Beate voi che piangete: un bacio alle donne del blog

“Una donna piange 47 volte all’anno, mentre un uomo solamente sette”: l’ho letto tre settimane addietro su Avvenire in uno speciale dell’inserto domenicale Agorà intitolato “Il segreto delle lacrime”. Lo dedico con un bacio alle donne del blog e l’accompagno con questa battuta di papa Wojtyla: “Appartiene al genio della donna anche il piangere”. Lo disse l’8 maggio 1994 dalla finestra del Gemelli. Nel film di Sidney Lumet Un’estranea tra noi (1992), ci sono queste due battute di una fidanzata, simili a quella del papa: “Dio conta le lacrime delle donne” e “Le donne capiscono il mondo meglio degli uomini e per questo piangono più spesso”. Il titolo del post riassume tutti questi spunti con riferimento a Luca 6, 21.

34 Comments

  1. marta09

    Ma le lacrime degli uomini quando riescono ad essere liberate, sono molto più “amare” di quelle delle donne.
    Dio conta tutte le lacrime … e le fonde nelle Sue.
    … E per quanto riguarda la seconda battuta … da donna dico … che “magari fosse sempre così”!
    … Che conta è il pianto nascosto di uomini e donne a parte quel tipo di pianto improvviso per una forte commozione e pure improvvisa!

    7 Marzo, 2009 - 16:36
  2. Cohelet : “amara come la morte è la donna , la quale è tutta lacci.
    Una rete il suo cuore , catene le sue braccia .

    7 Marzo, 2009 - 17:51
  3. Francesco73

    Che bella la ripetuta poesia con cui Wojtyla trattava le donne.
    Non c’era in lui nulla di affettato, di clericale, di disagevole. E tantomeno c’era qualcosa fuori luogo, di meno che rispettoso, nobile.
    E’ stato detto che ne aveva un’idea antiquata e rozza, derivante dalla devozione mariana.
    E invece io ho sempre colto accenti altissimi, da uomo del mio tempo che aveva una cavalleria speciale, radicata non solo in una teologia o in un’antropologia, ma proprio in un’indole poetica coltivata e mai degradata a poeticismo stucchevole.
    Forse la figura materna avrà inciso anche in questa speciale maturità.
    Nella definizione che ne da – “madre, amore mio spento” – io colgo l’eco di un’interiorità già molto robusta, che guarda all’amore e al mistero femminile con occhi frontali.

    7 Marzo, 2009 - 18:35
  4. Gerry

    Mi permetto di dissentire. E’ vero che di un uomo che piange spesso si dice, anche nei nostri tempi “liberati” da (quasi) tutti i tabù, che ha atteggiamenti “femminei”, ma non credo sia vero che gli uomini piangono così poco. Non piangono davanti a testimoni e cercano in ogni modo di ricacciare in gola lacrime e commozione. Certo mi fa velo la mia natura e la mia sensibilità (ricordo ancora i miei due figli, quando erano piccoli, che si divertivano a verificare se le mie ciglia fossero davvero asciutte come volevo dare a intendere), ma io eviterei le generalizzazioni: capisco però che l’interdetto sulle lacrime maschili in certi Paesi – come la Polonia – sia ancora più forte che da noi. Credo che in genere le donne siano più libere, culturalmente e socialmente, di esprimere i loro sentimenti, ma non credo che dei sentimenti siano le uniche detentrici. Buona domenica ed un saluto a tutti, ma soprattutto alle donne, dalla Prima in onore, Maria, a tutte le altre, in particolare le frequentatrici del pianerottolo.

    7 Marzo, 2009 - 19:58
  5. Gerry, grazie del tuo commento.

    Il mondo sta cambiando.

    Gli uomini e le donne stanno cambiando.

    Gli uomini. Soprattutto, lentamente, ma stanno profondamente cambiando.
    In passato per un uomo piangere era da femminucce.
    Oggi l’uomo sta percorrendo una lunga strada di appropriazione della propria umanità.

    Piangere non è una esclusiva della donna, Ma è un dono che la donna ha scoperto prima.

    Gesù lo si vide piangere!

    Il pianto è la profonda capacità dell’uomo di riconoscere la sua creaturalità,
    il suo essere debole, di non essere onnipotente, di non essere dio.

