Bocelli: parabola del maligno e del dolore innocente

25 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Lei ha fede? “Sì. Trovo palese che il creato sia un sistema intelligente. Una persona ragionevole non può affidare la vita al caso. Se vedo un palazzo, sono certo che qualcuno l’ha fatto. A maggior ragione, l’universo non può essere frutto del caso”.

    11 Dicembre, 2016 - 19:53
  2. Luigi Accattoli

    Crede anche nell’immortalità nell’anima? “Al cento per cento. Quando mio padre è morto, guardandolo ho avuto fortissima la sensazione che nel suo corpo non fosse rimasto neppure un atomo di lui. Noi siamo ciò che è dentro questa scatola. Dopo andiamo da qualche altra parte”.

    11 Dicembre, 2016 - 19:53
  3. Luigi Accattoli

    Non ha mai dubbi? “Qualche problema me lo crea il dolore inutile e ingiusto. La sofferenza degli innocenti. Le malattie dei bambini”. Che risposta si è dato? “E’ un’idea geniale del maligno, per costringerci a dubitare dell’esistenza di Dio”.

    11 Dicembre, 2016 - 19:54
  4. Luigi Accattoli

    Come mai è finito il suo primo matrimonio? “Per mancanza d’amore. Colpa mia, che ero più maturo: lei aveva solo 17 anni, io già 30. Ma fatico a considerare un errore l’unione da cui sono nati due figli meravigliosi come Amos e Matteo”.

    11 Dicembre, 2016 - 19:56
  5. LuigiMortari Fides

    La sofferenza degli innocenti è molto più di un’idea.

    11 Dicembre, 2016 - 20:17
  6. Luigi Accattoli

    Nostro fratello Giobbe. Approvo le parole di Bocelli sul dolore innocente. Le leggo alla luce della parabola narrata dal libro di Giobbe: il maligno mette alla prova il giusto con l’ingiusta sofferenza per indurlo a maledire il Signore. La storia di Giobbe è una parabola, ma la licenza data a Satana di mettere alla prova il giusto è reale. Siamo in balia del tormentatore. Lo siamo a vita. Non è una balia totale. Ma di essa fa parte l’obbedienza della fede. Ovvero: la fedeltà al dono della fede.

    11 Dicembre, 2016 - 20:25
  7. Ieri sera ho ascoltato una bellissima conferenza del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi che ha tracciato un parallelo tra il libro di Giobbe e l’arte di Alberto Burri.
    https://www.youtube.com/watch?v=wteBRxK-bxw
    Questo per dire quanti spunti possa dare la vicenda umana di Giobbe.

    12 Dicembre, 2016 - 0:42
  8. LuigiMortari Fides

    ma la licenza data a Satana di mettere alla prova il giusto è reale.

    Ed è per questo che sono pieni i reparti di oncologia infantile?
    Pe mettere alla prova la giustizia dei genitori?
    E loro, i bambini?

    12 Dicembre, 2016 - 7:16
  9. maria cristina venturi

    il libro di Giobbe è prima di Cristo.
    con la nascita del Salvatore anche la sofferenza degli innocenti assume un senso che non sia solo quello della malignità di Satana.
    Con la nascita di Cristo e poi con la sua crocifissione, l'”INNOCENTE per eccellenza, il Servo di YHWH sofferente, il Giusto ingiustamente messo a morte che “era come pecora condotta al macello”, la “sofferenza degli innocenti” assume tutto un altro significato da quanto poteva presumere Giobbe.
    E’ vero che Giobbe è stato visto dai Padri della Chiesa come prefigurazione del Cristo , ma è solo con l’Incarnazione che il mistero della sofferenza del giusto viene rischiarato.
    per questo la strage degli innocenti, che segue di poco il Natale, è sì qualcosa di tremendo ma non qualcosa di “privo di senso”.
    Il senso della sofferenza non sta nella malignità del diavolo, come il senso della Crocifissione non sta solo nella malvagità verso un innocente .
    Il Male non ha l’ultima parola, questo è il senso.

    12 Dicembre, 2016 - 9:49
  10. giuseppe di melchiorre

    Secondo me, nella mia limitata cultura, parlare di “dolore innocente” è sbagliato, perché presuppone che il dolore sia colpevole, in quanto condanna di un Dio giudice. Sempre secondo me, pensare che Dio condanna con il dolore è una bestemmia. Gesù non ha sofferto fino alla morte in croce per placare un Padre incavolato “ab initio” per la degustazione di una mela. Gesù ha sofferto per far suo il dolore umano e per farci capire che lui sa cosa vuol dire soffrire e per questo ci è vicino anche nel dolore. L’uomo soffre perché è una creatura finita e in quanto tale imperfetta e soggetta alle conseguenze dell’impefezione. Per non farlo soffrire, Dio avrebbe dovuto crearlo dio, ma questo non avrebbe potuto farlo. Sempre secondo me…
    Buona giornata a tutti.

