Suora e prostituta sotto lo stesso ombrello

«Venne da noi una prostituta africana e ci chiese aiuto. Io ero di turno al Centro Caritas di Torino. Era il 2 novembre 1993 e dovevo andare a Messa. Le ho detto ‘torna domani perché ora devo andare a pregare’. Mi ha risposto: ‘posso venire con te?’ Pioveva e siamo andate verso la chiesa camminando sotto lo stesso ombrello e tutti si voltavano a guardare perché non avevano mai visto una suora e una prostituta che entrano insieme in una chiesa. Si mise all’ultimo banco e io andai più avanti e mi accorsi che tutto si stava svolgendo come in una parabola del Vangelo»: suor Eugenia Bonetti [la missionaria della Consolata che ha parlato a Roma alla manifestazione “Se non ora quando” del 13 febbraio] racconta così l’inizio del suo impegno contro la tratta delle schiave, rispondendo il 3 marzo a Cuneo a don Aldo Benevelli che gli consegna il premio della Università della Pace “Giorgio La Pira”. Le dedico un bicchiere di Vino Nuovo e nel primo commento riporto la motivazione del premio che le hanno dato giovedì scorso, dopo la mia conferenza su La Chiesa strapazzata dai mass media.

35 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Motivazione del premio a Eugenia Bonetti:
    “Il riconoscimento annuale della Università della Pace ‘Giorgio La Pira’ viene consegnato oggi giovedì 3 marzo a Suor Eugenia Bonetti missionaria della Consolata che è insorta contro il dilagare delle nefaste operazioni della mafia afro-albanese-italiana, promuovendo un drappello di religiose volontarie per l’avvicinamento, la liberazione e la redenzione delle ‘ragazze di strada’. Con i carismi, l’audacia e la determinazione di Giovanna d’Arco ha avviato la riabilitazione di creature di Dio ridotte a oggetti rapiti o comprati, venduti, calpestati, mutilati. La storia della restituzione della donna profanata alla dignità umana si arricchisce ormai di pagine eroiche e commoventi di mille rinascite”.

    7 Marzo, 2011 - 22:26
  2. antonella lignani

    Molto bello, adatto per “Cerco fatti di Vangelo”.

    7 Marzo, 2011 - 22:49
  3. Mi lascia perplessa una cosa:
    una suora che risponde “torna domani perchè ora devo andare a pregare” ?
    Delle due l’una, o sono io che ho perso qualcosa e non capisco più nulla o è la suora che non aveva ancora compreso che aiutare il prossimo è come pregare.
    Bellissimo il suo impegno a favore delle donne sfruttate e calpestate. Un po’ meno mi è piaciuto il suo intervento del 13 Febbraio ( ma è solo la mia opinione).
    Un grande plauso, comunque, al coraggio e alla forza di questa donna/suora e per aver saputo coinvolgere anche altri in questa sua iniziativa.

    8 Marzo, 2011 - 5:01
  4. marta09

    Anche a me quella risposta ha lasciato perplessa, ma non è forse quello che facciamo tutti, magari all’incontrario (nel senso che diciamo al Signore “torna domani ora ho da fare”)?

    Credo comunque che anche Suor Eugenia abbia vissuto male quel suo rispondere e lo dimostra il fatto che lo ha reso pubblico, ma da quell’errore è nato qualcosa di molto buono, è nato un tesoro.

    8 Marzo, 2011 - 6:27
  5. Luigi Accattoli

    Principessa e Marta09. Ecco altre parole dette da suor Eugenia. “Ero anche preoccupata perché non volevo arrivare in ritardo a Messa: in quel momento, la Messa era più importante per me che occuparmi dei problemi di Maria! (…) Ho passato una notte insonne (…). Dentro mi risuonavano queste frasi: Eugenia, “Dove è tua sorella?” (Gn 4:9). “Dove è Maria?” “Dove sono questa notte tutte le ‘Marie’ della strada?”. Sentivo che il Signore, che mi aveva precedentemente chiamata ed inviata in Africa, ora mi chiamava ad essere uno strumento della sua misericordia e del suo amore per altre donne africane, sfruttate ed emarginate e non più in Africa, bensì nel mio Paese. Lui mi additava una nuova frontiera, per me sconosciuta“. Qui una sua narrazione completa con i recapiti per prendere contatto.

