Cinque giorni a Natale: l’asino e il bue

Il nipotino di tre anni chiedeva, mentre facevamo il presepe: “Nonno, perchè la mucca del presepe si chiama due?” Gli ho risposto che quel bue mi è caro, insieme all’asino, più di ogni altro animale. E che attendo il tempo in cui non mangeremo più gli animali e li capiremo e gli parleremo. – «Venendo il tempo si sementare il grano, vedendo i bovi mi sentivo eccitare a devozione, avendo inteso che questa sorta di animali con i somarelli si erano ritrovati in quel mistero sì grande della capanna di Betlemme, quando nacque Gesù Cristo da Maria Vergine, riscaldandolo con il loro fiato, quando nel presepio giaceva sopra il fieno. Gli posi molto affetto, e fuori di modo mi rallegravo in vederli» (San Carlo da Sezze, 1613-1670).

13 Comments

  1. non so se quella che ho visto si chiamasse bue o mucca, ma in una vetrina della Thun costava 80 euri secchi… 🙂

    20 Dicembre, 2010 - 15:44
  2. Luigi Accattoli

    Moralista attento: il nipotino diceva DUE!

    20 Dicembre, 2010 - 15:47
  3. Francesco73

    E’ incredibile il potere che il Natale ha – per come noi lo festeggiamo – di afferrare l’immaginario dei bambini, e di trattenerlo fino a che non diventano adulti.
    Qualche notte fa ripensavo ai miei Natali di bambino, appunto: l’albero tagliato in qualche “macchia”, il muschio raccolto sul “poggio” sopra la casa, la farina per i sentieri, le statuine, la carta velina, le luci. Tutto molto semplice.
    Da un certo punto in poi ci fu una grotta a forma di casa con un carillon, comprata al mercato paesano del venerdì. Quella c’è ancora, in qualche scatolone, in una casa ormai vuota.
    Sono passati vent’anni, ma sembra un secolo.
    Eppure ripensandoci avevo nelle narici anche quegli odori, misti al fragore del camino e al gelo della neve fuori.

    20 Dicembre, 2010 - 16:44
  4. Francesco73

    Sono passati anche più di vent’anni…:-)

    20 Dicembre, 2010 - 16:45
  5. Un bacio a Francesco73 per le sue descrizioni che sembrano raccontare la mia infanzia e per provare le stesse sensazioni di ricordo che talvolta rivivono in un odore o un sapore che cerco di ricreare ad ogni festa.

    E un altro bacio a Luigi che “impersona” quel papà meraviglioso che non ho più e con il quale facevamo insieme il presepe,mentre le mie domande incalzanti lo divertivano e lo spronavano ad insegnarmi la vita.

    Darei qualunque cosa per rivivere anche solo 5 minuti di quei tempi…….

    20 Dicembre, 2010 - 17:10
  6. raffaele.savigni

    Anch’io ricordo il presepe fatto in casa, da bambino, dopo aver raccolto il muschio e comprato le statuine (onni anno un paio, perché i soldi in casa erano pochi).E ricordo vagamente una poesia di Corrado Govoni (se non erro) letta in un libro di scuola: “il presepe di borracina e ghiaia rilucente… m’inondano dolcezze sovrumane…”

    20 Dicembre, 2010 - 17:14
  7. Al nipotino che dice DUE, un bacio forte con lo schiocco! con l’augurio che cresca forte e ispirato sempre nel suo cammino da quel bambinello del presepe…

    20 Dicembre, 2010 - 17:29
  8. adriano

    @ Raffaele e a tutti.

    NATALE

    E l’infanzia e il paese abbandonato,
    di tra le dense nebbie dolcemente
    scampanante, e il presepe tappezzato
    di borracina e ghiaia rilucente;

    le pastorali che soavemente
    l’armonium diffondeva estasiato;
    tutti, tutti mi tornano alla mente,
    i ricordi del tempo trapassato,

    mentre al suon delle mistiche campane
    esultanti nell’alba liliale,
    m’inondano dolcezze sovrumane,

    e al lieve vento, sopra il davanzale,
    ne le fini e giallastre porcellane,
    si sfogliano le rose di Natale.

    Corrado Govoni

    20 Dicembre, 2010 - 22:26
  9. fiorenza

    Grazie, Adriano.
    Contraccambio con questa poesia di J.R.Jimenez:

    L’agnello belava dolcemente.
    L’asino, tenero, si allietava
    in un caldo chiamare.
    Il cane latrava
    quasi parlando alle stelle.
    Mi svegliai…Uscii. Vidi orme
    celesti sul terreno
    fiorito come un cielo capovolto.
    Un soffio tiepido e soave
    velava il bosco,
    la luna andava declinando
    in un tramonto d’oro e di seta.
    Aprii la stalla per vedere
    se Egli era là…
    C’era.

    20 Dicembre, 2010 - 22:52
  10. fiorenza

    Mabuhay, che succede? Aspettavo l’ Antifona O di oggi…

    20 Dicembre, 2010 - 22:56
  11. Mabuhay

    Ciao Fiorenza…: Luigi -e il fuso orario…- mi hanno “tradito” uploading too late il suo post! Comunque, se a qualcosa serve, ecco qui:

    O Clavis David,et sceptrum domus Israel;
    qui aperis, et nemo claudit;
    claudis, et nemo aperit:
    veni, et educ vinctum de homo carceris,
    sedentem in tenebris, et umbra mortis.

    Grazie a tutti x i testi, poesie, riflessioni, preghiere, segni, luci confivise…:state arricchendo ancora di piu’ -se possibile- la grandezza di questo tempo e di

    21 Dicembre, 2010 - 1:27
  12. Mabuhay

    (sorry…mi e’ partito il post…)…
    di questo tempo e di questo mistero!

    Discepolo: si chiamano “O” antiphons (o grandi antifone), xe’ cominciano tutte proprio con “O”, e tutti titoli messianici del vecchio testamento, finendo con “Veni” , Marana tha! Tutte sono un piccolo e bellissimo mosaico biblico. Se si mettono insieme le prime lettere di ogni titolo ne esce: S-A-R-C-O-R-E, che letto al contrario dice -in latino- “ero cras”, che significa “Tomorrow I shall be”! Ciao.

    21 Dicembre, 2010 - 1:33
  13. discepolo

    veramente grazie Mabuhay di mandare ogni giorno il testo dell’Antifona!
    le antifone “O” sono tutte bellissime e da meditare .
    Che ricchezza e che profondità ha il culto cristiano , non trovi?
    MC

    22 Dicembre, 2010 - 22:49

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