Francesco lava i piedi a sei carcerati e sei carcerate

“E io laverò, oggi, i piedi di dodici di voi, ma in questi fratelli e sorelle siete tutti voi: tutti, tutti. Tutti quelli che abitano qui. Voi rappresentate loro. Ma anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore, e per questo pregate durante questa Messa perché il Signore lavi anche le mie sporcizie, perché io diventi più schiavo di voi, più schiavo nel servizio della gente, come è stato Gesù”: così poco fa ha parlato Francesco nella chiesa del carcere di Rebibbia. Ha lavato i piedi a sei donne e sei uomini. Chi piange e dice “grazie”, chi gli stringe il braccio, uno china la testa a toccare quella di colui che lo lava, una piange e basta. Una donna nera ha in braccio un bimbo e il Papa bacia lei e lui abbracciandoli in un sorriso.

14 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Le sei donne della lavanda dei piedi sono due nigeriane (una del nido), una congolese, due italiane, una ecuadoregna. I sei uomini: un brasiliano, un nigeriano, quattro italiani. Nella chiesa ci sono 150 detenute, comprese quindici mamme con i bambini, e 150 detenuti. Fuori dalla chiesa saluterà più di trecento detenuti, gli agenti di custodia, gli amministrativi, i volontari.

    2 Aprile, 2015 - 18:56
  2. Ero allo spaccio e sono riuscito a vedere solo proprio la lavanda dei piedi.
    Mi ha commosso. Ci ha mostrato il cuore del Vangelo.
    Non aggiungo altro.

    3 Aprile, 2015 - 0:26
  3. Eugenio Spiletti

    Servus servorum Dei.

    3 Aprile, 2015 - 9:00
  4. Claudia Floris/Leo

    Anche a me ha fatto molto effetto. Lo stesso che provai per Benedetto XVI in quel Dicembre di 4 anni fa, anche lui tra i detenuti di Rebibbia, eche provo ogni volta ripropongono la storica visita a regina Coeli di Giovanni XXIII [avevo appena due anni all’epoca].
    La visita ai carcerati è una tra le più importanti opere di misericordia e, come ebbe a dire Ratzinger in quell’evento ci fa “capire in cosa consiste la differenza tra la giustizia umana e quella divina” in quel delicato rapporto tra giustizia e misericordia dal momento che “la giustizia divina dà a ciascuno il suo”.
    Pensavo, osservando il Papa ginocchioni, al di la di una probabile conversione degli stessi di cui nessuno può avere certezza se non Dio, cosa potessero provare dinnanzi ad una scena di così grande impatto i genitori, i figli, le mogli, che portano addosso i segni dei misfatti provocati dalle malefatte di quegli stessi individui : spacciatori, ladri, assassini. Quali sentimenti, quella scena possa aver provocato nell’animo delle vittime nel vedere un papa prostrato baciare i piedi dei carnefici dei loro congiunti.

    A me questo aspetto ha fatto molto riflettere: la lavanda dei piedi è un rito puramente spirituale, compiuto prima della Passione e Morte del Signore proprio nel momento in cui satana operava dentro al cuore di Giuda, ma anche in quello di Pietro, traditore di li a poco…
    Riflessione che non è sfuggita allo stesso Papa nel supplicare preghiere verso se stesso affinché Dio lavi anche “le sue sporcizie”.
    Buon Triduo a tutti.

    3 Aprile, 2015 - 9:27
  5. FABRICIANUS

    Il Vangelo fatto vita concreta, fatto carne e servizio…Ieri (come anche con altri pontefici) abbiamo assistito a questo.

    Come Ubihumilitas non riesco ad aggiungere altro.

    3 Aprile, 2015 - 10:30
  6. Sara1

    Ieri sera hanno lavato i piedi a mio nipote che a maggio fa la prima comunione.
    Mentre lavano i piedi (c’era anche il vescovo) il nostro sacerdote ha mazzolato il gruppo di mio figlio che faceva una confusione terribile.
    Con calma poi è ripassato e spiegando: è il gesto più bello di tutto il cristianesimo rifletteteci.

    Non so se poi ci abbiano riflettuto ma hai visto mai.

    Ieri dopo la messa hanno fatto un piccolo rinfresco con pane e olio poi meditazioni sul sepolcro (la chiesa rimane aperta tutta la notte) il gruppo di mio figlio ha fatto anche il giro delle Chiese.
    Stamattina via crucis per loro, oggi pomeriggio adorazione della croce, il gruppo di mio marito (prima media) si è messo in testa di andare alla via crucis in centro stasera quindi gli toccherà anche quello.

    Lo stanno bombardando di messaggi su Whatapp per farsi portare.

    3 Aprile, 2015 - 14:43
  7. Citazioni in ordine:
    Luca 4, 16-21
    Matteo 9, 12-13
    Marco 10, 45
    Matteo 25, 3536
    Il cuore del Vangelo, altro che “spettacolo”. Mi spiace per Franti.

    3 Aprile, 2015 - 16:22
  8. Mi spiego con Franti. Magari non è edificante la cosa del vescovo che canticchia, ma la dicitura “Sempre in tema di spettacoli” è deplorevole per l’associazione che se ne fa con la lavanda dei piedi fatta dal papa.
    O almeno a me cosi è sembrato, andreottianamente ragionando…

    3 Aprile, 2015 - 16:30
  9. picchio

    Ubi ,franti vuole deliberatamente provocare, ignoralo.

    3 Aprile, 2015 - 17:35
  10. Sara1

    ““Signore Gesù Cristo, ti preghiamo per i nostri fratelli di fede perseguitati, e per tutti gli Ecce homo che ci sono, in questo momento, sulla faccia della terra, cristiani e non cristiani. Maria, sotto la croce tu ti sei unita al Figlio e hai mormorato dietro di lui: “Padre, perdona loro!”: aiutaci a vincere il male con il bene, non solo sullo scenario grande del mondo, ma anche nella vita quotidiana, dentro le stesse mura di casa nostra. Tu, che, “soffrendo col Figlio tuo morente sulla croce, hai cooperato in modo tutto speciale all’opera del Salvatore con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità”viii, ispira agli uomini e alle donne del nostro tempo pensieri di pace, di misericordia. E di perdono. Così sia”.

    http://ilsismografo.blogspot.it/2015/04/vaticano-riflessione-sul-venerdi-santo.html

    3 Aprile, 2015 - 20:02
  11. Marilisa

    Oggi la messa della Passione di Gesù, celebrata dal Papa nella basilica di S. Pietro.
    L’ omelia l’ ha fatta padre Raniero. Straordinaria omelia.
    Il passaggio più significativo è stato quello in cui ha detto che l’ ecce homo è riferibile, oggi, ai tanti poveri cristi martoriati e uccisi soprattutto in medio oriente.
    Eppure–ha detto– bisogna perdonare i carnefici e pregare per loro perché “non sanno quello che fanno”, come ha detto Gesù sulla croce.
    Rifletto: parole tante volte sentite e ripetute ma mai realmente capite e accettate.
    Per noi, alla luce dei tragici fatti dell’ area mediorientale, è il momento di chiarire a noi stessi se vogliamo davvero seguire il Cristo o se, ritenendo impossibile seguirlo sulla via del perdono, la nostra è solo una falsa immagine di cristianità.

    3 Aprile, 2015 - 20:04

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