Preghiera del mattino da una moto all’altra

Mi scrive un parroco di un borgo delle Marche raccontando il singolare panorama della preparazione al matrimonio che si trova a gestire: i limiti di essa ma anche qualche dono che non manca mai, come la preghiera di due fidanzati in collegamento audio quando vanno al lavoro in moto. Nel primo commento quella corsa in moto.

32 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Da una moto all’altra. Sto facendo il percorso di preparazione al matrimonio di dieci coppie, nove delle quali conviventi, tre con figli. Nel primo incontro – che faccio insieme a un paio di coppie di sposi rodati – si fa un giro di tavolo su che cosa è la fede per ciascuno, e il discorso è andato anche sulla preghiera, e quasi tutti sono intervenuti, alcuni vivacemente: molti dei presenti pregano con una certa regolarità, ma da soli e pur essendo coppia stabile hanno detto che è una fatica quasi insormontabile pregare insieme. Ma la perla della serata è stata quella di due fidanzati che vanno al lavoro in motocicletta, ognuno con la propria e fanno il viaggio di andata nella stessa direzione, stando collegati con una strumento interfonico e pregano insieme per dieci – quindici minuti. Dicono le preghiere tradizionali, si affidano l’un l’altro al Signore e alla Madonna. Lei ha poi anche raccontato la sua fatica con la chiesa quando da più di un prete si è vista negare l’assoluzione perché fidanzata convivente. Ma nonostante questo prega, pregano e a loro modo non si vergognano del Vangelo. Don Alberto

    10 Febbraio, 2016 - 23:21
  2. Federico Benedetti

    La preghiera è importante, ma conta anche la vita morale, specie quando si desidera una vita spirituale autentica e si progetta un matrimonio.
    Dovremmo domandarci come mai dei giovani che si dicono credenti e che pregano quotidianamente, poi scelgono di convivere.

    11 Febbraio, 2016 - 9:02
  3. maria cristina venturi

    Non è poi cosi’ importante cosa abbiano fatto queste coppie prima del matrimonio,quanto è importante che abbiano ben presente ciò che dovranno fare DOPO il matrimonio.
    L’importante è che il parroco spieghi bene loro che il matrimonio cristiano è un sacramento INDISSOLUBILE, non una convivenza o un contratto,, e non è che DOPO SPOSATi, se dopo sei o sette anni si sono stufati l’uno dell’altro o si accorgono di essersi sbagliati, o si innamorano di un altro, possono dire “arrivederci e grazie” come nella convivenze e andare ognuno per i fatti suoi.
    Nei corsi prematrimonionali si dovrebbe dire questo chiaramente, cioè che il matrimonio cristiano non è semplicemente una bella cerimonia col vestito bianco i fiori e i fotografi, ma un impegno IMMENSO, un patto che dura tutta la vita! pensateci bene!Non pigliatelo alla leggera!
    secondo me questo non viene bene spiegato ai giovani di oggi.
    a milano dopo sette , otto anni una coppia su due è”scoppiata”. all’età della prima Comunione la metà dei comunicandi, a circa 8 anni, ha i genitori separati. nelle Chiese si vede quasi per ogni bambino che fa la prima Comuniione due famiglie: il papà colla nuova compagna e magari nuovi figli, la mamma col nuovo compagno , magari coi i figli di una precedente unione tutti sedicenti cattolici, tutti che fanno la comunione ( se il prete glielo permette, ma ormai a Milano lo permettono ovunque , non c’è bisogno di aspettare i decreti papali).
    quanta acuta e lucida visione negli occhi di questi bambini nel constatare l’ipocrisia degli adulti! E’ così da stupirsi se poi crescendo questi bambini diventano atei?

