Abbiamo visto la crudeltà del deserto

“Vorrei pregare in modo speciale per questi fratelli e sorelle nostri che in questi giorni sono morti mentre cercavano una liberazione, una vita più degna. Noi abbiamo visto le fotografie, la crudeltà del deserto, abbiamo visto il mare dove tanti sono affogati. Preghiamo per loro. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati, e in questo momento sono in tanti posti d’accoglienza, ammucchiati, sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare da un’altra parte, più comodi, in altri centri di accoglienza”: Francesco al termine della celebrazione al cimitero del Verano. oggi pomeriggio. Ringrazio il papa che mi aiuta a vedere la crudeltà del deserto, del mare, degli uomini.

41 Comments

  1. Sara1

    “preghiamo per quelli che si sono salvati, e in questo momento sono in tanti posti d’accoglienza, ammucchiati sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare da un’altra parte, più comodi, in altri centri di accoglienza”

    Questo potrebbe contraddire la visione secondo cui “Il proprio di Francesco è di darlo in esclusiva, cioè con ridimensionamento degli elementi applicativi di quel messaggio: antropologici, morali, legislativi, in modo che divenga evidente la proposta evangelica essenziale”

    E meno male direi.

    1 Novembre, 2013 - 23:21
  2. Adoro la semplicità, che non vuol dire essere sempliciotto, di questo Papa. Quando parla della morte come del “tramonto” di tutti noi, ricorda tanto la mia gente. Che per definire la morte dice che è cappéju chi vaci in testa a tutti, cappello che va in testa a tutti.

    Era famoso a Sant’Onofrio, un vecchietto arzillo arzillo che ogni pomeriggio, specie col bel tempo, usciva di casa: “Ma perché uscite sempre a quest’ora?”, gli chiese un giorno la vicina. “Nésciu, ca si veni a morti no mi trova”, le rispose (Esco, perché se viene la morte non mi troverà)

    1 Novembre, 2013 - 23:36
  3. Sara1

    “Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.”

    Una moltitudine immensa che nessuno poteva contare.

    Come tutti gli anni oggi abbiamo rispolverato questo:

    http://www.youtube.com/watch?v=oRIZoFD99YM

    Buoni Santi a tutti!

    1 Novembre, 2013 - 23:46
  4. Clodine

    Povera gente! Non saprei quale delle morti possa essere più atroce e immonda: se ardere in una distesa di sabbia infucata arso inaridito dall’arsura, o inghiottito da flutti amari , soffocato da sale e alghe.
    Se solo pensassimo un attimo che siamo tutti vagabondi in questo nostro mondo alla deriva, tutti alla ricerca di qualcosa…se ci fermassimo di tanto in tanto a meditare sulla solitudine che sperimenta un essere umano quando non serve più perché ha fallito e vaga come relitto in balia di sé stesso e della crudeltà degli altri. O alla solitudine estrema che sperimenta un vecchio, specie se malato, o quando ci si ammala e tutti attorno ” dileguossi”, ma soprattutto nella morte, penso che apprezzeremmo la vita e saremmo mogliori. Non ci soffermeremmo su ciò che è secondario, transuente, effimero,ma su ciò che conta: Dio, con il quale ci troveremo , presto o tardi , faccia a faccia

    http://youtu.be/UIIRh0vyei4

    2 Novembre, 2013 - 9:48
  5. discepolo

    nel giorno della Commemorazione dei defunti mi associo a Luigi e a tutti voi che seguite questo blog per la preghiera per i nostri CAri defunti e per tutti i morti .
    Vorrei dire solo che la crudeltà non è del deserto e del mare, che sono stati creati da Dio, ma solo ed esclusivamente dell’uomo, anche esso creato da Dio all’inizio in COMUNIONE colla natura e che poi dopo il peccato si è distaccato dalla natura.
    la Natura non ne ha colpa, il deserto non ne ha colpa e neppure il mare . Essi sono innocenti! E’ solo l’uomo , unica creatura,ad essersi distaccato da Dio e dal fine per cui è stato creato!

    Tutti i morti risorgeranno come dice S. Paolo, se così non fosse la nostra fede sarebbe vana.

    “Ecco che io vi annuncio un mistero: risorgeremo tutti, tutti saremo trasformati, in una istante , in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba:
    poichè suonera’ la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili: e noi saremo trasformati”
    SAN Paolo Prima Lettera ai Corinzi , 15

    2 Novembre, 2013 - 10:42
  6. discepolo

    Bellissimo il Mottetto del Perosi “Iustorum animae” postato da Cantuale antoniannum

    http://www.cantualeantonianum.com/

    Iustorum animae in manu Dei sunt
    et non tanget illos tormentum malitiae.

    2 Novembre, 2013 - 10:54
  7. Clodine

    meraviglioso!

