Osservatore: primi – e buoni – segni di novità

L’Osservatore romano con un fondo del nuovo direttore Giovanni Maria Vian e un elzeviro del vice Carlo Di Cicco ha la data di oggi ma è uscito – com’è nell’uso di questo singolare quotidiano – nel pomeriggio di ieri. Noto cinque segni di novità che mi paiono buoni e li segnalo subito come uno che deposita una busta per una scommessa sul futuro: uscirà questo numero, o questo nome. Il nuovo Osservatore ha meno pagine, meno foto, meno giochi grafici e non ha più le testatine “A Roma” e “In Italia”. L’edizione di oggi ha solo otto pagine, contro le 12-14-16 degli ultimi tempi. Ha solo otto foto contro le 18 che c’erano nelle prime otto pagine dell’edizione di ieri. Non ci sono gli sfondi grigi, i riquadri, le cornici, le “testatine” con propria grafica (quei riquadri ad apertura di pagina con – poniamo – il Colosseo stilizzato e la dicitura “A Roma”). I titoli sono meno variati nella grafica e meno marcati nel carattere, come si fosse tornati alla veste classica dell’Osservatore di Raimondo Manzini o di Valerio Volpini. Chissà se sono scelte, o prove, o frutti del caso: stiamo a vedere. A me paiono scelte nel senso della sobrietà e chiarezza comunicativa. Più d’ogni altra novità mi piace il fatto che siano cadute le pagine dedicate a Roma e all’Italia. A pagina tre c’è una notizia nostrana: “In Italia stipendi tra i più bassi in Europa” e questo fatto mi fa pensare che l’Italia sarà considerata alla stregua degli altri paesi. Ne sono felice: non se ne poteva più di un Osservatore extraterritoriale che entrava con tutti i piedi nelle questioni territoriali e municipali che sono tutte nostre. In attesa di vedere come andrà domani e dopo, rinnovo il mio “in bocca al lupo” a Giovanni Maria e a Carlo (vedi post del 30 settembre: Carlo Di Cicco un obiettore in Curia).

50 Comments

  1. matteo

    i Cicco sono tutti abruzzesi, Cicco è un prefisso del Cognome rurale-complicato della mia mamma.
    Intervengo per dirti che mi fido del tuo intuito.
    Ma una domanda, è nel mio profondo, e vujole esplodere.
    Perchè i tanti blog che visito di destra, si professano cristiani, e plaudono a Benedetto come il papa della controriforma, plaudono ancora di più alla riimmissione della liturgia in latino (lingua che attualmente pochissimi studiano e qualche eletto capisce).
    in questo momento vedo solo una parte della popolazione che sta esultando per i cambiamenti, alla stessa maniera di una divisione politica, che poi è una divisione politica.
    Si sentono gli evviva per la partenza di Piero Marini, si sentono gli evviva per l’arrivo del nuovo Marini, molti sperano in nuove messe papali che ritornino a quelli che erano i miei ricordi di prima infanzia.
    Si sta dando una lettura di questo svolgersi di pontificato, in una ottica di destra/sinistra, oggi più che mai.
    E non è la carta stampata.
    Ne parliamo tra i miei amici, e tutti stanno avendo questo squardo.
    E Cristo?
    Dove si è fermato?
    Cambia la dirigenza de L’Osservatore?
    Io L’Osservatore lo compravo fin da ragazzo, perchè ero un appassionato di Paolo VI, mi affascinava, le sue parole mi davano una stretta allo stomaco, per quanto erano forti, in un momento storico estremamente difficile, e che ora nessuno ricorda più.
    L’Osservatore?
    Se son rose fioriranno?
    e speriamo che si senta il profumo di Cristo.

    28 Ottobre, 2007 - 20:24
  2. Luigi Accattoli

    Caro Matteo io vedo la stessa scena ma non con la tua ansia. Mi rendo conto che una componente maggioritaria del mondo cattolico è di destra e alcuni tra loro esultano, vituperano Piero Marini, mettono il cappello su Guido Marini anche senza saperne nulla, smaniano per il latino che spesso non conoscono. Ma so anche che c’è una parte dei cattolici di sinistra – ai quali forse appartengo – che si lasciano prendere dallo sconforto solo a sentire che Guido Marini ricorda il cardinale Siri che l’accolse in seminario, che ritengono una jattura il motu proprio sulla messa tridentina e che temono l’eventualità di una celebrazione papale secondo il vecchio rito più di quanto non temerebbero una febbre quartana. I primi sono convinti che papa Ratzinger mazzierà gli innovatori esattamente come i secondi. La loro paranoia è speculare e unisona. Io non do nessuna importanza cristiana all’essere di destra e di sinistra e dunque non mi agito per queste minuzie. Mi interessa il papa che parla di Gesù, che lo predica e scrive libri su di lui. Sono grato a Piero Marini e sono fiducioso su Guido Marini, che è stato cerimoniere dei cardinali Tettamanzi e Bertone. So che le idee politiche e culturali vanno e vengono e sono tutte opinabili. Mi tengo al Credo, al Vangelo, ai Concili, ai papi e vado tranquillo. “Vedi come son tranquillo io” direbbe Lucio Dalla. Prova a fare come me. – Quanto all’Osservatore che cancella le pagine italiane e romane, io lo vedo come un passo avanti positivo, tale e quale quello compiuto dall’arcivescovo Bagnasco con l’aver evitato nelle sue prolusioni quella pagina sulla “situazione politica del paese” che non mancava mai nelle prolusioni del cardinale Ruini. Luigi

    28 Ottobre, 2007 - 22:51
  3. fabrizio

    .

