Sei uomini in barca nel Mare Grande di Taranto

Alle 5,30 ho visto l’alba sul Mare Grande di Taranto dal balconcino della mia camera all’Hotel Il Delfino e ho guardato per mezz’ora sei uomini in barca che tiravano le reti e gridavano in mezzo al grido del mare. Quando hanno finito le onde si sono fermate come non avessero più interesse a tormentarli. Altro dono da un albergo avevo avuto ieri pomeriggio: la vista dei due mari e di tutta la città vecchia dalla terrazza dell’Hotel Akropolis. Mi era guida Giovanni Guarino straordinario conoscitore della storia e dei ragazzi di Taranto: passando per i vicoli e le piazzette salutava per nome quindicenni e ventenni dicendo “anche questo è un mio allievo” Allievi del suo teatro sperimentale e della sua scuola di vita. Sono spesso vite sottratte alla piccola mafia. Giovanni ti voglio bene.

12 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] “Mass media e verità” era il tema esagerato per cui mi aveva chiamato l’arcivescovo Benigno Papa – per la serie quaresimale NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA – e che ho trattato senza battere ciglio nella concattedrale piena fino all’orlo. Ho anche detto:”Non leggete i giornali che non hanno notizie internazionali in prima pagina perché la loro testimonianza è falsa”.

    18 Marzo, 2011 - 9:52
  2. giosal

    Bravo Luigi! Forse dire “falsa” è eccessivo: meglio dire, ad esempio, “distorta”.
    Perché problemi come quello, attuale, del Giappone sono-saranno anche nostri, problemi come quelli della Libia (anni fa vi avevo molti amici: ho cercato di capire se esistono ancora, a Tobruk e a Bengasi, non riuscendoci) e gli altri della Tunisia e dell’Egitto, sono-saranno anche nostri. E questi sono soltanto gli argomenti di maggior risonanza.
    Indotto d’abitudine ad alzare lo sguardo oltre i nostri livelli usuali, per un mese mi sono assentato dal pianerottolo, proprio perché sentivo di più quei problemi. Un saluto a tutti gli amici del Pianerottolo.

    18 Marzo, 2011 - 10:40
  3. Leopoldo

    Luigi, così ora abbiamo un altro amico in comune. Queste sono le parole che scrissi dopo uno spettacolo su Taranto, Delizie tarantine, in cui suonavo la chitarra nella compagnia teatrale di Giovanni. Sandra, per capirci, è sua moglie.

    “Niente, non c’era niente. Anzi no, c’era il mare… Prima della terra, prima della vita, prima degli uomini con le loro miserie e le loro grandezze: c’era il mare. E dal mare è nata Taranto e i tarantini e il loro respiro di sale. Ascolto e suono la mia chitarra all’unisono con lo sciabordio della risacca e mi lascio prendere dal verbo che racconta di Antigene e della benedizione biblica che il dio del fiume gli diede, trasfondendogli la capacità di pescare, insegnandogli che gli uomini non sono altro dalla natura e che possono navigare, sotto il riverbero del sole o alla luce delle lampare, senza mancare di rispetto alla vita, in una relazione di pari dignità con le loro guizzanti prede.
    L’Oriente, la Grecia, il ritmo della danza antica ai piedi della cattedrale e nei vicoli senza sole, dove la salsedine incrosta allo stesso modo i muri delle case e la pelle dei marinai e dei loro figli dagli occhi scuri e corrucciati, uguali agli occhi di chi vive dall’altra parte e il cui sguardo qualcuno vorrebbe farci credere estraneo, gli occhi di chi si ritrova comunità intorno ai medesimi riti, in processione dietro a un Santo navigante nel tramonto.
    Suono la mia chitarra per le donne che raccontano, perché nessuno come le donne, creature d’acqua che generano, può dire come nacque la vita. Esse hanno sempre saputo ciò che altri non hanno mai neppure visto. Il pane, l’amore, il ritrovarsi, la morte, l’attesa paziente e preoccupata: la vita è questo. E questo è il mare, con la sua città che amo.
    Grazie Sandra, Rosalba, Mariangela, Fabiana, Teresa.
    Grazie Clara.”