    12 Dicembre, 2016 - 11:58
  11. picchio

    Il Male non ha l’ultima parola, questo è il senso.

    Spiegalo alla mamma che ha visto il figlio di sette mesi morire di cancro

    Cristina vicquery

    12 Dicembre, 2016 - 13:54
  12. maria cristina venturi

    cara Cristina.
    come medico pediatra puoi ben immaginare che ho visto e conosciuto molte madri e padri a cui è morto prematuramente un figlio.
    Non ho Mai avuto la presunzione di spiegare loro niente. Cosa avrei dovuto spiegare ? Al contrario ho IMPARATO molto da loro. Non ho mai visto dei genitori a cui sia morto un figlio prematuramente. che fossero credenti o non credenti, abbandonarsi all’ira e alla disperazione contro Dio o contro la “natura maligna”. Non ho mai visto nessuno inveire contro Dio.
    Tutte, dico tutte le mamme che ho conosciuto che hanno perso un figlio, lo hanno perso sì con dolore enorme ma anche con la speranza di rivederlo un giorno. con la speranza che non tutto fosse finito con la Morte.
    se pensassimo che la Morte , la sofferenza, il male, trionfano e hanno la meglio, allora dovremmo abbandonarci alla disperazione, non credi?
    se la sofferenza degli innocenti non ha alcun senso, vuol dire che non esiste Dio , non credi?
    ma se crediamo che esiste Dio, dobbiamo avere speranza che anche la sofferenza degli innocenti abbia un senso.
    Altrimenti siamo come quelli che come Ivan Karamazov, sono atei perchè
    non possono spiegarsi in alcun modo la sofferenza degli innocenti.
    Andrea Bocelli, che a quanto pare è un uomo di fede, ha trovato una sua spiegazione, che non è da prendere in giro.
    altri cercano di trovare altre spiegazioni. E’ ovvio che la sofferenza degli innocenti resta un MISTERO che nessun uomo potrà mai svelare. E’ quello che disse anche papa Benedetto XVI rispondendo alla domanda di una bambina..
    ma non un mistero privo di senso.
    Altrimenti come ho detto dovremmo abbandonarci alla disperazione .
    La fede è il contrario della disperazione. il dolore c’è ed è enorme, ma non per questo deve condurre alla disperazione.

    12 Dicembre, 2016 - 18:59
  13. maria cristina venturi

    comunque la sofferenza degli innocenti non è solo quella dei bambini che muoino di cancro
    Avete mai pensato quanti bambini vengono ogni giorno abortiti nel mondo?
    MILIONI. MILIONI di innocenti abortiti.
    O per voi i bambini abortiti non sono esseri umani?

    12 Dicembre, 2016 - 19:02
  14. Enrico Usvelli

    Maria Cristina,
    siccome occhio non vede (l’assassinio dei bambini abortiti) allora cuore non duole. In realtà non è così, soffrono i bambini al momento dell’assassinio e spesso soffrono le mancate mamme dopo.
    Volevo dirti che sulla sofferenza hai scritto delle cose che condivido.

    12 Dicembre, 2016 - 19:22
  15. Enrico Usvelli

    giuseppe di melchiorre,
    condivido quanto scrivi sul dolore innocente.
    In generale si è portati a pensare che i bambini sono buoni e quindi il loro dolore è innocente mentre i grandi qualcosa di male hanno fatto per cui il loro dolore non è innocente. Quando però pensi alle persone che conosci, ai casi reali, ecco che diventa difficile trovare un caso di dolore ‘colpevole’, nel senso che quella persona si è ‘meritata’ il dolore di cui sta soffrendo per ciò che ha fatto nella sua vita.
    Siamo qui di passaggio, il nostro destino è un altro, Dio non usa la sofferenza per punire i cattivi. Anzi, a volte sono proprio quelli a li più cari che soffrono di più.
    Penso a S: Francesco e ai tanti santi a cui Dio ha permesso di soffrire per condividere le sofferenze di Cristo. La sofferenza è un mistero, ma non è una punizione di Dio e se avremo fede in Lui un giorno capiremo.