    8 Marzo, 2011 - 8:53
  6. Gioab

    Molto intelligente
    il commento di principessa. Tutto da condividere.
    Molto scaltro il
    commento di Marta09. Tutto atto a giustificare  e coprire.

    Cosa c’entra chi dice al Signore “torna
    domani che oggi ho da fare” con la monaca ? La monaca
    è persona che si è dedicata al servizio del
    Signore, quello che dice “ho da fare” non si è dedicato al
    Signore ma a fare gli affari suoi.

    8 Marzo, 2011 - 8:59
  7. Luigi Accattoli

    Ho cenato a Cuneo la sera di giovedì scorso con suor Eugenia e don Aldo Benevelli. Eugenia cammina con il bastone ma è un vulcano nella conversazione come nella vita. Don Aldo di anni ne ha 87 e vulcano lo è due vollte. Andando al ristorante mi descriveva l’avvio della resistenza a Cuneo, con il discorso di Duccio Galimberti: “In questa piazza, da quel balcone e io ero qua in mezzo a gridare e a battere le mani”. Allora il mio caro Aldo aveva vent’anni.

    8 Marzo, 2011 - 9:06
  8. Clodine

    Si! Penso anch’io che quel “segreto” imbarazzo di camminare affianco alla prostituta e di sbarazzarsene alla prima occasione – la lasciò all’ultimo banco- sia rimasto nella coscienza di suor Eugenia come una crosta di lebbra che solo un coraggioso “esame di cosciesa”, un affondo impietoso della propria miseria abbia avuto la forza di “rompere”. Ci sono momenti nel cammino di ciascuno in cui, all’improvviso,il Signore ti mette davanti la prova. A volte si risponde prontamente altre, invece, ci sfugge di mano.. ma…quel “non aver fatto”…ti corrode l’esistenza, ti scuote, ti interroga incessantemente!
    Anche a me accadde, moltissimi anni fa, un episodio analogo. Era un primo pomeriiggio d’inverno, stanchissima, mi era appena appisolata accanto a mia figlia la quale era stata male durante la notte e non chiudevo occhio da ore.
    Sentii picchiare la porta di casa: un battito leggero appena percettibile, che si fece un tantino pìù robusto a causa del mio indugiare per aprire..
    Disturbata e urtata come un gatto matto aprii di scatto e vidi, dinnanzi a me, un uomo malandatissimo, credo fosse un barbone, con la mano tesa in richiesta d’aiuto.
    Gli dissi duramente che non avevo niente da dargli e richiusi! Mi sentii una merda nel giro di un minuto: corsi al balcone per richiamarlo, non poteva essere andato lontano perchè la cosa fu rapida…attesi…nessuno usci dal portone. Allora ridiscesi di corsa le scale -forse-mi dissi- è rimasto di sotto senza uscire. Ma non lo trovai, né udii sbattere il portone…dileguossi come ectoplasma! La faccia di quell’uomo timido, impaurito, ce l’ho ancora negli occhi. Quell’evento mi segnò la vita
    Mi sono sempre chiesta se non fosse un Angelo, chissà! Di fatto il Signore mi aveva messo alla prova e avevo riosposto picche!
    Da quel momento giurai a me stessa che mai più avrei voltato lo sguardo davanti al povero, e che avrei dato a chiunque mi avesse chiesto, senza distinzioni, incondizionatamente…Poco, ma do a chiunque mi chiede, sempre!

    8 Marzo, 2011 - 9:07
  9. Clodine

    Ho conosciuto suor Eugenia: fantastica!

    8 Marzo, 2011 - 9:11
  10. nico

    “Noi riusciamo a comprendere in parte il misterioso amore di Dio dalle tonalità delicate e varie di quella creatura, Maria, davanti alla quale si inchinò l’angelo dell’annunciazione” (E. Balducci).

    Buon 8 marzo a tutte e tutti

    8 Marzo, 2011 - 9:15
  11. Luigi Accattoli

    Qui qualche notizia su don Aldo. Qui il mio amico Igor Man parla caldamente del mio amico Aldo Benevelli.

    8 Marzo, 2011 - 9:21
  12. marta09

    E’ incredibile come degli 87enni siano così giovani e vulcanici.
    La stessa esperienza l’ho vissuta con Mons.Ersilio Tonini.

