Piero Rattin: siamo foglie secche e anche la fede è povera

Questa è la settima storia della pandemia che pubblico nel blog: è di un prete di Trento, don Piero Rattin, che ha preso il contagio e l’ha vinto, ne ha parlato e ha scritto – per incarico dell’arcivescovo – un “atto di affidamento” a Maria che l’arcivescovo ha pronunciato in cattedrale il 3 aprile. Aveva già narrato la sua esperienza della malattia in un editoriale del settimanale “Vita Trentina” (27 marzo) e ne ha poi trattato in diverse intervista. Dall’editoriale prendo le parole che ho scelto per il titolo del post. Da un’intervista a L’Adige del 13 aprile ne prendo altre sulla Pasqua in pandemia e sulla fede nella prova. L’atto di affidamento lo riporto per intero. Concludo con un mio saluto a don Piero.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Editoriale di “Vita Trentina” del 27 marzo. Da degente condivido, con chi crede e con chi non crede, lo sgomento di sentirmi giocato da una potenza avversa e incontrollabile, la sensazione di una foglia secca alla mercé d’una tormenta che nessuno sa quando finirà […]. Questa sensazione di invincibile abbandono accomuna molti individui in questi giorni e io, credente, non trovo affatto strano doverla sperimentare con chi non ha la mia stessa fede […]. Certo, a me credente, suona scandaloso che il Dio che invoco a Liberatore (non solo per me) sia a tal punto renitente e poco propenso all’ascolto, da farmi ritenere più che legittime certe antiche conclusioni memorizzate nella Bibbia: “Ti sei avvolto in una nube, o Dio, perché la nostra supplica non giungesse fino a te”. “Perché fai il sordo alle nostre invocazioni?”. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Ciononostante, mi lascia perplesso il fatto che tali conclusioni siano passate con tutta l’autorevolezza di lui, il protagonista […]. È povera la fede. Questa catastrofica epidemia dovrebbe portare me, credente di Chiesa, a una più lucida coscienza di quanto è giustamente povera la fede. Per natura sua. Non è lasciapassare o salvacondotto per ottenere con facilità l’impossibile. E proprio perché povera sa essere audace, potente oltre ogni limite. “Padre, rimettermi alle tue mani – nonostante nulla sia chiaro – è infinitamente meglio che contare sulle mie… Ciò che tu hai in serbo è ben più prezioso di quanto io osi comunque domandarti con tenace e caparbia insistenza: per tutti e per me”.

    6 Luglio, 2020 - 14:09
  2. Luigi Accattoli

    Intervista a “L’Adige” del 13 aprile. Questa strana Pasqua è più Pasqua che non quelle del passato. Mi ha sempre colpito che la Pasqua sia stata fin dal principio la festa della famiglia. Vuol dire, allora, che noi oggi celebriamo la Pasqua come dev’essere fatto: nelle nostre case, pur con tutte le arrabbiature, i nervosismi… e il “passaggio” di Dio è assicurato. Sempre. Perché Pasqua vuol dire passaggio: passaggio dell’Eterno in mezzo a noi, qui, sulla Terra. Questa Terra insanguinata, stanca, che comincia a reagire a tutti gli insulti e le violenze subite. Sì, penso che questi virus siano tutto sommato una sua reazione. Oggi, dunque, è vera Pasqua. Più vera che mai. Perché ciò che conta è il passaggio di Dio. Dobbiamo inoltre riconoscere che siamo davvero scossi, anche come credenti […]. In realtà, dobbiamo ancora entrare nella logica cristiana essenziale, che è quella del Dio che condivide, del Dio che patisce, del Dio che si pone davanti a tutti per aprire una strada nella sciagura più inimmaginabile che si possa mettere in preventivo».

    6 Luglio, 2020 - 14:09
  3. Luigi Accattoli

    ATTO DI AFFIDAMENTO a Maria la madre che sta presso la croce
    scritto da don Piero Rattin su incarico dell’Arcivescovo di Trento Lauro Tisi e dall’Arcivescovo pronunciato in cattedrale il 3 aprile, venerdì della Settimana di Passione

    «Donna, ecco tuo figlio! Figlio, ecco tua madre!».
    Maria, Donna che stai presso la Croce,
    queste parole del tuo Gesù morente
    sono per te un mandato al quale non potrai mai più sottrarti,
    mentre per noi risuonano quale divina autorizzazione
    a ricorrere a te con incondizionata fiducia.

    Quale Madre di Cristo,
    hai appreso i suoi atteggiamenti di condivisione e d’accoglienza,
    e nel giorno del Golgotha,
    lo Spirito che egli effuse in abbondanza dal suo costato
    li ha fecondati e consacrati, perché la tua materna sollecitudine
    giungesse fino ai confini della terra,
    fino all’ultimo giorno della storia.

    Da allora, noi e tutte le donne e gli uomini nostri fratelli,
    siamo fiduciosi e sicuri di poterci affidare a te
    per trovare rifugio nelle angosce, aiuto e sostegno nelle prove,
    luce e coraggio nelle ore dell’oscurità.

