Roberto Rosa: “Con la preghiera ho vinto la paura della morte”

Roberto Rosa, prete di Trieste, si ammala di Covid 19 ai primi di gennaio e per due mesi sperimenta la mancanza di fiato e vede passare davanti alla sua camera “le bare di ferro delle persone che morivano” nel suo reparto: “Io le benedivo dal mio letto, con il solo gesto della mano perché non avevo nemmeno voce”. La solitudine «l’ho sofferta ma l’ho vinta: la fede mi ha sostenuto. Ho sentito la presenza del Signore, la sua vicinanza. Ho pregato tanto”. Parla così al quotidiano “Il Piccolo” del giorno di Pasqua. Nei commenti alcuni passaggi dell’intervista.

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Non senti più la paura. Cosa significa sentire la presenza di Dio accanto? Come lo può spiegare? Non senti più la paura. Anche di fronte alla possibilità di morire, perché questo l’ho davvero pensato, non avevo più nessuna paura. So che il Signore è con me. Sempre e comunque, in qualsiasi situazione non sono mai solo. La forza ti proviene dalla preghiera e anche dalle persone che ti vogliono bene. Infatti quando ho potuto accendere il cellulare ho trovato tanti messaggi. Persone che pregavano per me: i miei confratelli preti, il vescovo, i parrocchiani, gli amici… tutti che mi scrivevano. Ho sentito una comunità vicina. Mi hanno emozionato i disegni e le letterine che mi mandavano in ospedale i bambini della mia parrocchia, Sant’Antonio. Le infermiere mi appendevano i loro disegni vicino al letto. Qualcuno mi mandava anche da mangiare, mi lasciavano fuori frutta, dolci… Devo inoltre ringraziare i medici, gli infermieri e tutti gli operatori di Cattinara e del Maggiore per la loro umanità e professionalità. La loro presenza dà speranza. Dobbiamo essere grati ai sanitari, fanno turni estenuanti. Dedicano loro stessi agli ammalati. Poi mi è rimasto impresso un pensiero che mi ha confidato un infermiere. Mi ha detto: “Padre, dopo questa esperienza lei sarà capace di consolare di più le persone”.

    5 Aprile, 2021 - 8:54
  2. Luigi Accattoli

    Invito a osservare le norme. Cosa si sente di dire a chi continua a negare i pericoli che può causare il virus? C’è chi continua a dire che è solo un’influenza e nega tutto ciò che accade negli ospedali… «Prendere il virus può non essere una “semplice” influenza. Io sono stato tanto male, ho temuto di morire. Chi dice queste cose dovrebbe vedere quanta sofferenza c’è negli ospedali. Chi rischia la vita, chi muore. Invito la gente a osservare le norme: distanziamenti, mascherine. In questo momento è indispensabile fare un sacrificio personale per il bene di tutti. Bisogna usare la testa e ascoltare le prescrizioni delle autorità. Siamo tutti responsabili del nostro prossimo, soprattutto di chi è più debole».

    5 Aprile, 2021 - 8:54
  3. Luigi Accattoli

    Roberto Rosa, 64 anni, è parroco a Sant’Antonio Taumaturgo, è vicario episcopale per il Coordinamento pastorale e delegato vescovile per i Seminaristi diocesani. Nel 2015 è stato uno dei due parroci che hanno preso parte al Sinodo dei vescovi sulla Famiglia, invitati da Papa Francesco. Ricoverato il 4 gennaio – prima a Cattinara e poi al Maggiore di Trieste – è dal 27 febbraio in riabilitazione a Casa Ieralla, dove sta cercando di riprendersi. In Settimana Santa è tornato a celebrare nella cappella della casa.

    5 Aprile, 2021 - 8:55
  4. Luigi Accattoli

    Un saluto di don Roberto dal ricovero. Avevo appena pubblicato questa storia quando mi è arrivato da Trieste – da don Manfredi Poillucci, che ieri mi aveva segnalato l’intervista di cui sopra – il saluto che don Roberto ha inviato dal ricovero alla comunità parrocchiale e che è stato letto nelle messe di ieri, giorno di Pasqua. Eccolo, leggermente abbreviato:

    Cari fratelli e sorelle, il mio desiderio era di poter celebrare la Pasqua con voi. Annunciare il Cristo Risorto, centro della nostra fede, sorgente della nostra speranza […]. Ho vissuto dei momenti difficili, ho potuto condividere e capire che la sofferenza e la malattia ti fanno maturare, condividere e capire di più la sofferenza dell’altro, che non è un altro ma è tuo fratello.
    Auguro a tutti voi che la Pasqua porti a ognuno, in questi tempi difficili, la speranza che nasce da Cristo che vittorioso ha vinto la morte. Portate a tutti l’annuncio che Cristo è risorto, è veramente risorto, portate questo annuncio soprattutto a coloro che soffrono, ai vostri cari. Ai vostri bambini, ai vostri giovani, ai vostri anziani.
    A presto. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Fraternamente, don Roberto.

    5 Aprile, 2021 - 9:25
  5. maria cristina venturi

    C’è chi continua a dire che è solo un’influenza e nega tutto ciò che accade negli ospedali…
    Non e’cosi’ semplice. Nessuno nega cio’che accade negli ospedali. Quello che viene da alcuni messo in dubbio e’che
    la patologia da virus del Covid 19 sia cosi’grave per la popolazione generale ( per tutti anche i giovani) da oscurare ed far dimenticare ogni altra patologia: si muore anche di cancro, di infarto, di ictus, di altre infezioni. Quante sono le morti giornaliere per queste patologie del tutto dimenticate? Luigi Accattolisi e’ mai mosso per raccogluerr le storie di chi muore di altre patologie?
    Esiste dunque una patologia di serie A, una patologia eccellente, il Covid 19, di cui tutti noi dobbiamo condolerci,preoccuparci, e tutte le altre morti sono trascurabili? A chi giova simile narrativa? Quanti soldi hanno fatto col terrorizzate la popolazione? Quali liberta’ha hanno tolto approfittando della situazione? Quali cavie, i popoli debbono sottostare ad una dittatura sanitaria?
    Non e’cosi’ semplice, caro Luigi , ridicolizzare i negazionisti. Alcuni negazionisti sono ridicoli, altri che esprimono dubbi sono logici e anche razionali.

    5 Aprile, 2021 - 13:45
  6. picchio

    “Alcuni negazionisti sono ridicoli, altri che esprimono dubbi sono logici e anche razionali.”
    mai incontrato un negazionista che sia logico e razionale
    cristina Vicquery

    5 Aprile, 2021 - 15:02
  7. Amigoni p. Luigi

    Rif. ore 13.45 – Unicuique suum
    Accattoli (che, come si sa, non si è mai occupato in vita sua di malati e di morti, avendo sempre e solo scritto di altre cose amene) sè è impantanato adesso sui morti e malati di covid. Si indìca subito un pubblico e libero concorso, anche senza il patrocinio della ADS (Autorità Dittatoriale Sanitaria), perché si racconti di altre patologie e altre morti, in ansiosa posizione (le patologie) di diventare di serie A.

    5 Aprile, 2021 - 20:56

Lascia un commento