Mese: <span>Maggio 2008</span>

Nel trigesimo dell’allarme della famiglia per la sua scomparsa in Turchia, mando un bacio a Pippa Bacca, la ragazza milanese che a 33 anni viaggiava in terre violente vestita da sposa in segno di “fiducia negli uomini”. L’ha uccisa uno di cui si era fidata. L’ha violentata e strangolata. Nella sua solare incoscienza voleva raggiungere Gerusalemme in autostop passando per la Bosnia, la Serbia, la Turchia, il Libano, i territori palestinesi. Cercava donne ostetriche alle quali “lavare i piedi”. Vestita di bianco, impersonava la sposa “generatrice di vita e di pace”. Onorava le levatrici “sorelle” delle spose. Bacio, bacio.

Appreso che Benedetto XVI non figurava tra i cento più influenti di Time il portavoce vaticano ebbe a dichiarare venerdì 2 maggio: “Mi fa molto piacere che il Papa non ci sia”. Propongo un premio al padre Lombardi.

Sento lamenti – anche in questo blog – contro i telefonini, internet e le telecamere onnipresenti e non resisto alla tentazione di dire che invece io ne sono contento e mi dispiace essere avanti con gli anni e non poter vedere a lungo i grandi passi nella comunicazione che si annunciano all’orizzonte. Trovo buono ogni potenziamento dei contatti tra gli umani. Alla giornata mondiale della gioventù di Denver 1993 non avevamo ancora i telefonini e io ero là come inviato e c’erano nel campo della veglia i miei due figli più grandi, li cercai per ore e non li trovai. Alla giornata di Toronto 2002 c’erano i due figli di mezzo, li rintracciai grazie a Tim e fu grande vegliare con loro. Dico i ritrovamenti innocenti per tacere quelli importanti. La possibilità di mandare una parola a chi ne ha bisogno è impagabile. Andare per il mondo tenendosi in contatto è un modo di dare sale alle giornate.

L’uso onnipresente dei telefonini non mi disturba, favorisce anzi l’osservazione degli usi umani in cui forse consiste il giornalismo. “Siamo ancora a Settebagni e penso che arriveremo con un quarto d’ora di ritardo” dice un viaggiatore professionale su treno ad alta velocità in arrivo a Roma. “Sto camminando per via Cavour” sento dire da una ventenne indaffarata che mi sfiora alla fermata dell’84. E poi sullo stesso bus un quindicenne: “Tranquilla mamma, ti dico che siamo a via dei Fori Imperiali”. “Eccoci a piazza Venezia” annuncia poco oltre una donna con bimbi. E sono sempre parole rispondenti al vero. L’umanità è sincera più che non si pensi.

“Ma che stupidi sono stati a mettere questa cancellata con le lance sopra”: così una donna verace si sfoga alla vista della novità, mentre attraversa la piazza romana di Santa Maria Maggiore. “Vanno a spendere soldi per tenere la gente lontana dalla chiesa” dice ancora. Vent’anni fa era stata messa la cancellata ai bordi della magnifica scalinata dell’abside e ora quest’altra davanti al sagrato. Quanto mi piaceva portare i bambini a giocare su quella scalinata, o sedere sui gradini a leggere il giornale. C’è da immaginare che aumentando la ressa dei poveri del mondo transenneranno anche le fiancate. Qui dico che non è giusto.