    @Clodine,
    credo che esperienze come la tua siano comuni a molti (io ad esempio), solo che non tutti, poi, si sentono delle “m..armellate”, qualcuno prende la mancanza per diritto, qualcuno d’altro per prudenza, altri per autodifesa … Insomma una schiera di autoscuse pur di non sentirsi come ti sei sentita tu.
    Questi “inconvenienti”, però, avvengono non solo con i poveri, i barboni o gente “malmessa”, avvengono molto di più con quelli antipatici, pedanti, boriosi, lamentosi ecc. ecc. … oppure con quelli che hanno il cuore gonfio di sofferenza che – grazie a Dio – non la smettono più di parlarne … Con questi ultimi chi lo sa come rapportarsi davanti all’alternativa della Messa?

    8 Marzo, 2011 - 9:31
  13. Leopoldo

    Avevo un amico, per fortuna ce l’ho ancora. Dunque, un sabato sera era a fare la spesa con sua moglie, lei era entrata in un negozio e lui l’aspettava fuori, in un piccolo slargo con un’alta croce di ferro nel mezzo. Steso su di una panchina c’era un uomo che perdeva sangue, poiché era caduto. L’amico si avvicinò all’uomo e si accorse che aveva bevuto, si teneva a stento in piedi e lì vicino c’era la strada, con le macchine che passavano. L’amico si disse che non aveva tempo da perdere con quell’ubriaco e gli portò una bottiglia d’acqua con qualche fazzoletto, perché si asciugasse il sangue e si riprendesse. L’ubriaco non bevve, invece versò alcuni bicchieri d’acqua alla base della croce, come se volesse dissetare chi immaginava ci fosse inchiodato sopra. L’amico gli chiese dove abitasse, era combattuto, gli seccava farsi carico di quell’uomo insudiciato ma si preoccupava: era buio, c’erano le macchine. Allora lo prese a braccetto, lo fece sedere in macchina, lo portò a casa, parlò con lui, lo salutò dandogli la mano, e non andò via finché non lo vide chiudere la porta, al sicuro. Quando guardo quei filmati che registrano l’indifferenza dei passanti davanti al dolore di chi sta male e non riesce neppure a muoversi, penso che ci sono anche persone come questo mio amico, che con un gesto facile e difficile al tempo stesso mantengono accesa una lucina di speranza e non lasciano che il mondo cada nelle tenebre.

    8 Marzo, 2011 - 9:47
  14. FABRICIANUS

    8 Marzo:
    Auguri a tutte le donne del blog.

    F.

    8 Marzo, 2011 - 11:10
  15. Gioab

    @ nico

    Ti prego di scusare se mi permetto di essere “pignolo”, non è per scortesia ma perché l’argomento riveste una certa importanza, dato che è troppo facile essere tratti in inganno sottovalutando, non perché lo dico io ma perché è scritto così:

    Tu hai scritto: “ Maria davanti alla quale [si inchinò] l’angelo dell’annunciazione”.
    L’Annunciazione è narrata in ( Luca. 1.38; ) e non dice che ci fù l’inchino né all’arrivo né alla partenza. Dice solo “ l’angelo la lasciò.”

    La storia dell’inchinò è fuorviante perché è un aggiunta che non esiste sul testo e perché “inchinarsi” è cosa molto criticabile dal punto di vista scritturale e occorre prestare attenzione dato che “Satana stesso continua a trasformarsi in angelo di luce. Perciò non è nulla di grande se anche i suoi ministri continuano a trasformarsi in ministri di giustizia. Ma la loro fine sarà secondo le loro opere.” (2Corinti 11.14)

    Ti faccio degli esempi per capire meglio:

    (Ester 3.5) : -“ Ora Aman vedeva che Mardocheo non si inchinava e non si prostrava davanti a lui, e Aman fu pieno di furore.” (Perché Mardocheo non lo faceva ? )

    (Atti 10.25) : -“ Come Pietro entrò, Cornelio gli andò incontro, cadde ai suoi piedi e gli rese omaggio. 26 Ma Pietro lo fece levare, dicendo: “Alzati; anch’io sono un uomo”” (che anch’io son uomo sott’intende che non ci si deve inchinare dinnanzi agli uomini)