    2 Novembre, 2013 - 11:19
  8. “sono stati creati da Dio, ma solo ed esclusivamente dell’uomo, anche esso creato da Dio all’inizio in COMUNIONE colla natura e che poi dopo il peccato si è distaccato dalla natura.”
    ————–

    Chissà in quale momento della miliardaria storia della terra,
    è esistita questa comunione dell’uomo colla natura !

    Chissà in quale epoca con il peccato di che
    se ne è distaccato !

    200 milioni di anni fa ?
    65 milioni ?
    10 milioni ?
    6 milioni ?
    50 mila ?

    O il bisogno di spiegare il male che fa l’uomo con le leggende !!!!

    deresponsabilizzandolo socialmente !

    2 Novembre, 2013 - 11:38
  9. discepolo

    In ogni caso Matteo non ha senso parlare di Crudelta” del deserto e del mare. Il mare e’crudele perche’chi ci cade dentro e non nuotare affoga?Il deserto e’crudele perche’ cihi lo attraversa senz’acqua muore? Non e’piuttosto crudele ‘uomo che butta gli altri uomini giu’dalle barche? Oche abbandona senz’acqua gli altri uomini nel deserto? Quanto al resto caro Matteo io credo nella Creazione e nel peccato originale ,tu evidentemente credi che solo sono miti. Non c’bisogno pero’di insultarmi ,come io non insulto te.

    2 Novembre, 2013 - 15:57
  10. discepolo

    Nessuno caro Matteo accuserebbe un leone di essere crudele perche’segue il suo istinto.. o il fuoco di essere crudele perche’brucia e carbonizza.. San Francesco ci ha insegnato ad amare la natura come luogo dove Dio si manifesta per questo trovo insensato accusare di crudelta’mare e deserto Ripeto ad essere crudele e’solo l’uomo e a PECCARE e’ solo l’uomo ,non certo il deserto!

    2 Novembre, 2013 - 16:03
  11. già…
    perche Pangea….

    le placche tettoniche…. che si continuano a muovere….
    da una miliardata di anni….

    ce le stiamo sognando….!!!!

    Mia vecchia discepola mi dici con quali parole ti sto insultando ?

    Io vedo semplicemente che non sai rispondermi.

    Lo so
    il dubbio fa paura,

    come fa paura a fr. Serafino Lanzetta (F.I.)
    che ieri ha dichiarato inammissibile il dubbio per il credente,
    in polemica
    anche a quanto detto mercoledì a s. Pietro.

    2 Novembre, 2013 - 16:27
  12. giuseppe2

    Lanzetta è un ideologo che sta per essere espatriato.
    Senza i dubbi non ci sarebbero certezze di fede. Ma lui scambia le certezze di fede, anche i dogmi, per formulazioni logiche autoevidenti.
    Provvidenziali le diagnosi del Papa, che predica e ragiona molto meglio di Lanzetta, su questa malattia, più subdola di quanto si pensi.

    2 Novembre, 2013 - 17:41
  13. Sara1

    Matteo confonde i siti tradizionalisti con il mondo. (Anche se ha scoperto che sono davvero quattro gatti).

    In realtà Discepolo cerca certezze perchè ha tanti dubbi, solo chi ha grandi certezze può trovare divertente il dubbio.

    2 Novembre, 2013 - 17:51
  14. “Matteo confonde i siti tradizionalisti con il mondo. ”
    ___________________________________________

    Sara, la solita leggerezza!
    Come fai a fare certe affermazioni su di me ?
    mah !

    2 Novembre, 2013 - 20:27
  15. Sara1

    Ma no, è che mi diverto a leggere il suo blog. (alla fine visto che erano giusto poche persone e sempre le stesse?)

    Però sul dubbio mi chiedo spesso se un certo esistenzialismo un po’ compiaciuto sia l’alternativa migliore al fanatismo che si fa scudo con presunte verità.

    2 Novembre, 2013 - 20:36
  16. Clodine

    Anch’io credo che dubitare di Dio, dei Sacramenti, della Salvezza in Cristo nella Chiesa, per chi si definisce “credente”, cattolico che partecipa dell’Eucaristia , rappresenti un’aporia, anzi , di più, una blasfemia.
    L’ Incredulità è una forma di irreligione forse la peggiore…

    Fare ironia, poi, su coloro che avvertono una rottura tra il “Novus Ordo Missae” – che si allontana in maniera impressionante dalla Teologia cattolica sul Sacrificio della Santa Messa definita infallibilmente dal Concilio di Trento- e si trovano a loro agio alla Messa di Tradizione apostolica, ebbene, ironizzare su questo lo trovo raccapricciante!
    Se un dubbio c’è , questo riguarda proprio il “Novus Ordo Missae” circa la presenza reale nelle ostie consacrate durante quel rito ,equiparabile ad un Rito acattolico, il quale, anche se non invalida di per sé la presenza reale di Gesù -finis operis- tuttavia favorisce errore e l’eresia, e si vede da certi interventi…