    6 Luglio, 2020 - 14:10
  4. Luigi Accattoli

    Atto di affidamento 2.
    Maria, quante volte sono ricorsi a te
    nelle loro amarezze individuali o collettive
    coloro che, in questa nostra terra,
    ci hanno preceduto nell’esperienza della fede.
    La tua immagine, di Madre intimamente lacerata da una spada,
    lo attesta in tutte le valli del Trentino:
    nelle chiese, ai crocicchi delle strade, sui monti.
    Sì, anche noi pertanto ci affidiamo a te
    in questo drammatico evento che sconvolge il mondo:
    noi pure ci ritenevamo più forti d’ogni avversità
    e capaci di far fronte con i nostri soli mezzi
    a qualsiasi minacciosa evenienza,
    ed ecco che ora, sconfitti nelle nostre presunzioni,
    in umiltà e fiducia
    – e a nome di tutta la popolazione della nostra terra –
    ricorriamo a te, o Madre che stai presso la Croce!

    Maria, Donna che stai presso la Croce,
    per quella missione materna che ti fu affidata dal tuo Figlio crocifisso
    noi ci affidiamo a te, sapendo di non restare delusi.

    Amareggiati per l’estrema solitudine
    con cui la morte ha strappato molti fratelli e sorelle ai nostri affetti,
    e ancor più per non averli potuti accompagnare nell’ultimo viaggio,
    noi li affidiamo a te, o Madre,
    che al tramonto di quella drammatica Parascève
    – scomparse le folle osannanti e i crocifissori che gridavano “vittoria” –
    ti ritrovasti sola, con pochi intimi,
    ad accompagnare il tuo Figlio alla tomba
    in una sepoltura frettolosa, forzatamente priva di dignità.

    6 Luglio, 2020 - 14:11
  5. Luigi Accattoli

    Atto di affidamento 3.
    Accoglili i nostri morti di questi giorni:
    fai loro gli onori di casa là dove rivivranno per sempre
    e asciuga – tu, Consolatrice degli afflitti –
    le lacrime di coloro che li piangono.

    O Madre, tu conosci quanti tra noi
    sono gravemente colpiti dal morbo maligno
    che insidia alle radici la vita:
    te li affidiamo perché non venga meno in loro
    la speranza di esserne liberati;
    non cedano allo scoraggiamento,
    non si lascino dominare dall’angoscia, dalla paura.
    Resta loro accanto con tenerezza materna:
    tu puoi farlo, Maria!

    Ti affidiamo i responsabili della nostra convivenza civile,
    duramente provati nei loro compiti da questa inattesa emergenza,
    e con loro quanti ricercano instancabili
    i mezzi adeguati a bloccare il morbo micidiale
    che s’infiltra di soppiatto non solo tra noi,
    ma in tutte le nazioni.

    6 Luglio, 2020 - 14:13
  6. Luigi Accattoli

    Atto di affidamento 4.
    Èducaci alla solidarietà, o Madre di tutti gli uomini:
    facci comprendere che questa è la via della salvezza.
    Difendici dalla diabolica tentazione
    di abbandonarci ad egoismi collettivi,
    dalla presunzione di uscirne chiudendoci in noi stessi,
    dall’illusione che solo nell’erigere muri
    e nel rispolverare confini e frontiere
    potremo garantirci vita e futuro.

    Da questo virus, ben più nefasto d’ogni altro,
    liberaci e difendici, o Maria.
    Ti affidiamo con accalorata e cordiale sollecitudine
    il personale sanitario che in questi giorni
    segnàti da troppe attese ed urgenze
    opera generosamente nei nostri ospedali
    e su tutto il territorio:
    non venga meno nella disponibilità,
    fa’ che nella sua dedizione non abbia a ritrovarsi esso stesso
    vittima del contagio.

    Ti affidiamo gli anziani, ospiti delle case di riposo:
    non permettere, o Madre, che questa stagione della loro vita
    scorra nell’angoscia e nella solitudine forzata.

    6 Luglio, 2020 - 14:14
  7. Luigi Accattoli

    Atto di affidamento 5.
    E infine, o Donna che stai presso la Croce,
    ti affidiamo noi stessi:
    la popolazione delle nostre valli, città e paesi;
    tutti, credenti e non credenti senza differenze,
    ci sentiamo esposti a una potenza avversa
    di cui non sappiamo percepire la prossimità
    e tantomeno tenere a bada.

    Sii tu la nostra difesa, o Maria:
    tu che hai schiacciato la testa all’antico serpente
    e hai pagato per quella vittoria un prezzo di lacerante fedeltà,
    stando accanto alla Croce del tuo Figlio.
    Per questo noi confidiamo in te e a te ci affidiamo,
    o Donna che hai sconfitto il Maligno!