    (Rivelazione 19.10) : -“ Allora caddi davanti ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi dice: “Sta attento! Non farlo! Io sono solo un compagno di schiavitù tuo e dei tuoi fratelli che hanno il compito di rendere testimonianza a Gesù. Adora Dio; poiché il rendere testimonianza a Gesù è ciò che ispira la profezia”. (Il suggerimento dell’angelo è quello di rendere testimonianza a Gesù ma l’adorazione è verso Dio)

    L’insegnamento è che solo dinnanzi a Dio ci si inchina, di fronte ad altri significherebbe distogliere l’adorazione che spetta al solo Dio per destinarla a qualcun altro. Non è cosa da poco.

    Però puoi fare come ti sembra meglio, questo è il Libro !
    Saluti

    8 Marzo, 2011 - 12:00
  16. Marilisa

    Ecco,ci sono delle circostanze in cui secondo me aiutare gli altri deve avere la precedenza su qualsiasi preghiera perché l’aiuto è già di per sé stesso un pregare,come ha già rilevato Principessa.
    Ma non resto sconcertata dall’atteggiamento di suor Eugenia perché immagino che,essendo stata educata alla partecipazione alla S.Messa come ad un dovere imprescindibile,d’impulso sia stata portata a differire di un giorno quell’aiuto che le veniva chiesto.E forse in lei c’era,magari inconsciamente(ma forse sbaglio),anche un certo disappunto,un qualche disagio,nei confronti della donna che era una prostituta;disagio poi in tutta evidenza superato di fronte a tutti.Però mi chiedo(e se avessi potuto glielo avrei chiesto):perché suor Eugenia,una volta in Chiesa, non fece venire accanto a sé la donna, lasciandola,invece, all’ultimo banco?Questo fatto mi ha colpito subito e,devo dirlo,abbastanza negativamente.
    L’atteggiamento di suor Eugenia è in fondo quello di molti di noi,spesso indecisi in una scelta fra due possibilità,specialmente se fra esse c’è un dovere che da sempre ci è stato detto di rispettare.
    La suora ha trovato il modo di conciliare le due esigenze.
    Io,sinceramente,se non ci fosse stata altra possibilità,avrei optato per l’aiuto alla donna nel convincimento che il Signore avrebbe approvato.In un essere umano che chiede aiuto c’è Gesù stesso; è Lui che ce l’ha detto.
    È solo il mio pensiero e non ho la pretesa che sia condiviso: non si deve essere troppo legati alle prescrizioni religiose di fronte a fatti concreti che chiamano in causa i rapporti umani di solidarietà.

    8 Marzo, 2011 - 12:04
  17. Oggi è la giornata in cui siamo chiamati a fare memoria, a “vedere” la presenza della donna.

    Senza le suffragette, senza i collettivi femministi degli anni ’70, senza l’8 marzo,
    la donna sarebbe ancora senza elementari diritti, senza voto.

    Nella storia è sempre ribellandosi,
    scendendo nelle piazze,
    manifestare la propria esistenza in vita,
    ha ottenuto di aver riconosciuti i diritti umani.

    Fino a non molti anni fa,
    faceva parte delle italiche tradizioni
    rapire una donna per costringerla al matrimonio,
    uccidere una donna in caso di un rapporto extra-matrimoniale,
    non dare lavoro alla donna perchè il suo posto è dentro la casa dipendendo esclusivamente da un uomo.

    Cribbio!
    E non è finita.
    Ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che attendono ancora il riconoscimento di elementari diritti.

    Il diritto a vivere,
    il diritto a lasciarsi morire,
    il diritto a vivere l’affettività tra persone adulte,
    il diritto ad avere tutta l’assistenza sanitaria quando si vuole vivere,
    il diritto ad avere assicurata tutta l’assistenza quando si è vecchi e deboli,
    il diritto a fare figli dentro o fuori dal contratto matrimoniale ed essere aiutato da tutta la collettività perchè i figli sono ricchezza per la collettività,
    il diritto a mantenere i figli anche se si è poveri ma ad essere sostenuto,
    ……..
    Le situazioni sono sempre esistite,
    ma occorre uscire fuori da ogni clandestinità,
    dare a Cesare quel che è di Cesare.