    Del motu Propriu ne abbiamo straparlato, sicuaramente troppo, ma ancora non capisco tanta incomprensione.
    Quale è il problema se il Papa ha riammesso, SOLO PER CHI VUOLE, il vecchio rito? Lo ha imposto a qualcuno? Matteo, ti è forse capitato, entrando in una qualsiasi chiesa la domenica mattina, di doverti sorbire controvoglia una messa in latino?
    A me la questione sembra, forse ingenuamente, semplice: “Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso.”
    Di fronte a questo limpido ragionamento del papa ogni nostra obiezione dovrebbe trovare risposta.

    Per quello che osservo io a me sembra che la lettura destra/sinistra (che odio) la facciano anche e soprattutto tanti cristiani “di sinistra” che si fermano ai titoli anno dei giornali piuttosto che cercare di capire per davvero il messaggio del papa (è ovvio che non mi riferisco a nessuno dei frquentatori del blog).

    Tra tutti gli interventi, riflessioni, omelie, messaggi del papa che ho letto non ce ne è neanche uno che non abbia Cristo al centro.

    Caro Matteo, io dico semplicemente di provare a fidarti un po’ di più di ti è toccato come papa, anche se non è il papa dei tuoi sogni.

    Buona notte.
    Fabrizio

    28 Ottobre, 2007 - 23:22
  4. Leonardo

    Però Ruini di politica ne capisce, più di quasi tutti i politici, e quella pagina si leggeva con profitto.

    28 Ottobre, 2007 - 23:25
  5. fabrizio

    Quando ho scritto non avevo letto la risposta di Luigi che, in pratica, ha anticipato quello che stavo scrivendo.

    28 Ottobre, 2007 - 23:25
  6. Luigi Accattoli

    A Fabrizio. Tra le sorprese del blog c’è anche questa, che uno scopre d’aver ragionato come un altro e se ne compiace. In particolare è stato bello esserci incontrati nell’apprezzamento sul papa che si concentra nella predicazione della figura di Gesù.
    A Leonardo. Anch’io apprezzo il forte intelletto del cardinale e continuerò a leggerlo anche quando tratta di politica, ma sono contento che la sua lettura dei fatti politici torni a essere la libera proposta di un vescovo e non abbia più quel crisma di esemplarità che gli veniva dalla carica di presidente dei vescovi. Luigi

    29 Ottobre, 2007 - 8:44
  7. matteo

    Fabrizio parli di me come si mi conoscessi,
    mi attribuisci espressioni che non ho espresso,
    checchè vorresti farmi dire,
    Io so che Benedetto XVI è il papa che la Spirito ha scelto per la mia Chiesa,
    e fammi il favore di non attribuirmi pensieri che non penso.
    Il rispetto per gli altri, è fondamento anche in un blog,
    soprattutto perchè siamo ospitati
    e in casa altrui o di amici io cerco di comportarmi con correttezza verso gli invitati.
    Ognuno deve sentirsi libero di dare la propria esperienza o risonanza, senza doversi sentire attaccato da altri.
    Questo è anche essere nella Chiesa.
    Aggiungo che nella mia Chiesa ci sono con tutto il mio intelletto attivo,
    quindi con la capacità di esprimere le mie perplessità nei confronti di coloro che sono chiamati ad essere anche i miei pastori.
    Diversamente, il buon Dio avrebbe fornito di intelletto solo coloro che fanno i vescovi o il papa.
    Alla mia età, ho la pretesa di essere e di essere considerato adulto, anche se sbaglio, visto che sono anche capace di assumermene le responsabilità.
    Io amo la mia Chiesa e per questa Chiesa (costituita da Popolo, Gerarchia e Magistero) provo una passione fortissima fin dall’infanzia, e chicchessia non rendera’ inutile la mia passione e la mia speranza.

    29 Ottobre, 2007 - 11:59
  8. Attenzione anche a non ragionare come se internet rappresentasse in modo equilibrato la realtà.
    Alla maggior parte dei cattolici “di destra” che conosco, per esempio, della messa tridentina non gliene importa assolutamente nulla.
    C’è una minoranza molto minoranza ma molto rumorosa che acclama a Benedetto XVI come al papa della restaurazione, della contro-contro-controriforma, insomma della “rivincita” dei conservatori (ma direi piuttosto degli ultraconservatori) contro i malèfici progressisti. E’ un mondo che si muove nell’area grigia tra neo-tradizionalismo cattolico e veri e propri lefebvrianesimo e sedevacantismo, incantando con ragionamenti furbetti (sì al Concilio, no alla riforma liturgica… sì al papa, no al Concilio… sì a Benedetto XVI [come lo descrivono loro], no a Giovanni Paolo II e specialmente a Paolo VI…). E diciamo che, grossomodo, si suddivide tra un’area “liturgica” e un’area “politica”. Naturalmente sono i migliori alleati degli anticlericali e di tutti coloro che vogliono dimostrare che la Chiesa altro non è che un’accozzaglia di vecchi oscurantisti.

