Risposta a Politi sul Papa in crisi

Il Pontificato di Papa Benedetto è “in crisi”. Anzi: «È caratterizzato da un succedersi impressionante di crisi come non era avvenuto con nessuno dei Papi degli ultimi cento anni». È la tesi accusatoria del volume appena pubblicato da Marco Politi per Laterza intitolato Joseph Ratzinger crisi di un Papato (pagine 328, euro 18). Quell’accusa merita una risposta sia perché è bene argomentata, sia perché corrisponde al sentimento di “crisi”- la parola tematica è stata scelta bene – vissuto da una vasta componente del mondo ecclesiale in Italia e fuori. La mia prima risposta è che c’è sì una crisi – o quantomeno l’avvertenza, il sentimento di una crisi – ma essa riguarda la Chiesa e non il Pontificato di Papa Benedetto: ovvero, non solo il Pontificato. La seconda risposta è che la reazione “impolitica” alla crisi che Papa Ratzinger viene svolgendo – concentrazione sulla figura di Cristo e sulla teologia dell’amore, opzione per la purificazione penitenziale della Chiesa – è forse l’unica possibile e non ha dato fino a oggi cattiva prova di sé. E’ il gagliardo attacco di una mia risposta spropositatamente lunga a Politi, pubblicata oggi da LIBERAL con il titolo Processare Ratzinger.”Puoi arrivare a dodicimila battute? – Come no”. Per leggerlo vai nella pagina ARTICOLI DI LIBERAL elencata sotto la mia foto.

61 Comments

  1. Il giornalista ha una visione solo Politi-ca della Chiesa, così come probabilmente si deduce ce la avrà di Cristo.

    Politi è in errore. Il problema è che tanti si “abbeverano” a quella fonte, che a mio avviso è “non bevibile”.

    9 Novembre, 2011 - 22:27
  2. Un bravo a Politi,
    e
    un bravo ad Accattoli.

    9 Novembre, 2011 - 23:47
  3. mattlar

    Grazie Luigi. Non solo per i contenuti, da cui ho imparato tantissimo. Ma anceh per come scrivi. Vorrei saper parlare così: senza sconti e tuttavia fedele al rapporto con l’altro.
    Considero la Chiesa un po’ come le vetrate colorate: non le si possono capire fino in fondo se non da dentro, quando si incontrano con la luce del sole. Se le vedi da fuori possono apparire solo molto scure.

    9 Novembre, 2011 - 23:51
  4. Bello l’articolo, Luigi. Grazie
    🙂

    10 Novembre, 2011 - 8:05
  5. Mi sono stancato di personalità come Politi, De Magister o (scusatemi per il nome) Odifreddi… farfugliano e ipotizzano solo complotti, manovre massoniche di pura fantasia (per fare soldi veri con i loro libri) che aumentano la confusione e non spiegano la realtà come è.

    Voglio dire: una cosa è la critica costruttiva come fa Luigi, un’altra è versare solo fango sugli altri come fanno altri…

    10 Novembre, 2011 - 8:43
  6. Nino

    Ottimo contributo utilissimo, almeno per me, ad allargare la visione sullo stato delle cose sia riguardo al Papa attuale sia sulla Chiesa.

    Non ho letto né leggerò il libro di Politi, sto a quanto ci propone la breve ma significativa recensione di Luigi e alle controindicazioni pacate e ben argomentate nel suo articolo “Processare Ratzingher”.

    Solo un’opinione nel merito delle questioni sollevate da questa garbata “tenzone” tra autorevoli esperti di cose vaticane in ottimi rapporti interpersonali pur nella diversità di pensiero laico-cattolico.

    Siamo nel terzo millennio dalla venuta di Gesù Cristo, un evento straordinario che ha cambiato l’umanità segnandola nel bene e nel male.

    Quello che non potrà reggere per altri millenni è a mio avviso la pretesa della gerarchia di mantenere di fatto lo status quo basato su dogmi, dottrina e da qualche tempo sui principi non negoziabili , rispetto alle sfide del globalismo che impongono la continua ridefinizione delle relazioni umane in un contesto antropologico fortemente connotato dalle disuguaglianze culturali, ambientali, e sociali.

    In sintesi una Chiesa che alle dinamiche mondiali oppone un pur nobile e dignitoso immobilismo che pare non in grado di incarnare la Parola.

    10 Novembre, 2011 - 8:54
  7. Per motivi di studio mi sto interessando dello svolgimento del Vaticano II, leggendo documenti inediti e originali.
    La Chiesa si è lasciata provocare dal reale, molto più in profondità di quanto apparso poi nei documenti ufficiali, pur così multiformi.

    Immagino che la stessa dinamica segni oggi la sua vita: grande attenzione a tutto ciò che la circonda, grande prudenza nel realizzare cambiamenti la cui portata potrebbe essere compresa pienamente solo dopo molti anni, magari attraverso effetti negativi difficilmente rimediabili.
    Anzi, credo che alcune carenze emerse da un’esperienza pur straordinaria come quella conciliare la spingano ad intensificare l’attenzione e a rallentare il passo.

    Non mi dispiace. Se la logica evangelica non è la logica del mondo, il fatto che non si insegua la frenesia contemporanea non può essere che buon segno.
    Pur con tutti i limiti che vediamo, con tutti i limiti che ogni realizzazione anche umana sempre manifesta: la perfezione è una mèta, non uno status.

    10 Novembre, 2011 - 9:19
  8. Francesco73

    Il libro di Politi devo comprarlo da un mese, la sera sono molto stanco e non riesco a finire quello di Mogavero…:-)

    E comunque questo vaticanista mi piace sempre, ha una visione dichiarata ma la sostiene con argomenti non casuali e non banali.

    10 Novembre, 2011 - 10:00
  9. FABRICIANUS

    @Luigi:

    Ciao Luigi, per favore puoi inserire il tuo articolo processare Ratzinger nel link degli articoli di Liberal sulla destra, sotto la tua foto.
    Cliccando sul link inserito nel post mi si apre una finestra con “an error”.

    Ti ringrazio molto.

    F.

    10 Novembre, 2011 - 10:53
  10. Nino

    ERRATA: Siamo nel terzo millennio dalla venuta di Gesù Cristo,

    CORRIGE: Siamo nel terzo millennio dalla nascita del cristianesimo,

    10 Novembre, 2011 - 12:43
  11. A me pare, se di crisi si può parlare, che questo pontificato abbia visto l’emergere di personaggi più o meno qualificabili, più o meno credibili, che hanno – grazie a internet e i pulpiti online – iniziato a sproloquiare di cattolicesimo alla grandissima. Oggi non passa giorno che qualcuno mi segnali questo o quel portale di “tradizione”, di “cattolici duri e puri”, di “fedeli al Papa e alla Chiesa” sempre e comunque con questa sottolineatura: “E’ un blog lettissimo in Vaticano, anche nell’entourage del Papa”. Generalmente si tratta di prodotti di chiara provenienza destrorsa o comunque conservatrice.