    Ricordo con piacere
    che dai collettivi femministi degli anni ’70,
    si è data la stura ai diritti di tutti gli uomini,
    ai diritti di tutte le minoranze.

    Il Genio Femminile
    non è una espressione di cui riempirsi la bocca
    per fare bella figura,
    è una realtà di cui non siamo ancora abbastanza coscienti.

    Riconosceremo veramente
    pienamente la donna e il femminile,
    quando
    accanto all’espressione Dio Padre aggiungeremo stabilmente “e Madre”,
    perchè no?
    Corregendo anche i Vangeli.

    8 Marzo, 2011 - 12:56
  18. Gioab

    @ Marilisa

    Ci sono due cose che mi colpiscono nel tuo ragionamento molto condivisibile,
    1 c’è un dovere che da sempre ci è stato detto di rispettare.
    2 Io,sinceramente,se non ci fosse stata altra possibilità avrei optato per l’aiuto alla donna.

    Il dovere. Implica una capacità di scelta, di decidere fra due o più possibilità. Per questo è importante la conoscenza, perché è troppo facile sbagliare e il Libro è la guida per NON sbagliare.

    Eva fece una scelta ma non fu quella giusta, quindi è sempre meglio seguire non ciò che ci viene detto, ma ciò di cui ci siamo accertati essere ciò che Dio richiede.
    ( Deuteronomio 30.19) : – “Veramente io prendo oggi a testimoni contro di voi i cieli e la terra, che ti ho messo davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; e devi scegliere la vita per continuare a vivere, tu e la tua progenie, 20 amando Geova tuo Dio, ascoltando la sua voce e tenendoti stretto a lui;

    Tu avresti optato per l’aiuto – e avresti fatto bene perché il principio guida è : “Se, dunque, porti il tuo dono all’altare e lì ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, e va via; prima fa pace col tuo fratello, e poi, una volta tornato, offri il tuo dono.” ( Matteo 5.23)

    Era prioritario l’aiuto al dono, Dio non ha fretta e ti dice “come puoi amare Dio che non vedi se non ami il tuo fratello che vedi ? “ Era prioritario l’aiuto.

    E’ vero che Dio va sempre messo al primo posto, ma proprio facendo ciò che è giusto lo si mette al primo posto. Non è trascurando le sue direttive per sbrigare qualche formalismo che si onora Dio.

    8 Marzo, 2011 - 13:01
  19. Mamma d’o’Carmine!!!
    U’anema bella!!!

    8 Marzo, 2011 - 13:11
  20. Marilisa

    Grazie pe l’attenzione,Gioab,ma ad essere sincera e senza volerti scoraggiare, la tua citazione “Se, dunque, porti il tuo dono all’altare e lì ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, e va via; prima fa pace col tuo fratello, e poi, una volta tornato, offri il tuo dono.” ( Matteo 5.23) non mi sembra,in questo caso,molto pertinente.
    Comunque mi fa piacere sapere che anche tu ritieni prioritario l’aiuto ai fratelli in difficoltà.Almeno su qualcosa andiamo d’accordo,finalmente!
    Un saluto.

    8 Marzo, 2011 - 13:22
  21. Gioab

    @ Marilisa

    Hai ragione nel dire che c’è una differenza di situazioni, ma il principio implicato in quella scelta è lo stesso !

    Se ci rifletti, andare a far pace col “nemico” e aiutare l’amico in difficoltà sono azioni che rivestono la stessa importanza agli occhi di Dio.

    In tutti e due i casi sono implicati il “dare” dare pace e dare aiuto, quindi togliere dal tuo, rinunciare a un tuo diritto una tua convenienza.

    Andare a messa in fondo salva solo te per aver fatto un’azione positiva verso Dio, ma in questo caso operi verso te, per te a tuo vantaggio, ottieni una condizione approvata dinnanzi a Dio per te stessa. –

    Nell’altro caso ottieni ugualmente una condizione approvata dinanzi a Dio per te stessa, ma lo fai aiutando un altro, quindi è due volte meritoria per questo preferita. 2 piccioni con una fava, vale 2 a 1

    8 Marzo, 2011 - 13:32
  22. Gioab

    @ Matteo

    Matteo dice : “accanto all’espressione Dio Padre aggiungeremo stabilmente “e Madre”,
    perchè no? Corregendo anche i Vangeli.”

