Con i bambini del mondo per conto di Alessia e Livia

10 Comments

  1. lorenzo

    Si ripete la sorpresa di ogni volta.
    Il dolore fa schifo.
    Ma non esiste sofferenza così grande e così schifosa che non sia-incredibilmente- capace di generare vita e roba nuova in chi la vive e “la usa” per andare agli altri.
    Se uno ci pensa bene, questa è poi la logica- e anche la teologia- della Croce. Quello che Gesù ti propone dal Vangelo, lo puoi verificare tu stesso come vero, magari arrivandoci da altre strade.

    18 Gennaio, 2013 - 10:59
  2. luca73

    “Senza bambine ma con tutti i bambini del mondo.”

    Commovente. Come l’amore può trasformare ogni dolore. Anche quello più assurdo e terribile.

    18 Gennaio, 2013 - 11:22
  3. Uno splendido esempio di come la Croce sia una ricchezza, come dice Lorenzo.

    18 Gennaio, 2013 - 14:04
  4. fiorenza

    Ma noi, NOI, come possiamo aiutare “i bimbi del mondo”?

    18 Gennaio, 2013 - 14:47
  5. fiorenza

    E, a proposito di “mondo”:
    stragi e violenza in Algeria…profughi siriani (mamme e bambini)…situazione del Mali….
    Et coetera…
    Qualcuno può spiegarmi quale “politica estera” seria sia riuscito a trovare nei vari programmi elettorali? Può darsi che sia io che non so leggere…

    18 Gennaio, 2013 - 14:56
  6. Tutto ciò che so pensare, di fronte a questo post, è raccolto in una pagina di Elie Wiesel, ‘La notte’.

    Perdonatemi, non ho parole e non posso tacere.

    18 Gennaio, 2013 - 15:58
  7. germano turin

    Al di la dell’obbligo imposto dal 5° Comandamento, anche umanamente non riesco a trovare una logica che preveda il togliere volontariamente e violentemente una vita umana: propria o degli altri poco importa. Oltre alla facile battuta che “è fatica sprecata dal momento che tutti si muore: è solo questione di tempo”.

    D’accordo, la mente umana può comprendere quanto di più logico/illogico, ponderato/irragionevole, razionale/irrazionale si possa immaginare.

    Oso immaginare che un omicidio, per quanto premeditato, possa essere sempre il frutto di una più o meno lucida follia. Ma svanito l’effetto euforico della follìa, quale può essere lo stato d’animo dell’omicida quando comincia a rendersi conto della mostruosità del proprio gesto? Non oso immaginarlo: anzi, per quanto mi sforzi, non ci riesco.

    Quando poi sono i bambini a subire queste (più o meno) lucide aberrazioni… mi blocco. Non riesco ad procedere e devo necessariamente lasciare il pensiero là dov’è arrivato: nel vuoto della non conoscenza.

    23 Gennaio, 2013 - 17:46

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