Sinodo 3 e tutto va bene: domani felicemente votano

Terzo e ultimo tempo della mia antologia di voci sinodali. Parto dal teologo domenicano Giovanni Cavalcoli, da me conosciuto a Bologna quando andavo a incontrare – a San Domenico – il padre Casali: “Non è lecito il metodo di certi cattolici di appellarsi direttamente alla Tradizione per criticare il Magistero del Papa e della Chiesa, come per esempio le dottrine del Concilio Vaticano II, perché il Magistero della Chiesa, per volere stesso di Cristo, è custode supremo, infallibile e insindacabile della Tradizione e quindi non ha senso voler correggere il Papa o il Magistero in nome della Tradizione, la quale, per la scorrettezza di questa operazione, viene con ciò stesso falsificata”.

76 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ancora Giovanni Cavalcoli teologo domenicano – 16 ottobre: “La Chiesa non può mutare la legge divina che istituisce e regola la sostanza dei sacramenti, ma può mutare le leggi da lei emanate, che riguardano la disciplina e la pastorale dei sacramenti. Dobbiamo quindi pensare che un eventuale mutamento dell’attuale regolamento sui divorziati risposati, non intaccherà affatto la dignità del sacramento del matrimonio, ma anzi sarà un provvedimento più adatto, per affrontare e risolvere le situazioni di oggi”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:17
  2. Luigi Accattoli

    Nell’Ortodossia. Patriarca Stephanos – primate della Chiesa Ortodossa di Estonia – uno dei 12 delegati fraterni presenti al Sinodo, rispondendo alla domanda di un giornalista sulla “via penitenziale” delle Chiese ortodosse per i divorziati risposati: “Nella Chiesa romana si parla di unità del matrimonio, nella Chiesa ortodossa di unicità del matrimonio: ci si sposa per l’eternità, ma ci sono dei momenti della vita in cui l’amore cambia senso e gli sposi si autodistruggono. È una condizione di peccato e di disperazione: il vescovo può sciogliere il matrimonio, si tenta di dare la possibilità alla persona di ricostruirsi, ma è necessario un momento penitenziale. Non si scioglie automaticamente il matrimonio, il vescovo non è obbligato a scioglierlo. Nel momento in cui la persona è sincera nella sua voglia di ricostruirsi, la si aiuta nei suoi momenti di debolezza e di peccato. La seconda cerimonia matrimoniale non è trionfale come la prima, ma penitenziale”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:19
  3. Luigi Accattoli

    Padri preoccupati? Arcivescovo di Chicago Blase J. Cupich – 16 ottobre: “Le preoccupazioni che vi sono state esposte [nella lettera dei tredici] non sono le mie preoccupazioni. Il Santo Padre ha parlato di queste preoccupazioni, martedì mattina, e credo che le persone siano rimaste ampiamente soddisfatte dalla sua risposta. Penso che non ha avuto assolutamente nessun impatto sul Sinodo. Forse non arriveremo a soluzioni chiare come quelle che i mass media vorrebbero, ma sta avvenendo una reale trasformazione. Le persone si parlano, si ascoltano, i punti di vista cambiano. Il mio punto di vista è cambiato”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:25
  4. Luigi Accattoli

    Basta omofobia. Cardinale Claudio Hummes, emerito di San Paolo del Brasile – 18 ottobre: “Senza entrare nel caso citato [Charamsa e la sua accusa alla Chiesa d’essere omofoba], non direi che la Chiesa sia omofoba. Quando papa Francesco, nel caso di un omosessuale che cerca Dio, ha detto ‘chi sono io per giudicarlo?, ha dato un segnale: la Chiesa deve vincere un atteggiamento preconcetto su questo tema e soprattutto rispetto a queste persone”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:28
  5. Luigi Accattoli

    Vista annebbiata. Cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington – 18 ottobre: “L’accusa di manipolazione è assurda: come si possono manipolare 270 partecipanti, che eleggono relatori e moderatori, e che votano? Coloro che lo affermano hanno una vista piuttosto annebbiata. È come chi soffre di itterizia e vede tutto giallo. E’ chiaro che Papa Francesco vuole una Chiesa nella quale le preoccupazioni di tutti siano ascoltate. Non lo so che cosa accadrà alla fine di questa settimana. A me sembra che il risultato del sinodo è di dire a tutto il mondo che nella Chiesa cattolica si può discutere e che il principio dell’amore di Dio è la norma. Il Papa ci invita a interrogarci. Anche se c’è un piccolo gruppo che dice: non possiamo neanche parlarne”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:29
  6. Luigi Accattoli

    Agenda predeterminata? Cardinale Wilfrid Fox Napier, Durban, Sud Africa, presidente delegato del Sinodo – 21 ottobre: “C’era l’impressione che si volesse spingere il Sinodo verso una certa direzione. E anche la commissione per il testo finale mostra una prevalenza di componenti, diciamo così, di una determinata ideologia, come se esistesse quasi un’agenda predeterminata. La lettera che doveva rimanere riservata, era quindi nella spirito che lo stesso papa Francesco ci ha chiesto, cioè di parlare apertamente, con sincerità, e ascoltare con umiltà e il Papa ha risposto il giorno stesso, e questo ha fatto la differenza, ci ha fatto capire che quelle preoccupazioni erano registrate, prese in conto. Ora per mia esperienza posso dire che siamo tutti molto ottimisti sull’esito del Sinodo. Lavorando insieme, noi vescovi abbiamo ritrovato lo spirito di collegialità, sempre cercando di fare il meglio della Chiesa”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:30
  7. Luigi Accattoli

