Anno: <span>2021</span>

Per un guasto improvviso intervenuto nella notte il blog è bloccato. Mi scuso con i visitatori. Spero che il necessario aggiornamento possa avvenire in tempi brevi, che comunque in questo momento non so prevedere. Luigi

Il 5 febbraio Francesco ha nominato una donna “promotrice di giustizia” presso il Tribunale Vaticano e il 6 ha fatto una donna sottosegretaria del Sinodo dei vescovi. Ambedue sono novità storiche. Nei commenti do conto delle due nomine e ricordo le altre donne chiamate dal Papa argentino – sempre per la prima volta – in ruoli di responsabilità. l’ascesa femminina al Cupolone resta lenta ma procede.

Il Papa ha incontrato oggi il Corpo diplomatico – sono 183 gli Stati accreditati – tracciando una panoramica delle questioni che travagliano l’umanità in pandemia e dei conflitti antichi e nuovi che paiono aggravati dalla crisi economica seguita alla crisi sanitaria. Nei commenti riporto brani sullo scenario complessivo e su singole questioni: distribuzione equa dei vaccini, necessità di pensare un’economia diversa, colpo di stato del Myanmar, catastrofe educativa, il 2021 come un tempo da non perdere. E non è mancato un pensiero al popolo italiano “nelle presenti difficoltà”. Suggerisco ai visitatori di dare un’occhiata a questo invito di Francesco a guardare con occhio di Vangelo l’appenata umanità di oggi.

All’Angelus Francesco ha detto parole vive sulle poche nascite in Italia e ha invitato a fare in modo che “fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine”. Da padre di cinque e nonno di tre accolgo con festa le parole del Papa e confido come in una chat amicale di qualche giorno addietro, allietata dalla notizia di due partecipanti incinte, una terza mamma presente esclamò: “Che bello che arrivano tanti piccolini”. La primavera appunto. Nel primo commento le parole del Papa.

Che Beppe Grillo appoggiasse Mario Draghi era impensabile in qualsiasi scenario politico precedente l’età del Covid. Ma il bestiario pandemico è qua a ricordarci che il grillo salta e il drago vola.

Leo Matzneller, 77 anni, di Merano, insegnante in pensione, sperimenta per più di quattro mesi tutte le pene del Covid, compresa l’intubazione e la tracheotomia, ma infine guarisce, matura una viva gratitudine verso quanti l’hanno avuto in cura, ritrova “la voglia e la forza di pregare”, decide di ricambiare la “grazia” della guarigione con un rinnovato impegno nel volontariato della Caritas e della Comunità Cenacolo e facendosi “attivista per la pace”. Nei commenti riassumo la sua odissea ospedaliera e riporto alcuni brani di un suo testo intitolato “La mia storia di paziente Covid 19” che circola fotocopiato negli ambienti associative dei quali Leo è animatore.

La chiamata di Mario Draghi al Governo mi appare buona. Stante poi che l’unica alternativa sarebbe il voto subito, in pandemia e sforando su tante scadenze, la carta Draghi mi pare da proteggere con cura. Io non dispongo di nessun’arma per tale protezione, se non la preghiera. Prego dunque per Draghi, per Mattarella, per Conte, per Fico, per Salvini. Per tutti i politici, essendo grande ora la loro responsabilità. Prego anche per i politici che non condivido per nulla: per Renzi che fa cadere Conte e per Di Battista che non vuole Draghi. Perché tutti siano – siamo – aiutati nelle scelte.

William Armati, bergamasco di Calcinate, 59 anni, postino, vive per dieci mesi una vicenda covid con terribili complicazioni, dalla terapia intensiva al coma, all’amputazione di una gamba. Quando torna a casa, l’8 gennaio del 2021, sono passati 297 giorni dal primo ricovero, nel marzo del 2020. Intervistato dal Tg1 delle 20 del 22 gennaio 2021 si dice grato d’essere “ancora al mondo”, esprime compassione per chi ha avuto una sorte più grave della sua e fa appello ai compagni di ricovero e a ogni malato: “Reagite, se ce l’ho fatta io, tutti devono avere speranza”.

Il Papa ieri ha riproposto con parole impegnative il progetto di un Sinodo nazionale italiano che da cinque anni volteggia a modo di un condor sonnambulo sulla nostra sonnacchiosa dirigenza ecclesiastica. Francesco ha detto che la Chiesa italiana “deve incominciare un processo di Sinodo nazionale”, ha ricordato d’averne già parlato al Convegno di Firenze del 2015 ed ha aggiunto che questo è il momento di “riprenderlo” e di “incominciare a camminare”. Nei commenti le parole di Francesco e una mia nota freddina.