Con Gesù che si nasconde ai grandi e si rivela ai piccoli

Leggeremo nel Vangelo di domani: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11, 25-30). Tra i rovesciamenti del Vangelo questo è il più radicale perché non ribalta una qualsiasi precedenza in vigore tra gli umani, ma quella suprema della conoscenza del Padre. I sapienti e i dotti – ovvero i grandi secondo il mondo – possono stabilire e rivendicare vantaggi d’ogni sorta, ma l’accesso al divino va di suo ai piccoli. Nel primo commento dico che cosa intendo per rovesciamenti del Vangelo, nel secondo chiarisco che cosa farò, qui nel blog, con i Vangeli della domenica.

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Gli ultimi saranno i primi. La predicazione di Gesù che chiamiamo Vangelo possiamo intenderla quasi per intero come un rovesciamento dei convincimenti e delle consuetudini mondane. Il Nazareno annuncia il Regno e sovverte – con quell’annuncio e con l’avvio della sua realizzazione – ogni precedenza, o precedente, o possesso, o status, o titolo in vigore sulla terra. Con la venuta del Regno gli ultimi saranno i primi, i poveri vi saranno accolti come a casa loro, nell’entrarvi i devianti precederanno gli osservanti, i piangenti rideranno, a chi non ha sarà dato, ogni tribolato vedrà il riscatto dalla sua tribolazione. Chi non si presenterà con la fiducia inerme di un bimbo addirittura non potrà entrarvi. L’esultanza di Gesù nel constatare il ribaltamento dell’accesso al Padre è come un grido di gioia che percorre per intero il Vangelo. E’ la buona notizia che solo da lui poteva venire a noi.

    4 Luglio, 2020 - 13:04
  2. Luigi Accattoli

    Un’immagine ogni sabato. Sono già due settimane che metto qui nel blog uno spunto sul Vangelo della domenica: lo farò per i tre mesi dell’estate nei quali non inserisco le schede di “pizza e vangelo”. Conto di proporre ogni sabato, sia nel blog sia in Instagram, una battuta presa dal Vangelo, un’immagine, una parola. Potrà essere un buon appuntamento per gli amici che lungo gli ultimi quattro mesi hanno partecipato da remoto alle serate di “pizza e vangelo”. L’ho già proposto – questo richiamo evangelico – per due settimane nel giorno di domenica e ora lo sposto dalla domenica al sabato. Non sarà una scheda completa, come quelle per le serate degli appuntamenti, ma appena uno spunto: i “molti passeri”, il “bicchiere d’acqua fresca” e così via. Neanche riporterò per intero il brano della liturgia ma appena le parole che scelgo. E’ un esperimento. Può essere che domani ne cambi le regole. In Instagram accompagno le parole con un’immagine. Tutto è dono nella visibilità.

    4 Luglio, 2020 - 13:05
  3. Centofanti Giampaolo

    https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-domenica-5-luglio-2020-xiv-tempo-ordinario-anno-a/

    Gesù era un uomo felice ma l’unico brano in cui emerge in cui si dice esplicitamente che esulto’ di gioia nello Spirito Santo è questo, in particolare nella versione di Luca. “Ti confesso, ti professo, o Padrr” dice Gesù: questo dunque è il suo credo più profondo.
    Il Signore si rivela ai piccoli. Non agli umili, ai piccoli, agli infanti, dice il testo, ossia a quelli che ancora non sanno parlare. Non devo fare tutto e subito io ma semplicemente cercare di corrispondere alla grazia che via via Dio mi dona. Accettando dunque la mia reale umanità, senza modelli astratti. È Dio che mi porta, non sono io a fare. Io meramente farei, Lui entra e mi dà vita sempre nuova. Anche nella Chiesa è un dono e un cammino uscire dal moralismo, dal fare e venire condotti nella fede. Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Questa è l’opera di Dio (prima e più che degli uomini): credere in colui che egli ha mandato (cfr Gv 6). È un cammino: non di rado la piccolezza è stata vista spiritualisticamente, una piccolezza delle intenzioni mentre la cultura intellettualista è troppo sviluppata per poter dare grande ascolto ad un piccolo. Ma oggi per grazia possiamo intuire forse meglio che lo Spirito scende su ciascuno con delicatezza, a misura, non calpestando ma facendo fiorire l’umanità di ciascuno. Allora non un’anima disincarnata ma tutto l’uomo viene portato nel mistero e vede ogni cosa in modo sempre nuovo. Si sciolgono i nodi, si aprono nuovi orizzonti a tutto campo. È Dio che rinnova anche la cultura e lo può fare attraverso i piccoli non i meramente dotti e sapienti (dunque non bisogna mai impossessarsi della sapienza). Caro Luigi cominci con un commento meraviglioso, che a mio parerevcoglie il cuore profondo di Gesù e la realtà. http://gpcentofanti.altervista.org/germogli-di-un-tempo-nuovo/

    4 Luglio, 2020 - 14:11
  4. Centofanti Giampaolo

    Riporto il mio commento sopra con correzioni.

    Gesù era un uomo felice ma l’unico brano in cui si dice esplicitamente che esultò di gioia nello Spirito Santo è questo, in particolare nella versione di Luca. “Nello Spirito ti confesso, ti professo, o Padre” così si potrebbe tradurre quel “ti rendo lode”: questo dunque è il suo credo più profondo.
    Il Signore si rivela ai piccoli. Non agli umili, ai piccoli, agli infanti, dice il testo, ossia a quelli che ancora non sanno parlare. Dunque non devo fare tutto e subito con mie cervellotiche forze ma semplicemente cercare di corrispondere alla grazia che via via Dio mi dona. Accettando dunque la mia reale umanità, senza modelli astratti. Se mi dona di pregare un secondo al giorno cercherò di pregare con semplicità quel secondo, godendo di questa grande grazia. È Dio che mi fa crescere gradualmente, mi porta, non sono io a fare. Io meramente farei ma le cose vissute senza la grazia non resistono alla prova del tempo. Lui invece entra e mi dà vita sempre nuova. Anche nella Chiesa è un dono e un cammino uscire dal moralismo, dal fare e venire condotti nella fede. Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Questa è l’opera di Dio (prima e più che degli uomini) risponde Gesù alle folle: credere in colui che egli ha mandato (cfr Gv 6). È un cammino.
    Non di rado la piccolezza è stata vista spiritualisticamente, una piccolezza delle intenzioni mentre la cultura intellettualista è troppo sviluppata per poter dare grande ascolto ad un piccolo. Ma oggi per grazia possiamo intuire forse meglio che lo Spirito scende su ciascuno con delicatezza, a misura, non calpestando ma facendo fiorire l’umanità di ciascuno. Allora non intenzioni moraliste, un’anima rigida, disincarnata, ma tutto l’uomo viene portato con semplicità, equilibrio, nel mistero e vede ogni cosa in modo sempre nuovo. Si sciolgono i nodi, si aprono nuovi orizzonti a tutto campo. È Dio che rinnova anche la cultura e lo può fare attraverso i piccoli non i meramente dotti e sapienti (dunque non bisogna mai impossessarsi della sapienza). http://gpcentofanti.altervista.org/germogli-di-un-tempo-nuovo/

    5 Luglio, 2020 - 11:01

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