Alle 10 da Regoli con Matteo e il Moralista

Il passaggio dalla Rete alla realtà mi fa sempre senso e me l’ha fatto anche stamane quando ho incontrato davanti alla pasticceria Regoli, all’Esquilino, due tra i visitatori più assidui di questo blog: Matteo e il Moralista. Mi era già capitato con un’altra decina di visitatori tra i quali nominerò quelli che si sono fatti conoscere attraverso i commenti: Gianluca, Tonizzo, Luisa, Bruno Volpe, Alessandro Iapino. Gianluca venne a Roma da Battipaglia e ci conoscemmo a tavola. Tonizzo mi organizzò un incontro all’Augustinianum di Milano dov’era stato studente. Luisa la vidi in occasione di una sua venuta dalla Svizzera a Roma avendo io da passarle alcuni permessi per un concerto nell’Aula Nervi. Bruno l’ho trovato a sorpresa nella Sala Stampa della visita del papa a Vienna lo scorso settembre. Alessandro Iapino l’ho incontrato a un dibattito a Perugia e abbiamo cenato insieme alla vigilia della marcia Perugia-Assisi. Mi pare di non aver dimenticato nessuno. Tra quelli che non nomino perché mi hanno mandato e-mail ma non si sono “registrati”, ricorderò due fratelli di Sestri Levante e una signora di Gargnano (Brescia) che ho poi conosciuto in occasione di mie conferenze. Matteo e il Moralista sono l’unico caso di incontro a tre e tra persone che abitano nello stesso quartiere romano. Dirò che il Moralista mi è parso più alto e più serio di come me l’ero figurato, mentre Matteo l’ho trovato meno puntuto ma romanesco quanto i suoi commenti. Faceva freddo e tutti e tre benché romani siamo stati puntuali. Uno forse teme che fuori della Rete se non sei di parola ti smarrisci. Io avevo fretta perché a casa mi aspettavano due nipotini venuti dal nonno a fare il presepe,  Non abbiamo parlato granché ma abbiamo convenuto che incontrare persone è cosa buona comunque tu le abbia conosciute, al pozzo, in treno, per lettera o nella Rete. La verificata rispondenza tra la realtà e la Rete – o meglio: tra il mondo dei corpi e quello della parola scritta – è tra le sensazioni che incoraggiano ad andare avanti con l’una e con l’altra. Che poi la Rete ti aiuti a popolare di volti amici il quartiere che abiti, è il dono di questa giornata.

17 Comments

  1. mai fidarsi di moralisti bassi e ridanciani: non funzionano… 🙂 sai, devono incutere quel senso di noiosa imponenza, di rigore quasi militare… e poi il fisico può tornare utile quando sei un rompiscatole come me 🙂

    a parte le celie… grazie dell’occasione. Condivido tutte le tue sensazioni.

    15 Dicembre, 2007 - 23:51
  2. x Luisa: ahimé, zero profitteroles… era troppo freddo per soffermarsi in piedi in una pasticceria senza caffetteria. Ma matteo, che è stato il primo ad arrivare, l’abbiamo beccato col “sorcio in bocca”, come si dice a Roma… stava degustando un qualcosa con la crema pasticcera… confesso, ho provato un secondo di invidia!

