Tira su il profeta Geremia dalla cisterna

Si leggeva nella messa di ieri, prima lettura, questo brano di Geremia 38: Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: “O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città”. Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: “Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia”. Da quando ho ascoltato la lettura, vado ripetendo le parole del re “tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia” come invocazione per gli egiziani e i siriani e gli altri che sono nel sangue, tra essi il padre Dall’Oglio e gli altri cristiani che hanno visto assaltate le chiese e le loro vite.

25 Comments

  1. discepolo

    Purtroppo il presidente Obama non e’ come Ebed- Melek l’Etiope e lascera tranquillamente Geremia crepare nella cisterna

    19 Agosto, 2013 - 13:06
  2. Luigi non ha riportato tutto il pezzo della prima lettura di domenica scorsa: solo i versetti 9-10, quando invece il passo proposto era per l’esattezza Ger 38,4-6.8-10. Dove si legge che lo stesso re, “sentiti i capi” asseconda la loro decisione di mettere a morte Geremia, ma lo fa giustificandosi (forse a ragione?) che “il re infatti non ha poteri contro di voi”. Sembra quasi una annotazione per prendere le distanze dal gesto. Poi, successivamente, accoglie invece la richiesta dell’Eunuco. Chissà… forse al re competeva solo una sorta di “potere di grazia”? O forse il contesto significa altro…

    19 Agosto, 2013 - 14:09
  3. FABRICIANUS

    Purtroppo non ho tempo in questo periodo di dedicarmi ad approfondire le drammatiche vicende di Egitto e Siria (perchè il lavoro, fino a quando ci sarà, mi sta occupando abbastanza).

    Buttando solo l’orecchio ai Tg, devo dire che (per colpa mia), non ci sto capendo nulla.

    Ciao a tutti.

    19 Agosto, 2013 - 18:46
  4. Sara1

    Per quello che ho capito io, da una parte abbiamo i fratelli mussulmani che avevano vinto democraticamente le elezioni ma avevano dimostrato scarsa simpatia per la democrazia, dall’altra l’esercito che difende la democrazia con i carri armati.

    19 Agosto, 2013 - 19:10
  5. claudia74

    Da quello che ho capito io i Fratelli Musulmani hanno si vinto le elezioni, ma in realtà non hanno una vera maggioranza. Il 51% lo hanno preso al ballottaggio e la maggior parte degli Egiziani non si era recato a votare. Alla fine credo rappresentino circa il 30%. dell’elettorato senza contare gli astenuti. Ho visto che hanno depredato un museo distruggendo mummie e sarcofaghi……storia di 4000 anni ridotta in macerie

    19 Agosto, 2013 - 20:48
  6. luca73

    Grazie a Luigi per aver sollevato il problema della spaventosa situazione della minoranza cristiana in Egitto!

    E’ evidente che non ci sia futuro per le minoranze sotto un regime islamico. Per questo le autorità cristiane (copte, ortodosse, cattoliche) hanno ringraziato i militari per aver esautorato i Fratelli Musulmani.
    E’ anche in corso l’esodo dei cristiani dall’Egitto. Nel 2010, prima della cacciata di Hosni Mubarak, protettore dei copti, in 531 lasciarono il paese alla volta degli Stati Uniti. Nel 2012 sono stati 2,882.
    Il presidente deposto Mohammed Morsi aveva dichiarato guerra ai cristiani, consentendo la costruzione di una sola chiesa. Mubarak nel solo 2010 ne aveva consentite sedici.
    E se i negozi dei cristiani sono marchiati con una “X”, la settimana scorsa un sacerdote copto è stato ucciso dai terroristi islamici. Accadde già nell’Algeria salvata, anche allora, dai militari, quando i monaci venivano sgozzati dai terroristi.
    Adesso è il martirio dei copti con lo zucchetto in testa, la barba folta, la croce bluastra tatuata sul polso. Il futuro che i fondamentalisti islamici hanno in serbo per i cristiani ha due alternative: lasciare l’Egitto con le proprie gambe o dentro una bara. Loro resistono, almeno per ora, perché sanno di appartenere all’Egitto anche più dei musulmani. La parola greca “aigyptos”, all’origine dell’arabo “qubt”, da cui copto, testimonia la discendenza diretta di questi cristiani dagli antichi Egizi.
    Così come nell’Europa nazista gli ebrei furono il canarino nella miniera, oggi nel mondo arabo-islamico si può giudicare il livello di barbarie totalitaria da come si trattano i cristiani. Il volto di questi cristiani uccisi entra dentro le notizie riferite in modo vago e in breve sulla stampa italiana e internazionale e in notizie sempre più inquinate dalla faciloneria giornalistica.
    Niente fotografie, soprattutto, niente immagini, perché il secolarismo irenico accetta l’annullamento nichilista delle proprie radici anche nascondendone le immagini; il martirio, cioè, non fa notizia, il martirio non può essere rappresentato.
    E certamente il martirio cristiano, quel martirio che si affronta per fede, non perché si cerchi la morte, e ancor meno perché si cerchi la morte degli altri, è tra le radici della nostra storia e della nostra cultura.