    Mostrare che la Chiesa di Benedetto XVI non è affatto questa caricatura, è il miglior servizio che si possa fare al papa e alla Chiesa. Luigi ci sta riuscendo benissimo.

    29 Ottobre, 2007 - 12:41
  9. Luisa

    C` è dunque il cattolico di destra e quello di sinistra, forse anche quello di centro o centro-destra o perchè no centro sinistra, poi ho appena saputo che c`è il cattolico medio, dunque una media fra il cattolico superiore e quello inferiore, c`è anche il cattolico esemplare, e poi non dimentichiamo il vero credente, vero cattolico!
    In generale mi sembra osservare che san Francesco è piuttosto citato dai cattolici di sinistra ( e anche dai non cattolici che si servono di lui per dare lezioni ai cattolici di qualunque bordo siano), san Josemaria Escrivà…forse è più citato dai cattolici di destra,ancorchè non sono sicura di avere preso il buon esempio,forse troppo a destra?
    Se leviamo tutti questi aggettivi, resta “cattolico”…che cosa è un cattolico…chi è il cattolico?

    29 Ottobre, 2007 - 12:43
  10. … resterebbe cristiano… chi è cristiano?

    ps. concordo con la “buona notizia” (con la “b” minuscola) della sparizione del pistolotto politichese – più che politico – dalle prolusioni del presidente della Cei. Come pure concordo con Leonardo che Ruini, ahimè, capisce di politica…

    29 Ottobre, 2007 - 12:58
  11. … ah, ricordo che grande clamore (!) fece la prima riunione in Cei di Bagnasco: addirittura si misero a pregare! Incredibile.

    ps. sono curioso anche io del nuovo Osservatore, un giornale con grandi potenzialità inespresse, meno vincolato alla linea dei vescovi italiani rispetto ad Avvenire.

    29 Ottobre, 2007 - 13:02
  12. Luisa

    La mia domanda è : chi è il cattolico, o chi è il cristiano cattolico?

    29 Ottobre, 2007 - 13:50
  13. matteo

    stasera esce l’edizione di domani mattina del L’Osservatore,
    voglio andare a curiosare sui cambiamenti.

    29 Ottobre, 2007 - 13:57
  14. Il cristiano cattolico siamo tutti noi battezzati. Altri “distinguo” ci saranno, ma sta a Qualcun altro porli, non a noi. Se già ci ricordassimo di questo, senza distribuire a destra e a manca (appunto) patenti di cattolicità “vera”, sarebbe un enorme passo in avanti.

    29 Ottobre, 2007 - 14:06
  15. fabrizio

    Matteo, non penso di conoscerti affatto e non mi permetto davvero di giudicare la tua esperienza di fede.
    Per certo non volevo attaccarti, ti assicuro che non è nel mio spirito e nelle mie intenzioni.
    Rispondo solo a quello che scrivi (o meglio a quello che capisco), altrimenti che ci stiamo a fare qui?

    Nello specifico, dai tuoi interventi ho letto una certa perplessità nei confronti del papa (l’altro giorno hai concordato con MauroB sul tentativo in atto di una restaurazione anticonciliare). Correggimi se sbaglio.
    La tua frase riferita alla liturgia in latino mi è sembrata non cogliere lo spirito del Motu Proprio, e per questo ho replicato con la frase che a mio avviso lo riassume in maniera più autentica, al di là di qualsiasi interpretazione di parte.

    Il mio suggerimento era ed è solo quello di fidarsi maggiormente del papa. Questo consiglio vale per tutti, per te, per me e le mie perplessità, per mia moglie, per i teologi e per gli altri amici “sconosciuti” di questo blog.

    Per concludere, sono sinceramente dispiaciuto per il tono un po’ astioso che hanno preso quelle due o tre discusioni che ci hanno visto coinvolti, e di questo mi prendo la mia parte di colpa.

    “Io amo la mia Chiesa e per questa Chiesa (costituita da Popolo, Gerarchia e Magistero) provo una passione fortissima fin dall’infanzia, e chicchessia non renderà inutile la mia passione e la mia speranza.”
    Partiamo insieme da questa tua frase, che faccio totalmente mia.

    29 Ottobre, 2007 - 14:07
  16. Leonardo

    Una barzelletta (che mi hanno detto provenire direttamente dalla CEi) a beneficio degli antiruiniani, da aggiungere a quella raccontata dal moralista.

    I collaboratori salutano il cardinal Ruini e, come si usa in questi casi, gli esprimono tutto il loro rammarico per non averlo più alla direzione della CEI. Uno gli chiede se non teme di annoiarsi «Ma no! risponde sorridendo il cardinale, non vedevo l’ora di lasciare questo incarico, così finalmente avrò tempo di leggere tanti libri che finora non sono riuscito neanche a cominciare …« «Per esempio?» gli chiede un monsignore. «Beh, vediamo .. il vangelo …».

    29 Ottobre, 2007 - 14:10
  17. Luisa, ho apprezzato molto la sua riflessione sull’identità del cattolico. Personalmente credo che la definizione più corretta sia quella che comprende tutti i diversi tipi di cattolici da lei descritti. E sa perchè? Perchè il cattolicesimo è una cultura religiosa basata sul ET ET e non sul AUT AUT. Include e non esclude. Personalmente credo sia questa la sua grande forza.