    2 Novembre, 2013 - 21:02
  17. Sara1

    “Concentrandosi solo su questo punto, vi è però il rischio di non cogliere l’essenza della questione. La quale sta invece in questi termini: intervenendo a favore di Giulia Ligresti, il ministro Cancellieri ha chiesto che fosse concesso alla persona detenuta ciò che – per la nostra legge – non le spettava o, al contrario, ha chiesto di valutare se le potesse essere riconosciuto ciò che era dovuto in quel caso specifico? Fra le due ipotesi passa l’enorme differenza che vi è fra un privilegio e un diritto, cioè fra due concetti che per il costituzionalismo liberale sono radicalmente antitetici.”

    http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/costituzione-offesa.aspx

    Sinceramente non sono d’accordo con questo articolo.

    Il problema non è stabilire se l’uscita dal carcere sia un privilegio o un diritto ma che questo diritto per esercitarsi abbia bisogno della telefonata di un ministro.

    E prosegue:

    “Un Paese civile si interrogherebbe anzitutto sull’appropriatezza dell’uso della custodia cautelare in questo caso, chiedendosi se essa fosse necessaria o se invece non fosse utilizzata, come troppo spesso accade, per fare pressione sull’indagata. Rifletterebbe con attenzione su altri casi simili, fra cui, di recente, quello che ha riguardato il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia (il 19 ottobre – «La violata innocenza» – ne ha scritto su questa stessa prima pagina Giuseppe Anzani). E questo non perché in questi casi sono in gioco nomi potenti, ma perché è a partire da casi celebri che si giudicano – e si cambiano – le giurisprudenze e le prassi.

    Invece accade che un quotidiano italiano, nel pubblicare una intercettazione illegalmente ottenuta, trascuri del tutto questo essenziale problema e chieda le dimissioni del ministro”

    Ma prima che un paese o un quotidiano non dovrebbe essere il ministro della giustizia a interrogarsi (tramite parlamento possibilmente) sulla validità della custodia cautelare invece che fare uscire un centinaio di persone a caso e lasciare gli altri dentro?

    Sinceramente questa difesa a spada tratta mi ha un po’ stupito.

    3 Novembre, 2013 - 0:27
  18. Vedo che Mic-Guarini
    è riuscita a completare l’opera di una conversione.

    Dunque,
    cupe previsioni apocalittiche…

    Posso solo sperare
    che una tempesta d’amore
    riconduca la conversione alla gioia, al sole, alla giovinezza

    3 Novembre, 2013 - 12:56
  19. Marilisa

    Mi rendo conto che tra i frequentatori del blog parecchi hanno certezze di fede encomiabili. Non mi meraviglio affatto, però io non ne sono sicura, anzi diffido. e anche molto, di chi dichiara ai quattro venti le proprie certezze.
    Dovrei pensare che si tratta di persone privilegiate? Dovrei definirli “beati”? Dovrei pensare che hanno meriti particolari?
    Mi dispiace, no.
    Semplicemente non credo ad una fede che non venga offuscata dal dubbio. Almeno in certi momenti. O forse dovrei dire spesso.
    Questo Papa ha detto recentemente che non è possibile avere sempre la certezza assoluta. Anzi, ha detto anche che il Signore non è vicino a chi dice di avere una fede assoluta. Ed io mi trovo in perfetto accordo con lui, perché ritengo che sia presunzione (orgoglio!) proclamare di avere certezze su qualcosa o Qualcuno di cui si è sentito dire, ma che non si è conosciuto.
    La via della fede è lunga, dura tutta una vita. Deve passare attraverso una serie di ostacoli, e quando si superano, allora si può dire davvero di averla, la fede.
    Credo addirittura che le oscurità siano necessarie per far progredire una fede che non sia soltanto una sorta di religione superficiale e superstiziosa.
    Forse ( dico “forse”) solo al termine dell’esistenza potremo dire se la fede ci appartiene.

