Mese: <span>Maggio 2009</span>

Da domani – Pentecoste – sarò per quattro domeniche alla trasmissione di Rai1 “A sua immagine” per “commentare” in diretta il saluto domenicale del papa: ore 12,00 – 12, 17. Approfitto per fare a tutti i visitatori grandi auguri per la festa dello Spirito del Signore: consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.

«Il re Davide era vecchio e avanzato negli anni e, sebbene lo coprissero, non riusciva a riscaldarsi. I suoi servi gli suggerirono: “Si cerchi per il re, nostro signore, una giovane vergine, che assista il re e lo curi e dorma sul suo seno; così il re, nostro signore, si riscalderà”. Si cercò in tutto il territorio d’Israele una giovane bella e si trovò Abisag, la Sunammita, e la condussero al re. La giovane era straordinariamente bella; essa curava il re e lo serviva, ma il re non si unì a lei»: così leggiamo ad apertura del Primo libro dei Re. Abisag viene da Sunem come la sposa del Cantico e come lei è amabile fin dal nome. Non stacca l’occhio da David e riscalda la sua vecchiaia. “Proprio come tante ragazze straniere oggi curano e servono i nostri anziani, regalando tenerezza e serenità”: così scrive Lidia Maggi – che è teologa e pastora della Chiesa Battista – a p. 101 del libro che ha appena pubblicato con la Claudiana: Le donne di Dio. Pagine bibliche al femminile. Mi piace che nella Bibbia vi sia il tipo delle badanti di oggi e che si chiami Abisag. (Segue nel primo commento)

Più antica di Roma e di Atene e contemporanea di Troia e di Micene“: è scritto nel pieghevole pubblicitario della città di Plovdiv, in Bulgaria, che ho visto oggi dopo averci dormito una notte senza vederla nel maggio del 2002, quando fui là per la visita del Papa. E’ stata un’emozione più grande di come l’attendevo: c’è un teatro romano degno di quello di Taormina e c’è una chiesa dei santi Costantino ed Elena che ti fa sognare in pieno giorno. Ieri ero a Sofia per presentare un libro e i miei ospiti oggi mi hanno portato dove io volevo arrivare e dunque ho perdonato loro il fatto di avermi chiesto un impegno senza compenso: sono gli incerti del conferenziere. “Verrebbe a presentare uno studio sulla diplomazia vaticana scritto da un giovane studioso bulgaro, tale Kiril Kartaloff”? Certo che vengo: dovreste darmi mille euro. “Siamo contenti che venga ma le paghiamo solo l’aereo e l’albergo”. Sono andato scommettendo su Plodviv che nella sua lunga vita – di cui nulla ha dimenticato – si è chiamata Eumolpia, Philippopolis, Trimontium, Filibe, Pulpudeva, Puldin e finalmente Plodviv. “Diplomazia pontificia. La Santa Sede nelle relazioni internazionali durante il Pontificato di Giovanni Paolo II” (casa editrice Za Bukvite – O Pismenex) è il volume che ho presentato, del quale mi era stata fornita una versione italiana. Viene da una tesi in Storia delle relazioni internazionali discussa alla Cattolica di Milano con il professore Massimo de Leonardis, che era là per lo stesso evento. Un’opera singolare, se teniamo conto che Kartaloff è ortodosso e guarda con simpatia alla Chiesa di Roma e persino alla sua strumentazione diplomatica. Un frutto singolare – si direbbe – dell’andata in quel paese di Giovanni Paolo “che ci liberò dall’accusa infamante dell’attentato al papa” ha detto durante la presentazione Solomon Passy, presidente della Commissione Esteri del Parlamento bulgaro.

Ho condotto uno studio sullo tsunami del preservativo che ha colpito il viaggio africano di papa Benedetto il marzo scorso (vedi post del 19 marzo) e l’ho interpretato in riferimento alla sostanziale indisponibilità del mondo del benessere ad ascoltare il messaggio cristiano. La conclusione è esigente ma non è pessimistica: i media costituiscono una spina nella carne per i portatori del messaggio cristiano, ma di essi non bisogna avere paura e forse anche da questo incidente – come da altri precedenti, sempre riguardanti l’informazione sul Papa – può venire un qualche vantaggio di chiarificazione nel rapporto Chiesa-mondo. Quanto meno questa volta è apparsa evidente a tutti la condizione di profeta disarmato con cui Papa Benedetto si è fatto avvocato dell’Africa. I media e i governi europei un poco si sono resi conto di aver ecceduto contro quell’uomo generoso. Gli uomini di Chiesa hanno forse imparato che devono farsi astuti restando candidi, perché c’è un mondo in agguato che li interroga per poterli accusare, come capitava a Gesù. Lo studio è apparso sulla “Rivista del clero italiano” 4/2009 e si può leggere qui nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto.