    Ora, posto che non credo il Papa abbia tempo per leggersi ogni giorno miriadi di siti e sitarelli dove la si dice di ogni tipo su di lui, la Chiesa e il cattolicesimo (altrimenti non penso riuscirebbe a svolgere la sua missione), se di crisi si può parlare – ripeto – è configurabile in due direzioni. La prima: questo Papato non è stato pronto all’arrivo dei blog (il discorso non si applica a queste pagine) e siti vari ed eventuali dove personaggi un tempo appartenenti a pittoresche minoranze oggi si presentano come Difensori della Fede con la D e la F maiuscole, blaterando sulla qualunque. Giusto un paio di settimane fa ho avuto uno scambio di opinioni con uno di questi “duri e puri”, che odia lo “squallore” delle celebrazioni posconciliari e la “protestantizzazione” della Chiesa, accusando il Concilio a) di essere stato compiacente con il mondo, e b) di essere questa la causa dell’esistenza dei preti pedofili oggigiorno.

    Ecco, io cerco ogni giorno di avere una formazione cattolica e penso di riuscire a distinguere il limite tra “palle” e “verità” (giudicate voi dove sta questo limite in quello che vi ho appena raccontato). Ma una persona che al limite vive la “religiosità dello scenario”, va a Messa a Natale e Pasqua e per il resto è cattolico “per tradizione”, cioè perché così fanno tutti, che cosa può pensare della Chiesa cattolica e del Papa quando legge certe pagine e certi sfondoni? Come fa una persona tiepida sulla religione – e soprattutto, che immagine trae della Chiesa – aggirandosi tra questi labirinti telematici in cui i titolari vari ed eventuali annunciano con orgoglio: “siamo letti dal Papa”? A voi la prima risposta.

    La seconda direzione di questa crisi – che è anche d’immagine – è sempre su internet. La Rete ha favorito l’emersione di “pensatori”, intellettuali o presunti tali che generalmente provenienti da sinistra (e quindi allevati a una scuola di anticlericalismo molto spesso becero, eredi o a suo tempo urlatori del “Cloro al clero” di 68ina memoria), ripetono le solite accuse contro la Chiesa: non è necessaria, Dio non esiste, solo l’agnosticismo è un credo razionale, i preti sono ladri, pedofili, stupratori e melmaglia varia cianciando. Non so quanti di voi abbia letto i vari appelli, su Facebook, affinché il Vaticano ci paghi la manovra finanziaria o, piuttosto, la Chiesa debba pagare l’ICI perché ruberebbe sullo Stato italiano. Tutte fesserie sulle quali, come sempre, Avvenire offre un’informazione chiara e puntuale e invece…

    Ecco, la crisi di questo papato è stata qui, nella difficoltà a gestire la comunicazione della Chiesa in un mondo in cui c’è un’orgia comunicativa e i “falsi profeti” si moltiplicano a dismisura. Sono tanti, troppi. Ma tolto questo, la Chiesa resta tale, i problemi sono quelli sul tappeto dal Concilio, il Papato deve assolvere alla sua funzione che è cioè di testimonianza e far confermare tutti i fratelli nella fede. Penso che molti problemi oggi nella Chiesa si possano risolvere, ma che l’80% di essi sia costituito dal fumo mediatico che viene puntualmente sparso negli occhi dei credenti e non. Ne parlo per esperienza personale e pratica facendovi un esempio: la battaglia contro i preti pedofili è prima di tutto una polemica mediatica ampiamente strumentalizzata. Da anni, insieme a Don Fortunato Di Noto, non manca occasione per renderci conto di questo. Non basta che la Chiesa faccia il suo dovere, non basta che il Papa ribadisca il suo impegno e il suo dolore, non basta che ci siano preti sani (tanti) e farabutti (pochi) che hanno disonorato il sacerdozio, i bambini e Dio: ogni volta è caccia al mostro, al titolone in prima pagina. Ecco tutto. Poi non importa come vadano a finire le cose.

    Sarebbe ora che non solo Avvenire, per esempio, desse notizia del fatto che i giovani seminaristi della diocesi di La Spezia siano stati inviati dal Vescovo a spalare fango nelle Cinque terre. E invece mi tocca sentire o leggere che “evvabbè, ma i preti non fanno niente”.

    Scusate lo sfogo, ma anziché processare il Papa bisognerebbe processare il mondo dei media, prima di tutto.

    10 Novembre, 2011 - 14:44
  12. Luigi Accattoli

    Fabricianus ora è inserito.

    10 Novembre, 2011 - 15:32
  13. Clodine

    Condivido senz’altro l’impostazione di Luigi. Certamente si registra una profonda crisi di fede nella Chiesa- soprattutto “dentro” questa istituzione umano-divina- Benedetto decimo sesto in questo marasma che coinvolge l’intero sistema mondiale a tutti i livelli, dal clima all’economia alla politica si trova come una “cuspide” tra lo spirito di Dio e quello del mondo [perché pensare la Chiesa una struttuta aliena dal mondo sarrebbe errato in quanto, secondo la fede, essa attraversa il grande intervento storico di Dio tra gli uomini, altrimenti l’incarnazione non avrebbe senso]. Tuttavia credo stiano tornando al pettine dei nodi mai dipanati causati da una mala interpretazione dei testi conciliari. Pensare di operare degli “aggiustamenti” nel tentativo di riformulare i grandi interrogativi relativi alla fede, come ha fatto il S.Padre, credo sia stato fallimentare : il mistero è “mistero” e dunque MAI adattabile! Tanté -dice Benedetto- “Il compito del Concilio fu questo: la riformulazione moderna della fede; secondo un metodo moderno e seguendo i principi moderni, dunque secondo un metodo nuovo e dei principi nuovi. Poiché vi è sempre da una parte il metodo e dall’altra i principi. Applicare questo metodo e adottare questi principi sarebbe ancora, dopo quarant’anni, il compito della Chiesa” .

    Questo è stato, fondamentalmente, l’errore di Benedetto : la preoccupazione del soggetto della fede che supplisce alla preoccupazione per l ‘OGGETTO della fede.
    In sostanza, anziché adattare l’uomo a Dio, ha fatto l’imperdonabile errore [secondo me] di adattare Dio all’uomo portando alle estreme conseguenze le istanze della ” Gaudium et spes” in un tentativo, per altro ardito,di conciliare Chiesa e modernità.
    Ha intrapreso una via “cieca” [Kantiana] filosoficamente, snaturando il dono della fede definendola [anziché dono di Dio] semplice “esperienza religiosa” raggiungibile solo di colui che si impegna di persona o soggetivisticamente…insomma…
    Ci sono degli errori nella teologia di Ratzinger per nulla sottovalutabili…

    10 Novembre, 2011 - 16:08
  14. FABRICIANUS

    Grazie mille, Luigi.