    Leggete queste parole di un prete:
    “Non è poi così vero che pretendere delle certezze nella vita di fede sia segno di mancanza di fede. Addirittura, oserei dire che nemmeno il dubbio, in un’esperienza credente, è sintomo di poca fede. Sinceramente, ho sempre provato una certa simpatia per coloro che di fronte ad una realtà così misteriosa e piena di fascino come l’Assoluto si sono posti degli interrogativi, a volte magari anche un po’ sfrontati e spregiudicati, ma che sicuramente sono sintomo di un desiderio di ricerca.
    Non mi riferisco solo ai filosofi, ai maestri del sospetto, ai pensatori laici di ogni epoca o agli scienziati che sottopongono la Rivelazione a tutta una serie di prove oggettive che la Rivelazione spesso non può e non ha nemmeno intenzione di offrire;
    mi riferisco pure e soprattutto ai grandi credenti di ogni religione e in modo particolare ai santi della nostra tradizione cristiana, pochi dei quali possono vantare una vita ascetica e spirituale priva di ombre, di incertezze, di dubbi ed anche di incoerenze.
    Dal Principe degli Apostoli che non riesce ad imitare il suo Maestro nel camminare sulle acque perché dubita della sua presenza, fino a giungere alle recenti scoperte di testi di Madre Teresa di Calcutta in cui definisce se stessa in uno stato di “notte perenne” rispetto a Dio, passando attraverso le esperienze drammatiche della spiritualità dell’angoscia di Giovanni della Croce, di Teresa d’Avila, dello stesso Francesco d’Assisi…
    Per cui, è inutile dare dell’ateo o del miscredente a Tommaso, solo perché ha voluto vederci chiaro di fronte al Maestro, morto in croce, ma che tutti affermavano aver visto nuovamente in vita… Non siamo forse così anche noi, spesso? Se non addirittura peggio, visto che il nostro cammino di fede non sempre riesce ad arrivare ad espressioni così belle come quelle di Tommaso quest’oggi: “Mio Signore e mio Dio”…
    Siamo onesti: chi di noi non ha mai avuto dubbi di fede? Chi di noi, pur professandosi credente e cercando di condurre una vita il più possibile coerente con gli insegnamenti del Vangelo, non si è mai posto delle domande, implicite o esplicite, su Dio?
    “Sarà esistito storicamente, Gesù di Nazareth? O non sarà un’invenzione di alcuni mistici un po’ fanatici?”; “Ma questo fatto della Resurrezione dai Morti, com’è conciliabile con gli elementi scientifici sulla vita che abbiamo attualmente in mano?”; “Il Corpo di Cristo…Amen…Credo…ma sarà davvero così? Non è forse più pane…?”; “Se Dio esiste davvero ed è buono, perché c’è il male nel mondo? E perché lui lo permette? Certo, colpa dell’uomo…e le catastrofi? E i terremoti? E le malattie incurabili?”; “Perché mai devo credere in Dio, se anche da un punto di vista puramente umano posso comportarmi come si comporta un credente, e magari anche meglio?”; “Dov’è Dio, quando abbiamo bisogno di lui…?”
    … Potremmo proseguire all’infinito, citando paradigmatiche domande che ogni uomo, chi più e chi meno, si è posto nella vita, spesso senza trovare un’adeguata risposta, ma non per questo smettendo di essere uomo di fede, o inevitabilmente dichiarandosi miscredente o ateo…ammesso che l’ateismo esista, se per ateo intendiamo uno che non crede in un’entità superiore a quella umana, in qualcosa che ci sovrasta, ci domina, ci riempie di fascino, e ci fa interrogare sul senso dell’esistenza.
    No, un ateo così non può esistere. Può esistere un ateo che non dia a questa entità “altra” il nome di Dio; ma non credo esistano uomini sulla terra che non si lascino interpellare da una realtà superiore a quella puramente umana o che non si facciano interrogare dal Mistero. E che non sentano la difficoltà di dare senso al proprio esistere.
    Perché tutti siamo così, un po’ santi e un po’ dannati, un po’ credenti e un po’ atei, un po’ devoti e un po’ dubbiosi. Tutti.
    Anche – oserei dire soprattutto – coloro che hanno più familiarità con Dio, anche noi che viviamo delle “cose di Dio”, anche noi che abbiamo consacrato la nostra vita a lui.
    Se noi come uomini di Chiesa vivessimo un’esperienza di Dio priva di domande, di interrogativi, di battute d’arresto, correremo il rischio di essere gente senza prove, e quindi senza sofferenze, e quindi senza passioni.
    Dio liberi me e ogni altro prete dall’essere un prete senza passione per Lui, un prete che non fa fatica a stargli dietro, un prete per nulla “appassionato” di Dio, un prete che non carica sulle sue spalle la croce e non lo segue, perché ciò vorrebbe dire che non siamo degni di essere chiamati suoi discepoli!
    Dio ci liberi da una fede talmente sicura di sé da diventare orgogliosa, superba, oppressiva, disprezzante nei confronti di chi fa fatica a credere perché provato dalla vita!
    E Gesù liberi la sua Chiesa da uomini e donne che per il solo fatto di essersi consacrati a lui si sentono incrollabili nella fede, imperturbabili e perfetti.
    La Chiesa, oggi, non ha bisogno di “signori” e di “divinità” della fede perché oggi come allora c’è un solo Signore e un solo Dio, quello che ha pazienza, che ti usa misericordia, ti rialza quando la tua fede vacilla e poi cadi, e che ti porta poi a professare come Tommaso “Tu sei il Mio Signore; Tu sei il Mio Dio”.
    La Chiesa oggi ha bisogno di testimoni credibili della fede, di gente che fa fatica, che a proposito di Dio ha mille dubbi al giorno, ma che nonostante tutto è capace di affidarsi a Dio e andare avanti, perché sa che è lui che conduce la nostra vita.
    Occorre, soprattutto, gente che non vive la sua esperienza di fede come un fatto isolato, ma come un momento di condivisione con una comunità di fratelli, che vive delle stesse gioie e delle stesse fatiche della fede.
    L’errore di Tommaso non è stato il suo dubitare, ma il fatto di voler fare a meno di stare con i suoi fratelli, di separarsi da loro già la sera stessa di Pasqua, di volersi costruire una fede a sua misura. Tommaso salverà la sua fede “otto giorni dopo”, cioè la domenica, cioè il Giorno del Signore, il giorno in cui accetterà di tornare a riunirsi con la comunità, pur senza togliere tutta la fatica del credere.
    Perché nessun cristiano, per quanto personalmente perfetto, può sperare di salvarsi senza il riferimento a una comunità di fede.”

