Sul discorso tenuto oggi dal papa a Verona ho fatto una cronaca e un commento per il Corriere della Sera e dunque qui non dico nulla dei suoi contenuti di più immediata rilevanza. Ma segnalo un passaggio minore e a me più caro, di quelli che aiutano a credere in quanto segnalano convincentemente la bellezza della fede cristiana. Si tratta del terzo paragrafo, intitolato Il Signore risorto e la sua Chiesa. In esso Benedetto riprende quasi alla lettera e poi sviluppa quanto aveva detto la notte di Pasqua nella basilica vaticana a proposito della risurrezione di Cristo (vedi post del 12 giugno: Ratzinger punta sulla forza delle parole): “Essa non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande ‘mutazione’ mai accaduta, il salto decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana, dall’inizio alla fine dei tempi”. Tutto il paragrafo – che indica l’amore come “cifra di questo mistero” – è da leggere, ma io qui mi limito a riportare queste parole conclusive, che mi paiono le più belle: “Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare la vita proprio lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere definitivamente alla morte (…) La sua risurrezione è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé”.

10 Comments

  1. Leonardo

    Non so come dirlo, spero che si capisca: il fatto non è che papa Benedetto XVI parla bene, è l’accento di verità che risuona nelle sue parole. Sono parole dette come se venissero pronunciate per la prima volta al mondo, hanno tutta la forza dell’inizio, voglio dire la forza della parola iniziale, quella che Dio dice e tutto è. Ogni volta che un cristiano, qualunque cristiano, anche il più umile, pronuncia con verità il nome di Cristo è come se riaccadesse l’inizio (e, letteralmente, se anche un solo uomo al mondo fosse toccato da quella parola – e io credo che con le parole del papa stia succedendo – almeno per quell’uomo sarebbe l’inizio della salvezza).
    Quando le omelie, i discorsi nelle riunioni ecclesiastiche, i documenti fanno cadere le braccia non è perché sono scritti male, è perché parlano una lingua in cui non c’è vita né verità. Credo che in francese (Luisa ce lo potrà confermare) si usi l’espressione «langue de bois»: una lingua di legno, sorda e opaca.

    20 Ottobre, 2006 - 16:50
  2. Maria Grazia

    Caro Leonardo,quanta verità c’è nelle tue parole.Hai colto il punto di tutta la mia riflessione “mentale”.
    Che cosa c’è di diverso nelle omelie di Papa Benedetto rispetto a prolusioni,lectiones varie,interviste mediatiche di questo o quel porporato?La verità della parola,la capacità di spiegare,la bellezza del ragionare.
    Che cosa rimane di tutto ciò?Ben poco a leggere i giornali questa mattina.
    Ormai mi sono abituata alla semplificazione mediatica,però mi fa sempre un pò riflettere la banalizzazione di concetti tanto profondi.
    Questa è la ragione per cui non commento altre discussioni sul convegno di Verona.Mi gusto invece le belle emozioni provate ieri.
    Saluti MG

    20 Ottobre, 2006 - 19:50
  3. fabrizio

    Leonardo, Maria Grazia (e Luigi), i vostri commenti mi sembrano la sintesi più riuscita di questo pontificato.
    La differenza tra Benedetto e Ruini (o chi per lui) spesso viene presentata come lieve, ma è davvero abissale.
    Purtroppo e per fortuna.
    Ringrazio ancora lo Spirito Santo per come sia riuscito a farsi sentire bene in quei giorni di aprile.
    Saluti
    Fabrizio