    11 Febbraio, 2016 - 9:43
  4. maria cristina venturi

    probabilmente nell’immediato futuro ci sareanno sempre meno matrimoni, sia religiosi che civili, e sempre più convivenze.
    E’ nello “spirito dell’epoca”. la libertà, sommo valore della nostra società, che è la libertà individualistica di anteporre i prori interessi, la proria realizzazione, la propria felicità, a qualsiasi altra cosa, farà sì che decadranno tutte quelle istutuzioni, come il matrimonio, che costituisce un “vincolo” , che costringe bene o male due individui a non esere più due semplici individui ma qualcosa di nuovo , “una carne sola” come dice la Bibbia, cioè come dire la sintesi , un nuovo e solo individuo, inscindibile.
    L’uomo moderno malato di individualismo ed egolatra non vuol più sacrificarsi per la “famiglia”. epperciò la famiglia, il matrimonio mano a mano scompariranno. Ci sarà una società di puri individui ognuno proteso a soddisfare i propri individuali bisogni. i figli nasceranno artificialmente con le nuove tecniche di inseminazione e di gestazione in provetta. sarà scisso anche il legame naturale madre-figlio. questa sarà la nuova società che aspetta non noi ( che per fortuna saremo morti) ma le generazioni future.
    Il cristianesimo ha ancora qualcosa da dire, ha ancora la forza di opporsi a tale deriva? O seguendo i “segni dei tempi” rinuncerà pian piano , prima al concetto di matrimonio indissolubile, poi a quello di famiglia naturale?

    11 Febbraio, 2016 - 10:07
  5. Lorenzo Cuffini

    Alle domande di Federico e di Maria Cristina, la risposta è una.
    “Dovremmo domandarci come mai dei giovani che si dicono credenti e che pregano quotidianamente, poi scelgono di convivere.”
    Perchè hanno noi davanti al naso.
    Che amiamo fare i tromboni/ teologi/crociati del matrimonio piuttosto che esserne i martiri fiammeggianti.
    Proprio così, per lo sbellicamento generale: i martiri fiammeggianti.
    Così facendo abbiamo fatto del matrimonio una trombonata, una roba da addetti ai lavori in teologia, una crociata.
    I ragazzi, mica li freghi. Io pure, se avessero cercato di propinarmi sta broda, col fischio che mi sarei sposato!!!
    🙂
    “Il cristianesimo ha ancora qualcosa da dire, ha ancora la forza di opporsi a tale deriva? “.
    Il cristianesimo ? Urca che sì. Il problema siamo noi cristiani. Mica papa ecc ecc. Noi sposati.
    Maria Cristina, Federico e Lorenzo, per dirne tre soli, hanno qualcosa da dire che non sia roba precotta in scatola , di convincente e loro? Soprattutto ma che è l’unica cosa che conta: hanno quacosa da tacere, e da vivere , che dimostri la bellezza e la carica esclusiva e rivoluzionaria del matrimonio ( prima ancora del matrimonio cristiano?
    Se la risposta è no, bene: torniamo a baloccarci col pianto universale sul matrimonio in crisi, che è assai piu’ comodo e gratificante.
    🙂

    11 Febbraio, 2016 - 10:41
  6. Prego sempre quando vado in Vespa, non tanto perché non mi fidi del mezzo ma perché è un momento solo per me. Dev’essere tipico dei giornalisti: pure Massimo Giletti ha ammesso di pregare quando va in motorino.
    Vado in Vespa per santuari, collaborando con la rivista Miracoli: intanto perché mi piace; ma poi perché non ho problemi di parcheggio e perché la mia 125 di colore rosso ispira immediatamente simpatia. E’ un ottimo biglietto da visita.
    In un anno e mezzo ho percorso già 10.000 km accompagnato dal pot-pot-pot del suo motore 2 tempi. Sono salito per Sacri Monti (la settimana scorsa quello di Varese, 850 m di dislivello fatti in I e II a 20 all’ora, ma ci sono arrivato), ho raggiunto santuari tra Lombardia e Piemonte anche con tirate da 400 km (tra andata e ritorno) in giornata. Ma ne è sempre valsa la pena.
    Ricordo uno dei primi giri, a Serralunga di Crea (AL). Non potendo fare l’autostrada, viaggio sulle statali e scopro l’Italia a torto detta minore, che invece è bellissima. Quando l’SS457, dopo una curva, ha superato il Po e il paesaggio si è mostrato col suo verde splendido innanzi a me, personalmente ho ringraziato Dio per quel giorno d’estate e per tutto quel Creato che mi metteva a disposizione. In macchina non mi sarebbe mai capitato.
    Perché la differenza è tutta qui: dalla macchina vedi fuori come in televisione; con la moto (o con la Vespa, ancora meglio) sei TU a far parte del paesaggio. Conosci le persone, ne trovi la loro solidarietà. Fai parte di una comunità e quelle due ruote – ripeto – a volte sanno abbattere muri di diffidenza. Provare per credere.