    18 Marzo, 2011 - 12:49
  4. fiorenza

    Giosal, hai ragione: “alzare lo sguardo oltre i nostri livelli usuali” è molto importante. E di sicuro è “distorta” (anche se dire “falsa” a me non pare eccessivo) la testimonianza dei media che non mettono in primo piano le “notizie internazionali”. Ma sono convinta che vera è anche quella – o soprattutto quella- dei media con in primo piano la “scuola di vita” che si dà “per i vicoli e le piazzette” del mondo consueto, limitato, in cui ci muoviamo ogni giorno. Un esempio è “Cerco fatti di Vangelo” 1, 2, 3…
    Anche il mondo “usuale”, quotidiano, è “Mare Grande”. Ed ha una dimensione “internazionale”.

    http://www.youtube.com/watch?v=hMyJyhDlRMQ

    18 Marzo, 2011 - 12:56
  5. fiorenza

    “Niente, non c’era niente. Anzi no, c’era il mare”: che bello, Leopoldo!

    18 Marzo, 2011 - 12:59
  6. Luigi Accattoli

    Treatro CREST: Centro ricerche espressive e sperimentazione teatrale:
    http://www.teatrocrest.it/

    18 Marzo, 2011 - 14:34
  7. Luigi Accattoli

    E’ stato bello girare con Giovanni per Taranto Vecchia – rievocare quanto narrato da Polibio e Tito Livio dell’incredibile storia di quella città – sentirlo raccontare e quali mimare le incombenze delle Mamamme – mamme delle mamme, che erano le donne a capo di un vicolo – che sverminavano i bambini, combattevano il malocchio, raccontavano ai ragazzi, istruivano le ragazze da marito.

    18 Marzo, 2011 - 14:41
  8. FABRICIANUS

    Sono stato a Taranto circa un mese fa per fare visita a mia cugina neo mamma, che abita a pochi km da Taranto.
    Ricordo che appena giunto alla stazione ferroviaria salii in macchina del marito di mia cugina…pochi metri e subito il mare: fu una sensazione davvero bella, e la statua di San Cataldo che veglia sul mare di Taranto lo rende ancora più bello. (Certo c’è il grosso problema dell’inquinamento della città pugliese, ma ora non è il momento di parlarne.)
    A Taranto vi studiarono nei collegi cittadini sia mia mamma, sia mio zio. Un pochino vi sono legato anch’io.

    Non conoscevo la figura di Giovanni Guarino. Davvero interessante.

    P.S. Scusate, ma da tempo volevo salutare un amico caro che da un pò non si affaccia sul pianerottolo: un grosso CIAO a Roberto55

    18 Marzo, 2011 - 16:41
  9. Gioab

    L’immagine che il tema propone è vivida ed efficace, “anche questo è un mio allievo” dice “lo straordinario” conoscitore dei ragazzi, dove quel ”anche” sta a dimostrare chissà quanti altri, e quel “allievo”, vuole sott’intendere l’abilità di un maestro, che sa addestrare ad una pesca fra i marosi, proprio quando questi sono agitati.
    E’ vivida anche l’immagine dei pescatori che si affannano contro la violenza dei marosi “gridando in mezzo al grido del mare”.

    A parte che se c’è qualche insegnate questo non può essere quello, ma questo : “ E Geova certamente vi darà pane in forma di angustia e acqua in forma di oppressione; eppure il tuo grande Insegnante non si nasconderà più, e i tuoi occhi dovranno divenire [occhi] che vedono il tuo grande Insegnante.” ( Isaia30.20)

    Ma nemmeno il tipo di pescatori è reale.
    Che avranno da gridare mentre il grido mare copre le loro voci ? In un equipaggio ben addestrato nessuno grida, nessuno si agita, ma tutti sanno cosa fare e lo eseguono concentrati e in silenzio. Le grida creano confusione, disturbo e sono fonte di incomprensioni perché qualcuno potrebbe “capire male” ciò che l’altro va gridando.

    Inoltre, quando il mare inizia a gridare, i pescatori vanno a casa, non stanno lì a sfidare le onde, a meno che non siano incoscienti. Infatti il consiglio in più occasioni è : “Va, popolo mio, entra nelle tue stanze interne, e chiudi le tue porte dietro di te. Nasconditi per un breve momento finché la denuncia sia passata. Poiché, ecco, Geova uscirà dal suo luogo per chiedere conto dell’errore dell’abitante del paese contro di lui, e il paese certamente esporrà il suo spargimento di sangue e non coprirà più i suoi uccisi”.” ( Isaia 26.20-21)

    Un bravo insegnate dovrebbe saperlo che quando il mare è grosso non si esce a pesca, e non si rimane fuori ma spesso se sorpresi si devono tagliare le reti e correre al porto per non essere sorpresi dalla tormenta “fuori”.

    (Marco 13.23) : – “Ma voi, state in guardia; vi ho detto ogni cosa in anticipo.”
    Bisognerebbe cambiare scuola. Infatti c’è una scuola reale, e quella del teatro che è solo una finzione. Non è reale!

    19 Marzo, 2011 - 11:54

Lascia un commento