    Uno degli episodi più drammatici si è consumato lo scorso 14 agosto nella scuola gestita dalle suore francescane di Bani Suef (Alto Egitto), dove centinaia di estremisti hanno assaltato i locali, stuprato due insegnanti e costretto tre suore a sfilare come prigioniere davanti a una folla di islamisti. Ieri suor Manal, preside dell’istituto, ha rilasciato una intervista di oltre un’ora all’Associated Press (AP) nella quale descrive in modo dettagliato la brutalità degli islamisti. La suora racconta anche di come lei e le sue consorelle, Abeer e Demiana, si siano salvate solo grazie all’intervento di una giovane donna musulmana, ex insegnante dell’istituto, che con il marito ha convinto i Fratelli Musulmani a rilasciare le tre religiose. Al termine dell’intervista suor Manal denuncia il comportamento delle polizia, che non si è presentata nonostante numerose chiamate di aiuto. (questo è un brano di un articolo che può trovarsi su http://www.asianews.it).

    Da che parte stiamo, allora? Con Geremia, vero?

    20 Agosto, 2013 - 9:11
  7. Luigi Franti

    Che cosa possiamo fare per i cristiani perseguitati? Preciso meglio la domanda (che è reale): come possiamo agire per fare in modo che la sollecitudine per i cristiani perseguitati diventi una priorità per le nostre chiese?
    Per esempio: non potrebbe ciascuno di noi scrivere al proprio vescovo chiedendogli che in tutte le messe che si celebrano in diocesi nella preghiera dei fedeli sia sempre presente un’intenzione esplicitamente e specificamente dedicata ai cristiani che soffrono a causa della loro fede? E che le iniziative di carità che le parrocchie, le varie comunità e associazioni organizzeranno nel prossimo “anno pastorale” (così lo chiamano) tengano sempre presente questo fine?

    L’indifferenza attuale è scandalosa, perché non dice semplicemente che siamo cattivi ed egoisti (questo non sarebbe niente). Dice che non crediamo affatto che la chiesa sia il corpo di Cristo (e questo, invece, è tutto).

    20 Agosto, 2013 - 11:10
  8. Sara1

    Riprendo dall’intervista di Popoli: “Il fatto poi che i movimenti islamici radicali non colpiscano solo i cristiani, ma anche molti musulmani aliena a questi gruppi le simpatie popolari. Com’è successo in Algeria quando il Gia (Gruppo armato islamico) ha iniziato ad ammazzare i contadini nelle campagne.”

    Sinceramente se uccidono un cristiano o un contadino musulmano fa differenza per noi?
    Personalmente ritengo di no, un uomo è sempre un uomo, non credo che farne una questione di cristiani contro musulmani sia corretto, meglio parlare di contrasto al fanatismo (anche a quello cattolico che vorrebbe soffiare sul fuoco dello scontro).

    20 Agosto, 2013 - 12:55
  9. Sara1

    http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/egitto-egypt-egipto-27232/

    “Riconoscenza è poi espressa “verso quei nobili cittadini musulmani che sono rimasti al nostro fianco, facendo tutto quello che potevano per difendere le nostre chiese e le nostre istituzioni”.

