Con Elena Bono “dall’erba e dalle stelle”

La freccia dell’anno sta per toccare il bersaglio e io vi saluto – nell’attesa – con tre versi che Elena Bono, cara amica di poesia, mette a conclusione – affidandoli a una voce fuori campo – dell’atto unico L’erba e le stelle dedicato agli ultimi giorni del poeta Virgilio, ricchi di presagi cristiani: “Il tempo di Dio è il tempo della musica. / Lode all’Altissimo. / Dall’erba e dalle stelle“.

73 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Da Elena Bono, L’erba e le stelle. Tra mito e storia. Racconti e pièces per teatro da camera, Le Mani editore, 2011, p. 61. Di Elena Bono qui ci siamo occupati il 26 ottobre 2011, il 17 dicembre 2009, il 13 novembre 2009, il 31 maggio 2008.

    28 Dicembre, 2011 - 21:01
  2. antonella lignani

    Tutte queste belle cose che dici, Luigi, ricordano un’altra bella iniziativa giornalistica: “Il Mattutino” del cardinale Ravasi. Il tempo di Dio è il tempo della musica? Mi fa pensare a Sant’Agostino.

    28 Dicembre, 2011 - 22:54
  3. FABRICIANUS

    E lo stesso Sant’Agostino ci diceva, se non erro: “chi canta, prega tre volte”.

    28 Dicembre, 2011 - 23:06
  4. Syriacus

    «Nella nostra casa tutti amavano la musica. Nostro padre aveva una cetra che suonava spesso la sera. Cantavamo insieme. Per noi era sempre un evento. A Marktl sull’Inn, poi, c’era una banda musicale che mi affascinava molto. Ho sempre pensato che la musica sia una delle cose più belle che Dio abbia creato. Anche mio fratello ha sempre amato la musica: forse l’ho contagiato io.»

    http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/news/dettaglio-articolo/articolo/papa-pope-el-papa-georg-ratzinger-11207/

    28 Dicembre, 2011 - 23:40
  5. Syriacus

    “Et audívi vocem de coelo, tamquam vocem aquárum multárum, et tamquam vocem tonítrui magni: et vocem, quam audívi, sicut citharoerórum citharizántium in cítharis suis. Et cantábant quasi cánticum novum ante sedem, et ante quátuor animália, et senióres: et nemo póterat dícere cánticum, nisi illa centum quadragínta quátuor mília, qui empti sunt de terra.”

    (Non me lo ricordavo, ma nel Messale antico, la Lectio del 28 Dicembre di ogni anno – Ss. Innocentium – , è Léctio libri Apocalýpsis beáti Ioánnis Apóstoli.
    Apoc 14:1-5 -da cui i versetti 2 e 3 citati sopra.)

    28 Dicembre, 2011 - 23:46
  6. Syriacus

    Re Giacomo, quattro secolo fa :

    “2 And I heard a voice from heauen, as the voice of many waters, and as the voyce of a great thunder: and I heard the voyce of harpers, harping with their harpes.

    3 And they sung as it were a new song before the throne, and before the foure beasts, and the Elders, and no man could learne that song, but the hundreth and fourtie and foure thousand, which were redeemed from the earth.”

    “citharoerórum citharizántium in cítharis suis”

    “harpers, harping with their harpes.”

    Una bellissima onomatopea in se…

    “…and no man could learne that song…”

    28 Dicembre, 2011 - 23:48
  7. Syriacus

    [La tecnologia al servizio del buono e bello e vero : non avevoi intenzione di scrivere nulla oggi, ma avendo sull’IPhone la (più diffusa di quel che si pensi) application “IMass”, dove c’è di tutto e di più (Messa e Breviario tradizionali di ogni giorno dell’anno, analogamente a molte altre applications per il Rito Ordinario, beninteso), solo con un click, mi sono accorto, mio malgrado, che oggi la lettura del giorno non era un’Epistola, ma un passaggio dall’Apocalisse, che… Beh, non occorrono parole ulteriori . (…Tanto sui “centum quadragínta quátuor mília”, ne son certo, interverrà prima o poi il nostro amico Sig.G., ne son certo.)

    (Btw: l’application appare sullo smartphone -per quel che riguarda la Messa- in tal guisa : http://divinumofficium.com/cgi-bin/missa/missa.pl )

    28 Dicembre, 2011 - 23:56
  8. Syriacus

    [ http://divinumofficium.com/ “The Divinum Officium Project wishes everyone a blessed and holy Christmas. Christus natus est nobis, venite, adoremus! ” ]

    28 Dicembre, 2011 - 23:59
  9. Syriacus

    ” La musica che viene ascoltata più spesso dai fratelli Ratzinger in questo periodo è un CD di canzoni natalizie registrato dal coro della cattedrale di Ratisbona. ”

    http://www.youtube.com/watch?v=f3KfIeGI-TQ

    1- ‘O du froehliche, o du selige’. Sicilian folk melody, pre 1789, anonymous

    2- ‘Es ist ein Ros’ entsprungen’, Michael Praetorius (1571-1621)

    3- ‘Quem pastores laudavere’, Carl Loewe (1796-1869)

    dir.: Georg Ratzinger

    (Gute Nacht.)

