Venda il suo dente d’oro

Por el mangiar dei miei figli – dice il mendicante argentino tendendo il suo bicchiere alle persone che entrano in chiesa.
Venda il suo dente d’oro e ci compri il pane – gli risponde una romana con perfetto uso del congiuntivo.
[Due ore fa alla porta di Santa Prassede in Roma]

30 Comments

  1. FABRICIANUS

    Chissà se ascoltando il Vangelo di oggi (rito romano), la signora avrà avuto dei sussulti e dei ripensamenti. Me lo auguro e lo spero.

    Buona Domenica a tutti.

    F.

    30 Ottobre, 2011 - 14:39
  2. Stephanus

    Analoga: 4 ore fa, Messa per i “lustri” (sono gli anniversari di matrimonio, 5, 10, 15 ecc… celebrati comunitariamente): si presentano alla porta della chiesa due sedicenti croati a chiedere denaro per la benza per tornare in patria. Uno dei due mi dice: “Ti ricordi di me? Sono due anni che non vengo (sottinteso, “ad importunarti”…”). Non ho denaro nelle tasche della talare e le mostro loro, vuote. Allora insistono che potrebbero tornare a fine Messa… alla fine, siccome non ho davvero nulla, vado in chiesa e cerco una banconota (5/10 euro)… quando torno per darla a loro sono già partiti sgommando con un macchinone turbo. Credo siano zingari, costoro. In verità, non si sa mai come regolarsi. In genere li indirizziamo alla Caritas dove possono avere cibo e vestiario: spesso declinano l’offerta, forse perchè non hanno reale necessità? Il mondo reale della povertà è quello che ci appare così lungo le strade, o piuttosto è una realtà nascosta, difficile persino a riconoscee? Senza voler giudicare nessuno…

    30 Ottobre, 2011 - 14:53
  3. Leonardo

    Un bacio e un bicchiere di vino nuovo (come usa costì) per la signora romana.

    30 Ottobre, 2011 - 15:24
  4. io conoscevo un prete che all’occorrenza tirava fuori i bigliettoni da cinquanta e da cento e diceva: “Mi spiace, ho solo spiccioli… non ho nulla”, glieli metteva sotto il naso e poi li rimetteva in tasca…
    Da me viene un signore, chiede sempre solo un po’ di latte e un po’ di olio, partecipa alla Messa, fa la comunione (è ortodosso, ma di fatto è cattolico). Non disturba, non piange, viene da fratello, e da fratello riceve qualcosa… E’ vero che molti sono petulanti e insistenti, e che non sempre sono in reale necessità… Però non è bello umiliare nessuno: se uno non vuol sganciare i soldi, entra in chiesa e tace… tutto qua…

    30 Ottobre, 2011 - 15:42
  5. Il Signore ci ha lasciato anche la “regola d’oro”. E cosa buona porvi sempre mente prima di dire o fare qualsiasi cosa.
    Per chi non ricordasse o ignorasse, la “regola d’oro” è questa:

    “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”

    30 Ottobre, 2011 - 16:12
  6. Scusate, ma senza entrare nel merito della scelta di dare o non dare qualcosa, “venda il suo dente d’oro” è cattivissima!

    30 Ottobre, 2011 - 16:18
  7. Gioab

    “Ero giovane, sono anche invecchiato,
    Eppure non ho visto nessun giusto lasciato interamente,
    Né la sua progenie cercare il pane.
    Tutto il giorno egli mostra favore e presta,
    E la sua progenie ha quindi la prospettiva di una benedizione”
    ( Salmi 37.25-26)

    Caro Luigi, noti la differenza….?

    “Poiché Geova ama la giustizia,
    E non lascerà i suoi leali.
    A tempo indefinito saranno certamente custoditi;”
    ( Salmi 37.28)

    Gesù dice anche : “questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere versato a favore di molti” – Vedi non dice di “tutti” dice “molti” e poi dice :” cercate chi vi è meritevole (degno)” ( Mt. 10.11) non ti sembra che spinga a fare favoritismi o per simpatia ? che suggerisca di esprimere un giudizio in anticipo ? Ma come avrebbero potuto fare ? “In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna” ( Mt. 10.11 N.R.) Fatevi indicare ? Sulla base del pettegolezzo ? O del favoritismo ?