    Convergenza che ci mette in pace. Cardinale Dionigi Tettamanzi, emerito di Milano – 21 ottobre: “Ci si confronta con tanta schiettezza, coraggio, umiltà. Su questa strada le divergenze si attutiscono e si realizza gradualmente una convergenza che ci mette in pace, ricordando che questa deve essere posta a servizio di un rinnovamento della vita ecclesiale e in termini più vasti della storia stessa. Il protagonista per antonomasia di ogni Sinodo è lo Spirito di Dio che ci scuote e ci chiede di rispondere con un sì generoso, coraggioso alle richieste nuove che la storia, attraverso la rivelazione dello Spirito, presenta a tutti e a ciascuno”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:31
  8. Luigi Accattoli

    Qualche decisione profetica. Patriarca dei Caldei Louis Raphael I – 21 ottobre: “Fuori dall’abbraccio della sua misericordia, e separate da essa, le parole di Gesù sul matrimonio non sarebbero la promessa di una cosa bella che diventa possibile in virtù della sua grazia, ma solo un rigorismo ancora più soffocante di quello dei Dottori della Legge. Seguendo Gesù, la Chiesa deve essere madre e maestra. Ma può essere maestra solo in quanto è madre, Maestra come sanno essere maestre le madri. Per questo molti si aspettano di offrire i risultati della discussione sinodale al Papa, così che lui possa prendere qualche decisione profetica”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:33
  9. Luigi Accattoli

    Di per sè un sacramento? Circolo minore di lingua tedesca – 21 ottobre: “L’assioma «ogni contratto matrimoniale tra cristiani è di per sé un sacramento» deve essere rivisto. In società cristiane non più omogenee o in Paesi con impronte culturali e religiose differenti, non si può presupporre una comprensione cristiana del matrimonio nemmeno tra i cattolici. Un cattolico senza fede in Dio e nella sua manifestazione in Gesù Cristo non può contrarre automaticamente un matrimonio sacramentale contro, o addirittura senza, la sua consapevolezza e la sua volontà”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:33
  10. Luigi Accattoli

    Ha capovolto la piramide. Cardinale Francesco Monenegro, Agrigento – 23 ottobre: “Francesco ci ha invitato a parlare con chiarezza, è sempre presente, tranne quando c’è l’udienza generale. Si mette lì, ascolta, non vedi reazioni. È l’atteggiamento di chi sa ascoltare, coglie tutto e immagazzina. Con noi è cordiale, arriva quasi sempre prima per salutarci uno a uno. E’ un uomo di pace, un uomo sereno. E ha continuato a esserlo. Con il discorso di sabato sulla Chiesa sinodale e la decentralizzazione ha dato delle risposte, ha spiegato come vede la Chiesa e il suo ruolo di pastore. Ha ascoltato e ha risposto. È un uomo che sa ciò che sta facendo e che ha uno sguardo di fede. Con quel discorso ha capovolto la piramide, sta ribaltando con il suo sguardo evangelico tanti modi di essere. Le reazioni preoccupate che ha provocato per me sono abbastanza naturali: ci si trova scombussolati, c’è chi difende un passato, c’è chi sogna un futuro diverso”.

    23 Ottobre, 2015 - 22:34
  11. Sara1

    “L’assioma «ogni contratto matrimoniale tra cristiani è di per sé un sacramento» deve essere rivisto. In società cristiane non più omogenee o in Paesi con impronte culturali e religiose differenti, non si può presupporre una comprensione cristiana del matrimonio nemmeno tra i cattolici. Un cattolico senza fede in Dio e nella sua manifestazione in Gesù Cristo non può contrarre automaticamente un matrimonio sacramentale contro, o addirittura senza, la sua consapevolezza e la sua volontà”.

    Questa è anche l’idea di Ruini

    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43832/

    Però bho come fai a sapere bene prima e in ogni caso come fai a escludere che la grazia del matrimonio cambi le cose poi?

    Non dico ex opere operato però un minimo di ottimismo …

    Chiariranno meglio.

    24 Ottobre, 2015 - 0:39
  12. Sara1

    A proposito domenica prima di andare al cinquantesimo mi è capitato di rileggere questo:

    Il matrimonio è più del vostro amore reciproco,
    ha maggiore dignità e maggior potere.
    Finché siete solo voi ad amarvi, il vostro sguardo
    si limita nel riquadro isolato della vostra coppia.
    Entrando nel matrimonio siete invece un anello
    della catena di generazioni che Dio fa andare e venire
    e chiama al suo regno.
    Nel vostro sentimento godete solo il cielo privato della vostra felicità.
    Nel matrimonio, invece, venite collocati attivamente nel mondo e ne divenite responsabili.
    Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli.
    Il matrimonio, invece, è un’investitura e un ufficio.
    Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l’incarico di regnare.
    Così non è la voglia di amarvi, che vi stabilisce come strumento della vita.
    E’ il matrimonio che ve ne rende atti.
    Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio:
    è il matrimonio che d’ora in poi,
    porta sulle spalle il vostro amore.
    Dio vi unisce in matrimonio: non lo fate voi, è Dio che lo fa.
    Dio protegge la vostra unità indissolubile di fronte ad ogni pericolo che la minaccia dall’interno e dall’ esterno.
    Dio è il garante dell’indissolubilità.
    E’ una gioiosa certezza sapere che nessuna potenza terrena,
    nessuna tentazione, nessuna debolezza
    potranno sciogliere ciò che Dio ha unito.