    12 Dicembre, 2016 - 19:37
  16. maria cristina venturi

    Nei primi secoli del cristianesimo l’eresia gnostica cercò di spiegare il dilemma. Dio è buono ed onnipotente dunque da dove viene il male?
    Unde Malum?
    se Dio fosse onnipotente ma non buono il male verrebbe da lui.
    se invece fosse buono ma non onnipotente allora ci sarebbe un altra potenza , pari a Dio, ma negativa da cui viene il male.
    Gli gnostici identificarono questa potenza negativa con l’Arconte, cioè il Dio dell’Antico Testamento, il Dio creatore che però creò un mondo imperfetto e limitato. L’ Arconte secondo gli gnostici non è la divinità suprema .

    da dove viene il male?
    se Dio è bontà infinita è amore è il bene supremo, perchè nel mondo c’è il male, perchè gli innocenti soffrono? perchè nascono bambini down?perchè nascono bambini con malattie incurabili?
    perchè nascono bambini che poi diventano ciechi come Andrea Bocelli?
    perchè proprio durante la MEssa di inaugurazione di una Chiesa in Nigeria crolla il soffitto e muoiono 200 persone innocenti che erano lì per ascoltare la Messa?
    insomma perchè il paradosso di un mondo dove il male e la sofferenza apparentemente INSENSATA trionfano , con la predicazione di un Dio buono e di una Provvidenza Divina?
    Gesù disse che anche i capelli del nostro capo sono contati e che Dio ha cura anche dei uccelli del cielo , a maggior ragione degli uomini.
    e allora perchè? Il paradosso eterno…..

    12 Dicembre, 2016 - 19:39
  17. maria cristina venturi

    “Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.”

    Luca 12,6-7

    12 Dicembre, 2016 - 19:43
  18. maria cristina venturi

    Quello che FORSE si può imparare dalle parole di Gesù sui due passeri venduti per due soldi e sui capelli contati del capo è questo ( secondo me)
    la Provvidenza divina ESISTE ( La c’è la provvidenza, diceva Manzoni)
    I suoi disegni sono MISTERIOSI e spesso INCOMPRESIBILI.
    Noi poveri mortali vediamo solo gli effetti dirompenti e tremendi del male in questo mondo , non vediamo invece il disegno di BENE che c’è dietro.
    Dio riesce a fare del male il bene.
    Dio, il Dio cristiano che è Padre e non un Arconte malvagio, sa cosa fa, noi dobbiamo affidarci alla sua volontà.Con la certezza che è sempre per il BENE e mai per il male.

    12 Dicembre, 2016 - 20:16
  19. Andrea Salvi

    Tema tremendo…certo Dio non ha creato la sofferenza..
    Gesù e’ venuto a condividerla con noi e a sconfiggerla, a non lasciarle l’ultima parola (l’ultimo nemico che sara’ vinto e’ la morte). Anche a me suonano come bestemmie frasi tipo ” Dio mi ha mandato questa malattia..” anche se dette da un Santo (anche i santi possono inconsapevolmente aver bestemmiato..). Comunque ora sappiamo che dopo c’e” la Resurrezione, anche se nella sofferenza ho visto molti passare per la notte oscura. Speriamo di vedere in fondo la luce quando arriverà il momento…

    12 Dicembre, 2016 - 21:07
  20. Clodine-Claudia Leo

    Condivido Luigi Accattoli 11 dicembre 2016 @ 20:25 , e aggiungo che il peccato, diretta conseguenza dell’azione del maligno, è anticreazione, antisocialità, antiumanità…

    E’ anticreazione perché la terra: posta da Dio a servizio dell’uomo- piegata dalla bramosia dell’uomo ribelle al Creatore che l’ha assoggetta,è stata avvelenata ed ha prodotto, per diretta conseguenza, frutti di distruzione, malattia, morte: modifica del genoma umano con conseguente deformazioni e menomazioni fisiche. Malattie tra le più disparate che colpisco il feto in formazione, bambini , uomini, donne , anziani, tutti senza esclusione nel corpo e nella psiche.