    29 Ottobre, 2007 - 14:50
  18. Domenico

    A questo punto viene bene una citazione del Papa stesso, dall’INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON IL CLERO DELLE DIOCESI DI BELLUNO-FELTRE E TREVISO’ (24 luglio 2007 )
    “… Il cattolicesimo, un po’ semplicisticamente, è stato sempre considerato la religione del grande et et: non di grandi esclusivismi, ma della sintesi. Cattolico vuole dire proprio ‘sintesi’. [Perciò sarei contro una alternativa o giocare al pallone o studiare la Sacra Scrittura o il Diritto Canonico. Facciamo ambedue le cose.]” L’applicazione è un po’ familiare, tuttavia si può forse estendere ad altre cose.
    Avendo anche un occhio alla Sacre Scritture che ci presentano già all’inizio due resoconti della creazione, e poi ben quattro relazioni sulla vita di Gesù. La verità forse è talmente grande che non può essere ‘presa’ da un solo punto di vista.
    Le Scritture (Atti, …) ci dicono di contrasti e finanche di antipatie fra i primi predicatori del vangelo (Paolo e Pietro, Paolo e Barnaba, …). Nelle lettere apostoliche si intravede una certa dialettica.
    2Pietro, 3:15-16 “La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.”
    La parabola della zizzania ci insegna la pazienza: il Signore separerà il bene dal male.
    I cap. 12 e seguenti della lettera ai Romani sono ricchi di insegnamenti sul perchè e sul come discutere fra di noi.
    Romani 12:10 “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”.
    Romani 14:1 “Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni.”
    Romani 14:5 e segg. “C’è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali.
    Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia [di tutto], mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia [di tutto], se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio. …”
    Romani 14:17 “Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.”
    Ecc.
    1Tessalonicesi 5:21 “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.”

    Vi chiedo scusa per le citazioni ovvie, che però fa sempre piacere ricordare.
    Cordiali saluti.

    29 Ottobre, 2007 - 16:31
  19. Alessandro, la notizia che hai riportato è sicuramente interessante, ma non ho capito molto bene il collegamento con la discussione.

    29 Ottobre, 2007 - 16:39
  20. scusate, voleva essere legato al “Include e non esclude.” del post precedente. un po’ fuori target….

    29 Ottobre, 2007 - 17:05
  21. Luisa

    Dimenticavo…il cattolico adulto…quello progressista e l`altro che non lo è, il poverino lui è afflitto da un male inguaribile..è un tradizionalista.
    E da noi esiste la definizione del ” catholique sur roulettes”, che va in chiesa per il battesimo e il suo funerale!

    La metto sul ridere ma è una riflessione che mi faccio sovente.
    Siamo tutti cattolici in virtù del Battesimo.
    Poi come viviamo la nostra fede?
    In che misura nella nostra vita teniamo conto delle prescrizioni morali contenute nel catechismo, del Magistero ?
    La donna o l`uomo sposati che hanno una relazione extraconiugale e si si accostano alla Comunione, i giovani che convivono prima del matrimonio, le donne che scelgono di abortire o che prendono la pillola,e tante altre situazioni in cui il comportamento del cattolico è in contraddizione flagrante con la dottrina della fede, si dicono cattolici e senza dubbio lo sono ma se la loro coscienza individuale è eretta in solo metro di ciò che è bene o male, quale resta l`importanza del Magistero, del Catechismo ?
    Sono cattolico ma agisco secondo la MIA coscienza….il Papa…il Magistero…il catechismo…..sono ben lontani….prendo solo ciò che mi conviene …il resto lo tralascio…mi viene in mente scrivendo la nozione di “religione fai da te”,o “Gesù sì la Chiesa no” .
    A che cosa serve un catechismo, un magistero se poi ognuno fa quel che vuole nel suo angolino?
    Viva la diversità ma quando questa diversità concerne elementi fondamentali della nostra fede che sembrano essere messi nel ripostiglio delle cose inutili e fuori moda, io mi interrogo.
    E notate bene che la domanda vale anche per me,sopratutto per me!
    Sono stata a lungo una cattolica “anarchica”, ma ora che sono rientrata nell`ovile
    desidero vivere in coerenza con la mia fede…grande responsabilità….non facile tutti i giorni.

    29 Ottobre, 2007 - 18:05
  22. Francesco73

    La coscienza resta la prima vicaria di Cristo, diceva Newman.
    E noi possiamo intenderla in senso non protestante, e ipotizzare una via cattolica all’esercizio della libertà della coscienza.
    Da una parte, infatti, non mi convince una fede che ubbidisce solo, almeno pubblicamente. Secondo me, non è questa l’adesione che si chiede.
    Dall’altra, trovo ipocrita l’utilizzo della propria autonomia come una specie di clausola di salvaguardia, per trovarsi poi sempre da un’altra parte rispetto al Magistero, pur continuando a professarsi cattolici.
    Sono due atteggiamenti speculari, ma in fondo abbastanza comodi.
    La via migliore, secondo me, è quella di una “coscienza che si sforza di accordarsi”. Che cioè ascolta l’insegnamento della Chiesa, lo prende sul serio, ci riflette e ci medita, e tutto alla luce di un “anticipo di autorevolezza” che – per il fatto di essere cattolici – noi riconosciamo a chi ha la responsabilità di guidare la Chiesa (e lo fa in modo serio, come servizio al popolo testimoniato davvero in prima persona).
    Direi che lo spazio tra quel che la propria coscienza dice e quel che eventualmente di diverso la Chiesa propone è occupato dalla fatica di credere, dalla volontà di farlo, dalla visibile trasparenza della propria intenzione.
    In questo percorso può esserci anche una decisione diversa, alla fine, può esserci anche un’altra scelta. Ma sarà il sincero sforzo compiuto, sarà la tensione mostrata e vissuta a misurare la credibilità della nostra fede, del nostro desiderio di Dio, del nostro stesso saper stare nella Chiesa.
    E’ questo che conta, alla fine, io credo.
    Ed è anche l’unica strada verosimile, quella che si può percorrere con onestà, senza ipocrite fughe o impossibili mettersi sempre sull’attenti.

