Una perla tra i graffiti di Ponte Milvio

Tra i graffiti del Ponte Milvio (vedi post del 3 ottobre) ho trovato questo, dedicato a uno o a una che non c’è più: “Mai mi scorderò di te. X sempre tu sarai la stella che da lassù da guida mi farà…”. Mi incanta l’idea che qualcuno, immagino giovane, affidi la memoria dell’amato all’affollato muro degli innamorati. Mi abbaglia di tenerezza.

19 Comments

  1. La metafora della stella , nel graffito, mi ricorda un bellissimo madrigale di Luca Marenzio che cantavo dieci anni fa in un coro giovanile; “Dissi all’amata mia lucida stella, che più d’ogn’ altra luce….”

    Osservato ciò: essendo nuovamente ‘single’ da lunedì notte scorsa (vista la distanza, la controparte ha preferito un pietosamente laconico quanto eloquente sms per il suo ‘condicione tua non utor’… – Oh , il moderno ‘repudium technologicum’..!) , questo graffito non può che gettare sale sulle mie fresche ferite (o invece, paradossalmente, miele sull’agra pietanza della separazione/abbandono che di quando in quando la vita ti scodella..)

    A me, da sempre ingenuo romantico (ma l’incedere negli anni mi sta creando una certa qual callosità ad un cuore che in realtà al nucleo si intenerisce sempre di più, epperò sta imparando a darlo sempre meno a vedere) , queste parole ricordano un fatto fondamentale: il sommo ossimoro dei “per sempre” degli amanti (ma anche degli amici) come culmine della vanitas umana sub sole, ma anche come pegno del destino di Eternità inscritto in ogni umana creatura.

    E’ vero, gli amori (o meglio, ‘le storie’) finiscono: ma a me piace vederli tutti un pò come il “the end” del film The Blob -cui Ghezzi & Co. ci ha abituato da anni a ora di cena- : un The End? , con il punto interrogativo…

    Personalmente, una delle massime espressioni di questo senso di finitezza/infinitezza, lo provai quando scrissi, all’inizio della relazione col mio (‘tardivo’) primo grande amore (idem per lei, con me), una ragazza estone (conosciuta in Erasmus, il cui nome significava incidentalemnte ‘inizio’ – che poi scoprii essere come l’incipit del Vangelo di Giovanni in estone…) , regalandole alcuni cuoricini rossi di marzapane di Lubecca: “Anche quando tutto sarà finito, i cuori rimarranno” .

    Sì, io credo e crederò sempre, che i cuori rimangono e rimarranno comunque (anche se magari noi umani ci saremo ormai consumati tutto ‘il marzapane’…) .

    19 Ottobre, 2007 - 16:52
  2. Luigi Accattoli

    Syriacus non so se addica a un blog, dove si parla tra invisivi, ma partecipo alla tua mesta stagione con un abbraccio. Luigi

    19 Ottobre, 2007 - 17:01
  3. Invisivi?

    Come direbbe il Cardinale Hummes: “O Homem Invisivel é um livro de H. G. Wells em que o protagonista se torna completamente invisível.” 🙂

    19 Ottobre, 2007 - 17:32
  4. Luigi Accattoli

    Nel blog si incontrano persone che non si vedono ma che non sono invisibili. Da ciò “invisivi”. Lo debbo a Gadda, IL PRIMO LIBRO DELLE FAVOLE (1952): “L’accorto colono si divisò di rendere invisiva la vacca” (17). Luigi

    19 Ottobre, 2007 - 18:09
  5. (Ah, l’Ingegner Gadda… – Grazie per il chiarimento/citazione! )

    19 Ottobre, 2007 - 18:20
  6. Luisa

    Caro Syriacus sono toccata che tu ci faccia partecipi di momenti importanti della tua vita.
    È la seconda separazione che tu vivi in breve tempo una alla quale avevi avuto il tempo di prepararti ,il che non allieva in niente la sofferenza di vedere un padre soffrire e poi partire.
    E poi questo SMS con cui oggi si liquidano gli amori , tre frasi o tre parole e tutto è finito.
    Il tuo cuore così tenero nel suo nucleo, e già così abitato da amori passati e presenti, è normale che si ricopri di una corazza protettiva per evitare ulteriori sofferenze ma spero sia solo per il tempo necessario alla cura della ferita … poi sarà di nuovo libero di” battre la chamade” !
    Sono con te in pensiero.

    19 Ottobre, 2007 - 18:38
  7. Un abbraccio fraterno.
    Non sottovalutare mai l’imprevedibile bontà della vita.

    19 Ottobre, 2007 - 18:47
  8. Luisa scripsit: “Caro Syriacus sono toccata che tu ci faccia partecipi di momenti importanti della tua vita.”

    Très chère Louise, ti giuro (sul mio decoder satellitare con cui vedo ben altro a parte 8eMezzo) , che non ho un’esclusiva con La7. 😉

    (Grazie a tutti. La separazione è stata in ogni caso ‘semiconsensuale’, anche se io ho fatto un pò come il capitano della nave, che affonda con essa… Son fatto così.
    A life goes on of course -although, ‘a volte ritornano’, quando meno te lo aspetti…-

    Ora però ritorno nel mio antro privato ‘à la protestante’.. Sennò tantovale che io brevetti un nuovo format : “L’isola di Arianna” – il reality con e per i ‘piantati in asso’…:)

    19 Ottobre, 2007 - 19:06
  9. FABRICIANUS

    Un abbraccio a Syriacus…amico “invisivo” del blog.

    “Anche quando tutto sarà finito i cuori rimarranno”….Frase molto bella!