    10 Novembre, 2011 - 16:24
  15. Francesco73

    Invece secondo me una crisi di fede esiste, e viene prima della crisi delle strutture, dei ruoli e della comunicazione.
    Lo si vede a tutti i livelli, e infine anche nel modo di autocomprendersi di chi nella Chiesa ci sta con generosità, dedizione, gratuità, impegno.
    Quelli che hanno la mia età, ad esempio, la fascia dei trenta/quarantenni, in una città come Roma fanno fatica a trovare un luogo ecclesiale di formazione ed esperienze che non siano i Movimenti.
    Vai in parrocchia e ti parlano di “servizio”: puoi dedicarti alla caritas, al centro di ascolto, alla raccolta viveri, all’animazione dell’oratorio. Ma tutto è presentato nell’ottica di una disponibilità da rendere, di un’attività da offrire, non come la condivisione di un desiderio, che in fondo è la ricerca di Dio nella forma comunitaria, anche attraverso percorsi formativi, momenti di preghiera, dialogo culturale, conoscenza del patrimonio di bellezza del cristianesimo.
    E non è un caso che un giovane professionista (penso a un avvocato, a un quadro aziendale, a un giornalista, a uno impegnato in un lavoro di concetto medio) preferisca andare – nel caso – nei Centri dell’Opus Dei, o alla Scuola di Comunità di CL: perchè loro riescono a stabilire una interlocuzione, molti operatori parrocchiali no. Ma la crisi della parrocchia, cioè del livello più prossimo, più basilare della Chiesa, è il sintomo di una stanchezza del clero, o di un equivoco: si cerca la fede e si trovano le opere, si chiede Dio e si riceve il Centro di Ascolto, si aspira alla Bellezza e si viene coinvolti nella tutela legale grauita.
    Invece se non si da Dio si da sempre troppo poco, e per dare Dio bisogna crederci, e i cattolici ci credono sempre di meno.

    10 Novembre, 2011 - 16:44
  16. Clodine

    Hai messo il dito nella piaga caro Francesco73

    10 Novembre, 2011 - 16:49
  17. Clodine

    E che opere…!!!!…sarebbe ipocrisia negare che da
    a Paolo VI a Giovanni Paolo II si sono formate delle vere e proprie sètte nella chiesa: storture, abusi, lati oscuri di famose organizzazioni ecclesiali hanno aperto uno strappo, una ferita nel tessuto ecclesiale e nell’intero corpo ecumenico. Sottovalutare questo aspetto non rende giustizia alla Verità! Ha preso vieppiù piede l’idea che la Chiesa sia una realtà autocefala” , anzi -con la prelatura dell’Opus- persino “bicefala” o peggio ancora [includendo le altre macrocellule] un mostro con quattro teste.
    La Chiesa ha un solo capo “Cristo” al quale tutto tende e al quale urge dare la propria centralità ; Cristo, del quale tutti si riempiono la bocca per autocelebrarsi!
    Ma non vedete che clima regna in queste realtà speudo cattoliche? O siete ciechi? un clima segnato da fanatismo,da un’esasperazione emotiva, non di rado ridicola, lontanissima dalla sobrietà spirituale del cattolicesimo …

    10 Novembre, 2011 - 17:08
  18. Clodine

    Mi imbattei ultimamente, fermandomi per un’Ave Maria, in una chiesa del centro. Vi era una locandina affissa sul gran portone che diceva pressappoco così ” Vorresti conoscere qualcuno che ti ama!? Che ha perso la testa per teeeee!?? Qualcuno che esiste davvero?? Lo vuoi incontrare??? Allora , vieni ad incontrarlo,” . Sotto l’accattivante scritta, il ritratto del buon pastore. Peccato che la faccia anziché essere di Gesù aveva i lineamenti di kiko, era proprio Kiko, lo notammo tutti, e fu sconvolgente! …

    10 Novembre, 2011 - 17:18
  19. Gioab

    Poiché si tratta di esprimere un parere su un argomento assai complesso intorno a BXVI e del suo pontificato restauratore, prima di lanciarsi in speculazioni stratosferiche che coinvolgono la natura dello stesso BXVI per valutarne i suoi più reconditi sentimenti, volevo proporre di volare un po’ più basso in modo che se qualcuno si dimostra abile nel risolvere un problema facile forse avrà anche titolo per valutarne uno più difficile.

    Trattasi di questo
    “Avete anche udito che fu detto agli antichi: ‘Non devi giurare senza adempiere, ma devi pagare a Geova i tuoi voti’. Ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re” ( Mt. 5.33)

    “Geova tuo Dio devi temere, e lui devi servire e nel suo nome devi giurare.” ( Deut, 6.13)

    Non capisco, mi sembra contraddittorio, che sà da fà ? forse il papa che non è in crisi mentre la chiesa si, saprebbe dare una risposta ?

    10 Novembre, 2011 - 17:23
  20. Gioab

    @ nico
    “un papa cercatore” Se non l’ha ancora trovato alla sua veneranda età, chissà se ci riuscirà mai ? Creo di no ! Ormai è tardi !

    “Ma dopo l’età di cinquant’anni si ritirerà dalla compagnia di servizio e non farà più servizio. “ ( Numeri 8.25)

    10 Novembre, 2011 - 18:18
  21. Francesco73

    Clodine, maledire i Movimenti è sbagliato, soprattutto alla luce della crisi pesante delle forme tradizionali. Occorre semmai discernere, qualsiasi persona libera e onesta è in grado di farlo autonomamente, senza farsi imboccare dagli altri.
    Perchè nella Chiesa ci si sta da persone libere, e su questo in fondo aveva ragione Lutero.

    10 Novembre, 2011 - 18:39
  22. Io credo che tanti sbaglino nella valutazione di Benedetto XVI, sottovalutando un aspetto che a mio avviso ritengo fondamentale.
    Papa Benedetto XVI è uomo di grande cultura e su questo non ci piove.
    E’ però uomo di ancor più grande spiritualità, una spiritualità oserei “monacale”. Non dimentichiamo di osservare quanto si rifà molto spesso nelle sue omelie a San Bruno e a San Bonaventura da Bagnoregio, per capire il suo genere di spiritualità e la sua filosofia.
    Le omelie di Benedetto XVI, è evidente, son intessute di ragionamenti che più che parto della mente sono parto dello Spirito.

    10 Novembre, 2011 - 19:00
  23. Il problema più grosso è che si cerca di “leggere” (e poi ognuno interpreta pro domo sua…) Benedetto in chiave “politica”.
    E’ una chiave di lettura anche quella, ma marginale; la chiave di lettura appropriata è quella della dimensione spirituale di ampio respiro.