    29 Ottobre, 2007 - 18:53
  23. A me pare di sentire una certa stanchezza tra la gente a riguardo delle grandi “famiglie combattenti” del cattolicesimo italiano. Vedo tanti che si sono guardati in cagnesco per anni collaborare poi per il catechismo dei ragazzi. Ex-focosissimi aderenti di quell’associazione o quel movimento che poi collaborano sulle cose concrete.

    29 Ottobre, 2007 - 19:29
  24. Luisa

    Grazie Francesco per la sua riflessione !
    Potrebbe indicarmi lo scritto dove Newman parlava della coscienza come prima vicaria di Cristo?

    29 Ottobre, 2007 - 19:30
  25. Francesco L.

    Inizio a scrivere su questo blog cercando di dare l’informazione a Luisa (da parte di una altro Francesco ma penso vada bene lo stesso).
    Lo scritto é: “la coscienza e l’infallibilità del Papa” in John Henry Newmann “la coscienza” Jaca Book
    P.S. volevo iscrivermi al blog come Francesco (c.s) dove c.s. stava per cattolico semplice ma il modulo elettronico non me l’ha permesso.
    Che non ci siano più cattolici semplici in giro?

    29 Ottobre, 2007 - 21:28
  26. Cara Luisa,
    le tue affermazioni sono sensate. e di per sé condivisibili. E ti assicuro che non sono uno di quelli che amano mettere tra parentesi il Magistero. Ma lasciami dire che mi fa impressione – lo dico senza malizia e senza voler trarre nessuna conseguenza – che il tuo lungo intervento citasse più volte il Magistero, e il catechismo, ma non il Vangelo. Non ho nessuna intenzione di contrapporre Vangelo e Magistero, ma nel tuo enunciato noto – e te lo dico fraternamente – un certo squilibrio.

    29 Ottobre, 2007 - 21:53
  27. Luisa

    http://www.acquaviva2000.com/FAMIGLIA/formare_una_coscienza_cattolica.htm

    Da Gaudium et Spes :

    “Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa questo, evita quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità.Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo. ”

    ….Ho trovato sulla stessa pagina la citazione della frase del card. Newman :

    “Perché dobbiamo prestare una tale attenzione alla formazione della nostra coscienza e a quella di coloro che Dio ci ha affidato? Io credo che il Cardinale John Henry Newman abbia dato la risposta migliore più di 100 anni fa.

    “La coscienza,” scriveva Newman, “è un messaggero di Colui che, sia nella natura che nella grazia, ci parla da dietro un velo, e ci insegna e ci guida attraverso i suoi rappresentanti. La coscienza è il primitivo Vicario di Cristo.”

    29 Ottobre, 2007 - 22:00
  28. Luisa

    Luca….credi veramente che io abbia dimenticato il Vangelo?

    Io parto da lì e lì ritorno ma non da sola ,lo faccio accompagnata , guidata .

    Mi dispiace se ti ho impressionato, tale non era la mia intenzione.

    29 Ottobre, 2007 - 22:07
  29. Naturalmente non credo niente del genere, cara Luisa. Mi fa impressione, soltanto, che si citi il Magistero e il catechismo senza mai ricordarne la Fonte. Che poi sia il Magistero a guidarci, nello Spirito Santo, alla retta comprensione del Vangelo non lo metterò mai in dubbio. D’altronde tutto questo non è affatto in contraddizione con quel ruolo della coscienza che hai così ben citato qui sopra. Un saluto.

    29 Ottobre, 2007 - 23:10
  30. Luigi Accattoli

    Il mio benvenuto a FrancescoL, scusandomi per aver “moderato” il suo messaggio con ritardo rispetto al momento in cui era stato mandato: ero al lavoro su quanto papa Benedetto aveva detto alla Federazione internazionale dei farmacisti cattolici. Una volta approvato un messaggio, gli altri entrano in automatico. Insomma ho adottato un sistema che gioca tutto sulla fiducia accordata a una persona sulla base del primo approccio. Come avviene quando incrociamo qualcuno per via e accettiamo o no di conversare con lui. Luigi

    29 Ottobre, 2007 - 23:28
  31. matteo

    [Nell’intimo della coscienza
    l’uomo scopre
    una legge
    che non è lui a darsi,
    ma alla quale invece deve obbedire.]

