordinari…”

    Auguro alla Cina ed ai cinesi ogni bene, davvero. Mi auguro però altrettanto che ad ogni ‘sviluppo sorprendente’ e ‘straordinario passo avanti’ di e in quell’impero, non debbano corrispondere giocoforza speculari, uguali e contrari, ‘passi indietro’ e recessioni ‘sorprendenti’ nelle altre parti del globo. Ma magari è solo il gioco della vita e della storia, e “noi non possiamo farci niente” (come per mille altri “fenomeni inarrestabili” -almeno così si dice in giro.)

    2 Giugno, 2010 - 14:45

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