    Vi segnalo che a luglio, ogni anno, i motociclisti vanno a Castellazzo Bormida (AL) dove c’è la Madonnina dei Centauri per la Motobenedizione. Pio XII nel 1947 ha concesso alla Madonna della Creta venerata a Castellazzo il titolo di Madonnina dei centauri grazie alle richieste del farmacista locale. Ed ha approvato la preghiera. Qui informazioni sul motoclub locale
    http://www.mccastellazzobormida.it/il-santuario-madonnina-dei-centauri/

    Una curiosità: motocicletta è tradotta nei documenti pontifici in latino come birota ignifero latice incita.
    Auguro a tutti voi, siate Vespisti o motociclisti ma comunque fratelli (anche i Lambrettisti che, come ho scritto più volte su Officina del Vespista, sono anch’essi figli di Dio :-D), di fare buon viaggio nella vita.
    Un saluto!

    11 Febbraio, 2016 - 11:33
  7. Fabrizio Scarpino

    Premesso che non sono sposato, sottolineo comunque parola per parola quanto affermato dall’amico Lorenzo.

    11 Febbraio, 2016 - 12:40
  8. Fabrizio Scarpino

    Ciao tonizzo che meraviglia girare così in Vespa.
    Io non sono capace di andare in motorino…Sempre “invidiato” chi ci va…Penso di perdermi molte bellezze.

    11 Febbraio, 2016 - 12:42
  9. Bello il commento di Tonizzo; lo seguo col pensiero, perché certo non sono in grado di andare in moto..
    A Maria Cristina dico che, siccome il mondo va al contrario, ora i matrimoni si faranno in tarda età.
    Per i matrimoni dei giovani c’è sempre il Cammino NC, col quale a fine settimana ho fatto un bellissimo pellegrinaggio Roma – Loreto, durante il quale ho anche incontrato Clodine.

    11 Febbraio, 2016 - 13:03
  10. Lorenzo Cuffini

    Chiedo scusa per la battuta: dopo le palestre e le crociere, anche il matrimonio entra nel target capelli bianchi?!
    Quindi, sposarsi sarebbe cosa per vecchi o per neocatecumenali ?! ( detto con grande affetto per entrambi i gruppi).
    Ussignur….
    🙂

    11 Febbraio, 2016 - 13:40
  11. Fabrizio-Fabricianus e Antonella, è solo questione di fare pratica, poi viene facile. Tenete presente che io ho ancora 4 marce, mentre se vi prendete uno scooter moderno è tutto automatico o, per dirla alla bagherese, accelera-e-camìna.
    E’ bello perché comunque vedi paesini e posti in cui davvero la fede è semplice e ingenua, nel senso che non è sofisticata. Per esempio, a Dogliani poco sotto la tenuta Einaudi c’è un Santuario piccolo e meraviglioso: ci sono capitato per caso, volendo fermarmi a far riposare terga e motore della Vespa durante una salita molto ripida.

    11 Febbraio, 2016 - 13:56
  12. Caro Tonizzo, non credo proprio che mi persuadere ad andare in Vespa.

    11 Febbraio, 2016 - 14:55
  13. Luigi Mortari

    Lorenzo Cuffini scrive,
    11 febbraio 2016 @ 10:41
    Lorenzo,
    non mi riconosco per niente in questo profilo, che trovo anche offensivo, e non concordo affatto con quello che tu ritieni essere l’unica risposta.
    Sarebbe meglio forse esporsi solo in prima persona quando si esprimono giudizi così temerari.
    Detto esplicitamente: trombone sarai tu!