    15 Dicembre, 2007 - 23:55
  3. matteo

    Era semplicemente una sfogliatella napoletana, che mi stavo degustando, visto che stavo da 15 min. in anticipo, e mi stavo morendo di freddo, e ho trovato l’occasione di ripararmi dentro la pasticceria, poi Regoli fa le sfogliate sempre bene da quando me lo ricordo, circa più di quarantanni che c’erano le due signore, le zie dell’attuale proprietario..
    A proposito del mio romanesco, 20 anni fa nessuno mi dava del romano, non avevo nessuna inflessione dialettale, mio padre non voleva che ne avessimo, eravamo di origine abruzzese, e lui era nato a napoli da padre poliziotto in servizio a Napoli e la città la odiava cordialmente, e fece in modo che da quella esperienza nessuno avesse inflessioni vernacole.
    Poco piu’ di 20anni fa mi imposi di avere una identità, cominciai a lasciarmi andare e ad esprimermi “de core” come si conviene nella mia città, e finalmente divenni romano, mi ero letto tutto trilussa che mi aveva fatto da maestro, e cominciai a capire che il vernacolo della mia città esprimeva molto più del semplice italiano puro che avevo parlato per troppo tempo senza dargli cuore.
    Capisco che questo può dare fastidio a puristi della lingua italiana o latina, o magari inglese,
    ma da quando ho scoperto il romano, lo uso quando mi è utile per sdrammatizzare in me stesso situazioni che mi appaiono bloccate, o estremamente rigide……..
    Grazie a Luigi che leggo da 30 anni, che pu avendo così vicino geograficamente ho sempre sognato di incontrare, per leggere sul suo volto quell’equilibrio che trovco nei suoi scritti.
    Il moralista, non me lo immaginavo e basta.
    Dai suoi scritti, mi ero fatto l’idea di un giovane equilibrato, che poi fosse giovane ed equilibrato (questo si che mi faceva strano, quelli cresciuti sotto GPII hanno una idea molto marcata di trionfalismi senza concretezza nel reale), lui invece giovane e con i piedi per terra,
    incontrarlo nel reale, ho provato la stessa cosa che percepivo nel virtuale (non mi interessava se alto o meno), ma era una persona che guardava alla concretezza, dote che non è comune tra i giovani della sua generazione e gliene rendo merito.
    Caro Luigi, ci siamo scambiati appena poche battute, e sarà difficile che ti sia fatto una idea completa di me, ma d’altronde sei un giornalista, e hai il dono di sintetizzare emozioni molto più complesse…., purtroppo però non sono “romanaccio”, ne uso il vernacolo quando sento che in italiano non vengo più letto o voluto capire, il vernacolo, può avere il senso di attirare l’attenzione o di urtare e quindi raggiungo finalmente in qualche modo l’intelletto della persona, nel bene o nel male.
    Grazie a te e al moralista (con quest’ultimo mi sono intrattenuto di più, scoprendo, con meraviglia, di avere qualche “elemento” della mia storia in comune d’altronde sono comunque di Roma), è stato un bel momento di fuori uscita dal web, che nel mio inconscio temevo…. e invece, mi ha fato molto piacere.

    16 Dicembre, 2007 - 9:50
  4. Luisa

    Ed io che vi immaginavo seduti attorno ad un cappuccino gustando dolci e scoprendovi a vicenda ! Comunque grazie di condividere con noi i vostri sentimenti e sensazioni !

    16 Dicembre, 2007 - 11:37
  5. Luigi Accattoli

    Luisa non temere, il cappuccino c’è stato ma non da Regoli che è solo pasticceria. Siamo andati in un bar di fronte e il Moralista ha detto “offro io perchè sono il più giovane”. E’ sembrato un argomento debole ed è finito che ad offrire è stato Matteo: “Voi due avete famiglia e io non ancora”. Poi i due mi hanno accompagnato al market di piazza Santa Maria Maggiore, dove dovevo comprare le ultime cose per il presepe e lì ci siamo salutati. Abbiamo scambiato qualche idea su come era prima il quartiere e come è adesso. Era bello scoprire che avevamo in comune il mondo d’ogni giorno. Non c’è stato altro ma a me è parso abbastanza.

    16 Dicembre, 2007 - 11:45
  6. Luigi Accattoli

    Da Paolo e Giovanni – da me incontrati prima nella Rete e poi a Sestri Levante – ricevo questo messaggio:

    …….Tra quelli che non nomino perché mi hanno mandato e-mail ma non si sono “registrati”, ricorderò due fratelli di Sestri Levante ……….
    Caro Luigi, siamo Paolo e Giovanni del sito http://www.maranatha.it . Leggiamo sempre il tuo Blog e ne siamo contenti. Cari saluti e Buon Natale a tutta la grande famiglia. Paolo e Giovanni

    16 Dicembre, 2007 - 12:08
  7. … e a sorpresa vi confezionò un piccolo scoop 🙂 a proposito di Trilusa… Carlo Alberto Salustri (in arte Trilussa) è un mio avo… era il cugino di primo grado del mio bisnonno… Mia amma infatti si chiama Annarita Salustri.

    La mia famiglia è tutta toscana di nascita, ma evidentemente Roma era nel mio destino!

    16 Dicembre, 2007 - 15:02
  8. don78

    peccato non esserci potuto venire 🙂 ma chissà…

    16 Dicembre, 2007 - 16:22
  9. “questo si che mi faceva strano, quelli cresciuti sotto GPII hanno una idea molto marcata di trionfalismi senza concretezza nel reale”

    Caro Matteo, Giovanni Paolo II mi ha accompagnato dai 3 anni ai 30 e spero (anche grazie a GPII) di non corrispondere alla tua descrizione. Ma ci ragionerò sopra.

    Quanto al Moralista, mi sembra inevitabile concludere che la propensione “moralistica” l’abbia ereditata dall’illustre antenato. Con tanto di quel saggio equilibrio tra profondità e leggerezza.