    “Facciamo appello alla coscienza del mondo e a tutti i responsabili delle nazioni – conclude il comunicato della Chiesa cattolica egiziana -: li esortiamo a comprendere davvero e a credere che quella in corso oggi in Egitto non è una lotta politica tra fazioni rivali, ma una lotta di tutti gli egiziani contro il terrorismo. Presentiamo le nostre condoglianze a tutte le famiglie e ai congiunti delle vittime e domandiamo al Signore la guarigione di tutti i feriti. Viva l’Egitto libero”.”

    20 Agosto, 2013 - 12:58
  10. luca73

    Sono pienamente d’accordo con il Sig. Luigi Franti!
    Cerchiamo almeno di non essere complici di queste carneficine e preghiamo per le sorelle e i fratelli che soffrono a motivo della Fede in Gesù!

    20 Agosto, 2013 - 13:35
  11. nicoletta z.

    Io mi associo a Sara e la ringrazio.

    20 Agosto, 2013 - 14:45
  12. Luigi Franti

    Sara1 chiede retoricamente: «Sinceramente se uccidono un cristiano o un contadino musulmano fa differenza per noi?»
    Dato il modo in cui pone la domanda è ovvio che per lei non fa nessuna differenza. Ma la tragedia è appunto il modo in cui pone la domanda.
    Non se ne accorge? Lei scrive «se uccidono un cristiano» e non percepisce l’orrore di questa frase, la “banalità del male” insita in questa espressione (che tutti, beninteso, useremmo, non voglio tirare la croce addosso a lei, poveretta).

    Dovrebbe chiedersi: «Sinceramente se uccidono mio figlio x, o mia sorella y o un contadino musulmano (o indù o buddista o vattelapesca) fa differenza per me?». Oppure, se preferisce, potrebbe chiedersi: «Sinceramente se staccano un braccio o tolgono un occhio a me o ad un tale che sta dall’altra parte del mondo fa differenza per me?».

    Il punto è che la nozione di “corpo di Cristo”, come tante altre, è un permododidire. Sta nel catechismo, come tanta altra roba, ma mica ci crediamo davvero.

    20 Agosto, 2013 - 15:33
  13. Sara1

    «Sinceramente se staccano un braccio o tolgono un occhio a me o ad un tale che sta dall’altra parte del mondo fa differenza per me?» Dal punto di vista etico direi di no, dal punto di vista egoistico magari si.

    20 Agosto, 2013 - 15:50
  14. Marilisa

    “E’ evidente che non ci sia futuro per le minoranze sotto un regime islamico.”

    Ma Luca73 sa che in quei Paesi ci sono guerre anche nell’ambito della stessa religione musulmana ?
    Anche fra di loro, come fra i cristiani, esistono confessioni diverse e divergenti. Figurarsi quanto possono essere tolleranti verso i cristiani.
    E che fare allora? Certo non comportarsi alla stessa maniera.
    Preghiamo e speriamo, questo sì.

    20 Agosto, 2013 - 21:15
  15. luca73

    Scusa, Marilisa, non capisco sinceramente la relazione fra le guerre fra i (diversi) sostenitori di maometto da una parte e la persecuzione dei cristiani dall’altra.
    Cioè cosa significa? Non mi pare possa essere un modo di comprendere (o peggio scusare) la loro barbarie; come si può giustificare la distruzione di 58 chiese, scuole, istituzioni, case e negozi di cristiani (la lista completa è su http://www.asianews.it). Scusa, ma non ti seguo.
    Amica mia, cerchiamo tutti di pregare (e far pregare) per la salvezza dei fratelli cristiani e degli stessi mussulmani.
    Ma non cadiamo nelle facilonerie dei benpensanti imbevuti di relativismo ed indifferentismo religioso.
    Ciao!