    Ma tu sei cattolico ? o altro ?

    “Io rendo testimonianza a chiunque ode le parole della profezia di questo rotolo: Se qualcuno fa un’aggiunta a queste cose, Dio gli aggiungerà le piaghe che sono scritte in questo rotolo; 19 e se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del rotolo di questa profezia, Dio toglierà la sua parte dagli alberi della vita e dalla città santa, cose che sono scritte in questo rotolo.” ( Rivelazione 22.18-19)

    Non l’avevi mai letto vero ? confessa !

    8 Marzo, 2011 - 13:38
  23. Gioab,
    già ho verificato che a te non interessa il dialogo.

    Rivolgiti a Luigi.

    8 Marzo, 2011 - 14:24
  24. Gioab

    @ Matteo,
    ti schiedo scusa, non avevo capito. Vuoi tu perdonare un povero peccatore ?
    Dai, proponi l’argomento ! ti ascolto ! sono pronto !

    8 Marzo, 2011 - 14:43
  25. Luigi Accattoli

    Matteo: “Oggi è la giornata in cui siamo chiamati a “vedere” la presenza della donna“. A vedere la donna quando la guardiamo.

    8 Marzo, 2011 - 18:29
  26. Gioab

    @ Luigi Accattoli
    Attento Luigi “a guardare le donne”, alla tua età ancora guardi ? Attentooo !

    8 Marzo, 2011 - 21:53
  27. fiorenza

    “Suora e prostituta sotto lo stesso ombrello”: mi piace questa immagine. La vedo come una metafora della chiesa in cammino. Come un vivo ritratto, anche, dell’anima.
    Attenzione, però: nel mio intendimento, l’espressione “suora e prostituta” non indica una “coincidentia oppositorum” ma la misteriosa- mistica coppia in cui avviene il prodigio della figura intatta, luminosa, che trascina verso la luce con sé la figura oscurata, “sfigurata”, “deformata” (prostituita), cioè bisognosa di redenzione, e la “trasforma”.

    9 Marzo, 2011 - 11:27
  28. fiorenza

    “Non prostitute ma prostituite”.
    “Schiave. Trafficate, vendute, prostituite, usate. Donne”: è il titolo del libro scritto dalla nostra suor Eugenia Bonetti insieme con la giornalista di “Mondo e Missione” Anna Pozzi.
    http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=2917

    9 Marzo, 2011 - 11:35
  29. fiorenza

    Ieri, festa della donna, il libro “Schiave” è stato oggetto di riflessione in un incontro della “Associazione Rindertimi” . “Rindermiti” è una parola albanese che significa ” riedificazione” e l’Associazione è uno dei frutti del lavoro meraviglioso di Don Antonio Sciarra che è stato per tanti anni missionario in Abania: lavoro che è stato, anche questo,e in tutti i suoi aspetti, un ininterrotto “fatto di Vangelo”.
    http://www.marsicanews.it/index.jsp?inizio=1&id=241&dettaglio=13543

    9 Marzo, 2011 - 11:52
  30. Luigi Accattoli

    Suora e prostituta = casta meretrix.

    9 Marzo, 2011 - 13:15
  31. Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto.
    Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.
    “Vieni, ragazza” disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la porto’ oltre le pozzanghere.
    Ekido non disse nulla finchè quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non potè più trattenersi. “Noi monaci non avviciniamo le donne” disse a Tanzan “e meno che meno quelle giovani e carine. E’ pericoloso. Perché l’hai fatto?”.
    “Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù” disse Tanzan. “Tu la stai ancora portando con te?”

    9 Marzo, 2011 - 14:04
  32. Gioab

    Prostituite ? Il verbo è”riflessivo” non si può prostituire un altro. Lo può fare solo da sè. E’ riflessivo !

    9 Marzo, 2011 - 15:04
  33. fiorenza

    “Casta meretrix”:
    “approposito” (direbbe chi so io), a che punto è, Luigi. la tua caccia agli ossimori?

    9 Marzo, 2011 - 19:13
  34. fiorenza

    “Casta meretrix”: che non vuol dire certo “santa e peccatrice”, come tanti affermano.
    Sant’ Ambrogio sapeva quello che diceva.

    9 Marzo, 2011 - 19:16

Lascia un commento