Qui si racconta di un travestito di grande vocazione “senza fissa dimora e senza pace”: è un angelo di luce ma appare a tutti come un angioletto nero, persino i bambini che hanno l’occhio puro lo scambiano per un pipistrello e i grandi neanche sospettano che si possa nascondere nel marocchino che vende fazzoletti di carta e rose bianche alla porta della chiesa. Il “gloria” in latino gli manda a fuoco la testa – ma non lo spoglia dei suoi travestimenti.. Non conosco romanza più seducente e trasversale di questi nostri giorni intricati tra l’invadenza degli immigrati e la tentazione del ritorno al latino, tra buoni che sembrano neri e cattivoni che candeggiano le vesti.
Elena Bono pubblica prose e poesie dal 1950, pratica anche il teatro, ha avuto tanti riconoscimenti ed è tradotta nel mondo ma io l’ho appena scoperta. Me ne ha parlato con contagiosa passione la collega Stefania Venturino che ho conosciuto durante le ore trascorse al centro stampa di Savona in occasione della visita del papa, sabato 17 maggio. Tutte le opere di Elena sono pubblicate dall’editrice Le Mani. La poesia che riporto nel primo commento a questo post è del 2002 ed è contenuta nel volume Poesie. Opera omnia, 2007.
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