    (Dietrich Bonhoeffer)

    Notte a tutti.

    24 Ottobre, 2015 - 0:42
  13. Mi sembra bello, parlando della famiglia, raccontare quello che ho sentito dire da un giovane padre (6 figli). Non è possibile fondare bene un matrimonio senza Cristo, perché lui solo ci dà la vita eterna, cioè il senso vero della vita. Un coniuge deve essere in grado di trasmettere all’altro coniuge questa vita eterna, altrimenti prima o poi l’altro finisce per soffocarti, per ucciderti. Mi sembra un bel pensiero.

    24 Ottobre, 2015 - 2:08
  14. Marilisa

    “I tempi cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente. Dobbiamo cambiare saldi nella fede in Gesù Cristo, saldi nella verità del Vangelo, ma il nostro atteggiamento deve muoversi continuamente secondo i segni dei tempi. Siamo liberi. Siamo liberi per il dono della libertà che ci ha dato Gesù Cristo. Ma il nostro lavoro è guardare cosa succede dentro di noi, discernere i nostri sentimenti, i nostri pensieri; e cosa accade fuori di noi e discernere i segni dei tempi. Col silenzio, con la riflessione e con la preghiera”.
    ******************************************************************
    Il TG della notte ha dedicato l’apertura al Papa e lo ha inquadrato nel momento in cui diceva le parole su riportate.
    Non credevo alle mie orecchie. Sentivo l’eco delle mie stesse parole dette, qui nel blog, tantissime volte. E altrettante volte contestate.
    Sono andata a leggere l’omelia di oggi a santa Marta ed altre parole vi ho trovato che riecheggiano i miei pensieri qui più volte espressi.

    ” Dio ci ha creato liberi e per avere questa libertà – afferma il Papa – dobbiamo aprirci alla forza dello Spirito e capire bene cosa accade dentro di noi e fuori di noi”, usando il “discernimento”:
    Abbiamo questa libertà di giudicare quello che succede fuori di noi. Ma per giudicare dobbiamo conoscere bene quello che accade fuori di noi. E come si può fare questo? Come si può fare questo, che la Chiesa chiama ‘conoscere i segni dei tempi’? I tempi cambiano. E’ proprio della saggezza cristiana conoscere questi cambiamenti, conoscere i diversi tempi e conoscere i segni dei tempi. Cosa significa una cosa e cosa un’altra. E fare questo senza paura, con la libertà”.
    …Questo è un lavoro che di solito noi non facciamo: ci conformiamo, ci tranquillizziamo con ‘mi hanno detto, ho sentito, la gente dice, ho letto…’. Così siamo tranquilli… Ma qual è la verità? Qual è il messaggio che il Signore vuole darmi con quel segno dei tempi? Per capire i segni dei tempi, prima di tutto è necessario il silenzio: fare silenzio e osservare. E dopo riflettere dentro di noi. Un esempio: perché ci sono tante guerre adesso? Perché è successo qualcosa? E pregare…
    … Silenzio, riflessione e preghiera. Soltanto così potremo capire i segni dei tempi, cosa Gesù vuol dirci”.
    …E capire i segni dei tempi non è un lavoro esclusivo di un’élite culturale. Gesù non dice “guardate come fanno gli universitari, guardate come fanno i dottori, guardate come fanno gli intellettuali…”. Gesù parla ai contadini che “nella loro semplicità” sanno “distinguere il grano dalla zizzania”…

    Sono parole di una tale saggezza che ogni commento sarebbe superfluo.

    24 Ottobre, 2015 - 2:13
  15. Marilisa

    Le voci dei vescovi riportate da te, Luigi, sono molto interessanti; ognuna per delle particolarità specifiche che però nell’insieme costituiscono un mosaico che rivela atteggiamenti di confronto e di dialogo sereno, senza contrapposizioni ostili respingenti. E in questa ambito la figura del Papa assume l’aspetto di un Vescovo che, accanto a tutti gli altri di varia nazionalità, segue con attenzione i lavori sinodali ed ascolta con serenità le diverse posizioni– tutte autorevoli– dei partecipanti, in attesa di comporre una sintesi che di sicuro sarà frutto di profonda riflessione.
    L’esito finale ancora non si conosce, ma è certo che una pietra miliare è stata posta nella storia della Chiesa con l’istituzione di un vasto collegio di vescovi chiamati ad esprimersi su problemi di enorme importanza per l’intera famiglia umana, che si trova a dover affrontare esperienze nuove in tempi nuovi.
    Questa è la bella novità: aprirsi a riflettere, con serenità di giudizio e possibilmente senza preconcetti, sul nuovo che la vita continuamente rivela e che può spiazzare chi si è rintanato in un recinto di “sicurezze” che possono, e a volte devono, essere messe in discussione.