    20 Ottobre, 2006 - 20:45
  4. Francesca Benucci

    “…Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti…..”, fin dalle Sue prime parole Benedetto XVI ha messo l’accento su quello che sarebbe stato il centro, il punto focale, del Suo Pontificato e non ha mai perso occasione per ribadirlo, Lui uomo profondamente innamorato di Gesu’ Cristo sta adoperandosi con tutto se stesso per far si che ognuno arrivi ad amare Gesu’ come lo ama Lui, per far si che gli sia data quella centralita’ che e’ solo sua, cerca in ogni modo di far capire quanto sia infinito l’amore di Dio per l’uomo, che Dio e’ amore, lo ha fatto facendo di questo amore l’argomento della sua prima enciclica e lo ha ribadito ieri a Verona con delle parole stupende semplici ma al contempo tanto profonde: “…il Creatore del cielo e della terra, l’unico Dio che è la sorgente di ogni essere, questo unico “Logos” creatore, questa ragione creatrice, sa amare personalmente l’uomo, anzi lo ama appassionatamente e vuole essere a sua volta amato. Questa ragione creatrice, che è nello stesso tempo amore, dà vita perciò a una storia d’amore con Israele, il suo popolo, e in questa vicenda, di fronte ai tradimenti del popolo, il suo amore si mostra ricco di inesauribile fedeltà e misericordia, è l’amore che perdona al di là di ogni limite. In Gesù Cristo un tale atteggiamento raggiunge la sua forma estrema, inaudita e drammatica: in Lui infatti Dio si fa uno di noi, nostro fratello in umanità, e addirittura sacrifica la sua vita per noi. Nella morte in croce – apparentemente il più grande male della storia -, si compie dunque “quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua forma più radicale”, nel quale si manifesta cosa significhi che “Dio è amore” e si comprende anche come debba definirsi l’amore autentico “ .
    E ancora l’anno scorso diceva “…Per amore, Egli poté lasciarsi uccidere, ma proprio così ruppe la definitività della morte, perché in Lui era presente la definitività della vita. Egli era una cosa sola con la vita indistruttibile, in modo che questa attraverso la morte sbocciò nuovamente. Esprimiamo la stessa cosa ancora una volta partendo da un altro lato. La sua morte fu un atto di amore. ”
    Questi sono i fondamenti, le basi dell’intero pensiero di Benedetto XVI perche’ queste dovrebbero essere le basi di tutti noi.
    Saluti a tutti e in particolare al signor Accattoli che ieri ho seguito nel suo intervento a sat 2000, mi ha fatto moltissimo piacere sentirlo parlare.
    Francesca

    20 Ottobre, 2006 - 20:51
  5. Luigi Accattoli

    Grazie Francesca, così mi conosci anche di voce! Stavo entrando alla Fiera quando mi sento chiamare dal collega Mamoli del Corriere di Verona che mi fa: “Dovresti venire con me a una diretta di Sat 2000”. Le faccende giornalistiche vanno quasi sempre sull’improvvisato. Saluti a te e a tutti, Luigi

    20 Ottobre, 2006 - 22:25
  6. Francesca Benucci

    Gia’ la conoscevo “anche di voce” in quanto piu’ di una volta l’ avevo vista in tv ma come si dice e’ sempre un piacere rivederla!!!!! Le cose poi improvvisate sono sempre le piu’ belle!!!!!!!!!!!
    Ancora saluti. Francesca

    20 Ottobre, 2006 - 22:32
  7. Luisa

    Papa Benedetto non cesserà mai di stupirmi. Quando lo ascolto, il tempo é come sospeso, mi sento veramente presa per mano, è come se salissi sulla sua barca, e mi lasciassi portare al largo in acque profonde, ma non ho paura, mi sento sicura. Io che ho uno spirito critico molto pronunciato, che ho sempre bisogno di capire, bisogno che si parli anche alla mia ragione e non solo alle mie emozioni, io che sono molto sensibile al linguaggio simbolico, alle immagini, con Papa Benedetto, riesco a entrare, a accettare dei ” concetti” che hanno a lungo provocato la mia resistenza.
    Sento in Papa Benedetto un tale accento di verità, una tale purezza, trasparenza, chiarezza, semplicità, che quello che mi sembrava difficilmente accettabile, posso oggi accoglierlo, posso aderirci, farlo mio.
    Ecco il grande miracolo che questo Papa sta compiendo per me! E non è poco, credetemi !
    Ho molto tempo “perduto” da ricuperare, ma sono fiduciosa perchè ho trovato il Maestro che mi guida.
    Il 2 aprile 2005, i nodi si sono sciolti, da allora con Benedetto XVI sto ricostruendo la mia identità di cristiana.
    Ecco perchè Giovanni Paolo II e Benedetto XVI saranno per sempre uniti nel mio cuore !
    Merci la Vie !!
    Saluti a voi tutti, Luisa

    20 Ottobre, 2006 - 22:53
  8. Luigi Accattoli

    Luisa, forse volevi dire il 19 aprile, perchè sabato 2 muore papa Wojtyla e martedì 19 arriva la fumata bianca… altrimenti che ci sta a fare il vaticanista? Luigi

    20 Ottobre, 2006 - 23:15
  9. Luisa

    No ,caro signor Accattoli, non mi sono sbagliata.
    Il 2 aprile Giovanni Paolo è morto. Quel giorno e i giorni seguenti, ho sentito i mei nodi ,uno dopo l`altro, sciogliersi. L`elezione di Benedetto VI é stata l`esplosione di gioia .
    Ma è a Giovanni Paolo che devo la mia rinascita, lui partiva io ritornavo, ritrovavo la mia “famiglia”.
    Papa Benedetto mi ha in seguito preso per mano e mi accompagna.
    Sono sentimenti che si vivono nel più profondo, non è facile trasmetterli.
    Cari saluti, Luisa

    21 Ottobre, 2006 - 7:52
  10. Luigi Accattoli

    Capisco. E quasi mi vergogno della mia grossolanità di cronista. Luigi

    21 Ottobre, 2006 - 11:04

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