    [“Virgil, translating into verse the oracles of the Cumaean Sibyl, announced to the Augustan age the coming of a mysterious child, a son of Jupiter, destined to banish from the world the vestiges of iniquity, and to commence an order of things as great as new.” (Henri-Dominique Lacordaire ,
    Conférence ‘De la préexistence de Jésus-Christ’)]

    29 Dicembre, 2011 - 0:20
  10. antonella lignani

    Caro Syriacus, lei ci sta presentando un sacco di belle cose. Mi piace il ricordo di Virgilio. Ho visto che ha anche dato il link di divinumofficium.com, che ho consultato per tradurre per le suore l’ufficio di domani (san Tommaso Beckett) e quello del 31 (San Silvestro). Anche qui, molte belle cose.

    29 Dicembre, 2011 - 0:26
  11. fiorenza

    “Sì andiamo ma non alle tenebre e al nulla /andiamo al regno del sole”: altri versi di questa “cara amica di poesia”.
    Un anno che sta per terminare…Tre versi finali di un atto unico…Gli ultimi giorni di un poeta…
    Tempo della fine. “Actus Tragicus”. “Il tempo di Dio”.
    “Il tempo di Dio è il tempo migliore”. “Gottes Zeit ist die allebeste Zeit”.
    Il tempo della musica è il tempo di Dio. “Lode all’Altissimo”. Così in terra come in cielo. “Dall’erba e dalle stelle.”

    29 Dicembre, 2011 - 0:28
  12. mattlar

    syriacus di quale app parli? IMass HD oppure IMass explained? E’ las tessa su Ipad vero?
    scusate l’OT ma stasera ho visto un film meraviglioso al cinema.
    Almanya Willkommen in Deutschland. Se potete andatelo a vedere. Mi sono commosso fino alle lacrime.

    29 Dicembre, 2011 - 0:47
  13. Syriacus

    [ Che rimanga fra noi, Antonella, ma la citazione dalla bellissima conferenza (troppo lunga da tradurre hic et nunc) del piacevolissimo Lacordaire, è tratta da : http://rorate-caeli.blogspot.com/2011/12/lacordaire-in-advent-messiah.html (Un pianerottolo internazionale di spesso eccentrici cattivisti extra-ordinarii necnon paralefebvriani, ma con belle sorprese informative ed editoriali e non di rado.) ]

    29 Dicembre, 2011 - 0:50
  14. Syriacus

    E’ questa qui: http://itunes.apple.com/us/app/imass/id381131668?mt=8

    (non la uso praticamente per seguire il rito ‘in differita’ , ma i testi liturgici -qui antichi- sono a distanza di un click, tanto quanto -è la app dell’AMT, che uso di gran lunga di più- gli orari in tempo reale dei bus , o la “parola polacca del giorno” -che studio nei ritagli di ritagli di tempo-, e molte altre…)

    (La tecnologia: vespri di Natale in Cattedrale: vorrei cantare dai banchi l’antifona gregoriana con la schola… cerco almeno un Liber Usualis in pdf sulla rete: lancio il download: giunto al 90%, il provider mi informa che “Gentile cliente, ha raggiunto il limite del traffico dati settimanale…”
    Quando la voglia di cantare fa dimenticare persino i limiti delle tariffe flatrate (ma la realtà ha infine la meglio..:) ]

    29 Dicembre, 2011 - 0:59
  15. Syriacus

    [Fiorenza, non ci credereai, ma la prima kantata in assoluto che ascoltai -ragazzino, nel 1990, in diretta RAI dalla Basilica della Superga Torino, diretta da Scimone, restando entusiasmatissimissimo, anche se in maniera molto più naif, ma forse più potente, di quanto lo sarei oggi- fu la BWV 76 “I cieli narrano la gloria di Dio” – che nei seguenti video potete ascoltare:

    http://www.youtube.com/watch?v=1oy2UPndi0A

    http://www.youtube.com/watch?v=F94S4VYUNuY

    http://www.bach-cantatas.com/Texts/BWV76-Ita2.htm ]

    29 Dicembre, 2011 - 1:13
  16. fiorenza

    Stasera ho ascoltato alla radio Alessio Allegrini parlare del Movimento dei Musicisti per i diritti umani che lui ha fondato. Musicians for Human Rights. Chi fa musica, diceva, sperimenta la felicità., conosce la felicità. Per questo ha il dovere, diceva, di operare per trasmetterla agli altri. Ha un compito, diceva.
    Insieme ai tre versi di Elena Bono, e alle parole con cui Pierangelo Sequeri ha commentato la Cantata n.3 dell’Oratorio di Natale, ora (esame di coscienza prima di andare a dormire) ho messo anche questo discorso di Allegrini tra le cose memorabili di questa giornata.