    Nel pianto l’uomo sta scoprendo che può sfogare tutta la propria rabbia o impotenza di fronte ad eventi più grandi di lui. Riacquisisce una parte importante che ha perduto nella sua crescita da bambino ad adulto.

    Da adulto può dare un senso alle proprie lacrime, e il lasciarle scorrere scopre che è profondamente liberante.
    In questi ultimi decenni, nella realtà, ma anche proposti attraverso la filmografia abbiamo sempre più scoperto quanto gli uomini si lasciano andare ad un pianto liberante.

    Quanti dopo una Confessione-Riconciliazione importante, hanno scoperto quanto fosse liberante quel pianto a dirotto. “La grazia apre la vena del pianto”.

    Il pianto segna sempre una tappa di crescita.

    “Pietro, pianse amaramente” “si abbandonò al pianto”.”
    “Saul alzò la voce e pianse”
    “Davide (e Gionata) …piansero insieme”

    Grazie alle donne, gli uomini scoprono sempre più la “pedagogia” del pianto nell’essere creatura di Dio.

    7 Marzo, 2009 - 21:08
  6. Io piango quasi tutti i giorni. Ma non sono un piagnone

    7 Marzo, 2009 - 21:10
  7. “piangerte per voi stessi e per i vostri peccati “

    7 Marzo, 2009 - 21:48
  8. raffaele.savigni

    Anch’io credo che il pianto non sia “femmineo”, e che anche gli uomini piangano più spesso di quanto non appaia.Per tutti “c’è un tempo per ridere ed un tempo per piangere”. E i maestri spirituali del Medioevo parlavano del “dono delle lacrime”: accanto alle lacrime del peccatore che piange i propri peccati ci sono infatti le lacrime di compassione per le sofferenze dell’umanità, e le lacrime di chi scopre con commozione la grandezza dell’amore di Dio.

    7 Marzo, 2009 - 21:55
  9. marta09

    Beh! Pensavo di aver scritto una cosa di cui sono convinta, ma per nulla condivisa ed invece …
    Grazie!!!! 🙂

    Comunque il piangere non è femmineo, al contrario! Ci vuole coraggio a piangere (come intendo io ovviamente), tanto coraggio. Ed il pianto di una donna o di un uomo anche se nascosto (le mamme e i papà lo fanno spesso), è sale della terra e luce.

    7 Marzo, 2009 - 22:04
  10. marta09

    a tutti quelli che pensano che la “donna” sia il diavolo:
    tra le varie punizioni divine dopo il P.O. c’è quella al serpente (la prima è più tremenda) che si conclude con questo:

    Io porrò inimicizia tra te e la donna,
    tra la tua stirpe
    e la sua stirpe:
    questa ti schiaccerà la testa
    e tu le insidierai il calcagno».

    Quindi, a meno che il diavolo sia scemo come fa ad essere in una persona che è nemica dichiarata del diavolo?

    E la festa delle donne è solo un monito per ricordare a tutti di rispettare la dignità di ogni essere umano, uomo o donna che sia.

    7 Marzo, 2009 - 23:24
  11. I3 Novembre 1970
    messaggio a Domenci Masselli
    O Figlio,verrà il tempo dei tempi e la fine di tutte le fini .
    Se l’umanità non si convertirà i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli .
    Anche per la Chiesa verrà il tempo delle più grandi prove : Cardinali si opporranno a Cardinali , Vescovi a Vescovi . Satana marcerà in mezzo alle loro file . Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del 20°secolo .
    Fumo e fuoco cadranno dal cielo , le acque degli oceani diverranno vapori e la schiuma si innalzerà sconvolgendo e tutto affondando.
    Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora e coloro che resteranno in vita invidieranno i morti. Da qualunque parte si volgerà lo sguardo sarà angoscia e miseria in tutti i paesi.
    Vedi , o figlio , il tempo si avvicina e l’abisso si allarga senza speranza .
    Vi ripeto ancora una volta : non vi resta che abbracciare la mia corona e recitare il S. Rosario tutti i giorni . E’ la vostra salvezza.
    pregate

    8 Marzo, 2009 - 0:04
  12. roberto 55

    Che bella vignetta, Matteo !

    Buon 8 marzo a tutte le amiche del “pianerottolo” di Luigi, e buona seconda domenica di Quaresima ad amici ed amiche del “blog” !