    10 Novembre, 2011 - 19:05
  24. Clodine

    Non maledico, per definizione, nessuno, ci mancherebbe. Certo, non ti nascondo la mia preoccupazione per la confusione che hanno generato all’interno della Chiesa e su più versanti. Non è forse un allarme constatare il numero di religiosi appartenenti ad altri istituti indotti letteralmente a lasciare il proprio statuto per aderire al movimento provocando profonde crisi d’ identità e una sorta di doppia appartenenza? Ne ho vissuto il dramma personale di un salesiano, lacerato completamente. E che dire dei seminari di formazione secondo il “carisma” del movimento per cui resta aperto il problema di chi dovrà incardinarli sti’ sacrdoti che usciranno. E giù la ressa tra cardinali per chi deve prendersi la “papata bollente” e si ricorre a squallidi compromessi; diventano “proprietà del gruppo” -di kiko o altri capi carismatici- sacerdoti a servizio, ordinati o prestati da vescovi amici.
    Non mi piace la promiscuità, il sincretismo che si respira, la tendenza ad assolutizzare la propria esperienza ritenendola la sola valida..Il rifiuto di collaborare con altre istanze ecclesiali, la mancanza di uno statuto riconosciuto dal diritto canonico…..ma ne avrei altre sette di piaghe da illustrare…
    Sono buchi oscuri, strappi, divisioni allucinanti che pesano tantissimo e incidono gravemente sulla sopravvivenza stessa della Chiesa…

    10 Novembre, 2011 - 19:36
  25. Clodine

    E si caro Ubi, non ti ingannare: non è così semplice decifrare la teologia di Ratzinger. Anch’io inizialmente la pensavo come te ma approfondendo le sue encicliche, il suo pensiero, ho cambiato decisamente idea, ed ho molte perplessità in merito! E’ vero, come dici, che degli da’un ampio respiro al primato della coscienza, alla patristica -specialmente agostiniano/bonaventuriana- per passare a piè pari alla collegialità in funzione anti-monarchica nel governo della Chiesa, quindi al concetto di libertà kantianamente inteso. Ma i due pilastri fondanti sembrano essere la considerazione del rapporto cristianesimo-giudaismo e la teologia della storia in San Bonaventura, letta con un forte accento gioachimita per terminare col paradosso ” molte religioni un’unica Alleanza”….Mah! E’ astruso il pensiero di Ratzinger, molto, molto astruso…

    10 Novembre, 2011 - 19:50
  26. Vedi Clodine, io non partirei così per la tangente.
    A parte quello che ritengo un tuo errore di valutazione il ” molte religioni un’unica Alleanza”, io ci vedo poco di astruso nel pensiero e nella spiritualità di Benedetto XVI.
    Si parlava di Spirito, ecco, allora teniamo presente quelli che sono i suoi doni e i suoi frutti e oncentriamoci su quattro “frutti”: mansuetudine e pazienza, ecco usiamole nel non essere frettolosi in certe nostre supposizioni, ma preghiamo affinche il medesimo spirito istruisca anche noi in modo da poter comprendere anche noi ciò che ai nostri occhi può sembrare confuso.
    Senza dimenticare bontà è fedeltà (le doti del “servo buono”…), poichè a noi è richiesto un “religioso assenso della mente e dell’intelletto” agli insegnamenti del Pontefice.

    I miei saluti a te e a tutti.

    10 Novembre, 2011 - 20:08
  27. targum55

    “Ma tutto è presentato nell’ottica di una disponibilità da rendere, di un’attività da offrire, non come la condivisione di un desiderio, che in fondo è la ricerca di Dio nella forma comunitaria, anche attraverso percorsi formativi, momenti di preghiera, dialogo culturale, conoscenza del patrimonio di bellezza del cristianesimo”

    Verissimo, e, ancor più vero,

    “secondo me una crisi di fede esiste, e viene prima della crisi delle strutture, dei ruoli e della comunicazione”.

    La terapia dovrebbe essere conseguente

    10 Novembre, 2011 - 20:31
  28. Marilisa

    È molto interessante, caro Luigi, l’argomento proposto in quest’ ultimo post.
    Forse non sono la persona più adatta ad esprimere un’ opinione su un tema di questo genere, ma in ogni caso sono sostanzialmente d’accordo con te nel pensare che la parola “crisi” non riguarda tanto il pontificato di Benedetto XVI quanto, invece, la Chiesa in generale.
    Ed è vero, secondo me, che tale crisi si è verificata già da molto tempo prima dell’avvento di papa Ratzinger al soglio pontificio.
    Marco Politi, cioè, ha addebitato, stranamente e piuttosto superficialmente, al papa attuale una crisi (lui parla di molte crisi) che riguarda l’intera Chiesa cattolica e non da ora, come tu hai rilevato con opportune obiezioni.
    Indubbiamente le specifiche critiche che M. Politi lancia come strali sull’ Istituzione Chiesa non possono essere contestate da chi vuol vedere la realtà così com’ è; quei punti “deboli” che mette in evidenza ci sono, eccome.
    Tu, appassionato difensore del Papa, per quanto riguarda il problema della fede da vivificare, affermi: ” ha una visione evangelica della sua missione. Dirò da cattolico che la cosa non mi dispiace”.
    Eppure, caro Luigi, io credo che ciò non sia sufficiente. Non basta insistere sul concetto che “Deus caritas est” per richiamare alla fede da professarsi nell’ambito della Chiesa, chi la fede ce l’ha ma non ritiene del tutto credibile un’ Istituzione che ancora è troppo volta al passato e “lento pede” procede nel cammino della Storia. Non basta che il pontefice faccia sentire la sua voce saggia sui problemi di oggi, dissuasiva nei confronti di comportamenti contrari al Vangelo, e di aperta condanna di chi, all’interno della Chiesa, dà scandalo. Le parole non bastano.
    La “concentrazione sulla figura di Cristo e sulla teologia dell’amore, opzione per la purificazione penitenziale della Chiesa ” sono cose molto belle e importanti, ma non bastano. Il Papa è a capo della Chiesa, deve guidarla, deve–a mio parere–fare atti concreti per sostanziarla di contenuti che appaiano convincenti agli occhi di chi, poco o molto, la fede ce l’ha, e per richiamare alla Chiesa quelli che se ne sono allontanati.
    Da questo punto di vista io in qualche misura, do ragione a M.Politi quando dice : “in Vaticano si discute poco sulle scelte strategiche da fare”.
    Quelli che tu, Luigi, chiami “problemi epocali” bisogna pure che qualcuno cominci ad affrontarli, altrimenti resteranno sempre tali. Sono sotto gli occhi di tutti e sono talmente importanti che per lo meno si deve cominciare a prenderli in seria considerazione. Anche perché sono quelli che suscitano le obiezioni maggiori. Tu dici che non è detto che il Papa possa risolverli purché lo voglia. Significa forse, come credo, che ha molti condizionamenti? Che vicino a lui ci sono dei cardinali che si opporrebbero? Questo fatto è già di per sé negativo per l’immagine di una Chiesa che dovrebbe essere il più possibile unita, con una guida (il Papa) che dovrebbe essere capace di conciliare le vedute dei conservatori e quelle dei più aperti alle innovazioni.
    Fra di loro non c’è quel “religioso assenso della mente e dell’intelletto” dovuto al Papa? E che si richiede a noi “semplici” fedeli?
    Sono però consapevole di quanto possa essere arduo il compito di chi guida la Chiesa. E del resto lo dimostra il fatto che nessun cardinale, mi sembra, ambisca a ricevere un tale onere. Lo stesso Ratzinger, ricordo, inizialmente non ne fu entusiasta.
    Insomma, per non andare oltre, il Papa è su una linea di continuità con il predecessore, e a me piace molto la sua competenza teologica, ma non mi dispiacerebbe qualche passo in avanti, da parte sua e della Chiesa gerarchica in generale, sulla via di qualche cambiamento. La qual cosa–lo dico con una certa rassegnazione–oggi come oggi mi sembra pressoché impossibile.