    17 Dicembre, 2007 - 8:39
  10. Luigi Accattoli

    Caro Moralista veniamo al tuo piccolo scoop! Nella chiara Contea gli Hobbit coltivano la passione delle siepi di recinzione e degli alberi genealogici ma qui nella metropoli curiamo ben poco sia le siepi sia gli alberi. Urge dunque un dettaglio per non perderci tra i rami: la tua famiglia viene “tutta” dalla Toscana e ciò vuol dire che i genitori o i nonni della tua mamma erano passati da Roma in Toscana?

    17 Dicembre, 2007 - 8:47
  11. …allora… mio padre è valdarnese (Terranuova Bracciolini, Arezzo) e mia madre, la portatrice di cotanto seme poetico, è di Roccastrada (Grosseto).
    Poi si sono incontrati (i dettagli sabbero lunghi da spiegare) a Lucca e sposati per trasferirsi a Roma, dove mio padre già viveva e lavorava sin da piccolino.

    Mio nonno (Otello Salustri) era il virgulto “sfigato” di una ramo della famiglia Salustri (nonno, ti voglio bene!):una zia, con la scusa di fargli da tutrice, gli fregò tutti i beni… mio nonno ha poi vissuto tutta la vita facendo lavori umilissimi e pesantissimi: è morto di silicosi da miniera.

    La tale famiglia Salustri era originaria di Albano (ai Castelli Romani) ed era la medesima del suddetto Trilussa. O, almeno, così mi risulta.

    17 Dicembre, 2007 - 10:09
  12. Luigi Accattoli

    Trovo infatti in uno scaffale del Web che non saprei qualificare questa referenza: “Trilussa, al secolo Carlo Alberto Palustri, nasce a Roma nel 1871, nella centrale Via del Babbuino, da babbo Vincenzo, un cameriere di Albano, e da mamma Carlotta, originaria di Bologna, che a Roma si guadagna la pagnotta facendo la sartina”. Ora sappiamo quasi tutto del tuo moralismo con ascendenze tosche, laziali e bolognesi!

    17 Dicembre, 2007 - 10:21
  13. … pure bolognese! deve essere per quello che vado pazzo per i tortellini… 🙂

    17 Dicembre, 2007 - 12:13
  14. caro Luigi, sono anch’io una lettrice del tuo blog, ma non ho mai pensato di registrarmi, anche perchè non sono molto pratica dei blog e solo da poc tempo ho iniziato questa avventura con un mio blog. Ora l’ho fatto, anche se ti confesso che non so se ho fatto bene. Forse il fatto che posso lasciare un commento significa che va bene. Ma blog o no, è da tempo che leggo i tuoi articoli che trovo interessanti e non solo io: sono una suora di clausura e in comunità anche altre sorelle ti leggono su altri luoghi e non solo in rete. Il tuo blog ci è piaciuto tanto da quando abbiamo cominciato a scoprire questo mondo di relazioni e ti ho voluto segnalare nel mio per farti conoscere anche a altri nostri amici. Ti auguro buon Natale e poichè anch’io in questi giorni sono presa dai vari presepi che in genere facciamo in monastero ( non c’è un angolo della casa dove non c sia un presepe! ) ti auguro buon lavoro con i tuoi nipotini : è sempre un momento magico fare un presepe e non ci si abitua mai. con stima e riconoscenza .sr. Maria Carmen

    17 Dicembre, 2007 - 22:27
  15. se posso, per un nano secondo, sostituirmi al padrone di casa…
    benvenuta Maria Carmen!… non ti scandalizzare di alcuni di noi… e conservaci (seppur distanti e virtuali) nella tua potente preghiera!!!

    18 Dicembre, 2007 - 14:00
  16. Luigi Accattoli

    Ecco come sono fatti certi moralisti: tu li inviti in pasticceria e subito si insediano al volante! Maria Carmen il benvenuto l’hai già avuto – ti ringrazio dell’apprezzamento e ti chiedo di salutare le sorelle della tua casa piena di presepi. Specie quelle che – come dici – mi conoscono anche per altra via. Ricambio tanta cortesia invitando i miei visitatori a dare un’occhiata al tuo blog, dove si trovano anche belle foto degli ambienti in cui vivi. http://albanuovamariacarmen.blogspot.com/2007/11/una-casa-grande.html

    18 Dicembre, 2007 - 16:55
  17. … sono un “cuculo” impertinente… mi approprio delle belle case degli altri.

    18 Dicembre, 2007 - 17:12

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