    So di essere strano su questo pianerottolo, ma spiegami tu che cerchi fatti di vangelo anche questa cosa : “
    “Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. “ ( Giovanni 9.1 CEI 2008)

    Fammi capire, vuol mica dire che, per dimostrare la potenza di Gesù, Dio lo ha fatto nascere cieco ? In attesa che Gesù gli facesse il miracolo ? Non ti pare crudele ? E’ così ?

    @ Ubi humiltas
    Lei ha ragione, “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”( Mt. 7.12) Però come potrebbe far riacquistare la vista al cieco anche lei ? Fa mica l’oftalmico ? E’ questa la regola d’oro ? sulla base del chiacchiericcio del portiere che definisce meritevole o degno chi lascia la mancia a Natale ?

    30 Ottobre, 2011 - 16:51
  8. ludsp37

    Qualche domenica fa una signora – romana doc – infreddolita e visibilmente provata dalla notte passata fuori è entrata in chiesa a chiedere due spicci.
    Ignorata da tutti mi si è avvicinata (stavo sulla porta della chiesa), dicendomi:
    “Lo vedi, quello là il mondo dei ricchi, quello là è un mondo di merda”.
    Poco dopo, l’ offertorio: non ho potuto che darle ragione.

    30 Ottobre, 2011 - 17:04
  9. Marco

    Senza dente però, mangiando il pane, si infiamma la gengiva.

    30 Ottobre, 2011 - 18:29
  10. antonella lignani

    A volte il povero ci fa addirittura paura, vorremmo “censurarlo” perchè la sua insistente richiesta di aiuto ci sconvolge. Per questo preferiamo pensare che sia un pazzo, o un furfante. Siamo tentati di sottrarci, e scappare. Molto grave però rispondere alle richieste con disprezzo o cinismo.

    30 Ottobre, 2011 - 19:43
  11. discepolo

    belli e poetici però i tempi in cui Geppetto (il padre) vendeva la sua povera giubba e rimaneva in maniche di camicia per comprare l’Abbecedario al figliolo … Vedasi PINOCCHIO di Collodi,

    30 Ottobre, 2011 - 19:50
  12. Clodine

    Esiste la povertà, e spaventa, ma ancor più spaventa la miseria e quella si annusa, è una percezione dolorosa: quanto ci si sente inadeguati quando dinnanzi a quella mano tesa a quella richiesta d’aiuto non si è in grado di sopperire in alcuna maniera se non con un piccolo, inutile, contributo nella misura in cui ci è concesso!!!….. Ma umiliare, umiliare il misero, mi arriva come uno schiaffo, un gesto spregevole che grida vendetta al cospetto di Dio…

    31 Ottobre, 2011 - 11:56
  13. Marcello

    “Ci sono quelli che dicono: «Oh! ne fa cattivo uso ». Ne faccia l’uso che vuole, il povero sarà giudicato su quest’uso che avrà fatto della vostra elemosina, e voi, sarete giudicati sull’elemosina stessa che avreste potuto fare e che non avete fatto.”
    San Giovanni Maria Vianney

    31 Ottobre, 2011 - 22:31
  14. Leopoldo

    “Un bacio e un bicchiere di vino nuovo (come usa costì) per la signora romana.”
    Mi associo a Leonardo, e do anche io un bacio alla signora, perché non la conosco. Leonardo invece ho il piacere di conoscerlo, non mi asterrò quindi da dargli un bel calcio nel sedere.

    1 Novembre, 2011 - 10:07
  15. Marilisa

    Marcello, qualunque cosa abbia detto san Giovanni Maria Vianney, il povero è tale molto spesso proprio per il cattivo uso, ripetuto, di quel che ha avuto. E noi dovremmo incoraggiarlo a continuare così? Non mi convince. D’altro canto, sapendo come stanno le cose, l’elemosina che potremmo fare comunque non sarebbe meritoria se fatta di malavoglia.
    Ci sono persone che si abituano all’elemosina senza provare a cambiare strada, e si appiccicano a quelli che hanno sempre dato loro quel che potevano.
    Naturalmente non sto parlando dei poveri di strada che oggi si trovano ad ogni angolo.

    1 Novembre, 2011 - 10:32
  16. “l’elemosina che potremmo fare comunque non sarebbe meritoria se fatta di malavoglia”.
    Cioè: faccio l’elemosina per acquistare meriti?
    Non per contribuire, in qualche modo, al bene dell’altro?

    Motivazione, quest’ultima, che costituisce l’unico punto su cui un cristiano potrebbe far leva, per giustificare una mancata risposta immediata alla richiesta di chi manifesta un bisogno.