    10 Novembre, 2011 - 21:58
  29. antonella lignani

    Molto bello l’articolo, Luigi.

    10 Novembre, 2011 - 22:11
  30. Marilisa, della serie: “cosa aspetta il Papa per metter mano al piccone”.

    Cara Marilisa, abbia pazienza, Benedetto ha una certa età e il lavoro di piccone è pesante, oltre tutto non è quello il ruolo per cui è stato scelto.
    Può mettervi mano lei, così come fanno pure tanti altri…
    io però sinceramente le sconsiglio, si affaticherebbe invano, è una “Pietra” molto dura quella della Chiesa, ci stanno faticando invano da due millenni, con pessimi risultati…
    se ne son consumati di picconi, la Pietra è molto resistente,
    così come le porte, sono “antisfondamento”…

    10 Novembre, 2011 - 22:46
  31. Marilisa

    Ubi, come al solito non ha capito un tubo.
    Della serie “chi ha il paraocchi…”

    10 Novembre, 2011 - 23:50
  32. Io ho questa esperienza.

    Finchè leggevo Accattoli solo sul Corriere della sera,
    non mi diceva un granchè, ai vecchi tempi,
    ne avevo un’idea di un solito vaticanista appiattito.

    Notavo discrepanze tra il linguaggio correctly che usava sul Corriere,
    divesamente da analisi coraggiose che leggevo altrove.

    Quando ho cominciato ad approfondire,
    ad ascoltarlo in modo più personale,
    a conoscerlo,
    moltissimo è cambiato della mi comprensione su di lui.

    Da diverso tempo mi accade la stessa cosa con Politi.
    Spesso i suoi articoli mi davano fastidio o mi urtavano.
    Ma avendolo cominciato a conoscere personalmente,
    ho cominciato a capirlo.

    Dunque ripeto il mio grazie
    a Accattoli
    e a Politi

    11 Novembre, 2011 - 6:41
  33. Per rispondere a tutti su cosa sia la Chiesa, perchè esistono diverse sensibilità in esse (come i movimenti) e le diverse opinioni che si hanno sul Papa, ci viene in aiuto San Paolo nella lettera ai Corinzi (scusate la prolissità del brano ma ne vale la pena):

    “Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
    E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
    Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
    Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? “

    11 Novembre, 2011 - 9:11
  34. Marilisa scrive: “Ubi, come al solito non ha capito un tubo. Della serie “chi ha il paraocchi…”

    Il cavallo e l’asino, due nobili animali, il secondo ancor più nobile del primo…

    11 Novembre, 2011 - 9:50
  35. elsa.F

    @Marilisa scrive
    Marilisa scrive: “Ubi, come al solito non ha capito un tubo. Della serie “chi ha il paraocchi…”

    Per non leggere certe parole ci vorrebbe sì il paraocchi.

    11 Novembre, 2011 - 18:42
  36. Marilisa

    Elsa.F, chi dà uno schiaffo deve aspettarsene uno di rimando, non l’ ha ancora capito? Il suo Ubi non ha bisogno di avvocati difensori.
    Lei cerchi di essere meno faziosa, per piacere. La sua acredine nei miei confronti fa pena e–mi creda–non mi tocca più di tanto.
    Mi fermo qui per amore di carità.

    11 Novembre, 2011 - 19:59
  37. Marco

    E’ sufficiente guardare com’è stata gestita la beatificazione di GP II e leggersi “Luce nel Mondo” o gli interventi più importanti di B XVI per comprendere che una delle ragioni della crisi della Chiesa sta proprio nel Pontificato, almeno per come è stato interpretato da P VI, GP II e B XVI.
    In particolare la marginalità dei Vescovi, l’irrilevanza dei laici, l’assenza della donna dai ruoli decisionali e i tentativi patetici di riferirsi a concetti Scolastici e iusnaturalisti dopo Galileo, Kant, Nietsche e Darwin sono, a mio modestissimo parere, le ragioni principali dell’incomunicabilità del Vangelo all’uomo d’oggi.
    Di minor importanza ma pur sempre ragione di scandalo per i fedeli vi è poi la tendenza a stringere alleanze politiche con cinismo e disinvoltura, che si rivelano alla fine improduttive e soprattutto laceranti la comunità stessa dei fedeli (vedere Berlusconi, dittatori sud-americani, spagnoli, portoghesi…).

    Politi ed Accattoli sono due facce della stessa medaglia.

    11 Novembre, 2011 - 20:17
  38. elsa.F

    @Marilisa
    Non si allarghi troppo, cara.
    Non nutro alcuna acredine nei suoi confronti.
    E non sono l’avvocato difensore di nessuno.
    Ma un pizzicotto a quelli che hanno il vizio di scrivere insulti lo riservo volentieri.

    12 Novembre, 2011 - 7:03
  39. Marilisa

    Non mi allargo affatto, esimia Elsa.F, e io non insulto a meno di essere insultata. Se poi si prendono per insulti i giudizi, anche drastici, espressi nei confronti di chi le aggrada e che peraltro sono stati provocati da una visione preconcetta al punto che di più non si potrebbe, e che con leggerezza fa prendere l’aglio per cipolla (cosa che Ubi ha fatto spesso), questi non sono affari miei.
    Le consiglierei di leggere le opinioni dell’uno e dell’altro prima di parlare di “insulti”.
    Non ho nessun “vizio” di insultare, e questa, sì, la ritengo un’ offesa da parte sua.
    Moderi le parole e provi, se le riesce, a non intromettersi.
    Consiglierei, inoltre, di accettare, anche senza approvare, le opinioni–su qualsiasi argomento–diverse dalle proprie. Questa si chiama, semplicemente, buona educazione.

    12 Novembre, 2011 - 11:44
  40. Clodine

    Marilisa ha ragione…ma da vendere!…

    12 Novembre, 2011 - 12:07
  41. giosal

    Caro Spunto, la tua considerazione mi ha fatto riflettere.
    Hai portato, apprezzatamente, un riferimento a SPaolo per meglio aiutare a comprendere la Chiesa di oggi.
    Paolo portò l’apologo dell’unico corpo e delle molteplici membra per sedare le discordie nella Chiesa di Corinto del suo tempo, una Chiesa allora litigiosa in una città che all’epoca era davvero un porto di mare e, per certi versi, dissoluta in modo assai simile alla nostra società attuale.
    Tra l’altro, come sappiamo, un apologo analogo era stato portato mezzo millennio prima dal console Menenio Agrippa al popolo romano per ricomporre i disordini e gli scontri esplosi tra patrizi e plebei, tra chi già allora aveva tanto e chi poco.