    “Non siamo più sotto la legge ma sotto la grazia” (Paolo ai Romani)
    “l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno”.(Paolo ai Galati)

    30 Ottobre, 2007 - 0:25
  32. Matteo:
    – il tuo post paolino, letto ora che mi sto facendo una infarinatura di protestantesimo (teorico, non pratico), mi eccheggia di “sola fide” e Lutero, ma è colpa di quello su cui sono concentrato ora, non penso che abbia a che fare con le tue intenzioni; 😉

    – “Si sta dando una lettura di questo svolgersi di pontificato, in una ottica di destra/sinistra, oggi più che mai.”
    Io sono convinto che le letture che si fanno troppo spesso sono improntate a schemi che non si possono applicare o che sono già obsoleti rispetto a quello che accade.
    Anch’io vedo urlare revanscismi, parlare di “ritorni” in modi che non hanno senso e sono lo specchio di polemiche portate ad un eccesso insensato. E così non ci accorgiamo di quanto di nuovo ci sia perchè ci siamo già messi occhiali che distorcono la realtà e ci rendiamo incapaci di leggere il presente, per non parlare del futuro.

    30 Ottobre, 2007 - 8:31
  33. Luisa

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/april/documents/hf_ben-xvi_spe_20060427_pont-comm-biblica_it.html

    DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
    AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

    Sala dei Papi
    Giovedì, 27 aprile 2006

    …” Alcuni sono arrivati a teorizzare un’assoluta sovranità della ragione e della libertà nell’ambito delle norme morali: tali norme costituirebbero l’ambito di un’etica solamente «umana», sarebbero cioè l’espressione di una legge che l’uomo autonomamente dà a se stesso: i fautori di questa «morale laica» affermano che l’uomo, come essere razionale, non solo può ma addirittura deve decidere liberamente il valore dei suoi comportamenti.

    Questa errata convinzione si basa su un presunto conflitto tra la libertà umana ed ogni forma di legge. In realtà, il Creatore ha iscritto nel nostro stesso essere la “legge naturale”, riflesso della sua idea creatrice nel nostro cuore, come bussola e misura interiore della nostra vita. Proprio per questo la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero della Chiesa ci dicono che la vocazione e la piena realizzazione dell’uomo consistono non nel rifiuto della legge di Dio, ma nella vita secondo la legge nuova, che consiste nella grazia dello Spirito Santo: insieme con la Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa, questa si manifesta nella “fede che opera per mezzo della carità” (Gal 5,6).

    ….Nella ricerca di un’etica cristologicamente ispirata occorre dunque tenere sempre presente che Cristo è il Logos incarnato che ci rende partecipi della sua vita divina e con la sua grazia ci sostiene nel cammino verso la nostra vera realizzazione. Che cosa sia realmente l’uomo, appare in modo definitivo nel Logos fattosi uomo; la fede in Cristo ci dona il compimento dell’antropologia. Perciò il rapporto con Cristo definisce la più alta realizzazione dell’agire morale dell’uomo. Questo agire umano è direttamente fondato sull’obbedienza alla legge di Dio, sull’unione con Cristo e sull’inabitazione dello Spirito nell’anima del credente. Non è un agire dettato da norme soltanto esteriori, ma proviene dal rapporto vitale che connette i credenti a Cristo e a Dio.”

    E domando scusa a Leonardo… forse avrei potuto mettere solo il link.

    30 Ottobre, 2007 - 8:44
  34. x Leonardo: grazie della barzelletta (e dell’umorismo “anti-ruiniano”). Perfettamente azzeccata…

    aspetto “ardentemente” un post di Luigi sull’obiezione di coscienza dei farmacisti…

    su cattolici, cristiani e dintorni. Il post di matteo sarà pure protestante (?), ma tanto è sempre lì che si deve “sbattere”: la fede in Cristo, una persona, il Figlio di Dio. Ho l’hai incontrato concretamente un giorno nella tua vita (poi da qui a seguirlo sempre, ce ne passa, ovviamente) o non lo hai incontrato…

    C’è un mio amico che dice che la sua conversione è cominciata grazie alla poesia… Io gli credo… Tutto è Grazia… ma poi quel suo approccio intellettuale, un giorno x, lo ha senz’altro condotto ad un incontro, con una persona, con una situazione forte, con una parola del Vangelo che tocca qualche fatto della tua vita reale e profonda. Per cui scatta qualcosa che ti lascia una traccia indelebile… Nel mio caso, non faccio ormai fatica a confidarlo, tutto ebbe inizio un giorno di gennaio di qualche anno fa. Ascolati il Vangelo del Battesimo di Gesù: “… Tu (Simone) sei il mio figlio prediletto. In te mi sono compiaciuto”… Nella mia vita di quel periodo fu una bomba che ancora risuona… ero già cattolico (moltissimo!) ma solo da quel giorno so di aver incontrato Cristo per la prima volta.

    Per tornare a Ruini, ecco, io credo che la grande impresa umana ed intellettuale del suo “Progetto culturale” sia stata un po’ troppo umana…. negli strumenti e negli esiti, che pur in tantissimi apprezzano. Tanta “cultura” (?) cristiana, tanti progetti, tanta lettura politica e sociale (a volte un po’ strabica…), ma poco aggancio con la divina umanità di Gesù Cristo, nato a Betlemme (in Giuda), vissuto a Nazareth (in Galilea) e dintoni, morto e risorto a Gerusaleme…

    Di contro, oggi apprezzo Benedetto XVI per la sua catechesi che è continuamente riferità all’essenzialità di un incontro vivo e reale con Cristo. Prima ancora che ai famosi “principi non negoziabili”.