    24 Ottobre, 2015 - 2:59
  16. picchio

    a me non sembra un bel pensiero Antonella.
    I coniugi appartenenti ad altre religioni non vivono anche loro spesso matrimoni che nulla hanno da inviare ai nostri?
    Mio marito non è cristiano, ma non mi sono mai sentita uccisa, soffocata da lui nella ricerca della vera vita, nè che lui fosse lontano da essa.

    24 Ottobre, 2015 - 8:58
  17. Clodine

    “… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta..

    Fa dire Virgilio a Dante. Parole che il vate indirizza a Catone, il quale – anche se pagano e suicida e dunque meritevole dell’inferno o del Limbo- a sorpesa viene collocato e nominato: custode del Purgatorio. Già Virgilio lo aveva posto come “custode dei Campi Elisi” .
    Perché tanta gloria ad un suicida e per giunta pagano. Quale insegnamento per noi oggi, qui, ora, che a stento riusciamo a vedere oltre il nostro naso pretendiamo di saper distinguere ” i segni dei tempi”.

    Catone era un censore, e già questo dovrebbe dire molto; un uomo di grandissima moralità in un tempo la società andava ellenizzandosi predilegendo l’attenzione ai singoli piuttosto che al bene della collettività e Scipione, con truppe al seguito, al suo apogeo per corruzione e violenza conduceva vita ricca, stravagante impudica sul sangue dei perdenti. Catone, inflessibile cacciò gli indegni, il suo rigido senso della giustizia fece si che gli venne messo il “bavaglio”. Motivo per quale preferì morire piuttosto che assecondare il male. Anche questa è libertà: scegliere di morire piuttosto che aderire a quanto contrasta con al nostra fede. Esempio e paradigma per tutte le anime e per i tutti i tempi a venire…

    24 Ottobre, 2015 - 8:58
  18. Sara1

    “I coniugi appartenenti ad altre religioni non vivono anche loro spesso matrimoni che nulla hanno da inviare ai nostri?”

    Questo rientra infatti nel matrimonio naturale.

    24 Ottobre, 2015 - 9:07
  19. Clodine

    Vorrei domandare a Picchio, se non sono indiscreta e se vorrà rispondere, se ha contratto matrimonio sacramentale in Chiesa, solennemente, davanti a Dio, con il suo sposo non cattolico oppure solo civilmente.

    24 Ottobre, 2015 - 9:15
  20. Luigi Accattoli

    Ad Antonella, Picchio e Sara ripropongo quanto tre giorni addietro avevo riportato dalla relazione introduttiva del cardinale Erdo e che avevo visto stranamente trascurato dalle cronache, tutte intese a una lettura ideologica di quella relazione:

    “La Chiesa, conviene ricordarlo, ha sempre riconosciuto l’esistenza di un vero matrimonio naturale tra due non battezzati. Sin dagli inizi dell’umanità tali alleanze tra un uomo ed una donna che corrispondevano al piano creatore di Dio erano e sono benedette (Gen 1, 27-28). Tra i veri matrimoni, quindi, anche oggi nel mondo ci sono moltissimi naturali, tra non battezzati, ed altri sacramentali contratti tra i battezzati che comportano una grazia speciale (cf IL57). «La serietà dell’adesione a questo progetto e il coraggio che essa richiede si lasciano apprezzare in modo speciale proprio oggi» (IL 57).

    24 Ottobre, 2015 - 9:16
  21. Sara1

    Luigi può valere per il matrimonio naturale quanto detto dalla Dominus Jesus sulle altre religioni? L’anno scorso si era sentito questo parallelismo se non sbaglio.

    24 Ottobre, 2015 - 9:25
  22. picchio

    clodine
    ti rispondo volentieri, avevo già scritto su questo una volta.
    Ci siamo sposati nel mese di Maggio civilmente, poi a giugno ci siamo sposati in chiesa, dopo aver ottenuto il nulla osta del vescovo per la disparità di culto. In chiesa ovviamene c’è stato solo la celebrazione del rito del matrimonio e non la celebrazione della Messa.

    24 Ottobre, 2015 - 9:30
  23. Luigi Accattoli

    A Sara che mi chiede se “può valere per il matrimonio naturale quanto detto dalla Dominus Jesus sulle altre religioni”. Direi di no. Il concetto di matrimonio naturale prescinde da ogni specificità religiosa. Una volta quel concetto rimandava all’umanità primigenia, noi per analogia lo potremmo riferire a persone lontane da ogni opzione religiosa.

    24 Ottobre, 2015 - 9:49
  24. Luigi Accattoli

    Sono curioso di vedere come la relazione conclusiva del Sinodo riprenderà le parole di Erdo e dell’Instrumentum Laboris sul matrimonio naturale. E’ un punto importante, che tocca la valutazione ecclesiale del matrimonio civile e delle stesse unioni di fatto: anch’esse sono dei “matrimoni naturali”.

    24 Ottobre, 2015 - 9:52
  25. Luigi Accattoli

    L’ascolto della relazione Erdo è stato danneggiato – sui media – dalla febbre ideologica: a destra si doveva dire che essa costituiva un colpo magistrale inferto ai progressisti e a sinistra pochi hanno resistito alla tentazione di condannarla in blocco. Ma essa aveva dentro cose vecchie e nuove.