    Sotto certi aspetti, l’”apologo” è stato ripetuto più volte in questi ultimi tempi anche dal ns Presidente della Repubblica per invitare noi tutti a sentirci più “italiani”, appartenenti a un unico paese: fatica improba, ancorché apprezzabile perché necessaria, in un paese che negli ultimi trent’anni ha speso ben più di quanto ha incassato e ora, al momento del “redde rationem”, dà colpe a speculatori e mercati (sì, ci sono anche loro, ma sono venuti A CONSEGUENZA del debito), e rimane pur sempre lacerato da mire e da bisogni diversi: con un partito dell’essere e un partito dell’avere; con chi usufruisce di una pensione minima e chi vuole mantenere enormi rendite possibilmente esentasse; con chi cerca disperatamente un lavoro per guadagnarsi qualche centinaio di euro al mese e chi intende mantenersi un posto assicurato e privilegiato, come anche i ns politici che per primi, a dare l’esempio, dovrebbero dire con dignità: rinunciamo a questo, quello, quello, quello… ecc).

    Io, addirittura, vedo il tuo appello rivolto al mondo: con gli sconquassi finanziari a livello globale e l’assottigliamento generale delle risorse naturali, non siamo costretti a trovarci d’accordo su quale sia un modo più consono di vita? E ciò, non comporta da parte ns una volontà di superamento delle barriere di qualsiasi tipo? In fin fine, il nostro Creatore non ci ha posti tutti su un’unica, piccola palla perduta nello sconfinato universo?

    Un caro saluto

    12 Novembre, 2011 - 12:12
  42. Clodine

    Quoto giosal

    12 Novembre, 2011 - 12:42
  43. Marilisa

    Aspettarsi il buon esempio dai politici? Un’ illusione.
    In questo momento di enorme gravità non hanno fatto nessun taglio alle loro prebende né alle laute pensioni dopo soli cinque anni di mandato. Però si è già deciso di aumentare, per i non politici naturalmente, l’età pensionabile fino ai 67 anni e ai 70 dopo qualche anno ancora. Riforme strutturali, le chiamano, in linea con gli altri Paesi europei. Come dire che si andrà in pensione e con tutta probabilità non si avrà il tempo per godersi un po’ di tempo libero, dato che a quell’età, ammesso che si sia ancora in vita, ci saranno verosimilmente acciacchi varî che impediranno le legittime attività di svago dopo tanti sacrifici. Insomma, una vita intera per il lavoro.
    Intanto, in regime di severa austerità, un paio di giorni fa i signori politici hanno immesso nel ddl di stabilità un nuovo emendamento (ad opera del leghista M.Garavaglia) che riguarda la legge mancia, ovvero 150 milioni in tre anni, tutti a favore dei parlamentari.
    Cosa dire? Semplicemente che è uno schifo.
    La casta resta privilegiata, lacrime e sangue solo per i cittadini comuni.
    Per chi volesse saperne di più sulla legge mancia ( che io ignoravo completamente):

    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=169564&sez=HOME_INITALIA;

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/11/altro-che-tagli-150-milioni-alla-legge-mancia/169865/

    12 Novembre, 2011 - 14:34
  44. giosal

    Marilisa, e invece è l’ora che si muovano. E in maniera seria, se non vogliono subire il trattamento fatto a Craxi vent’anni fa all’uscita del Raphael…se vogliono davvero aiutare il paese a risalire..

    Anche per quella nuova politica cui si riferiva Bagnasco, anche per i politici cattolici, oltre che un dovere, sarebbe perfino un’occasione far vedere che servono a qualcosa. Che il loro ruolo non è stato fissato soltanto per andare a sbavare da Vespa, ma che ha un significato ben umano e positivo per tutti…
    Anche quelli (pochi? Tanti?) che seguono questo piccolo blog potrebbero con piccolo sforzo, ma grande significato, farsi sentire…
    È troppo pretendere che escano dal loro travestimento da mummie e far sapere a tutti che loro ci sono? È troppo chiedere loro che si comportino – e ce lo dimostrino – da persone amanti del bene comune in un momento come questo? Rispettosi, almeno loro, del mandato che coprono da parte della popolazione?

    Chiedo scusa per questo piccolo sfogo

    12 Novembre, 2011 - 17:34
  45. Clodine

    Dopo anni di non governo, sembra -sembra- che il Berlusca si sia dimesso ! Sarà vero? Saremo davvero usciti dall’incubo?…Non ci credo!

    12 Novembre, 2011 - 17:39
  46. Clodine

    Temo, e non irrealisticamente, che riuscirà fuori presto o tardi da qualche pertugio e con il sedere al posto della faccia dirà :” vedete? Io non ho messo le mani nelle tasche degli italiani. Chi è venuto dopo di me… “lacrime e sangue”.
    Dal Berlusca .. c’è da aspettarsi di tutto..di tutto!!

    12 Novembre, 2011 - 17:43
  47. non è giusto però……

    Doveva rimanere il berlusca
    era lui che doveva assumersi tutta la responsabilità fino alle estreme conseguenze,
    invece
    come già l’altra volta
    ne esce facendo lo gnorri,
    e altri dovranno fare la manovra lacrime e sangue,
    compreso
    quella faccia di ratto
    di Amato
    che ci aveva rubato in nome dello Stato
    i risparmi che avevamo da parte sui libretti
    il primo che ha toccato le pensioni
    mentre lui si becca una pensione mensile di 30.000€ mensili anche se lordi….

    non è giusto però….

