Mese: <span>Maggio 2009</span>

“Gesù era cattolico?” è la domanda di Peter Seewald al cardinale Ratzinger nel volume Dio e il mondo (San Paolo 2001), a p. 20. E questa è la risposta: “Non lo si può dire sicuramente così, perché Gesù è ben al di sopra di noi […] E’ colui da cui la Chiesa cattolica sa di essere voluta, ma appunto per questo non è semplicemente uno di noi”. Parole utili per ridimensionare la polemica – che è risuonata a più riprese anche in questo blog – sulle parole del cardinale Martini che si leggono a p. 20 del volume Conversazioni notturne (Mondadori 2008): “Non puoi rendere Dio cattolico. Dio è al di là dei limiti e delle definizioni che noi stabiliamo. Nella vita ne abbiamo bisogno, è ovvio, ma non dobbiamo confonderli con Dio, il cui cuore è sempre più vasto. Egli non si lascia dominare o addomesticare”. (Continua nel primo commento)

Sono tornati i mendicanti per le strade e torna la guerra ai pirati come ai tempi di Cesare e di Pompeo.

E’ già scoccata, anche per me, l’ora in cui si tenta di familiarizzare con la morte, di spogliarla della sua orrenda solennità, di darle del tu. Invidio coloro che temono l’Inferno. Io non temo nulla. E per questo ho tanta paura“: è sempre una sagra dell’intelligenza leggere Indro Montanelli e queste righe sono alla pagina 83 de I conti con me stesso. Diari 1957-1978 curati ora da Sergio Romano per Rizzoli nel centenario della nascita. Quando scriveva quella pagina “inchiodato nel pensiero della morte” il “collega” Indro aveva sessant’anni. Dunque io ora ho più anni eppure non penso alla morte con tutta quella orchestra. Ci penso in maniera più piana, direi quotidiana. Non invidio chi teme l’Inferno, anzi lo temo io per primo. E non direi mai che “non temo nulla”: temo questo e temo quello. In un punto solo userei le sue parole: dove dice che ha “tanta paura”.