    24 Ottobre, 2015 - 9:59
  26. Sara1

    “21. Circa il modo in cui la grazia salvifica di Dio, che è sempre donata per mezzo di Cristo nello Spirito ed ha un misterioso rapporto con la Chiesa, arriva ai singoli non cristiani, il Concilio Vaticano II si limitò ad affermare che Dio la dona «attraverso vie a lui note» [83]. La teologia sta cercando di approfondire questo argomento.”

    Pensavo a un punto come questo Luigi, però in effetti è sempre riferito ad un ambito religioso.

    Sulle unioni di fatto concordo però:

    http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/10/20/se-il-matrimonio-non-cos-naturale-chiesa-germania-schockenhoff___1-v-134013-rubriche_c126.htm

    Nell’ultimo anno ho letto tutto e il contrario di tutto.

    24 Ottobre, 2015 - 9:59
  27. Cara picchio, ti chiedo scusa. A me sembrava un bel pensiero, ma evidentemente rispecchiava una esperienza particolare, non generalizzabile.

    24 Ottobre, 2015 - 10:39
  28. Clodine

    Capisco, Picchio, dunque una semplice “benedizione”. Anche mia nonna, vedova di guerra, quando conobbe mio nonno , ateo e mangiapreti quindi assolutamente avulso da ogni tipo di legame vincolante, per accontentare la devozione di lei, in uno slancio di autentica generosità acconsentì ad una sorta di “celebrazione rituale”dinnanzi al sacerdote . Al tempo stesso mia nonna con una fava prese due piccioni: la benedezione in Chiesa e il vitalizio come vedova di guerra. Ma lei non si sentì mai veramente vincolata, né mai osò accostarsi alla Santa Eucaristia per il resto della sua lunga vita..

    24 Ottobre, 2015 - 10:46
  29. picchio

    no clodine, non è stata una semplice benedizione, è stato celebrato nella sua integrità il rito del matrimonio, come prescrive la Chiesa, sono sposata sacramentalmente

    24 Ottobre, 2015 - 10:53
  30. picchio

    Semplicemente la celebrazione del matrimonio, che solitamente viene inserita all’interno della celebrazione della Messa è stato celebrato a parte, perchè uno degli sposi era non cristiano, ma il rito del matrimonio è stato compiuto pienamente adempiendo a tutto quanto richiesto dalle norme canoniche, per esempio mio marito precedentemente ha dovuto promettere di permettere l’educazione cattolica dei figli.

    24 Ottobre, 2015 - 11:00
  31. Sara1

    Al sinodo hanno parlato dei matrimoni misti, mi sembra ci siano state anche alcune testimonianze di laici.

    24 Ottobre, 2015 - 11:04
  32. picchio

    oggi faccio come spiletti e cito il catechismo:
    1635 Secondo il diritto in vigore nella Chiesa latina, un matrimonio misto necessita, per la sua liceità, dell’espressa licenza dell’autorità ecclesiastica. 289 In caso di disparità di culto è richiesta, per la validità del Matrimonio, una espressa dispensa dall’impedimento. 290 Questa licenza o questa dispensa suppongono che entrambe le parti conoscano e non escludano i fini e le proprietà essenziali del Matrimonio; inoltre che la parte cattolica confermi gli impegni, portati a conoscenza anche della parte acattolica, di conservare la propria fede e di assicurare il Battesimo e l’educazione dei figli nella Chiesa cattolica. 291

    24 Ottobre, 2015 - 11:11
  33. picchio

    sara
    ormai sono passati tanti anni, ma mi sembra di ricordare che se mio marito fosse stato ateo, ma con un background cattolico, allora ci sarebbe stata la Messa come nell’articolo che hai citato tu. Poichè mio marito era mussulmano come metà degli invitati non ci fu la messa, ma solo la celebrazione del matrimonio, mi ricordo che parlammo di questo con il parroco, che ci disse è meglio non fare la messa per questi motivi. Non so se questo fu dovuto esclusivamente a queste condivisibili considerazioni o esiste una legge della Chiesa in tal senso.

    24 Ottobre, 2015 - 11:19
  34. picchio

    non ho niente da perdonarti, Antonella 🙂

    24 Ottobre, 2015 - 11:20
  35. Clodine

    lo so, Picchio, conosco il testo introdotto dalla “Sacra Congregazione per la dottrina della fede sui matrimoni misti e relativa istruzione” il quale affonda molto la lama sui doveri di entrambi circa l’istruzione cattolica dei figli. Ed è anche molto incisivo al riguardo. Il matrimonio richiama l’’uso dei riti sacri, e consueta benedizione e discorso….appunto…

    24 Ottobre, 2015 - 11:32
  36. picchio

    oltre al rito ci fu la lettura di un brano del Vangelo e la predica del parroco, il tutto compreso il rito in francese che era la lingua più condivisa da tutti.

    24 Ottobre, 2015 - 11:45
  37. Clodine

    si..Picchio, rispetto al rito non c’é nulla da eccepire. Solo che -non sono esperta in diritto, se sbaglio mi correggerete- sapevo che la forma giuridica [canonica] non va confusa con la forma sacramentale del matrimonio che attiene alla sostanza del sacramento, in difetto della quale non esiste il matrimonio stesso; come pure non va confusa con la forma liturgica, che attiene ai riti religiosi che accompagnano il matrimonio cristiano, prescritti solo per la liceità e non per la validità dello stesso.