    12 Novembre, 2011 - 19:00
  48. Marilisa

    Giosal, vedremo quel che succederà con il nuovo governo Monti. Io ho fiducia che qualcosa cambi in meglio. Certo, i sacrifici dobbiamo aspettarceli data la situazione d’emergenza in cui ci troviamo e dato che gli altri Paesi europei hanno gli occhi puntati su di noi, ma comunque il fatto che esca di scena B. è una premessa importante per farci riacquistare qualche credibilità, e non è poco.
    B. lascia anche perché se dovesse esserci il crollo dell’euro, anche le sue aziende sarebbero in perdita.
    Questo lo ha recepito subito, naturalmente.
    Tu, Giosal, hai ricordato la vicenda di Craxi.
    A Silvio, che ne aveva assunto l’eredità, è successo qualcosa di simile e anche peggio, in fondo. Non gli hanno lanciato le monetine, ma ha perso il consenso di quasi tutti ( escludendo Ferrara e compagni) e per di più anche dei giornali stranieri, che vedevano nella sua presenza un ostacolo insormontabile alla risoluzione di una crisi finanziaria senza precedenti, che stavolta investe tutta l’eurozona.
    Avrai letto che qualche giorno fa il titolo di un giornale straniero recitava più o meno così : in nome di Dio, vattene. Inaudito!
    L’inizio della fine di B. si è visto quando i cattolici hanno incominciato ad allontanarsi da lui.
    Oggi il terzo polo rivendica la prima mossa in tal senso, ma questo è falso, perché la prima voce di dissenso è stata quella di Pisanu, quando inviò una lettera, firmata anche da Veltroni, al Corsera lanciando l’idea di un Governo di “decantazione”, ovvero di transizione, fino alla scadenza della legislatura. Gli altri–Casini e compagni–un po’ più tardi si espressero anche loro a favore di un governo di tal genere.
    Straordinaria, a mio parere, la mossa di Napolitano.
    Se non avessimo avuto un Presidente come lui, saremmo finiti a catafascio.
    Oggi la patata bollente è nelle mani di Monti. Penso che farà del suo meglio per salvare il salvabile, ma certo i giochi non sono fatti. La strada è in salita, come si dice. Anche questa legge di stabilità verrà ripresa in mano, a quel che ho sentito; e mi auguro che ci siano degli aggiustamenti significativi. Altrimenti…sarà quel che sarà.
    Speriamo bene.

    12 Novembre, 2011 - 19:34
  49. Marilisa

    Cara Clodine, non ti sembra vero che sia finita “l’era B.”? Eppure sembra che sia proprio così.
    Sai cosa ti dico? Tutti meglio di lui. Sembra che si stiano organizzando dei caroselli per festeggiare la sua uscita.
    Quel che non mi piace molto è che si parla di un incarico per Gianni Letta (forse una condizione posta da B.), e siccome questo signore era l’ombra del premier ( hai visto ieri il programma di Crozza?), la cosa mi rende diffidente perché, ovviamente, B. verrebbe messo al corrente, prima di ogni altro, di ogni minima decisione da parte del Governo. Temere trame oscure da parte sua? Non saprei, francamente.
    Per ora non posso che dire: vada con Dio anche lui.

    12 Novembre, 2011 - 19:35
  50. La saggezza degli anziani:
    un signore molto avanti negli anni, alla richiesta di un parere sul governo tecnico:
    “Ho paura che questa volta ci toccherà prendere le bastonate che non hanno avuto il coraggio di darci né i governi di sinistra né di destra…”

    12 Novembre, 2011 - 20:49
  51. Marilisa

    Matteo, quel tuo “non è giusto però…” mi ricorda tanto il delizioso Calimero, piccolo e nero, di Carosello.
    Coraggio, Matteo…
    Per quanto riguarda Amato hai perfettamente ragione. Anch’ io ce l’ho con lui; non mi è per niente simpatico il dottor Sottile, pronto a spremere i cittadini risparmiando se stesso.
    Anche in quella occasione si trattava di un periodo molto difficile. E del resto, sono a conoscenza di un periodo molto difficile di molti anni addietro, quando chi aveva risparmi in banca li vide ridotti a un mucchietto di carta senza valore.
    Ma ogni volta c’è una specificità propria del momento in cui la crisi si verifica.
    Economia e politica sono strettamente legati.
    La politica, purtroppo, non è limpida perché molti la “usano” per i propri interessi. L’ etica spesso viene messa in secondo piano anche da molti cattolici; prevale l’interesse per il partito in cui si milita.
    Tuttavia, alla politica dobbiamo affidarci se vogliamo un Governo; da qui non si scappa. Sta a noi, individualmente, cercare di cambiare qualcosa interessandoci, almeno un pochino, di politica e mandando in Parlamento persone degne di essere elette per rappresentarci. Senza aspettarci miracoli.
    E, come bene ha detto Giosal, facendoci sentire. Ognuno deve fare la propria parte. Anche il Catechismo dice: i cittadini, per quanto è possibile, devono prendere parte attiva alla vita pubblica.
    Quanto a B., caro Matteo, era necessario che lasciasse libero il campo, altrimenti gli altri Paesi europei e i mercati ci avrebbero sanzionato. Nel frattempo ci hanno “commissariato”. Ormai facciamo parte dell’Europa a tutti gli effetti, e siamo interdipendenti.
    Sinceramente non riesco a capirti quando dici “era lui che doveva assumersi tutta la responsabilità fino alle estreme conseguenze”. Davvero non vedi che siamo già alle “estreme conseguenze”? Cos’ altro aspettarsi? Non capisco proprio.
    Auguriamoci che la svolta eclatante, in questo momento storico, abbia finalmente degli effetti positivi per il nostro paese.

    12 Novembre, 2011 - 21:01
  52. Ma ogni volta c’è una specificità propria del momento in cui la crisi si verifica.
    ____________________________–

    Marilisa,
    anche se me lo auguro vorrei che tu potessi ricordare gli ultimi 30 anni almeno…
    quante manovre ?

    Chi si ricorda l’italia a piedi a domeniche alterne ?

    tutte le manovre economiche

    che hanno sempre significato rialzo del costo della vita,

    dall’atra la lotta dei lavoratori per avere almeno
    la dignità della vita nel lavoro.

    Io ricordo tutto,
    purtroppo un 25-30enne non può avere memoria lunga….

    Negli anni 70 persino i militari sono scesi in piazza
    per gli stipendi che non permettevano di vivere dignitosamente,
    ora invece fanno parte di una casta privilegiata, con le varie missioni che possono permettersi continuamente per pagarsi il mutuo…

    La gente normale ?

    Sei colpevole se non sei una persona di successo,
    una persona arricchita,
    vuol dire che sei incapace,
    almeno si deve rimanere in adorazione degli aricchiti.

    Oggi un 40enne ha uno stipendio medio di 1000€
    tolto il mutuo o affitto ?
    cosa rimane?

    Bollete, condominio, trasporti,
    si può uscire con gli amici,
    attenti a mangiare solo una pizza
    nelle pizzerie più economiche
    dove non si spenda più di 11€ a testa,

    ma come si fa se si vive in un contesto di vita di relazioni?
    amici, parrocchia,
    un ritiro di due giorni comunque costa 45€
    e io mi sono prestato più volte a collaborare per le persone che non ce la possono fare…

    Si può andare a convivere con la compagna o compagno?
    o si deve rimanere a casa dei genitori?

    Insomma il problema non è berlusconi…….

    ma il belusconismo ci ha messo il peso maggiore in questi ultimi 17 anni……….

