La striscia di Gaza le sei navi e i dieci morti

Che può fare un uomo di pace dove tutti gridano guerra? Non parteggiare. Non accontentarsi di nessuna versione. Non accettare nè la festa per gli uccisi che tante volte abbiamo visto nei campi palestinesi nè il rammarico di chi uccide che altrettanto spesso abbiamo udito dalle autorità di Israele. Non dire mai che non c’è soluzione. Ma ripetere ancora e ancora che con questi governanti israeliani e con questi dirigenti palestinesi non si va da nessuna parte.

10 Comments

  1. roberto 55

    Purtroppo, è vero: l’episodio di ieri lascia attoniti e sgomenti, per non dire altro (e peggio).
    L’ottusità dell’attuale governo israeliano “si tiene” con il cieco fanatismo di tanti, troppi dirigenti palestinesi.

    Buona giornata anche ai fratelli in Cristo di quelle terre.

    Roberto 55

    1 Giugno, 2010 - 6:43
  2. Leopoldo

    E’ vero, la contesa fra israeliani e palestinesi si è ormai incancrenita e le ragioni e i torti, come spesso accade, non stanno tutti da una parte o dall’altra. C’è tuttavia una differenza fondamentale, che in qualche modo costituisce una discriminante e che non può non essere tenuta presente, secondo me, anche da un un uomo di pace che “non parteggia”. I razzi che quotidianamente minacciano la vita degli israeliani, il pericolo incombente di una guerra globale che qualcuno vorrebbe scatenare per distruggere Israele, il fanatismo, anzi l’odio inculcato nei bambini palestinesi fin dalla più tenera età, ebbene tutto questo non ha mai intaccato la dignità del popolo israeliano. Per i palestinesi è diverso. Tutto è stato loro negato, e un popolo senza dignità, quindi senza identità, diviene inevitabilmente ingovernabile: una miriade di cellule impazzite di dolore pronte a morire pur di uccidere.

    1 Giugno, 2010 - 7:38
  3. raffaele.savigni

    Ho spesso difeso Israele (anche in pubblico di fronte a pacifisti a senso unico), ma stavolta i militari israeliani si sono comportati da terroristi. Spero proprio che Obama tolga l’ossigeno (= rifornimenti militari) all’attuale governo israeliano per costringerlo a trattare.
    E trovo ignobile che un quotidiano italiano, ben noto per la sua faziosità impareggiabile (al confronto santoro è un tranquillo anglosassone), abbia osato intitolare in prima pagina: “I militari israeliani hanno fatto bene a sparare”. Quando si ha la vocazione a fare i servi e gli adulatori di qualcuno…
    ndovinate di quale giornale si tratta.

    1 Giugno, 2010 - 13:04
  4. targum55

    Mi permetto di non essere d’accordo con l’impostazione del tema. Quando accade un fatto come questo occorre avere il coraggio di esprimere la propria condanna o la propria approvazione, senza immediatamente scusarsi con la controparte invocando i comportamenti criminali speculari. Questo modo di fare della “comunità internazionale” è precisamente uno dei motivi per cui, contrariamente a quanto si afferma all’inizio, la situazione è irrisolvibile. Mi sembrano giuste le parole del Patriarca di Gerusalemme (se riportate correttamente): “Essere veramente amici di Israele significa avere il coraggio di dire: queste cose non si fanno, stai perdendo la testa”. E’ questo il messaggio che invia il Patriarca Latino di Gerusalemme Fuad Twal alla comunità internazionale

    1 Giugno, 2010 - 18:54
  5. raffaele.savigni

    Non si tratta di “scusarsi” ma di essere equanimi. Con la stessa forza con cui denunciamo questa aggressione israeliana dobbiamo denunciare le infami dichiarazioni del governo illiberale di Teheran che vuiole la distruzione di Israele.Il patriarca latino di Gerusalemme stavolta ha detto bene, ma altre volte è stato piuttosto tendenzioso.

    1 Giugno, 2010 - 19:08
  6. Cherubino

    l’uso della forza deve sempre essere proporzionato e indispensabile, quindi secondario a qualsiasi altro mezzo incruento di risoluzione delle controversie.
    Se questo è un principio morale incontestabile, di diritto naturale, allora non vedo come possa il governo di Israele giustificarsi.
    Può provare di non aver avuto alternative ? Può provare di aver messo in atto tutti gli strumenti di diritto internazionale, di carattere negoziale, di richiesta di aiuto alla comunità internazionale ?
    Il punto di fondo, oltre al lutto per le vittime, è l’incapacità della autorità di Israele (attenzione: non degli ebrei tout court) di dialogare con la comunità delle nazioni, con il resto del mondo.
    Certamente una tale “sordità” è anche il frutto di una situazione geo-politica difficile, di una diffidenza verso il gli interessi internazionali, e in ultima analisi dalla tremenda esperienza storica dell’Olocausto (e di secoli di antisemitismo precedente). Eppure dovrà un giorno Israele (tutto) riconoscere che la Parola (dabar) di Dio può venire anche dalle “Genti”, che la Promessa per cui Israele sarà “giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli” si realizzerà quando “forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.” (Isaia 2).

    2 Giugno, 2010 - 6:15
  7. Mariaelena

    Io direi che non si va da nessuna parte con nessuna di queste istitituzioni internazionali: perché se è vero che palestinesi e israeliani seguono lo stesso copione da sempre, altrettanto vero è che coloro che potrebbero e e dovrebbero intervenire in concreto (e non con le parole)…semplicemente non lo fanno. Come già avevo scritto qui in passato, nessuno si tiri indietro in questa faccenda. Ad accettare come inevitabili le condizioni in cui vivono (sopravvivono) i bambini laggiù, c’è da strapparsi via la croce appesa al collo e smettere di dirsi cristiani. Sono convinta, chissà perché, che Gesù avrebbe urlato e ribaltato i banchetti di questi venditori di chiacchiere.

    Vorrei citare Gramsci (1917): “Alcuni piagnucolano, altri bestemmiano ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

    6 Giugno, 2010 - 13:27
  8. roberto 55

    Grazie, Mariaelena, per la citazione di Antonio Gramsci.
    Buona giornata a tutti.

    Roberto 55

    7 Giugno, 2010 - 13:33

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