Vedevano la vita crescere dentro una donna

“Si vedevano i piedini, il naso, una mano che toccava la bocca e tutto il villaggio era immobile e a bocca aperta. Vedevano per la prima volta la vita crescere dentro una donna”: parole di Giovanni Dall’Oglio, medico Cuamm volontario in Sud Sudan, riportate da Mario Calabresi nel libro Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa [Mondadori, pp. 118, euro 17.00]. Nei primi commenti l’intero brano e le informazioni utili a intenderlo.

12 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Magia positiva. Passato dall’Uganda al Sud Sudan, Il caro medico Giovanni [qui ne abbiamo già parlato] è sconvolto dalla scarsa considerazione della gente per le donne incinte e tenta varie vie per vincerla, ma presto si rende conto che una tale opera educativa “non si può fare con rabbia e con spirito oppositivo, meglio usare la magia positiva della condivisione e dello stupore”. Ed eccoci alla pagina segnalata nel post, che è la 79a del volume e che riporto al commento seguente.

    1 Aprile, 2015 - 15:33
  2. Luigi Accattoli

    Tutti insieme saltavano. “Non so neanche come mi sia venuto in mente, ma un pomeriggio in cui dovevo visitare e fare l’ecografia alle mamme in attesa, ho preso in prestito la chiesa di un villaggio, ho appeso un lenzuolo al muro e ho collegato l’ecografo a un proiettore che mi ero portato dall’Uganda. Poi abbiamo chiamato a raccolta la comunità e ho cominciato a proiettare davanti agli occhi di tutti le immagini della prima ecografia: si vedevano i piedini, il naso, una mano che toccava la bocca e tutto il villaggio era immobile e a bocca aperta. Vedevano per la prima volta la vita crescere dentro una donna. Poi ho indicato loro le pulsazioni del feto e, grazie alle casse del computer, ho fatto sentire il battito del cuore. Uno dei vecchi saggi seduti in prima fila allora si è alzato e ha cominciato a saltare tenendo il ritmo di quel piccolo cuore. Dopo un attimo l’intero villaggio era in piedi: tutti insieme saltavano, come fanno nelle danze rituali, tutti insieme seguivano il tempo che gli dettava quel bambino che doveva ancora nascere. Mi sono commosso per la gioia, quel bambino era diventato di tutti”.

    1 Aprile, 2015 - 15:33
  3. Luigi Accattoli

    Storie di ragazzi. Il volume di Calabresi ha per sottotitolo: Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi. E’ una lettura che vado suggerendo ai giovani e a chi ama i giovani. Il ricavato del volume verrà utilizzato a sostegno dei progetti di “Medici con l’Africa Cuamm”. Saluto pieno di gratitudine gli amici del Cuamm, il valoroso Giovanni Dall’Oglio, il collega Calabresi.

    1 Aprile, 2015 - 15:34
  4. discepolo

    Un’ altra immagine bellissima :dall’omelia della Santa Messa del Crisma del 2007 Ratzinger cita Tolstoj:
    “lo scrittore russo Leone Tolstoi narra in un piccolo racconto di un sovrano severo che chiese ai suoi sacerdoti e sapienti di mostrargli Dio affinché egli potesse vederlo. I sapienti non furono in grado di appagare questo suo desiderio. Allora un pastore, che stava giusto tornando dai campi, si offrì di assumere il compito dei sacerdoti e dei sapienti. Il re apprese da lui che i suoi occhi non erano sufficienti per vedere Dio. Allora, però, egli volle almeno sapere che cosa Dio faceva. “Per poter rispondere a questa tua domanda – disse il pastore al sovrano – dobbiamo scambiare i vestiti”. Con esitazione, spinto tuttavia dalla curiosità per l’informazione attesa, il sovrano acconsentì; consegnò i suoi vestiti regali al pastore e si fece rivestire del semplice abito dell’uomo povero. Ed ecco allora arrivare la risposta: “Questo è ciò che Dio fa”. Di fatto, il Figlio di Dio – Dio vero da Dio vero – ha lasciato il suo splendore divino: “…spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso … fino alla morte di croce” (cfr Fil 2,6ss). Dio ha – come dicono i Padri – compiuto il sacrum commercium, il sacro scambio: ha assunto ciò che era nostro, affinché noi potessimo ricevere ciò che era suo, divenire simili a Dio”.

    2 Aprile, 2015 - 19:52
  5. Marilisa

    Sì, molto bello questo racconto.
    Papa Francesco non racconta, piuttosto agisce in questo modo:
    si spoglia di sé e abbraccia gli ultimi vestendosi delle loro povertà e delle loro sofferenze.
    Lui non è Dio, ma segue alla lettera le indicazioni di Gesù. E fa parlare il Vangelo vivendolo in prima persona.

    2 Aprile, 2015 - 21:30
  6. Sara1

    “Papa Francesco non racconta, piuttosto agisce in questo modo:
    si spoglia di sé e abbraccia gli ultimi vestendosi delle loro povertà e delle loro sofferenze.”

    Ha abbracciato anche Totti e Wanda Nara, va bene la povertà però non esageriamo.

    🙂

    2 Aprile, 2015 - 22:53
  7. Sara1

    A me manca Papa Ratzinger, me lo sentivo vicino di carattere, sentivo spesso le sue parole come una carezza che mi arrivava da lontano.

    2 Aprile, 2015 - 23:02
  8. picchio

    io sono contenta di Papa Francesco, ma sarei stata contenta di qualsiasi altro papa, perchè a differenza di te Sara avevo una vera e propria repulsione per Benedetto, non come persona in se, ma perchè sentivo che stava riportando in auge una Chiesa che mi aveva fatto molto soffrire da bambina e adolescente e a causa sua mi risentivo ripiombare nuovamente in quella sofferenza. Diciamo che quello che Discepolo prova per Francesco io lo provavo per Benedetto.

    3 Aprile, 2015 - 0:43
  9. Sara1

    All’inizio con papa Bergoglio mi sono trovata spiazzata perchè mi ricordava mio nonno. Anche lui unitalsi, malati, missionari, però forse c’era un po’ troppa enfasi su malati ecc, in casa mia anche a causa di mio fratello, per questo io prendevo un libro e mi rifugiavo su una pianta.
    Era un porto di mare gente a tutte le ore e invece io sono cresciuta solitaria da matti, me ne sento in colpa ma ci posso fare poco è così e basta.

    Per questo ho riconosciuto subito la timidezza in Benedetto, la passione per il ragionamento (con cui forse ho sempre voluto mettere in ordine la confusione che c’era in casa chi lo sa).

    I vissuti incidono sempre e in modo tutto sommato inaspettato.

    (però poi io ci ragiono su e lo supero in qualche modo)

    Notte.

    3 Aprile, 2015 - 1:02
  10. picchio

    I vissuti incidono sempre e in modo tutto sommato inaspettato.
    verissimo

    (però poi io ci ragiono su e lo supero in qualche modo)
    ho ferite troppo profonde per riuscire a superarle, pur avendoci ragionato su tantissimo.

    Notte
    Buongiorno Sara e buon venerdì Santo 🙂 🙂

    3 Aprile, 2015 - 9:18

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