    24 Ottobre, 2015 - 12:33
  38. picchio

    che ti posso dì clodine, nessuno degli elementi per cui il matrimonio non esiste esiste nel mio matrimonio. 🙂

    24 Ottobre, 2015 - 12:58
  39. Sara1

    Clodine è matrimonio non benedizione.
    Una coppia di amici ad esempio ha ricevuto una semplice benedizione da un sacerdote amico e si è sposata solo in comune, però è un’altra cosa da quella di Picchio.

    24 Ottobre, 2015 - 13:04
  40. Sara1

    Ad esempio nel loro caso penso che ci sia sacramento perché sono davvero una bella coppia si vede che si amano e prendono il loro rapporto con grande serietà.

    Forse è azzardato dirlo però non posso fare a meno di pensarlo.

    24 Ottobre, 2015 - 13:07
  41. Sinodo e tre … e chi ha il potere del “vapore” mediatico, fa la sua cernita tra quello che più gli aggrada e più è utile alla propria idea, e lo usa.
    Lecitissimo!

    24 Ottobre, 2015 - 13:12
  42. Un certo giornale -che dalle mie parti è distribuito “gratuitamente” e viene usato per foderare i secchi nei quali ci svuotano il pattume in mancanza dei sachhetti- avrebbe dovuto dare voce a quanto realmente avvenire nel Sinodo.
    Invece ha fatto serenate al principe.
    Chi lo sa perchè.

    24 Ottobre, 2015 - 13:15
  43. picchio

    Sara
    ti ringrazio delle tue belle parole, grazie di cuore.
    Proprio ieri pensavamo, vista la disoccupazione di mio marito, a tutte i momenti belli e brutti che abbiamo attraversato in questi anni, e ci siamo ricordati di quando ci siamo sposati e avevamo solo 29.000 lire in tutto e neanche siamo andati in viaggio di nozze, e ci siamo detti ora in ogni caso stiamo meglio di allora, non solo economicamente, ma per tutte le cose belle che abbiamo vissuto e che ormai ci legano in modo indissolubile.

    24 Ottobre, 2015 - 13:31
  44. Luigi Accattoli

    Il portavoce Lombardi ha appena informato che in assemblea stamane è stato presentato il documento conclusivo del Sinodo e che il cardinale Erdo “con evidente soddisfazione” ha dichiarato che “il testo è stato approvato all’unanimità dalla commissione incaricata di redigerlo”.

    24 Ottobre, 2015 - 13:41
  45. E ci credo che chi lo ha redatto lo ha “approvato” all’unanimità.
    Ora bisogna aspettare l’approvazione “punto per punto” dei Padri Sinodali.
    E’ quella che “conta”.

    24 Ottobre, 2015 - 13:48
  46. Clodine

    Bella la testimonianza di Picchio…quando qualcuno è felice, sono felice anch’io.

    24 Ottobre, 2015 - 14:05
  47. Luigi Accattoli

    La Commissione per l’Elaborazione della Relazione Finale – nominata dal Papa – ha dieci membri:

    Cardinal Péter ERDO, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Relatore Generale;
    Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei vescovi;
    Arcivescovo Bruno FORTE, segretario speciale;
    Cardinale Oswald GRACIAS, Arcivescovo di Bombay (India);
    Cardinal Donald William WUERL, Arcivescovo di Washington (Stati Uniti d’America);
    Cardinal John Atcherley DEW, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda);
    Arcivescovo Victor Manuel FERNÁNDEZ, Rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina (Argentina);
    Vescovo Mathieu MADEGA LEBOUAKEHAN, Mouila (Gabon);
    Vescovo Marcello SEMERARO, Albano (Italia);
    Adolfo NICOLÁS PACHÓN, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, in rappresentanza dell’Unione dei Superiori Generali.

    24 Ottobre, 2015 - 14:09
  48. Clodine

    Forse perché tutto ciò che edifica è sempre pagato a caro prezzo. Solo le cose che non costano neppure valgono. …

    24 Ottobre, 2015 - 14:11
  49. Il Preposito Generale di Bergoglio nella “Commissione per l’Elaborazione della Relazione Finale”.

    (Fino a prova contraria Bergoglio, pur se papa, è sempre un “Gesuita”, e sarebbe utile leggersi le “Costituzioni” dei Gesuiti …).

    24 Ottobre, 2015 - 14:20
  50. Sara1

    Anche noi Picchio non avevamo un soldo quando ci siamo sposati. Eravamo giovani, io andavo lontano da casa, era un salto nel buoi volendo.

    Ringrazio per quello che ho avuto in cambio anche se non sempre tutto è stato facile, spero solo che ai giovani di domani sia concesso lo stesso. (pur con tutti i cambiamenti necessari)

    24 Ottobre, 2015 - 14:42
  51. picchio

    U bi quando qualsiasi religioso viene nominato vescovo viene sciolto da tutti i voti, sia quelli principali obbedienza e povertà, sia quelli tipici ad ogni ordine. Resta solo il voto di castità. Bergoglio non ha qukndi più nessun vincolo di obbedienza con il generale del’ordine fin da quando fu nominato vescovo di Buenos Aires, pur rimanendo diciamo cosi nel cuore un gesuita.