    3 Novembre, 2013 - 20:42
  20. Sara1

    “Sinceramente, ho sempre provato una certa simpatia per coloro che di fronte ad una realtà così misteriosa e piena di fascino come l’Assoluto si sono posti degli interrogativi, a volte magari anche un po’ sfrontati e spregiudicati, ma che sicuramente sono sintomo di un desiderio di ricerca.”

    Ma il problema non è porsi degli interrogativi e avere dubbi, quelli li abbiamo naturalmente e facilmente tutti, il problema è sapere se qualcuno è in grado di dare almeno qualche risposta.

    Se hai dei dubbi e chiedi e ti senti rispondere che è bello e figo avere dubbi, magari ci rimani anche male no?

    3 Novembre, 2013 - 20:57
  21. Marilisa

    A me sembra invece che qualcuno qui non abbia dubbi.
    Credo che nessuno possa dare certezze.
    La nostra può essere solo speranza, più o meno forte, basata su quel che sappiamo del Cristo e del suo Vangelo.
    Basti pensare alla famosa scommessa di Pascal.
    La certezza si avrà quando saremo di là, o già qui per una particolare illuminazione.
    Il nostro credere è più che altro un “voler credere”. Perché è un’aspirazione che sentiamo vivissima, un’esigenza della nostra componente spirituale.
    A noi non resta che “cercare Dio per trovarlo, e trovarlo per cercare sempre.” Il più delle volte a tentoni.
    Per questo chi dice di averlo trovato una volta per tutte per me non è credibile.
    Io in questo periodo sto vivendo un’esperienza incredibile– assurda nel vero senso della parola–che sta oscurando la mia fede.
    Tuttavia, voglio continuare a credere, mi sforzo di farlo.
    Prego il Signore di non abbandonarmi alla tentazione del non credere.
    Non chiedo di più.
    Un giorno forse capirò.

    3 Novembre, 2013 - 23:31
  22. Clodine

    “La paura picchiò alla porta. La fede andò ad aprire. Non c’era nessuno…”

    E’ vero, avere fede è molto difficile, specialmente quando la prova, il buio, quella spaventosa mancanza di luce che sembra l’abisso ci fa smarrire le coordinate. Ho sempre pensato alla fede non come un lemma, una parola, ma una “relazione” una relazione strettissima ed ho provato sulla mia pelle che se non si entra in relazione con Lui è difficilissimo se non impossibile dissipare le nebbie dell’incertezza e del dubbio.

    Anche Gesù lo sapeva , lo sapeva perfettamente, sapeva che è tanto difficile, quasi insormontabile quando ci si para dinnanzi la tempesta!
    Per questo, Lui, non ci violenta, non pretende da noi l’impossibile ma solo una piccola fede, una piccolissima fede, come il più piccolo dei semi: la senape

    Un giorno capiremo….

    4 Novembre, 2013 - 9:07
  23. Clodine

    Un granellino di senape, certo, infinitamente piccolo, ma deve -imperativo- esserci, e deve essere radicato profondamente e certissimamente altrimenti, se ci fosse solo “in parte”, sarebbe altro ma non fede.
    La fede dubbiosa, non parte dal cuore, ma da vani ragionamenti; è fede umana , troppo umana , che genera il dubbio, la distanza -“dubito “in greco
    distàzo- una distanza che infrange, tradisce quella “RELAZIONE”.
    Se amo Cristo mi fido, alla faccia del buon senso umano. Fede e buon senso sono l’un contro l’altro armati o, quanto meno, in stato di guerra fredda.