Parcheggio in zona rimozione e mi portano via l’automobile. Vado a riprenderla al Parcheggio Valente – sulla Prenestina – e trovo conforto in una scritta che leggo su un muro al numero 189, sulla sinistra di chi va verso Preneste: “Giulia ti amo / per la tua dolcezza / per la tua pazienza / per i tuoi profumi“. Nel Cantico di Salomone c’è questa esclamazione dello sposo: “L’odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi“.

Qui giace un cristiano fedele alla Chiesa che sulle questioni opinabili non ha mai chiesto permessi per rischiare e pagare di persona le scelte a servizio dell’uomo”: così è scritto sulla tomba di Livio Labor (1918-1999), presidente delle Acli dal 1961 al 1969, poi fondatore dell’Acpol e dell’Mpl, e infine senatore socialista. Quella scritta sulla lastra la volle lui. L’ho conosciuta ieri da un filmato che è stato proiettato al convegno organizzato dalle Acli e dalla famiglia nel decennale della morte. La trovo rispondente alla sua storia e degna di essere conosciuta. Al convegno ho tenuto una comunicazione su “Livio Labor come figura ecclesiale”: si può leggere nella pagina “Conferenze e dibattiti” elencata sotto la mia foto.

Samira siriana di nascita viene licenziata dalla scuola dove insegna economia a Bruxelles perchè non dà la mano agli uomini e li saluta con un cenno del capo e un sorriso degli occhi. Lei ritiene che non convenga a una donna musulmana toccare un uomo che non sia un parente stretto e ricorre al giudice che le dà torto perchè quella mancata stretta di mano è di “cattivo esempio” agli alunni. E io do torto al giudice: il sorriso trattenuto di Samira insegnava agli alunni che sono molti i modi di salutare sulla terra.

In casa c’è un ragazzo down che chiameremo Donatello e a tavola ci sono degli ospiti per il suo compleanno. La sorella di poco più grande nel pomeriggio gli ha fatto una torta ma al momento di portarla in tavola non si riesce a trovarla e Donatello tranquillo: “L’ho mangiata io”. Tutti a meravigliarsi e lui: “Mi hai detto che l’avevi fatta per me!”. “Ma l’hai mangiata tutta?” domanda il coro e Donatello con occhi pieni di gratitudine: “Era buonissima”.

Io mi sono rallegrato per la bontà con cui il Santo Padre ha tolto la scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. Penso, però, con tanti altri, che ci sono moltissime persone nella Chiesa che soffrono perché si sentono emarginate e che bisognerebbe pensare anche a loro. E mi riferisco, in particolare, ai divorziati risposati. Non a tutti, perché non dobbiamo favorire la leggerezza e la superficialità, ma promuovere la fedeltà e la perseveranza. Ma vi sono alcuni che oggi sono in stato irreversibile e incolpevole. Hanno magari assunto dei nuovi doveri verso i figli avuti dal secondo matrimonio, mentre non c’è nessun motivo per tornare indietro; anzi, non si troverebbe saggio questo comportamento. Ritengo che la Chiesa debba trovare soluzioni per queste persone […] Sono, però, problemi che non può risolvere un semplice sacerdote e neppure un vescovo. Bisogna che tutta la Chiesa si metta a riflettere su questi casi e, guidata dal Papa, trovi una via di uscita”.
Così il cardinale Carlo Maria Martini in un’anticipazione pubblicata oggi dal “Corriere della Sera” di un libro in dialogo con don Luigi Maria Verzé e Armando Torno (Editrice San Raffaele) che sarà domani in libreria. Dedico queste rare parole ai visitatori del blog che vivono quel problema. (Segue nel primo commento)

Per la terza volta alla Fiera del Libro, contento di vedere tanti che acquistano e se ne vanno carichi di buste. Hanno pagato otto euro per entrare e sono venuti anche da fuori. Molti con bambini e vanno a cercare gli spazi a loro dedicati. Confidano di trovare qualcosa che non c’era nelle librerie dove entravano gratis. Si fermano ad ascoltare i dibattiti con le buste degli acquisti a lato delle sedie. Auguro a ognuno di vedere le luci affidate alle pagine che si porta via. Lo so che ogni pagina nasconde anche del buio. Ma non c’è luce senza il buio.