    Roberto 55

    8 Marzo, 2009 - 1:44
  13. fiorenza

    Grazie per il bacio alle donne del blog, Luigi, ma la notizia che ci dedichi è imprecisa: chi ha detto che le donne piangono 47 volte all’anno è molto lontano dalla verità. Che è questa: le donne piangono sempre.
    Ma non perché fanno tragedie: anzi, piangono proprio per non fare tragedie.
    E piangono anche quando ridono Se verrà un nuovo diluvio, la “lacrima del riso” sarà una delle cose che mi porterò nell’arca, come consiglia la Szymborska. Insieme a tutte le altre cose che lei elenca. Elenco che mi ripasso ogni giorno, per non dimenticare nulla quando verrà l’ora: “versi per una sola voce,/slanci privati,/talenti non indispensabili,/ curiosità superflua,/afflzioni e paure di modesta portata/ e tu, voglia di guardare le cose da sei lati./…chiaroscuri e semitoni,/capricci, ornamenti e dettagli,/stupide eccezioni,/segni dimenticati,/ innumerevoli varianti del grigio,/gioco per il gioco/ e tu, lacrima del riso”.
    Che altro? Ah, sì:
    “piani per il lontano futuro,/gioia per le differenze,/ammirazione per i migliori,/scelta non limitata a uno dei due,/scrupoli antiquati,/tempo per riflettere/e tu, fede che tutto ciò/un giorno potrà ancora servire”.

    Buona festa delle donne a tutte le amiche del blog.

    Ultima notizia: i peschi sono tutti fioriti!

    8 Marzo, 2009 - 1:58
  14. marta09

    Ehi gente! Ma che orari!!!
    Cmq buona giornata a tutti, buona domenica della luce che – speriamo – trasfiguri anche noi!
    P.S. mmmh! per qualcuno ci vorra l’effetto flash … ma ce la possiamo fare!

    E alle donne – ovviamente – auguri di essere sempre generose in tutto e magari pure esagerare!

    8 Marzo, 2009 - 9:50
  15. fiorenza

    Syriacus, non ti avevo ancora ringraziato per “la musica incantaserpenti”, ma non sono stata sorda alla “voce dell’incantatore/del mago che incanta abilmente” (Sal.57,6). Quindi ti ringrazio oggi, domenica.

    8 Marzo, 2009 - 11:08
  16. Luigi Accattoli

    Fiorenza grazie per l’ossimoro “lacrima del riso” che non conoscevo – sono un raccoglitore di ossimori.
    A tutte: fate un bell’8 marzo – ve lo dico dal treno che mi porta a Venezia per una conferenza. Verso Orte ho visto un boschetto di biancospini: ve li dedico.

    8 Marzo, 2009 - 12:20
  17. ignigo74

    Ho appena finito di vedere Roma Città aperta per l’ennesima volta ho pianto.
    Piango molto.
    A Milano difatti c’è molta polvere in giro.

    8 Marzo, 2009 - 17:26
  18. marta09

    Ignigo74 … è vero per la polvere a Milano … ma non tanta da spegnere certe persone luminose e che piangono.
    Anzi, con più polvere c’è con più “piangono gli occhi” e con “più piangono gli occhi” più la polvere si posa e viene lavata.
    Non è così?

    8 Marzo, 2009 - 19:35
  19. Nino

    Ignigo
    si chiama rinite allergica e si cura con Nisolid e Fulimucil.
    2 volte al giorno nelle dosi: 50% di 1fiala di Nisolid (nelle 2 sessioni) e 1 fiala di Fluimucil 300 per sessione.
    —————-
    Discepolo forse ne sa di più e meglio.

    Sull’ironia del pianto nella visione di Roma città aperta, non ti seguo.

    8 Marzo, 2009 - 20:05
  20. FABRICIANUS

    Auguri a tutte le amiche del pianerottolo, in questa Domenica 8 Marzo.

    Un caro saluto a Luigi e a tutti voi!!

    F.

    8 Marzo, 2009 - 20:20
  21. roberto 55

    Lasciatemi, innanzitutto, ricambiare il saluto al caro amico (e fratello di “tifo” calcistico) Fabricianus.