    Ma un giorno capiremo anche questo…

    4 Novembre, 2013 - 9:29
  24. Marilisa

    Faccio mie queste parole:
    “Se noi… vivessimo un’esperienza di Dio priva di domande, di interrogativi, di battute d’arresto, correremo il rischio di essere gente senza prove, e quindi senza sofferenze, e quindi senza passioni.”
    Aggiungo: non saremmo esseri umani, saremmo angeli tutti spirituali.
    Ragionare è una facoltà umanissima dataci in dotazione dal Creatore. Disconoscerla è fare un torto a Dio che ce l’ha donata.
    Chi arriva, anche se per gradi, alla fede attraverso la ragione è certamente più consapevole di chi ha una fede per sentito dire, avendola accolta dai genitori e da chi prima di loro. Avendo preso il testimone senza cercare per conto proprio, magari perché cercare è faticoso e allora si percorre il sentiero tracciato da altri prima.
    I cristiani in questo senso non sarebbero diversi da chi professa altre religioni o altre superstizioni a sfondo religioso, perché hanno imparato che così deve essere, così si deve fare.
    Questo non è il mio modo di concepire la fede autenticamente religiosa.
    “Oserei dire che nemmeno il dubbio, in un’esperienza credente, è sintomo di poca fede”…
    “tutti siamo così, un po’ santi e un po’ dannati, un po’ credenti e un po’ atei, un po’ devoti e un po’ dubbiosi. Tutti.”
    Ne sono profondamente convinta.

    4 Novembre, 2013 - 11:35
  25. Sara1

    “Chi arriva, anche se per gradi, alla fede attraverso la ragione è certamente più consapevole di chi ha una fede per sentito dire, avendola accolta dai genitori e da chi prima di ”
    Ma se son mesi che fa l’elogio del Papa tipo parroco di campagna che non studia e non legge barbose opere teologiche!!!!

    Si decida.

    4 Novembre, 2013 - 12:13
  26. Clodine

    Oltre a decidersi, e ad evitare se possibile di fare considerazioni su chi possiede la fede vera o presunta ….sarebbe duopo anche, e urgentemente, che faccia chiarezza sull’assioma per cui: “nessun cristiano, per quanto personalmente perfetto, può sperare di salvarsi senza il riferimento a una comunità di fede” .
    Asserto che la dice lunga assai sul tipo di “conoscenza” , o di cammino che si pensa aver intrapreso. Non mi stupisce, leggendo quanto sopra , che ci sia una cortina fimogena ma così fitta da rendere la fede un llumicino tanto fioco da percirne appena un barlume. Il consiglio è quello di evitare, senza ragionare punto, di farsi suggestionare dal delirio d’onnipotenza che pervade certi sedicenti “maestri” di cui è pieno il mondo.
    Quella “sententiae”, o citazione, sia che la dica il Papa, o don Alberto, o il più cagliardo dei catechisti è quanto di più strampalato e anche eretico mi sia capitato di sentire. Pure un bambino della prima Comunione sa che solo Cristo salva, che saremo giudicati singolarmente alla fine della vita e la Chiesa tutta e ciascuna delle singole membra passerà al vaglio nel giorno del giudizio. Non ci sono comunità, né direttori di comunità, né preti, né vescovi , né papi in grado di salvare, solo Cristo Salva e qualora ci trovasse degni dovremo sempre e solo dire “Siamo servi inutili, abbiamo fatto quello che dovevamo”..

    4 Novembre, 2013 - 13:23
  27. Clodine

    Eh, il Papa parroco…ed è vero, a volte dice cose che non condivido. Ma non mi stupisce il suo modo di fare, anche quando lo contesto: il Papa è sempre il papa, ed è la successione apostolica che conta sia che abbia una grande fede o che non ne abbia affatto. Nulla può scalfire l’infallibilità di un papa e ciò che esso rappresenta …