    21 Agosto, 2013 - 8:15
  16. Marilisa

    Luca73, io non giustifico niente e non mi pare che non sia stata chiara in proposito.
    Lasciamo perdere, per favore, il relativismo e l’indifferentismo religioso sempre in bocca a chi crede di essere un vero cattolico fervente e zelante.Sempre pronto a giudicare gli altri.
    Dico semplicemente che tra musulmani che non si tollerano per questioni religiose non ci si può aspettare che i cristiani vengano accolti a braccia aperte. Non mi pare così difficile da capire.
    Tu, tanto per intenderci, provi la stessa indignazione per quei cristiani che perseguitano e uccidono altri cristiani( vedi G.B. e Irlanda del nord, per es.)? Non ho mai visto questo atteggiamento da parte tua.
    Tu ed altri vi scagliate sempre e solo contro i musulmani. Il che mi sa tanto di razzismo. Pensaci un po’.
    È un nuovo martirio. Prendila così, se ti pare.
    Posto che non è lecito indire nuove crociate, a noi non resta altro che pregare( l’ho già detto, Luca73) per tutti i cristiani vittime dell’odio altrui, e per tutti quelli che in una determinata parte del mondo vengono uccisi dal delirio omicida, mascherato con varie motivazioni, di quelli che credono di risolvere ogni problema togliendo di mezzo gli avversari, di qualunque colore o a qualunque religione appartengano.
    Dovremmo ricordarci, caro Luca, che Gesù Cristo non è venuto sulla Terra solo per noi che ci diciamo cristiani. Il suo messaggio era (è) rivolto a tutti gli uomini.
    Sono stata chiara adesso?
    Ciao!

    21 Agosto, 2013 - 10:48
  17. luca73

    Cara Marilisa,
    non odiarmi, ma vorrei semplicemente fare un pò di chiarezza.

    Tu dici: “tra musulmani che non si tollerano per questioni religiose non ci si può aspettare che i cristiani vengano accolti a braccia aperte. Non mi pare così difficile da capire.”
    Ma che significa? Che i mussulmani non possono (o non debbono!) tollerare i cristiani? [che tra l’altro sono in Egitto da molto prima di maometto!]
    Forse presupponi che i cristiani non possano essere “visti” bene perchè predicano l’Amore ed il Logos, che è sconosciuto ai mussulmani?

    Poi, mi chiedi:”Tu, tanto per intenderci, provi la stessa indignazione per quei cristiani che perseguitano e uccidono altri cristiani( vedi G.B. e Irlanda del nord, per es.)? Non ho mai visto questo atteggiamento da parte tua.
    Tu ed altri vi scagliate sempre e solo contro i musulmani. Il che mi sa tanto di razzismo. Pensaci un po’.”
    Sai, io sono molto e dispiaciuto ed indignato per le lotte fra unionisti e repubblicani in Irlanda del Nord, che tu ci creda o meno.
    Mi infastidisce però che tu mi accusi di razzismo, solo perchè non convido il relativismo ed il politicamente corretto.
    Io e altri critichiamo l’islam perchè auspichiamo un suo cambiamento: in un dialogo da intensificare con l’Islam dovremo tener presente il fatto che il mondo musulmano si trova oggi davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo.

    Da una parte, ci si deve contrapporre a una dittatura della ragione positivista che esclude Dio dalla vita pubblica, privando così l’uomo di suoi specifici criteri di misura.
    D’altra parte, è necessario accogliere le vere conquiste dell’illuminismo, i diritti dell’uomo e specialmente la libertà della fede e del suo esercizio.

    Come nella comunità cristiana c’è stata una lunga ricerca circa la giusta posizione della fede di fronte a quelle convinzioni – libertà della fede e del suo esrcizio, esclusione della violenza – così anche il mondo islamico con la propria tradizione sta davanti al grande compito di trovare le soluzioni adatte.

    Il dialogo e la collaborazione fra cristiani e islam va purificato sia da pregiudizi ideologici, sia da vittimismi ed auto-censure, con la consapevolezza che i cristiani saranno solidali con tutti coloro che, proprio in base alla loro convinzione religiosa, s’impegnano contro la violenza e per la sinergia tra fede e ragione, tra religione e libertà.

    Spero di non averti annoiata.
    Ciao!

    21 Agosto, 2013 - 12:25
  18. Marilisa

    Non mi hai annoiata e non ti odio, Luca73.

    Tu chiedi: “Ma che significa? Che i mussulmani non possono (o non debbono!) tollerare i cristiani? [che tra l’altro sono in Egitto da molto prima di maometto!]