    Più Cristo, meno “valori” cristiani (anzi, cattolici).

    30 Ottobre, 2007 - 10:06
  35. Francesco73

    La barzelletta antiruiniana mi ha fatto ridere, lo ammetto.
    🙂

    Ma io sono un difensore di Ruini, nelle condizioni date.
    Credo che il suo servizio alla CEI lo si debba giudicare sul metro dei vent’anni, non su quello degli ultimi due o tre.
    Penso che abbia fatto molto per la Chiesa, e che grazie alla sua opera – adesso – potranno essere sviluppate quelle messe a punto e quelle azioni di miglioramento che prima sarebbe stato arduo persino ipotizzare.
    Lo scorso anno è uscito un libro sulla sua esperienza, piuttosto critico.
    Il Partito di Dio, di Marco Damilano.
    L’ho letto, e ho buttato giù una ventina di pagina di contro-testimonianza, a difesa di Don Camillo.
    L’amicizia di cui l’autore mi onora mi ha poi condotto a parlarne con lui in un pubblico dialogo, di fronte a un nutrito gruppo di giovani, in una piccola sala-teatro romana.
    Non penso di averli convinti, però credo abbiano ritenuto fondati alcuni miei argomenti.

    30 Ottobre, 2007 - 10:48
  36. … caro Francesco, dai, provo a vederla come suggerisci tu, sul lungo termine e confidando sugli aggiustamenti.
    Non ho letto il libro di Marco, che conosco, ma so/sai che ha qualche esperienza diretta abbastanza negativa che lo condiziona non poco nel giudizio…

    30 Ottobre, 2007 - 11:27
  37. matteo

    Ruini?
    Non vivo nella Chiesa di Roma negli ultimi due anni,
    sono nella realtà di questa Chiesa da decenni,
    mi ricordo il lavoro del Vicario Poletti, partecipavo agli incontri che negli anni 80 facevamo con Canestri per ridare vita alla realtà della pastorale soprattutto alla zona centrale di Roma, eravamo giovani, Canestri poi, parti’, a guidare un’altra Chiesa.
    Quello che ho continuato a vedere a Roma,
    è sempre la voglia di molti giovani impegnati di dare un volto specifico a questa chiesa romana,
    legata alla specificità del territtorio,
    cosa ci si è ritrovati a fare in fin dei conti?
    a preparare e partecipare sempre a eccitanti incontri, mondiali, nazionali, locali…..
    Caro Ruini, cosa è cambiato, sostanzialmente, nel tuo ventennio,
    nella specificità del territtorio chiamato ROMA, a te affidato?
    Mi fa piacere per chi pensa di farsi una idea di Ruini dai libri,
    bè,
    io vivo a Roma, sono in una parrocchia di Roma, tra i cristiani di Roma,
    e a Roma si va avanti grazie, non ai progetti che calano dall’alto,
    ma grazie ai tanti che credono profondamente in Gesù Cristo,
    grazie ai tanti che hanno fatto esperienza personale di rapporto con Gesù,
    grazie ai tanti che amano la Chiesa a prescindere dai problemi insiti,
    grazie ai tanti sacerdoti, che nonostante le proprie debolezze umane, (malattie e varie), hanno continuato con la fedeltà e i pochi mezzi a dare quanto potevano per essere a servizio della propria comunità cristiana, alcuni tra loro hanno dato così tanto da non rendersi più conto di quanto erano loro ad aver bisogno degli altri, e ritrovandosi ….. (sapete che aiuto hanno avuto?)
    Ma a Roma abbiamo anche i Vescovi di settore,
    vengono in parrocchia,
    si fa festa quando vengono per amministrare la confermazione,
    si mettono ben benino ad ascoltare i vari gruppi….
    poi….
    ok.
    Ventanni di Ruini a Roma,
    Ma lui si è potuto fare questi ventanni grazie a tutti noi cristiani profondamente credenti, che abbiamo tirato la carretta nel quotidiano delle Chiese-parrocchie.

    Ora continuiamo pure con i libri di Ruini o su Ruini.
    Alla fine, come succede sempre, saranno i libri a fare la storia, e non la quotidianità.

    30 Ottobre, 2007 - 12:04
  38. Luisa

    Dire più Cristo e meno valori cattolici per me è un non- senso o forse più umilmente non comprendo il senso.
    Come se si potesse separare Cristo dai valori non negoziabili che sono alla base del messaggio evangelico e che ,instancabilmente, Benedetto XVI ci ricorda, anche se non adopera ad ogni volta questo termine.

    È facile prendere dal Magistero ciò che ci conviene, che più corrisponde alla nostra esperienza di fede, e trascurare se non ignorare il resto.

    30 Ottobre, 2007 - 12:05
  39. I valori non sono negoziabili. Anzitutto per la mia coscienza.
    Ma come declinare concretamente questi valori in una società plurale in cui il messaggio di Cristo non è univocamente riconosciuto, questo è il problema, a cui noi cristiani laici (nel senso di non consacrati) siamo chiamati a rispondere. E non c’è nulla di facile in questo.