    13 Novembre, 2011 - 13:40
  53. Marilisa

    Matteo,
    certamente anche nel passato ci sono stati momenti di difficoltà economiche, ma ciò è–oserei dire– fisiologico.
    Ricordo bene le domeniche a piedi. Erano gli anni in cui il costo della benzina era aumentato perché, a causa della guerra fra Israele e i paesi arabi, ci trovammo di punto in bianco a dover affrontare l’emergenza dell’ embargo petrolifero da parte degli Arabi, per ritorsione contro i Pesi occidentali che parteggiavano per Israele. È, appunto, una delle specificità di cui parlavo prima.
    Ma oggi la situazione è drammatica.
    Molti quarantenni ( una vita!) non hanno lavoro o sono precari, e non possono sposarsi (o convivere). Molti, più grandi, perdono il posto di lavoro e piombano nella disperazione.
    Molti giovani vanno in altri Paesi a cercare lavoro: preziose risorse umane che lasciano l’Italia.
    E comunque oggi, come hai detto, 1000 € di stipendio o salario, per chi è fortunato, sono insufficienti.
    Ricordati che B., con la sua mania di promesse come se avesse la bacchetta magica, aveva garantito la creazione di almeno un milione di posti di lavoro. Ha mantenuto la promessa? Manco per niente. La disoccupazione, anzi, è in aumento. Eppure spudoratamente, anche alla fine, andava sbandierando la ricchezza degli italiani ( sai, la questione dei ristoranti pieni, dei telefonini etc…).O non è così?
    Forse nel suo fantasioso immaginario assimilava a sé e alle sue ricchezze le modeste rendite di tutti noi. O forse era staccato dai problemi reali del Paese, cosa di per sé gravissima.
    E poi perché, vedendo il debito pubblico crescere di anno in anno, i signori del Governo in tanti anni non hanno fatto niente per cercare di diminuirlo, fino a portarci alle “estreme conseguenze” di oggi?
    Caspita, se il problema è stato B.!
    Ma il problema sono anche gli italiani che non hanno piena coscienza dei fatti e si fanno quattro stupide risate alle battute insulse di un personaggio narcisista che tutto potrebbe fare tranne che la guida di un popolo; e gli danno il voto.
    Potrei dire ancora molte cose, ma mi fermo qui.
    A parte tutto il resto, bastano le sue inopportune goliardate, anche nella ufficialità, a far capire che un uomo così, che ci ha sommerso di ridicolo e ha gettato discredito, con i suoi comportamenti astrusi, sul nostro Paese, non può rappresentarci degnamente.
    Non ho avversione verso di lui (ieri mi ha fatto anche un po’ pena), ma, come ho detto in un post precedente, qualsiasi altro è meglio di lui.

    13 Novembre, 2011 - 17:19
  54. Grazie Marilisa,
    siamo nella stessa memoria.

    13 Novembre, 2011 - 20:19
  55. sz

    Gentile Accattoli
    Il suo notevole articolo mi incuriosisce molto in particolare sul punto che segue
    «A più riprese il collega polemizza con il “rifiuto” di Papa Ratzinger di “aprire la discussione sull’ordinazione degli sposati” (vedi per esempio a pagina 289) e non tiene conto del fatto che la Costituzione apostolica sugli Ordinariati per i provenienti dall’anglicanesimo prevede l’ordinazione degli uomini sposati: nello stile della prudenza che si addice a un Papa questo è un passo verso la possibilità di una tale ordinazione anche nella Chiesa latina della quale gli Ordinariati post-anglicani faranno parte.»
    Davvero le pare così? A me sembrava solo il modo di recuperare alla gloriosa tradizione i sacerdoti anglicani che si opponevano ai modernismi eretici del primate di Canterbury , insomma porte aperte a chiunque si oppone alle res novae (es. ordinazione femmile, aperture ai gay). C’è un’apertura alla possibilità di ordinare uomini sposati? Lei la vede e se sì, in cosa? Sarebbe veramente una novità.. da far rabbrividire. Cosa ne sa in più?
    Saluti
    Stefano

    15 Novembre, 2011 - 14:51
  56. Luigi Accattoli

    Caro sz ho molto scritto sulla questione. Veda nelle pagine ARTICOLI DI LIBERAL e ARTICOLI DEL CORRIERE DELLA SERA elencate sotto la mia foto gli articoli che trattano degli anglicani. Dopo averli letti – soprattutto quello intitolato QUATTRO PASSI DI BENEDETTO VERSO GLI EX ANGLICANI – bussi ancora se non è soddisfatto.

    15 Novembre, 2011 - 16:20
  57. sz

    Gentile Accattoli
    Grazie molte, non ne sapevo nulla.
    Mi sembra che sul punto la sua aspettativa sia comunque contraddetta da praticamente ogni altro intervento del papa, così come di tutta la Curia, in particolare di mons. Piacenza (ancora di recente con l’intervista a Tosatti), che per il ruolo che ricopre mi pare idoneo ad essere considerato fedele esegeta del pensiero papale. Temo che non se ne farà assolutamente nulla. Né mi pare convincente sostenere che
    «Il giovane Ratzinger nel saggio “Fede e futuro” (Queriniana, Brescia 1971, p. 115) aveva previsto per l’intera Chiesa Cattolica che un giorno si sarebbe arrivati – per necessità e restando vigente la norma del celibato – all’ordinazione di “cristiani maturi” (viri probati) già sposati. Forse è per questa via degli ordinariati venuti dall’anglicanesimo che la Chiesa di Roma scioglierà domani il nodo del celibato anche per il resto delle sue comunità.»
    Come noto l’attuale pensiero di Ratzinger è nettamente in contraddizione con quanto Egli sosteneva trenta e più anni fa su praticamente ogni aspetto. Non vedo come questo possa essere un’eccezione, caso mai mi pare una conferma.
    Non appena possibile leggerò anche gli altri articoli, La ringrazio comunque di avermi fatto cogliere questo passaggio, in effetti interessante, della questione anglicana. Tenterei una lettura un po’ più grossolana: forse pur di riaccogliere l’ala tradizionalista del clero anglicano si è accettata una deroga, a patto che resti strettamente circoscritta.
    Sarei felice di sbagliarmi, ovviamente, su questo come su ogni altro aspetto del pontificato di B16.
    Cordialità
    Stefano

    16 Novembre, 2011 - 9:53
  58. Luigi Accattoli

    Il tempo ci dirà. Magari solo con il successore di Papa Ratzinger si chiarirà la portata di quella deroga. La Chiesa cattolica procede così – pr piccoli passi – nelle sue innovazioni. Ma intanto la innovazione normativa c’è stata. E su un punto importante ha avuto puntuale conferma: “In data 15 gennaio 2011, la Congregazione per la Dottrina della Fede, a norma della Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, ha eretto l’Ordinariato personale di Our Lady of Walsingham nel territorio della Conferenza episcopale dell’Inghilterra e Galles. Nel contempo, il Santo Padre ha nominato primo Ordinario il Rev. Keith Newton”: così un comunicato vaticano del 15 gennaio. Un altro comunicato con la stessa data informava sull’ordinazione a sacerdoti cattolici – nella Cattedrale di Westminster a Londra – di “tre ex-vescovi anglicani”, tra i quali appunto Keith Newton, che è sposato e ha tre figli. Dunque per la prima volta nella Chiesa latina uno sposato assume un ruolo a ogni effetto equiparato a quello dei vescovi.

    16 Novembre, 2011 - 11:47

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