    24 Ottobre, 2015 - 14:59
  52. picchio

    Ti capisco sara… lo scoglio che vedo piu duro per i ragazzi di domani sarà quello del lavoro. Noi avevamo poco, ma rimboccandoci le maniche sapevamo che ce l’avremmo potuta fare. Mi sembra invece che per loro sia tutto più difficile, e farsi una famiglia è duro senza lavoro.

    24 Ottobre, 2015 - 15:04
  53. picchio

    Il generale dei gesuiti è là non perché anche Bergoglio è un gesuita, ma perché nicolas è stato eletto a capo dell’unione dei superiori maggiori. Accade sovente al generale dei gesuiti di essere eletto a questa carica visto che i gesuiti sono l’ordine più numeroso. Konvelbach il predecessore di nicolas lo fu per molti anni.

    24 Ottobre, 2015 - 15:09
  54. Picchio, Bergoglio ha sciolto i voti? I “voti” non si possono sciogliere, Bergoglio non è stato “dimesso”.
    A me sembra invece che si faccia riferimento al Canone 705 del Diritto Canonico: “Il religioso elevato all’episcopato continua ad essere membro del suo istituto, ma in forza del voto di obbedienza è soggetto solamente al Romano Pontefice e non è vincolato da quegli obblighi che, nella sua prudenza, egli stesso giudichi incompatibili con la propria condizione.”

    Cmq il tema doveva essere nelle mie intenzioni: per eleggere Bergoglio papa si sarebbero dovute “sospendere” le costituzioni dei Gesuiti …
    La “dispensa” per Bergoglio, l’avrebbe potuta dare solo il papa, che all’epoca si era dimesso … :
    “Secondo la Costituzione dei Gesuiti, un sacerdote dell’ordine non potrebbe essere nominato Vescovo o Cardinale senza una esplicita sospensione della Costituzione per il singolo prelato, che può essere fatta solo dal Papa e solo in relazione a quella carica specifica”

    24 Ottobre, 2015 - 15:45
  55. In tema invece, meno male che il Sinodo sta per finire, peccato però la guerra non termini qui.

    24 Ottobre, 2015 - 15:48
  56. Luigi Accattoli

    Ubi come più volte chiarito, le parole vergogna e ignavia per il Sinodo e il Papa le metterai sul tuo blog, non qui: a meno che tu non ti firmi. Non firmandoti, vedi di ricordarti della tua condizione di anonimo. Altrimenti cancellerò. Questa è la legge del mio blog. Nel tuo, hai la tua.

    24 Ottobre, 2015 - 16:41
  57. picchio

    Sciolto nel senso che non è più tenuto ad osservarli. Il canone 705 è chiaro ” non sei più vincolato …..” Ci mancherebbe che un vescovo debba ubbidire al suo superiore dell’ordine o il trappista che ha fatto voto di silenzio, se diventa vescovo se ne stesse zitto tutto il giorno..

    Ubi le Costituzioni dei gesuiti non dicono quello che dici tu. Ho il testo delle costituzioni in francese e traduco: 818…… I gesuiti faranno promessa a Dio di non pretendere a nessuna carica ecclesiastica e di rifiutare se vengono scelti per una carica o dignità ecclesiastica, fino a che dipende da loro, a meno che non vi siano costretti per obbedienza a coloro che glielo ordina……

    I gesuiti che vengono nominati vescovi, chiedono il permesso di ubbidire al papà che ha richiesto loro questo servizio al superiore generale. Da quel momento in avanti e per sempre, fin che dura la carica, a norma del canone 705 non sono tenuti a rispettare gli obblighi dei religiosi. Bergoglio non doveva chiedere a nessuno il permesso per accettare l’elezione a papa

    24 Ottobre, 2015 - 16:52
  58. picchio

    per sempre, ma finché dura la carica vuol dire che fino a che sei vescovo e sei stato liberato dall’obbligo di rispettare gli obblighi di religioso non devi chiedere a nessuno il permesso di accettare di essere creato cardinale, e neanche di accettare il papato

    24 Ottobre, 2015 - 17:06
  59. picchio

    luigi
    cosa ha risposto Fratel Hervé Janson a chi gli chiedeva perchè lui che è un fratello, non ordinato quindi, ha potuto votare al Sinodo dei vescovi mentre non c’era nessuna suora e nessun laico/a con il diritto di voto?

    24 Ottobre, 2015 - 17:38
  60. Luigi Accattoli

    Ha risposto qualcosa come “me lo chiedo anch’io”. Ma non posso dire meglio perché non mi sono appuntato le parole.

    24 Ottobre, 2015 - 18:36
  61. Sara1

    Sempre sul pezzo…

    24 Ottobre, 2015 - 18:44
  62. giorgio

    85 San Giovanni Paolo II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base per la valutazione di queste situazioni: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84). È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio. Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno.

    Inoltre, non si può negare che in alcune circostanze «l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» (CCC, 1735) a causa di diversi condizionamenti. Di conseguenza, il giudizio su una situazione oggettiva non deve portare ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi.

    24 Ottobre, 2015 - 19:46
  63. giorgio

    Mi sembra che sulla difficile questione della comunione ai divorziati sia stata trovata una soluzione equilibrata.

    24 Ottobre, 2015 - 19:49
  64. Sara1

    “È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio. Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno.”

    L’anno scorso il nostro Vescovo ha pubblicato un intervento uguale uguale.