    4 Novembre, 2013 - 13:46
  28. Marilisa

    Sara1, mica ho capito il tuo intervento.
    “Deciditi” tu ad essere chiara quando parli o scrivi.
    Cosa c’ entra il Papa-parroco di campagna?
    Se a te piace parlare a vanvera confondendo aglio con cipolle, affari tuoi non miei. Ma abbi rispetto per chi la pensa in modo diverso da te.
    O chiedo troppo?
    Di certo dimostri di non leggere bene gli interventi altrui, soprattutto quando non collimano con il tipo religiosità che ti è proprio. E che non è il mio, grazie a Dio. Grazie a Dio!! Grazie a Dio!!…
    Non mi piace parlare con chi ha il paraocchi ben calzato sulla testa dura come il granito.
    Lo stesso dicasi per la signora che subito ti si è agganciata giulivamente. [Alla quale dico che non credo neanche un po’ all’ infallibilità dei papi.
    Ed esulando dal tema in questione, le dico anche–finalmente!!– che quel suo “duopo” che ogni tanto ripropone da qualche anno altrettanto giulivamente ( facendo venire il mal di stomaco a me e forse anche al “letterato” sig. Franti, suo amico), sarebbe D’ UOPO che lo correggesse una volta per tutte].
    Beate voi che avete le vostre sicurezze altrimenti dette, in questo caso, sicumere.
    Ti ripropongo, ineffabile Sara1, le parole del Papa-parroco di campagna; ma leggile bene e cerca di capire almeno per una volta:
    “Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene…Le grandi guide del popolo di Dio, come Mosè, hanno sempre lasciato spazio al dubbio…il rischio nel cercare e trovare Dio in tutte le cose è di dire con certezza e arroganza: Dio è qui. Troveremmo solo un dio a nostra misura…la nostra vita non ci è data come un libretto d’opera in cui c’è tutto scritto, ma è andare, camminare, cercare, vedere… si deve entrare nell’avventura della ricerca dell’incontro e del lasciarsi cercare e lasciarsi incontrare da Dio”.
    Sara1, trovi molta differenza tra quello che ha detto il Papa campagnolo, poco teologo ( e quindi non stimato da te e da altri), e quello che ho scritto io?
    Trovi grande differenza tra le parole recenti del Papa e quelle, magnifiche e VERITIERE, del prete di cui sopra?
    Non aspetto risposta. Evita di replicare, per favore.
    Afferrati bene alla tua sicumera. Restaci pure appiccicata.
    Considerami (consideratemi) pure un’ eretica. Non mi importa.
    E non rompere, però, Sara1. Mi sono spiegata?

    PS.
    Mi perdoni, la signora, se mi sono permessa una piccola correzione, ma ero proprio arrivata alla saturazione.

    4 Novembre, 2013 - 20:57
  29. Sara1

    Voglio dire che mi pare strano tirare in ballo la ragione e il percorso personale quando in questi mesi ha sempre fatto l’elogio della semplicità di fede dell’uomo comune.

    4 Novembre, 2013 - 21:05
  30. Clodine

    Le castronate che escono dai suoi polpastrelli sono di ben altra portata, signora “rosicona”, e sa che le dico!? sempre meglio un apostrofo mancante agli sproloqui anzi, agli abbrobi teologici che escono dai suoi polpastrelli….

    Mi stia bene.

    4 Novembre, 2013 - 21:20
  31. Marilisa

    Sara1, sei proprio sicura di non confondermi con qualche altra persona?
    Io ho sempre parlato–SEMPRE!– della necessità di usare il raziocinio. Ragion per cui sono stata tacciata più volte di essere orgogliosa, non umile e via dicendo.
    Ho proprio ragione: mi confondi con altre persone. E non leggi bene gli interventi altrui. Di sicuro non i miei.

    4 Novembre, 2013 - 21:22
  32. Sara1

    Si però la Chiesa di Papa Francesco è una Chiesa più popolare, meno raziocinante e intellettuale di quella di Benedetto.
    Per cui se vuoi una Chiesa più popolare non è che poi puoi rivendicare particolari percorsi impegnati e elitari.
    Capito?

    Che poi siamo rimaste in 3 in tutto il blog a cantarcela…

    4 Novembre, 2013 - 21:25
  33. Clodine

    Co sta’ “sicumera”, sicumera, sicumera”, poi …qualche sinonimo no è!?
    Mi fa specie , da una signora così colta !? E dica boria, arroganza, ostentazione -aggettivi per altro che hanno la sua faccia guardi un po’- perché co’ sta’ “sicumera” che l’ha fatta proprio a peperini…eh e dai…