    20 Ottobre, 2007 - 2:33
  10. Francesco73

    “Anche quando tutto sarà finito, i cuori rimarranno”.
    E’ proprio bella, Syr, posso rubartela?

    20 Ottobre, 2007 - 10:26
  11. Rubate pure, compagni di invisività… 🙂

    [ Non che voglia fare autoesegesi o autofilologia, ovvero il Ravasi di me stesso… Devo però spiegare un minimo una cosa: la frase che scrissi originariamente allegandola ai cuori di marzapane ricoperti di cioccolato e fasciati di rosso, era, in un tedesco un pò sgangherato: “Auch wenn alles ist vorbei, die Herzen bleiben” (‘Anche quando/se tutto è passato, i cuori rimangono’)

    Poi, la Estone, studentessa di germanistica, corresse la frase, raddrizzandola come “Auch wenn alles vorbei sein wird, die Herzen werden bleiben” (‘Anche quando tutto sarà finito, i cuori rimarranno.’)

    In effetti, ‘vorbei’ ha un significato secondo me rendibile più in ‘passato’, ‘andato’, che ‘finito’. Proprio ti da il senso di una cosa che è indietro nell’asse temporale. Che si colloca oramai alle nostre spalle.

    Ebbene, nello scrivere quella frase, l’intento era proprio quello di dire, più esattamente:

    “Anche se magari un giorno tutto questo sarà alle nostre spalle, i Cuori rimarranno per sempre.”

    Si badi: non era affatto un inno, per quanto vitalistico, all’amore usa&getta, ma una presa di coscienza che il carpe diem di ventenni avrebbe forse prima o poi conflitto -come è poi stato un anno dopo- con duemila km di distanza, in un’era pre-low-cost, con idee ancora confuse sulla vita, etc… ]

    20 Ottobre, 2007 - 14:54
  12. Grzie Alessandro per la segnalazione; ti segnalo a sua volta questo :http://www.kenrickparish.com/jgeerling/blog/archives/10-01-2007_10-31-2007.html#493

    “excellent (and very humorous) video that was put on by a group of Kenrick seminarians (mostly in Theology II). The video is a humorous take on a 1950s film by the St. Louis Serra Club” .

    C’è una spietata quanto bonaria autoironia del tronfalismo cattolico e americano degli anni ’50 ; l’hanno realizzato studenti di uno dei più rigorosi e ‘tradizionosi’ seminari d’America (che fra l’altro di recente sta avendo un boom di ingressi).

    Il video ,oltre che messo su un blog di seminaristi, è stato proiettato ad una serata cui partecipava Mons. Burke, Arcivescovo di Saint Louis (astro sempre più brillante della Chiea in America, che spero un giorno diverrà cardinale) , il quale a quanto pare si è fatto anch’egli due risate…

    [Qualche battuta: immaginando, ai tempi del maccarthismo, il 2007, si vede una lezione di teologia fondamentale da parte di un gesuita, il quale in aula inveisce contro il principale dei mali: ‘I Rossi cattivi” . Poi, la lezione di ‘teologia pastorale avanzata’ è una partita a golf (…qualcuno si ricorda di come, in ‘Indovina chi viene a cena’, un Monsignore giocasse, diciamo à la Marcinkus, con il ricco Spencer Tracy? ) … Gli studenti commentano sul recente Concilio Tridentino II, convocato da Papa PIo XV, che ha realizzato grandi progressi, quali l’istituzione di due nuovi ordini minori : il ‘sub-portiere’ e il ‘sub-suddiacono’… Infine è onnipresente il robot -anche nella figura dell’inflessibile RoboRector, che ti fulmina se non lo apostrofi con un Reverendissime – : c’è anche un pò di Asimov…

    Tanta autoironia, unita però ad un risveglio identitatrio postridentino: “Seminarians in the Third Millennium” . ]

    20 Ottobre, 2007 - 15:37
  13. Sempre nell’obiettivo comune di “scaldare il cuore”, che mi dite – Accattoli in primis – di Norman Rockwell?
    Sono solo io che lo trovo di conforto?

    20 Ottobre, 2007 - 17:42
  14. Luigi Accattoli

    Sono a Napoli e il portatile non mi soccorre – quando vedrò dirò. Luigi

    20 Ottobre, 2007 - 22:03
  15. Alessandro, grazie per la segnalazione rockwellinana. Lo conoscevo, ma poco.
    Devo dire che lo trovo senz’altro più ‘riscaldante’ di un suo concittadino Hopper e ‘positivo’ di un Dix del Vecchio Mondo…

    Rockwell faceva l’illustratore, e secondo me certi suoi lavori si potrebbero descrivere sinteticamente come la massima incarnazione del testo della vecchia canzone “‘Viva la gente’…

    “Viva la gente la trovi ovunque vai
    viva la gente simpatica più che mai!
    Se più gente guardasse alla gente con favor
    avremo meno gente difficile
    e più gente di cuor
    avremo meno gente difficile
    e più gente di cuor.”

    🙂

    Cionondimeno, ti/vi segnalo un autore (antecedente e di diverso ambito culturale) che personalmente a suo tempo ritenni una gran scoperta, nella mia immensa ignoranza:

    John William Waterhouse (1849 – 1917) , vittoriano e uno degli ultimi preraffaeliti:
    http://www.youtube.com/watch?v=vHZFm7jo2CE&feature=PlayList&p=73DF6B057AE3FC5C&index=3

    (Secondo me quest’uomo è stato uno di quelli che ‘ha capito tutto’.)

    21 Ottobre, 2007 - 19:07
  16. Waterhouse? troppo sdolcinato per me.
    Sono cresciuto a forza di Tex e Corto Maltese – meglio Frederic Remington
    Ciao

    23 Ottobre, 2007 - 18:28

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