    Certo che dovrebbero tollerarli. E infatti non tutti i musulmani devono essere inclusi nello stesso fascio d’erba. O ti risulta che tutti perseguitino e vedano di malocchio i cristiani?
    Caro Luca, ti faccio notare che l’Amore non appartiene solo ai cristiani.
    Se parli di Logos, sì.
    Tuttavia anche il Corano vuole fratellanza e amore fra gli uomini. Siamo noi a credere che l’esclusiva dell’amore ce l’abbia il cristianesimo.
    Invece anche altre religioni hanno i loro fondamenti sull’amore.
    Credi che Dio abbia parlato di Amore solo per mezzo di Gesù? Non è così.
    Dio ha sparso semi d’amore in molte religioni.Per fortuna!
    Con Gesù Cristo noi cristiani crediamo e professiamo che il Padre abbia (ha) detto la Parola compiuta e definitiva.
    Quando poi dici: “Io e altri critichiamo l’islam perchè auspichiamo un suo cambiamento: in un dialogo da intensificare”, io mi sento di dirti in primo luogo che l’augurio non è solo vostro. Stanne certo.
    In secondo luogo bisognerebbe essere realisti e pensare che i cambiamenti avvengono solitamente per gradi,non in virtù di colpi di bacchetta magica, prima di arrivare alle “soluzioni giuste”; e che tutti–anche noi, quindi–devono fare la loro parte. Non si può sperare nei cambiamenti quando si spara a zero, come qui nel blog alcuni fanno ogni qualvolta parlano degli islamici, dando l’impressione di avere preconcetti di carattere razziale.
    Hai visto come ha parlato, a Lampedusa, papa Francesco ai musulmani?
    E alcuni di qui– per es. la solita discepolo, sempre “vera” cristiana– hanno avuto da criticare con una malevolenza detestabile (almeno per me). E tu, se non erro, le hai dato subito subito, in una certa misura, man forte.
    Che impressione credi che suscitino certi pronunciamenti?
    Questi, a mio parere, non sono gli atteggiamenti giusti. Che tu sia d’accordo o no.
    Se è vero che, come tu affermi, “Il dialogo e la collaborazione fra cristiani e islam va purificato sia da pregiudizi ideologici, sia da vittimismi”, ti assicuro che in alcuni casi, al contrario, l’auto-censura va esercitata, ad evitare che si prendano cantonate, o quasi, come quella di papa Ratzinger nel famoso discorso di Ratisbona.

    Ciao!

    21 Agosto, 2013 - 13:28
  19. luca73

    Però, cara Marilisa,…quando parli di “cantonate” di Ratzinger nel famoso discorso di Ratisbona, ovviamente ti riferisci alle spropositate reazioni dei mussulmani?
    Che probabilmente non ci avevano capito niente (magari saranno stati manipolati da iman ignoranti, che anche loro non avevano capito il senso di quel discorso!).
    Gli atti aggressivi con cui uomini e gruppi musulmani reagirono a quel discorso furono la tragica conferma della giustezza della tesi esposta da papa Ratinzger. Secondo cui la violenza associata alla fede è l’inevitabile prodotto del fragile legame tra fede e ragione nella dottrina musulmana e nella stessa comprensione di Dio.

    Faccio notare che all’Angelus di domenica 18 agosto, Papa Francesco ha praticamente citato Papa Benedetto, facendone proprio il pensiero teologico-pastorale, quando ha detto:
    “Il Vangelo non autorizza affatto l’uso della forza per diffondere la fede. È proprio il contrario: la vera forza del cristiano è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza.
    Fede e violenza sono incompatibili”.

    L’autocensura, quando dettata dalla paura, è nemica della Verità!

    Non siamo quì per educolcare il Vangelo, ma per professarLo, anche fino alle estreme conseguenze.

    Ciao cara amica.
    Luca

    21 Agosto, 2013 - 13:58
  20. Marilisa

    “Fede e violenza sono incompatibili”.
    Verissimo!

    “L’autocensura, quando dettata dalla paura, è nemica della Verità!”
    Vero anche questo, Luca73.
    Ma quando dettata dalla cautela, che è altra cosa dalla “paura”, è un modo per avvicinare se stessi e gli altri alla Verità, senza spinte inopportune e controproducenti.

    Un caro saluto, Luca.

    21 Agosto, 2013 - 15:13
  21. lycopodium

    «Il punto è che la nozione di “corpo di Cristo”, come tante altre, è un permododidire. Sta nel catechismo, come tanta altra roba, ma mica ci crediamo davvero.». Vero, siamo ancora alla panna montata.

    21 Agosto, 2013 - 18:52

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