    11 Febbraio, 2016 - 18:21
  14. roberto 55

    La “Vespa” no, Antonella, d’accordo: ma la “Lambretta” ? Vuoi mettere la “Lambretta” ?

    CIAO A TUTTI !

    Roberto Caligaris

    11 Febbraio, 2016 - 21:00
  15. Clodine-Claudia.F.Leo

    Secondo me la crisi dell’istituzione della famiglia, dunque del matrimonio, risale a quel fenomeno borghese che ha generato la cosiddetta ” dittatura del desiderio” : parte dal 1968, percorre un decennio, e si schianta come un torrente in piena portandosi via tutto ciò che tocca: l’autorità del padre, della Chiesa, dello Stato, un delirio di libertà -“da”- Domineddio innanziatutto (“Dio sono io”! Urlavano i parigini della Sorbona, e l’eco oltrepassò le Alpi come il vento di foehn) ma anche libertà sessuale, dei costumi ,del modo di vivere, di drogarsi allo sfinimento. In tutto questa distruzione di ogni paradigma, impensabile che la prima cellula sociale, la famiglia -che fino a quel momento tra alti e bassi , in salute e malattia, ricchezza e povertà, da Trento a Canicattì aveva comunque resistito- potesse essere risparmiata. Si è trasformata anche la famiglia, degenerando come un blastoma e le derive che si prospettano , a 50 anni dallo sfacello, sono insanabili…
    Perciò, ben vengano i ragazzi che pregano cinguettando sull’onda del vento, che aspettano di maturare un pochino prima di operare quella scelta vincolante che come il “mostro nella caverna” fa tremare i polsi, e percepiscono come un “salto nel buio”! Del resto, come dargli torto….

    11 Febbraio, 2016 - 21:19
  16. Clodine-Claudia.F.Leo

    A me piaceva andare in vespa, e ci andavo girando Roma in largo e in lungo. Non era mia, ma di un’amica di Liceo, si chiamava Lilly ,era una ragazza spigliata, bravissima a scuola, per me -mammalucca cresciuta con le suore- rappresentava un modello da imitare. Eppoi quella vespa 50, rosa, scintillante, rappresentò la libertà, il vento. Quando da San Giovanni imboccavamo Porta Metronia e di li la Cristoforo Colombo direzione Ostia Lido, ragazzi, era la fine del mondo! Zainetto, un panino, capelli al vento … ricordo con grande piacere quel periodo di spensierata gioventù…

    11 Febbraio, 2016 - 21:34
  17. Clodine-Claudia.F.Leo

    Grazie Tonizzo, ho letto con piacere …

    11 Febbraio, 2016 - 21:38
  18. Clodine-Claudia.F.Leo

    Ciao Antonella. …

    11 Febbraio, 2016 - 22:34
  19. Luigi Accattoli

    Antonella: Durante il pellegrinaggio a San Pietro abbiamo passato la porta del Filarete

    Ma la porta del Filarete – bellissima – non è la porta santa… non avrete mica sbagliato porta… ?

    12 Febbraio, 2016 - 8:26
  20. Clodine-Claudia.F.Leo

    L’ho pensato anch’io Luigi??? Ne parlammo subito con Antonella…effettivamente credo che si, non abbiano imboccato la Porta giusta….

    12 Febbraio, 2016 - 8:33
  21. Luigi Accattoli

    I movimenti sono creativi…

    12 Febbraio, 2016 - 10:29
  22. Anche io lo pensavo, ma non è stato uno sbaglio. Abbiamo semplicemente seguito il rito di questo pellegrinaggio. La Porta Santa l’abbiamo caricata a San Paolo.

    12 Febbraio, 2016 - 11:43
  23. L’abbiamo varcata … questo tablet non ragiona.

    12 Febbraio, 2016 - 11:45
  24. Roberto55, e ti pareva se non usciva fuori il lambrettista a rinverdire una nobile querelle! 😀
    Clodine, che fascino…

    12 Febbraio, 2016 - 14:18

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