    30 Ottobre, 2007 - 12:08
  40. matteo

    Ma io sento continuamente parlare di valori non-negoziabili.
    Mi sembra la tipica frase fatta che vuoldire tutto-niente.
    Accade quando non sappiamo dare un nome alle cose,
    allora affermiamoun concetto generico,
    e dietro questo…. le persone si nascondono…… sentendosi sicure e protette…………
    Non ricordo che Gesù, camminando per le strade della Galilea, della Samaria, della Giudea, si esprimesse con simili concetti…..
    …..non lo si è mai sentito parlare di “valori non negoziabili”….
    pur essendo il figlio di Dio sapeva di dover parlare agli uomini, pescatori, pastori, contadini, a masse di gente spesso affamate a cui si trovava a dover far fronte con i mezzi che poteva….
    Certo, usava anche parlare in parabole, ma aveva un motivo specifico, e lo dice, ma per favore, Gesù trattava con gente che doveva mettere insieme il cibo per la propria famiglia, quelli erano la maggioranza di persone che incontrava,
    i suoi discepoli erano gente povera, anche un po’ dura di comprendonio….
    Pietro stesso passionale e generoso, faceva fatica a capire le espressioni del suo Rabbi

    30 Ottobre, 2007 - 12:34
  41. x Luisa: è solo un gioco di parole per ribadire che non ci può essere una “ideologia” cristiana (cattolica) di cui ci riempiamo la bocca (e con cui, variabilmente, ci difendiamo o attacchiamo il prossimo) senza avere incontrato Cristo. E infatti nelle ideologie cristiane non c’è Cristo, a volte non viene nemmeno citato. Ma troviamo solo una serie di citazioni colte, di regolette, di postille, di cavilli da legulei. E di gridi di battaglia. Come in tutte le ideologie.
    Il Cristianesimo è una Fede, non è un’ideologia.

    E poi…
    Vero, non c’è niente di facile. Vero.
    Vero, i valori servono a declinare Cristo nella quotidianità.

    ps. “Come se si potesse separare Cristo dai valori non negoziabili che sono alla base del messaggio evangelico” (Luisa)… in effetti dovrebbe essere il “messaggio evangelico” alla base dei valori non negoziabili. Non il contrario. O no?

    30 Ottobre, 2007 - 12:50
  42. Luisa

    E chi ha detto che il “messaggio evangelico”(perchè fra virgolette?…ho scritto qualcosa di inesatto?) non è alla base dei valori non negoziabili? Mi sembra aver detto che non si possono separare.

    30 Ottobre, 2007 - 13:19
  43. … vabbè… comunque le virgolette servono per citare. Le ho usate per citare una tua espressione.

    30 Ottobre, 2007 - 13:40
  44. raffaele.savigni

    Condivido le osservazioni di Luca Grasselli ed il richiamo di altri alla importante conferenza del card. Ratzinger su Newmann, il quale affermò che la coscienza, rettamente intesa (come messaggero di Dio), è il primo “vicario di Cristo”. Quanto a Ruini, credo che sia stato un uomo di grande cultura ed intelligenza, capace di cogliere per certi aspetti i “nuovi segni dei tempi” (vedi la questione antropologica) ma un po’ troppo “politico” nel modo di gestire la CEI e la comunicazione con i fedeli. Apprezzo quindi la sobrietà di Bagnasco, che forse può ridare spazio ad un laicato troppo spesso rimasto nell’ombra nell’ultimo ventennio. Non dimentichiamo infatti che dietro ad un grande papa o vescovo c’è sempre un certo numero di semplici cristiani che tirano avanti le parrocchie, aiutano i poveri, fanno cultura cristiana senza apparire in TV o sui giornali.Una eccessiva ossessione per la visibilità la vedo in qualche vescovo ma anche in qualche laico di destra o di sinistra, in qualche illustre firma sui quotidiani e in certe persone (le solite) che sono sempre in TV.

    30 Ottobre, 2007 - 17:59
  45. Luisa, le sue riflessioni sull’identità del cattolico sono attuali e puntuali. Ma non cada nel macrospico errore di cercare il cattolico perfetto: l’unico che può dirsi tale perché in linea col magistero e praticante. Sarebbe la morte della chiesa.

    31 Ottobre, 2007 - 10:27
  46. Luisa

    Ancora un`altro aggettivo: il cattolico perfetto.
    Apparentemente non sono riuscita a fare passare il messaggio che non amo tutti gli “ismi”,”isti”,”destra-sinistra”e via dicendo.
    Comunque ci è permesso almeno di affermare che chi è praticante e in linea con il magistero è un cattolico ?
    O si sente il bisogno di affibbiargli diversi ismi o isti, e renderlo responsabile di non essere abbastanza “in ricerca”, ” di non porsi le dovute domande, di subire passivamente ecc.,un tempo lo si chiamava..bigotto o mi sbaglio?
    Io sono in linea con il Magistero e praticante,mi interrogo, cerco,studio… sono una cattolica perfetta?
    Questa definizione è così lontana dalla mia maniera di pensare !
    Ammetto però che quando leggo cattolici che sistematicamente contestano il Magistero del Papa non posso impedirmi di pormi un certo numero di domande, perchè non ci sono magisteri paralleli .
    Effettivamente quando leggo certi interventi,mi sembra leggere posizioni molto più vicine al protestantesimo e ammetto che l`appartenenza di queste persone alla Chiesa cattolica mi lascia dubitativa.

    31 Ottobre, 2007 - 18:25

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