    1 Novembre, 2011 - 11:09
  17. Molto significativo è questo brano della Scrittura:

    “Nessun beneficio a chi si ostina nel male né a chi rifiuta di fare l’elemosina.”

    AUGURI !!!

    1 Novembre, 2011 - 12:38
  18. Dei tuoi beni fa’ elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio.
    La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, da’ molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e salva dall’andare tra le tenebre. Per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo.
    (Tobia 4)

    Da’ il tuo pane a chi ha fame e fa’ parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Da’ in elemosina quanto ti sopravanza e il tuo occhio non guardi con malevolenza, quando fai l’elemosina.
    (Tobia 4)

    Meglio è praticare l’elemosina che mettere da parte oro. L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita.
    (Tobia 12)

    Tobi morì in pace all’età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive. Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella felicità, praticò l’elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza.
    (Tobia 14)

    Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l’obbligo di fare la giustizia e l’elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze.
    (Tobia 14)

    Per aver praticato l’elemosina, Achikar sfuggì al laccio mortale che gli aveva teso Nadab, Nadab invece cadde in quel laccio, che lo fece perire. Così, figli miei, vedete dove conduce l’elemosina e dove conduce l’iniquità: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi sfugge il respiro!”. Essi lo distesero sul letto; morì e fu sepolto con onore.
    (Tobia 14)

    Non mancar di fiducia nella tua preghiera e non trascurare di fare elemosina.
    (Siracide 7)

    Nessun beneficio a chi si ostina nel male né a chi rifiuta di fare l’elemosina.
    (Siracide 12)

    Tuttavia sii longanime con il misero,
    e non fargli attender troppo l’elemosina.
    Per il comandamento soccorri il povero,
    secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
    (Siracide 29)

    Rinserra l’elemosina nei tuoi scrigni
    ed essa ti libererà da ogni disgrazia.
    Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante,
    combatterà per te di fronte al nemico.
    (Siracide 29)

    Chi serba riconoscenza offre fior di farina, chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
    (Siracide 35)

    Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità.
    (Daniele 4, 24)

    1 Novembre, 2011 - 13:30
  19. “La natura ci genera poveri, nudi si viene al mondo, nudi si muore. È stata la malizia che ha creato i ricchi, e chi brama diventare ricco inciampa nella trappola tesa dal demonio”.

    Sant’Antonio di Padova, Sermones

    1 Novembre, 2011 - 13:32
  20. Marilisa

    Nico, replicavo alla frase riportata da Marcello “… e voi, sarete giudicati sull’elemosina stessa che avreste potuto fare e che non avete fatto.”
    Non facciamo della facile retorica, per favore.
    In quale modo si contribuisce al bene di un altro che, avuta l’elemosina o ben di più, continua a ubriacarsi o a spendere e spandere al di là di quanto entra in casa, sapendo che in ogni caso potrà contare sull’aiuto di tizio, caio e sempronio (generalmente sempre gli stessi, perché si crea un’abitudine anche da questo punto di vista) che lo toglieranno, in piccola parte e momentaneamente, dalla pegola?
    In casi come questi–tantissimi– a quale bene si contribuisce? Vorrei proprio saperlo.
    Nico, se hai la risposta, dammela.
    C’è elemosina ed elemosina, voglio dire.

    1 Novembre, 2011 - 16:20
  21. Marilisa
    non ho replicato a tutto ciò che mi ha provocato nel tuo post, e non ho intenzione di farlo.
    Solo ti chiedo: tu sai sempre quali sono le reali condizioni dell’altro? Su che cosa ti basi? Perchè se lo sai davvero, nasce per te una responsabilità di tipo diverso, ben più articolato della necessità di fare l’elemosina.

    Se invece non lo sai, su cosa ti basi per ipotizzare?

    Poi: si fa del bene anche controvoglia, un sacco di volte. La nostra disposizione interiore non cambia la sostanza di ciò che facciamo. Cioè se io faccio una cosa buona malvolentieri, il bene fatto non per questo è meno efficace.
    A me pesa, e allora? E’ perchè il male è così spesso più facile che ne commettiamo tanto. Quindi fare l’elemosina malvolentieri ha lo stesso un effetto benefico, su di te (che hai vinto una resistenza interiore) e sull’altro (che riceve da te un dono).