    Io, invece, credo di seguire perfettamente Ignigo74 quando parla del film, splendido e straziante come pochi altri, “Roma città aperta”.
    L’altra sera, al cineforum, ho (ri) visto “Le notti di Cabiria” (di Fellini: Pasolini lo aiutò nella sceneggiatura): quant’era grande il nostro cinema, e quanta vitalità esprimeva !
    ……… e, a proposito della festa dell’8 marzo, quant’era bella la figura femminile di Cabiria !

    Buona domenica sera a tutte le amiche ed a tutti gli amici del “pianerottolo” !

    Roberto 55

    8 Marzo, 2009 - 21:22
  22. Luigi Accattoli

    Nino anch’io credo di aver capito l’ironia di Ignigo che è rivolta a sè stesso e non al film. Per il film ha pianto, ma per non fare il piagnone – e magari temendo gli strali di Leonardo – dice che a farlo piangere è lo smog milanese.

    8 Marzo, 2009 - 22:01
  23. raffaele.savigni

    “I3 Novembre 1970
    messaggio a Domenci Masselli”
    Carneade, chi era costui?
    In ogni caso non è una “rivelazione” riconosciuta dalla Chiesa.
    Leggiamo la Scrittura, piuttosto, e non prestianmo ascolto a chi tira fuori rivelazioni continue! La Rivelazione si è chiusa con l’ultimo libro del Nuovo Testamento: l’Apocalisse.

    8 Marzo, 2009 - 22:09
  24. raffaele.savigni

    Ho ricevuto da un amico questo articolo di Sofri. Seguirà il mio commento.
    La bambina e la scomunica
    di ADRIANO SOFRI

    A RECIFE, in Brasile, c’è una bambina di nove anni. Ha un patrigno. Il patrigno abusa sessualmente di lei da quando aveva sei anni. Abusa di lei da tre anni. Il patrigno abusa anche della sorellina della bambina, che ha 14 anni ed è invalida. Ora il patrigno è in carcere. Ora la bambina di nove anni è incinta, di due gemelli.

    La bambina ha anche un suo padre, e una madre. La madre spera che abortisca, il padre no.
    A Recife c’è un medico che ha preso in cura la bambina, le ha somministrato dei farmaci che hanno procurato l’aborto. Il medico e i suoi collaboratori pensano, come vuole la legge, che non si debba obbligare una donna, e tanto meno una bambina, a mettere al mondo il frutto di uno stupro.
    Si sono anche spaventati del rischio che il parto gemellare avrebbe comportato per una bambina di nove anni.

    C’è un arcivescovo, a Recife – non importa il nome: non c’è il nome della bambina, né del suo violentatore, perché citare quello dell’arcivescovo – che ha scomunicato senza appello il medico che ha aiutato la bambina ad abortire, i suoi collaboratori, e la madre che ha approvato. Non il patrigno, “perché l’aborto è peggiore del suo crimine”. Non la bambina. La bambina non ha l’età per essere scomunicata. Solo per partorire due gemelli. L’arcivescovo ha proclamato – indovinate – che la legge di Dio è al di sopra della legge umana. L’arcivescovo ha tenuto ad aggiungere che l’olocausto dell’aborto nel mondo è peggiore di quello dei sei milioni di ebrei nella Shoah. Peggiore. C’è anche, a Recife, un gruppo di avvocati cattolici che ha denunciato i medici per il procurato aborto: omicidio volontario aggravato, presumo.

    C’è, a Roma, il Vaticano e, in Vaticano, la Pontificia Accademia per la Vita. Con una gamma di sentimenti che vanno dall’imbarazzo al dolore alla perentorietà, i suoi esponenti hanno spiegato che la scomunica comminata dall’Arcivescovo di Recife era necessaria. Un atto davvero dovuto, come prescrive il Codice di Diritto Canonico. Un sacerdote del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a sua volta, ha soffertamente ribadito che “L’annuncio della chiesa è la difesa della vita e della famiglia”. E che i medici sono “protagonisti di una scelta di morte”.

    Penso che non si debba commentare tutto ciò. Neanche una parola. Bisogna trattenere il respiro, fino a scoppiare.