    E’ anti-socialità perché il peccato, opera del “leone ruggente (I Pt, 5,8-9) rovina i rapporti di socialità, di verità di giustizia produce rottura, frammentazione, l’annullamento della vita sociale. Uno che spaccia droga, che la vende, quale socialità vogliamo che crei. Un delinquente, uno strozzino,, un immorale, un concupiscente, un adultero, un ladro, un falso testimone, quale socialità vogliamo crei. Oggi, tutti i venditori di fumo, di illusioni i difensori della morte come via di benessere e di progresso ma quale, quale, socialità creano. Il canto della sirene che ottundisce e colpisce a tradimento senza scampo..
    E’ anti-umanità: proprio come Adamo, che non riconobbe più Eva quale carne della sua carne così, chiunque lo commette annienta l’umanità come Dio l’ha voluta e creata…

    Dio ha posto dei paletti precisi, Lui ha indicato a ciascuno la via della vita e della morte : O si è dentro con Dio, O si è fuori con Satana- Tenebre/Luce- tertium non datur. La sua Parola è vera ieri, oggi, sempre. Dio non punisce nessuno siamo noi che scegliamo di porci “fuori” …
    Poi, c’è una oggettività del peccato, specie se a commetterlo sono i capi di stato, personaggi chiamati ad alte cariche politiche: qui c’è la dimensione sociale del peccato che può essere proiettata ad intere generazioni. Così è stato da sempre: pensiamo al Re Davide e al suo peccato personale che generò 7000 morti, oltre ad Uria…

    13 Dicembre, 2016 - 7:28
  21. Clodine-Claudia Leo

    E sono d’accordo anche con Cristina Venturi sul tema della provvidenza e subito mi viene in mente la parabola del lebbroso in Mc 1,40-45 , il quale sa che Gesù è custode della stessa Onnipotenza di Dio e non dice “guariscimi”- ma- ” se vuoi puoi purificarmi”, chiede a Cristo -che conosce i disegni della Provvidenza eterna- se la sua guarigione è prevista, contemplata nei piani della divina sapienza. Qui si entra nel mistero della Sapienza Eterna che è difficile accettare senza una visione di fede altissima e sempre rinnovata ed è, oggi, di una difficoltà tremenda perché la fede non è vissuta profondamente, né curata, né vissuta motivo per il quale non esistono barriere al peggio né limiti…al peggio!
    Si noti che Gesù chiese di non divulgare il fatto proprio perché la Provvidenza non ha contemplato la guarigione per tutti i lebbrosi e neppure contempla, oggi, l’abolizione di tutte le croci che pesano come un macigno sull’umanità, malvagia, pervensa….

    13 Dicembre, 2016 - 7:51
  22. Clodine-Claudia Leo

    sorry@ perversa…

    13 Dicembre, 2016 - 7:57
  23. Clodine-Claudia Leo

    “Gesù Cristo è il fine di ogni cosa
    E il centro verso cui
    tutto volge.
    Chi lo conosce,
    conosce la ragione di tutte le cose”

    Blaise Pascal

    13 Dicembre, 2016 - 8:12
  24. Clodine-Claudia Leo

    E’ vero, come dice Cristina citando il Vangelo di Matteo 10,24-33 che “anche i capelli del nostro capo sono contati “. Non ci dice, al pericope, che non cadranno i nostri capelli, ma che sono tutti contati…e…mi viene di accostare a questa forse in modo improprio,l’altra di Matteo 14,20 e i pezzi di pane avanzati e portati via dopo la miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci .

    Quei tozzi di pane avanzati non sono stati gettati ai cani, ma portati via. Similmente, tutti i pezzi, i frammenti, fino all’ultima mollica della nostra vita: le angosce , i lutti, i dolori, le croci tutto è riposto in Dio, nessuna lacrima, nessun dolore cadrà nel nulla…

    13 Dicembre, 2016 - 8:45
  25. roberto 55

    Certo, ha ragione l’amico Andrea quando sottolinea che il tema è tremendo, e non credo proprio che possa essere affrontato e risolto con qualche facile formuletta: se mai ne esistono sull’argomento, io, davvero, non ne conosco.
    Mi chiedo, piuttosto, quale può essere il contributo che ciascuno di noi cristiani può sentirsi tenuto ad offrire al Signore nel momento in cui si è chiamati a questi “viaggi indesiderati” (per mutuare l’espressione coniata dal caro amico Lorenzo), e mi viene in mente l’invocazione di San Giovanni Maria Vianney, che si rivolgeva al Padreterno implorandolo di “aumentare la nostra fede”: è questa l’unica strada ? Non è anche compito nostro – mi domando dal mio “ultimo banco” – di provare a meditare sul significato di queste pur dure prove che la vita ci riserva, cercando di approfondire e rafforzare le ragioni del nostro affidamento a Dio ?
    Certo, come ha scritto l’amico Enrique (preferisco chiamarti così), la sofferenza è un mistero che solo la fede che il Signore ci dona può aiutarci ad intendere.

    Buona serata a tutti.

    Roberto Caligaris

    15 Dicembre, 2016 - 20:31

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