    4 Novembre, 2013 - 21:29
  34. Marilisa

    Sara1, non per volerti contraddire, ma trovo che ti stia arrampicando sugli specchi.
    Stai facendo un’ enorme confusione tra la Chiesa “popolare” e il raziocinio della gente. Tra l’essere semplici e l’essere sempliciotti.
    Prova un po’ a chiarirti le idee. Documentati, te lo consiglio.
    Tu credi che il popolo, nella sua semplicità, non sia raziocinante? Sbagli di grosso.
    Lo è a tal punto, oggi, che, proprio ragionando, ha capito che i papi non sono dei padreterni che devono stare su un piedistallo dorato lontani dalla gente, parlando di teologia “raffinata”(?) per farsi ammirare da chi è come te e come altri.
    Da chi pensa che i papi migliori sono quelli che producono pagine infiorate di bei concetti e di parole luccicanti che fanno apprezzare il loro eloquio più o meno forbito.
    Hai presente quei preti che certi fedeli ammirano dicendo: ma come è bravo, peccato che non ci ho capito niente?
    Ecco, proprio così è per certa teologia ammirata dai fedeli del tuo stampo ma non capìta da moltissimi altri fedeli.
    La gente “semplice” ma non sempliciotta vuole fatti concreti, vuole vedere in chi guida la Chiesa persone che siano al servizio di tutti, che capiscano fattivamente i problemi di tutti i poveri cristi. Proprio come faceva Gesù Cristo.
    La Chiesa cristiana deve seguire il più possibile Gesù. Non lo sai? Documentati anche su questo, allora.
    E per capire davvero– soprattutto di questi tempi– bisogna toccare con mano, non pontificare standosene su un pulpito sopraelevato.
    Il Papa attuale non è quel “campagnolo” “piacione” che poco piace a te e ad altre persone che si lasciano incantare dai paroloni brillanti e che temono che le novità siano una minaccia per la Chiesa.
    Ha un’intelligenza, Sara1, che lo porta ad esprimere un calore umano che è proprio di chi si sente coinvolto in pieno nelle vicende dei diseredati, ritenendosi, prima di tutto, fratello tra fratelli.
    “Chi sono io per giudicare gli altri”?
    Per questo è apparso subito “nuovo”. E viene apprezzato anche dagli intellettuali che sono davvero intelligenti, non certo dagli sbruffoni che cercano il pelo nell’uovo per contestarlo. E che però non prevarranno.
    Mettiti il cuore in pace, Sara1. Non è aria per voi.

    PS.
    Che poi siate rimaste in tre ( ma purtroppo non è così) in tutto il blog a cantarvela, sinceramente mi fa un enorme piacere.

    5 Novembre, 2013 - 0:17
  35. lycopodium

    “Semplicità” si dice in molti modi.
    E si riceve in molti modi.
    C’è quello “minimo”, quello della “fede semplice”, della devozione mariana, della pietà popolare, che attira i semplici, i devoti e quelli comunque dotati di pietas (magari ancora “lontani”).
    E sembra ci sia quello in dimensione macro, quello delle GRANDI ROTTURE e delle GRANDI RIFORME:
    sembra, perché mi pare sia più che altro un prodotto della Megamacchina, degli esperti, degli insider, dei priores e dei gestori del following.
    Ecco, magari,
    quel modo minimo di dire e ricevere la semplicità
    potrà essere la piccola crepa nella GRANDE DIGA
    che la Megamacchina dello star system ha costruito intorno al nuovo corso.
    Una diga che potrà magari tentare di annacquare la “fede semplice” in “fede semplicistica e politicamente corretta”.
    Ma una diga che difficilmente potrà sequestrare e occultare immagini miracolose, mementi sul demonio, rosari, reliquie ed ex voto…
    La situazione è come sempre sul filo del rasoio.
    I “semplici, devoti e comunque dotati di pietas”
    riceveranno il dovuto ri-conoscimento
    oppure la loro attrazione sarà usata a pro della Megamacchina?
    Come cantava Rino Gaetano: “chi vivrà, vedrà”.

    5 Novembre, 2013 - 7:21
  36. Clodine

    La Chiesa in questi duemila anni ha visto di tutto: papi ottusi, insignificanti, eretici, simoniaci, lussuriosi, falsi e blasfemi occupare indegnamente il sacro soglio. L’importante è garantire la successione Apostolica il resto, lasciamo che sia Gesù Cristo a sistemare le cose. Niente paura!
    Del resto si sta verificando quanto predetto da Hans Kung in quel lontano 1965: la riforma -non tanto della curia- quanto della Chiesa e fornisce addirittura la ricetta, con dosi da somministrare nel tempo che porterebbero all’unione, a parità di condizioni, con i fratelli separati. Ne elenca le tappe da superare per rispondere alle richieste definite “legittime”della riforma: a) il riconoscimento della riforma protestante. b) l’elaborazione di una “teologia del popolo”. c) comprensione del “sacerdozio universale” e il distacco dal papato …Che profeta, che chiaroveggente questo Kung!

    5 Novembre, 2013 - 8:02
  37. Clodine

    “Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti”.
    Questa parole di profezia le disse la Beata Anna Caterina Emmerich, il 22 aprile 1823, e aggiune nel Maggio del 1820: “vedo la strana e falsa Chiesa ,a Roma , con due Papi”.

    6 Novembre, 2013 - 18:38
  38. Clodine

    “Vidi anche il rapporto tra i due papi… quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo”.
    (Beata Anna Caterina Emmerich 13 maggio 1820)

    6 Novembre, 2013 - 18:39

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