    Questo per completare anche in riferimento a ciò che scriveva Ubi: il beneficio non viene a noi dal gesto dell’elemosina in sé, ma dal bene che tale gesto provoca, dal fatto che è “benefico” per il povero, e se una cosa è bene, dato che bonum est diffusivum sui, ne viene anche a noi del bene.

    1 Novembre, 2011 - 16:44
  22. …detto ciò, si tratta solo di cenni, pensieri sparsi su un tema che meriterebbe ben altro approfondimento.

    1 Novembre, 2011 - 16:45
  23. Marilisa

    Sai com’è , Nico? Sempre sentito dire che fare l’elemosina senza cuore non vale a niente per chi la fa; per chi riceve qualche beneficio c’è, naturalmente.
    È chiaro che volevo fare riferimento a dei casi ben conosciuti; non potrei mai sbilanciarmi su situazioni di cui non fossi al corrente con precisione. Parlo di situazioni difficili e di persone ben conosciute.
    Penso, per es., ad un tale ( per niente malmesso) che ogni domenica sera attende i fedeli all’uscita dalla chiesa dove vado io, per chiedere qualche spicciolo (parole sue). Subito dopo si avvia, contando quelli che ha ricevuto, al bar. L’ ho visto io più volte. E non posso credere che a voi altri non sia mai capitato di vedere degli ubriachi che chiedono l’ elemosina solo per andare a bere un altro bicchiere.
    Mica viviamo sulla luna. Solo a me capita di vedere casi del genere?
    Ripeto: in casi come questi dove sta il bene che potrei far loro dando qualche moneta ( che, fra l’altro, certo non impoverisce né me né nessun altro)? È forse il bene di indurli a coltivare il vizio?
    In casi più gravi, quale quello cui ho accennato prima, ho capito bene, Nico, cosa significa la tua frase “nasce per te una responsabilità di tipo diverso, ben più articolato della necessità di fare l’elemosina”.
    Hai mai conosciuto persone “bisognose” alle quali dare, oltre ad una certa cifra, e ripetutamente, un apporto in termini di ascolto e di consigli, per constatare che se ne sono altamente infischiate e che hanno continuato a percorrere la stessa strada perché…non ce n’è un’altra (secondo loro?). Per farti capire, ti faccio presente che si tratta di persone che da tempo (non ora che ci troviamo nelle difficoltà economiche che ben conosciamo) sono entrate nell’ottica dello spendere tutto quel che entra in casa e anche di più (= debiti), inguaiandosi sempre di più e affidandosi alla “provvidenza” che , a meno di una supervincita al lotto o al gratta e vinci, non ci sarà. Tutt’al più ci sono i rattoppi delle “elemosine” dell’ordine di cinquanta, cento e più euro che loro chiedono in prestito molto spesso a questo e a quello ben sapendo che non saranno in grado di restituirli, e che comunque saranno sempre insufficienti.
    Alcuni glieli danno senza volerli indietro, e loro continuano a chiederli vita natural durante. Chiamarla abitudine o cos’altro?
    Questa “elemosina” è bene farla o no? Voi la fareste?
    Cara Nico, neanche di casi come questi sei a conoscenza? Eppure sono più di quanti tu possa immaginare. Non ti credo così ingenua.

    1 Novembre, 2011 - 18:14
  24. Marilisa
    nel nostro dialogo stiamo spostando il piano della discussione, da generale a particolare.
    Le mie domande erano di carattere generale (chiedevo se sai “sempre”…), è chiaro che ogni discorso si infrange contro i casi particolari che però, proprio perchè particolari, vanno considerati in modo adatto.

    Per quanto riguarda il problema dell’ingratitudine, o del mancato ravvedimento di chi sbaglia, ti rimando ad Ezechiele, a cui il Signore ricorda la propria responsabilità verso i fratelli (la stessa cosa che, con parole diverse, dice il santo curato d’Ars, vedi Marcello scrive, 31 ottobre 22.31)
    Ez 33,8-9
    “Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo”.

    1 Novembre, 2011 - 18:36
  25. Gioab

    @ nico
    Visto che è stata così “intelligente” di andare a controllare il particolare, ora che ha letto Ezechiele 33.8-9 ( poteva leggere anche Ezechiele 3.17-21) Capirà meglio cos’è il “sacrificio di lode” di cui parla Ebrei 13.15

    “Per mezzo di lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome.” ( Ebrei 13.15) Pubblica dichiarazione è l’avvertimento!

    2 Novembre, 2011 - 21:20

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