    (7 marzo 2009)

    8 Marzo, 2009 - 23:03
  25. raffaele.savigni

    Anzitutto un senso di grande disagio e sofferenza. Poi alcune osservazioni sull’articolo di Sofri:
    1) l’arcivescovo brasiliano avrebe dovuto mostrare anzitutto comprensione per le sofferenze della bambina e della madre, ed evitare un giudizio così drastico.Avrebbe dovuto richiamare il principio della sacralità di ogni vita, anche di quella vita, ma con delicatezza;
    2) in quel caso lo stupro mi sembra più grave dell’aborto, ed il paragone con la Shoah (se è vero che è stato fatto) è assurdo;
    3) la Chiesa ha comunque il diritto di ribadire i principi, senza dimenticare la misericordia verso le persone che non ce la fanno a seguirli.
    4) il signor Sofri, anche alla luce delle sue esperienze passate, dovrebbe evitare di sparare giudizi così drastici, irridendo alla sensibilità della Chiesa per la vita del nascituro (ricordiamo che anche Giovanni Paolo II difese la sacralità della vita nel caso tragico delle donne bosniache stiprate, attirandosi varie critiche).

    8 Marzo, 2009 - 23:10
  26. Syriacus

    “Penso che non si debba commentare tutto ciò. Neanche una parola. Bisogna trattenere il respiro, fino a scoppiare.”

    Insomma, quando Sofri scoppierà, dies illa sarà il ‘Vaffisichella Day’??

    9 Marzo, 2009 - 0:02
  27. Syriacus

    Approposito di laïcité: oggi il TG3 delle 14.20 ha parlato di 8marzo in tutte le salse, mostrando i contributi di Schifani, Fini, Franceschini, etc… ,ma non ha né mostrato un servizio, né tantomeno accennato all’Angelus del Papa (ma neanche in relazione al viaggio in Terra Santa, se è per questo). Rispettabile scelta editoriale…si dice in questi casi.

    9 Marzo, 2009 - 0:10
  28. una volta ho letto non so dove una interpretazione (non proprio esegeticamente autorevole) ma comunque carina circa la creazione della donna: quando Dio la crea mentre l’uomo è assopito la donna è “faccia a faccia” con Dio, da sola. In questo “momento” la donna riceve da Dio un “di piu” una sensibilità maggiore, un qualcosa che a l’uomo non è stato dato. E proprio vero: le donne arrivano sempre prima, hanno un intuito e una sensibilità maggiore.

    E perchè il demonio tenta per prima la donna? Perchè astutamente sa che l’uomo ne asseconda di più la volontà: siccome il suo intento è trascinare tutta l’umanità nel peccato, sa che tentando la donna ha più chances: una volta “fregata” la donna, l’uomo la seguirà molto più facilmente proprio per questa sua maggiore “debolezza”. Se invece tentasse prima l’uomo avrebbe meno chances di far cadere poi la anche donna, proprio perchè essa ha questo “di piu” e si lascia influenzare meno dall’uomo.

    9 Marzo, 2009 - 8:55
  29. Avevo una sorella a Roma ammalata e morta di cancro all’età di 39 anni,laureata in lettere e filosofia alla Sapienza.
    Abitava nei pressi della Basilica San Paolo Fuori le Mura dove il parroco era un Abate Benedettino di quella basilica .
    Sapendo che aveva pochi giorni e il male non l ‘avrebbe perdonata e che lei intanto era diventata fedele buddista perchè offriva la frutta fresca davanti a una specie di altarino sopra un mobile tutte le mattine,dal mio paese telefonai al parroco .
    Gli dissi che a mia sorella restavano pochi giorni di vita e, se fosse stato possibile,di andarla a visitare perchè da piccola aveva frequentato assiduamente i Giuseppini del Murialdo, anche se questi,un tempo cattolici,finirono per predicare una specie di dottrina sociale al posto del
    pensiero cristiano . Il parroco mi rispose : ” Fratello non ti preoccupare,tua sorella non ha bisogno del prete , è già credente in Dio e non ha bisogno di nulla . Dio avrà misericordia . ” Mia sorella morì senza i sacramenti e volle essere cremata .

    11 Marzo, 2009 - 16:37
  30. raffaele.savigni

    Affus, quel prete ha detto solo una mezza verità. E’ vero che Dio guarda ai cuori e che si può arrivare a Dio per molte vie. Ma avrebbe potuto andarla a visitare e a parlarle di Dio, senza pretendere di imporle una conversione. Tra i due estremi del fondamentalismo (solo nella Chiesa ci si salva) e dell’indifferentismo relativistico (una religione vale l’altra) c’è una sana via di mezzo. “In medio stat virtus”.

    12 Marzo, 2009 - 10:34

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