Mese: <span>Giugno 2011</span>

Una coppia decide di fare una vacanza ai Caraibi per festeggiare il venticinquesimo di matrimonio dove avevano fatto il viaggio di nozze. Per lavoro lui si trova negli Usa e precede lei sul luogo della vacanza dalla quale le invia un’e-mai, ma sbaglia nel digitare e il messaggio arriva a una donna che ha appena sepolto il marito: “Cara sono arrivato e non vedo l’ora che arrivi anche tu questo venerdì. Qui tutto bene, come vedi hanno internet e anche per il resto non sono poi tanto indietro. Non portare troppi vestiti che in questo posto fa un caldo infernale. A presto!” – Le spiegazioni e i complimenti nel primo commento.

Non era affatto d’accordo Emanuela che, zitta fino a quel momento, di colpo si è alzata, ha fatto il giro del severo salotto antico, è passata dietro le spalle del padre sfiorandogli affettuosamente una guancia con le labbra, ed è andata diritta a sedersi sulle ginocchia del generale esclamando: E io lo sposo lo stesso“: così – nel fedele racconto di Edgarda Ferri – Emanuela Setti Carraro reagisce ai genitori che si oppongono al suo matrimonio con il generale Carlo Alberro Dalla Chiesa, che aveva trent’anni più di lei. Come sono belle le donne che amano. Dedico a loro questo bicchiere di Vino Nuovo.

Volteggiano ancora gli elicotteri sui tetti e a mezzogiorno sono sfrecciate le Frecce tricolori. Da giorni abbiamo le prove degli aerei e degli elicotteri. I capi di Stato e la gente entusiasta per via. I tanti che sono venuti dalla Lombardia e dalla Puglia – a giudicare dai dialetti sentiti sul bus 70 il pomeriggio – a vedere la parata. La gran luce sulle case. Una pioggerella che ha fatto svolare le rondini – tantissime – su tutta la città. Per partecipare alla festa ho visitato il Museo Barracco – statuaria antica – che non avevo mai visto.

Avremo dunque tre referendum, ne sono contento e immagino che segnerò tre “sì”. Aiutatemi miei bloggers a motivarli, se li condividete. O a ripensarci, se siete per il “no”.

«Quando affidiamo a Dio tutta la nostra vita, allora tutto quello che ci va contro, anche la malattia e la sofferenza, tutto acquista un significato più profondo»: così Karl Golser vescovo di Bolzano Bressanone nella lettera della scorsa Quaresima, con riferimento al veloce morbo di Parkinson che lo sta portando all’invalidità totale. Trovandomi a Merano per una conferenza ho avuto dagli ospiti un aggiornamento sulla condizione del vescovo che il novembre scorso aveva comunicato – con un videomessaggio nel sito della diocesi – la malattia da cui era stato colpito. Nel sito è rintracciabile anche la lettera della Quaresima: una viva meditazione sulla Provvidenza che viene da un vescovo che sta pagando con la vita ogni parola che esce dalla sua bocca. Gli ho dedicato un bicchiere di Vino Nuovo.