    Maria, Madre che stai presso la croce,
    noi speriamo con sicura fiducia che accoglierai il nostro affidamento
    e presterai ascolto alla nostra accorata preghiera.
    E pertanto ancora un favore osiamo sollecitare da te:
    quando la tempesta si sarà calmata
    e il morbo che insidia le nostre vite avrà esaurito,
    o quantomeno ridotto la sua potenza,
    ottienici di valutare con sapienza di fede
    il drammatico evento che abbiamo sperimentato;
    rendici capaci di comprenderlo quale “segno dei tempi”
    e di coglierne le provocazioni – individuali, familiari, collettive –
    ad attuare scelte concrete di conversione coraggiosa
    e coerenti cambiamenti di mentalità e di condotta
    .

    6 Luglio, 2020 - 14:15
  8. Luigi Accattoli

    Atto di affidamento 6.
    Nulla sarà più come prima: fa’ che sia vero, o Madre.
    Fa’ che noi, Chiesa di cui tu sei la bella immagine,
    ci assumiamo per primi la responsabilità di questo discernimento:
    trascurarlo, o continuare in tutto e per tutto
    come se nulla fosse accaduto,
    sarebbe comportamento di patente ingiustizia
    nei confronti di coloro i quali,
    colpiti da questo morbo e affatto più colpevoli di noi tutti,
    ci hanno lasciato nelle tristi circostanze e modalità che conosciamo,
    e ancor più verso quanti, tanto solleciti per i contagiati
    da dimenticare se stessi,
    hanno pagato con la vita la loro generosa dedizione.

    Solo nella coerenza di questo discernimento,
    attuato a tutti i livelli ecclesiali e sociali,
    potremo affermare di aver sperimentato la Pasqua in pienezza:
    non solo l’amaro Venerdì del Calvario
    e il grande Sabato dell’attesa,
    ma anche l’ardua esultanza della Risurrezione.

    Allora, quale Chiesa che vive e annuncia il Vangelo in Trentino,
    da tutte le Comunità e dalle Valli
    ci daremo appuntamento là dove tu hai posto la tua dimora di grazie:
    ti canteremo la nostra gratitudine e con te,
    o Madre addolorata presso la Croce
    ma esultante di letizia pasquale nella Risurrezione,
    loderemo Dio, Dominatore delle tempeste e Signore della vita,
    Fonte di misericordia e Padre d’inesauribile tenerezza.
    Amen.

    6 Luglio, 2020 - 14:16
  9. Luigi Accattoli

    Mia nota. Don Piero Rattin, 74 anni, è un biblista con studi a Roma e Gerusalemme. Guida pellegrinaggi in Terra Santa. Per 36 anni è stato parroco a Piedicastello, ora è il rettore del santuario della Madonna a Montagnaga di Piné. Mi ha segnalato la sua vicenda Diego Andreatta, direttore di “Vita Trentina”. Ringrazio Diego e mando un saluto a don Piero. Leggendo la sua supplica senti che l’ha scritta uno che è passato attraverso la tribolazione.

    Segnalo due passaggi della supplica, dove avverti l’occhio del maturo lettore delle Scritture.

    Sepoltura frettolosa. Il primo riguarda il paragone tra la sepoltura dei morti in pandemia con la deposizione di Gesù:
    ti ritrovasti sola, con pochi intimi, / ad accompagnare il tuo Figlio alla tomba / in una sepoltura frettolosa, forzatamente priva di dignità.

    Ardua esultanza. Il secondo che segnalo riguardo il triduo pasquale: non solo l’amaro Venerdì del Calvario / e il grande Sabato dell’attesa, / ma anche l’ardua esultanza della Risurrezione. Perchè la chiama “ardua”? Forse per lo stesso motivo per il quale le donne che ne furono prime testimoni l’appresero con timore – e forse perchè a più riprese alcuni tra i destinatari delle apparizioni del Risorto non lo riconobbero, o comunque non credettero.

    6 Luglio, 2020 - 14:24
  10. Luigi Accattoli

    Da don Piero Rattin ricevo questo messaggio in risposta all’interpellanza che gli avevo rivolto ieri con il commento delle 14,24:

    Quanto all’aggettivo “ardua” per l’esultanza della risurrezione da parte di Maria, una spiegazione esauriente forse non ce l’ho, ma m’è venuto spontaneo quel termine dopo aver più volte confrontato il fallimento del Golgotha (quella tragica sera di gran festa per i più e di pesante sconcerto per pochi)… con quella promessa iniziale “sarà grande… Figlio dell’Altissimo… il suo Regno non avrà fine…”. Come avrebbe potuto non essere ardua quell’esultanza pasquale? Forse, alla fin fine, tutto ha a che vedere con la Fede, povera perché mille volte contraddetta e priva di appigli per natura sua… eppure, cionostante, “vittoria che vince il mondo”.
    Basta così, perché altrimenti il biblista da strapazzo che sono io, non la finisce più…
    Grazie, comunque, e con l’augurio di continuare fin che puoi e meglio che puoi con quanto stai facendo. Don Piero

    7 Luglio, 2020 - 20:25

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