Anno: <span>2011</span>

“Siate sempre lieti” diceva stamane Paolo ai Tessalonicesi. Da gran tempo ho preso casa a Tessalonica.

“Quest’anno abbiamo raccolto le olive con l’aiuto di una tedesca, di un romeno, di una camerunense, di un marocchino. La tedesca è qui perchè arrivata alla pensione ha scelto, con il marito, di venire a vivere nella campagna marchigiana. Il romeno e il marocchino sono lavoratori immigrati, la camerunense è la badante del nostro vicino anziano. E’ cristiana, va con lui a messa la domenica con l’Ape. La resa non è stata buona: quindici litri di olio per un quintale di olive, mentre qualche anno siamo arrivati ai venti litri. Ma siamo contenti lo stesso. Quando raccogli devi essere contento. L’oliva aveva patito la sete, qui da noi è mancata la pioggia per tanti mesi”: è il racconto del cacciatore contadino già incontrato nei giorni di questo blog. Vedi qui e qui. Per altre olive raccolte e macinate in altra regione ma con lo stesso scrupolosa attenzione, goccia per goccia. vedi qui: Una lettera dal frantoio.

«Perché non viene una volta al mese col bambino e racconta alle altre mamme e ai loro figli una favola?»: sono parole di Andrea Satta, pediatra della periferia romana, rivolte a una mamma africana. Da quella proposta è nata una bella avventura che il medico scrittore racconta in un libro intitolato Ci sarà una volta. Favole e mamme in ambulatorio, che festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.

Cara oggi il cielo è sceso per te” parole cubitali scritte sull’asfalto di una strada che costeggia la ferrovia Foggia-Bari, lette l’agosto scorso dal finestrino del corridoio del treno da un visitatore del blog che si firma Fabricianus. Avevo il sospetto che fosse una citazione della canzone che dice: “Giuro che ritornero’ per stare lì con te / per prenderti le mani e poi tenerti stretta a me / giuro ti custodirò come un guardiano / che è sceso dal cielo soltanto / soltanto per te” [di Broken Heart College, dall’album The class of 2010]. Ma passando i mesi ho immaginato che si tratti di un frutto della lettura scolastica di due versi di Dante contenuti nel sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare: “e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare”. O invece è stata inventata da un innamorato di Puglia, i cui colori – come diceva un antico – sono quelli oro del croco, del cacio, della pietra, del grano e del vino.

“Gli amici più dichiarati della mia carrozzina sono i bambini: non si trattengono, mi credono, forse, su una giostra, c’è chi mi chiede dove l’ho comperata, chi manifesta una voglia matta di farci un giretto sopra e, se vedo i genitori accondiscendenti, prendo il bimbo sulle ginocchia e gli faccio muovere il comando col quale si guida, dandogli l’ebbrezza di essere lui che conduce una vettura particolarissima. Per essere più visibile dagli autobus e dai veicoli alti, ho fatto inserire un’asta lunga, con in cima una bandierina arancione e questo credo che per i bambini sia il segno inequivocabile che si tratta di un giocattolo eccezionale”: è un brano dell’entusiastico racconto di Giancarla Matteuzzi, disabile bolognese, che teme i bagni alla turca ed esulta per la carrozzina elettrica. Vedilo nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo 4 REAZIONE ALL’HANDICAP.

Sono convinto che il tentativo Napolitano-Monti di salvare i nostri conti vada aiutato. Da parte mia lo faccio in due modi: non protestando per le “misure” che mi toccano e aiutando i protestanti a intendere le ragioni dei “sacrifici”.

Sono a Collecchio, il paese della Parmalat, a parlare di “fatti di Vangelo” ieri e di “educazione in famiglia al tempo di internet” oggi. Trovo un bell’uditorio e un’invitante tavolata comunitaria, un’ottima liturgia nella pieve romanica tra bimbi festanti e antichi capitelli. Anche i canti sono buoni. “Ogni sabato alle 15 le prove di canto” ricorda don Guido al microfono. I ragazzi oggi sono un centinaio, venuti anche dalle parrocchie vicine per l’appuntamento delle famiglie “con il professor Accattoli” e non bastano le panche. Vengono messi due grandi tappeti a terra e i più piccoli si siedono su quelli a gara. Mi godo la scena. Non conosco spettacolo più bello di una chiesa affollata.

“Ti amo scema” letto stamane sulla facciata del liceo scientifico Orazio Grassi in piazza Brennero a Savona. Una scritta campita con bella evidenza che prendo bene e cioè con gli stessi sentimenti con i quali la sera del 26 novembre avevo letto un altro messaggio a questo somigliante – “Animale ti amo” – sulla facciata del Duomo di Cava dei Tirreni (vedi commento numero 9 al post del 25 novembre). Quello era detto da una e questo da uno, prendendo ambedue a lavagna i più nobili edifici: una chiesa e una scuola. Li leggo a specchio l’uno dell’altro e giudiziosamente li accoppio: scema ama animale che simpaticamente ricambia. E’ la nuova lingua dell’amore che unisce il Nord e il Sud come già il petrarchismo e il Grande Fratello.

«Dicono che sei morta / ma non è vero: / vivi sempre nel mio cuore. / Quando non batterà più / vivremo sempre insieme / nel cuore di Dio»: parola di Renato Gambassi – 89 anni, maestro di scuola – che così saluta la moglie Liliana che è “andata avanti” nel 2009. Il 18 novembre ero a Poggibonsi, Siena, per una conferenza e c’era a sentirmi un vecchio di 89 anni a me sconosciuto che sapeva della mia passione per le storie di vita e mi ha dato un suo libro di memorie: è stata una lettura felice. Mando un bacio a Renato e gli offro un bicchiere di Vino Nuovo.

“Durante un viaggio di vacanza in Africa visitando un missione avevo visto in poche ore sei bambini morire davanti ai miei occhi. Tornato in Italia e raccolti fondi e farmaci sono ripartito per l’Africa e ho visto un bambino guarire grazie alle medicine che avevo portato io. Sono scoppiato a piangere”: è un brano del racconto di Alpidio Balbo, mio amico di Merano, che il 18 novembre in occasione del centesimo viaggio africano ha incontrato il Papa nel Benin. Puoi leggere la storia nel capitolo 4 IL GENIO DELLA CARITA’ della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.