    24 Ottobre, 2015 - 19:58
  65. Clodine

    Infatti. …

    24 Ottobre, 2015 - 20:25
  66. giorgio scrive,:
    “Mi sembra che sulla difficile questione della comunione ai divorziati sia stata trovata una soluzione equilibrata.”

    Si tra il caldo e il freddo hanno scelto il … “tiepido” …

    24 Ottobre, 2015 - 20:44
  67. Sara1

    I giornali hanno titolato con una straordinaria gamma di sfumature…

    🙂 🙂

    24 Ottobre, 2015 - 20:58
  68. giorgio

    Persone con bisogni speciali

    21. Uno sguardo speciale occorre rivolgere alle famiglie delle persone con disabilità, in cui l’handicap, che irrompe nella vita, genera una sfida, profonda e inattesa, e sconvolge gli equilibri, i desideri, le aspettative. Ciò determina emozioni contrastanti e decisioni difficili da gestire ed elaborare, mentre impone compiti, urgenze e nuove responsabilità. L’immagine familiare e l’intero suo ciclo vitale vengono profondamente turbati. Meritano grande ammirazione le famiglie che accettano con amore la difficile prova di un figlio disabile. Esse danno alla Chiesa e alla società una testimonianza preziosa di fedeltà al dono della vita. La famiglia potrà scoprire, insieme alla comunità cristiana, nuovi gesti e linguaggi, forme di comprensione e di identità, nel cammino di accoglienza e cura del mistero della fragilità. Le persone con disabilità costituiscono per la famiglia un dono e un’opportunità per crescere nell’amore, nel reciproco aiuto e nell’unità. La Chiesa, famiglia di Dio, desidera essere casa accogliente per le famiglie con persone disabili (cf. Giovanni Paolo II, Omelia in occasione del Giubileo della comunità con i disabili, 3 dicembre 2000). Essa collabora a sostenere la loro relazione ed educazione familiare, e offre cammini di partecipazione alla vita liturgica della comunità. Per diversi disabili abbandonati o rimasti soli le istituzioni ecclesiali di accoglienza costituiscono spesso l’unica famiglia. Ad esse il Sinodo esprime viva gratitudine e profondo apprezzamento. Tale processo di integrazione risulta più difficile in quelle società in cui perdura lo stigma e il pregiudizio – persino teorizzato in chiave eugenetica. Per contro, molte famiglie, comunità e movimenti ecclesiali scoprono e celebrano i doni di Dio nelle persone con bisogni speciali, particolarmente la loro singolare capacità di comunicazione e di aggregazione. Una speciale attenzione va rivolta alle persone disabili che sopravvivono ai loro genitori e alla famiglia più ampia che li ha sostenuti lungo la vita. La morte di coloro da cui sono stati amati e che essi hanno amato li rende particolarmente vulnerabili. La famiglia che accetta con lo sguardo della fede la presenza di persone con disabilità potrà riconoscere e garantire la qualità e il valore di ogni vita, con i suoi bisogni, i suoi diritti e le sue opportunità. Essa solleciterà servizi e cure, e promuoverà compagnia ed affetto, in ogni fase della vita.

    Ottima formulazione : adesso aspettiamo concrete realizzazioni in primi dalla Chiesa e poi,ma c’e’ poco da sperare nel merito,dalla politica.

    25 Ottobre, 2015 - 6:46
  69. giorgio

    A proposito di “gufi” e altri animali vari incombenti sul Sinodo interessante questo passaggio di un articolo di Scalfari :

    …”Gli avvoltoi sono costruiti a tutto questo (si riferisce agli scoop di questi tempi contro il Papa) e carichi di conseguenze. Nei nostri articoli dei giorni scorsi i loro interventi sono stati esaminati e collegati ad una logica perversa l’uno all’altro. Ragioni di potere religioso e temporalistico li animano e una visione completamente diversa della Chiesa. Loro non vogliono una Chiesa aperta come vuole Francesco; non vogliono la sua Chiesa missionaria, non vogliono la fine del temporalismo. Considerano Francesco un intruso, una specie di alieno, di rivoluzionario incompatibile con la tradizione. Perciò combattono, gettano fango, diffondono notizie false, rivelano pretesi documenti, svelano posizioni interne nel vescovato cattolico. Una guerra vera e propria…”

    25 Ottobre, 2015 - 6:58
  70. roberto 55

    Oggi leggeremo meglio – e non dubito che Luigi, in questo nostro impegno, ci aiuterà – gli esatti contenuti delle conclusioni cui sono pervenuti i Padri Sinodali, ed attenderemo anche la parola, ulteriormente chiarificatrice, di Papa Francesco.
    Nel frattempo, vedo che qui c’è un nipotino di Don Calcagno che continua – nel giusto disinteresse del “pianerottolo” – a parlare di “guerra” (?): è proprio vero che, come diceva quel tale, la storia la prima volta è tragedia e la seconda volta è farsa ………….

    Buona domenica !

    Roberto 55

    25 Ottobre, 2015 - 7:44
  71. picchio

    tu pensa, sono persino d’accordo con Scalfari:
    “Considerano Francesco un intruso, una specie di alieno, di rivoluzionario incompatibile con la tradizione.”

    25 Ottobre, 2015 - 9:14

Lascia un commento