    29 Dicembre, 2011 - 1:14
  17. fiorenza

    “Si parte dalla musica e si arriva sempre altrove”: è la frase che trovate in questo documentario che certo conoscete ma è bello, secondo me, tenerlo a mente. Si intitola “L’altra voce della musica”. Qui troviamo anche Alessio Allegrini, di cui parlavo stanotte. Lo troviamo, qui, in Venezuela, con Claudio Abbado, a insegnare nelle scuole di musica che hanno salvato tanti bambini, tanti ragazzi dei barrios…Che li hanno strappati alle strade obbligate della droga ecc….E che li hanno portato a quella “felicità” di cui parlava ieri Allegrini alla radio, con parole semplici che mi hanno tanto colpito. Ragazzi che ora suonano nell’orchestra “Simon Bolivar”. Tra le immagini che qui troviamo dei tanti corsi di musica, indimenticabili sono quelle dei bambini portatori di handicap; qui i sordomuti, che fanno musica con le mani. “Mano Blanca”, si chiama il progetto di musica per loro. Guardateli, vi prego. Io raramente ho visto qualcosa di più bello. Non sono, anche questi, “fatti di Vangelo”, Luigi?
    http://www.youtube.com/watch?v=0Q8K9RAZaYs

    29 Dicembre, 2011 - 10:25
  18. fiorenza

    Il tempo di Dio è il tempo della musica. Il tempo della musica è il tempo di Dio. “La musica es todo” (dal video). “La musica e l’amore non hanno confini” (uno dei commenti al video):
    http://www.youtube.com/watch?v=E4I0PjPH6mI

    29 Dicembre, 2011 - 13:10
  19. discepolo

    Visto che si parla di musica e di felicità vi trascrivo una frase che Wolfgang Mozart, nel 1777 ( a ventun anni) scrisse al padre Leopold, durante quello sfortunatissimo viaggio a Parigi dove subì tanti dolori e umiliazioni, :
    “La felicità consiste soltanto nell’immaginazione”

    La felicità per Mozart consisteva nella sua immaginazione creatrice che creava un mondo di note , un mondo diverso dalla dura realtà quotidiana dove , per lui, non v’era che infelicità. .
    Il rapporto musica-infinito, cioè musica-Dio, sta proprio in questa dimensione creatrice: creando (o ricreando, per gli interpreti, o essendo testimoni, per gli ascoltatori ) un universo musicale l’uomo sperimenta la felicità della creazione divina nel creare questo mondo.
    Non vi è felicità che nell’immaginazione ,si potrebbe anche tradurre non vi è felicità che nel partecipare alla dimensione creatrice di Dio.

    29 Dicembre, 2011 - 14:40
  20. Clodine

    Discepolo, perché l’hai fatto, vuoi uccidermi….non resisto a Mozart. L’incantamento che mi produce è simile ad un’estasi….
    In fondo, cos’è la musica se non messaggio e messaggera , incorporeo sacramento. capace di risvegliare quel misterioso alter-ego sonnecchiante nei meandri dell’inconscio, inconsapevole del grande santuario che è l’animo nostro..

    29 Dicembre, 2011 - 16:08
  21. targum55

    Dopo tanti cibi succulenti un buon ammazzacaffè
    “a Beethoven e Sinatra
    preferisco l’insalata
    a Vivaldi l’uva passa
    che mi dà più calorie”

    29 Dicembre, 2011 - 16:23
  22. Clodine

    il sentimento che prova discepolo all’ascolto di Mozart lo condivido in pieno. Essendo la musica il canale privilegiato cui giungere alla Divinità, ci fu addirittura un tempo in cui una venerabile tradizione intravedeva nelle composizioni dei grandi maestri l’azione stessa del “Logos” [ Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste]. Motivo profondo per il quale la musica “cristallizza” suscitando in noi immagine sacre, demiurgiche! Lo stesso concetto di discepolo, lo sperimentò Goethe durante l’ascolto di Bach. Un anedotto ne riporta l’espressione :

    “E’ come se l’armonia eterna dialogasse con se stessa: così doveva essere nel seno di Dio, poco prima della creazione del mondo!”
    Goethe

    29 Dicembre, 2011 - 16:54
  23. fiorenza

    Scusate, ma io insisto con la “felicità” che -molto terra-terra, se volete, o molto umilmente dal basso, “dall’erba” direbbe Elena Bono- qualcuno è stato capace di donare a questi meravigliosi bambini e che loro sono capaci di donare a me, mentre li guardo. Loro che, pur non potendo sentire la musica, né cantare, tuttavia, con “manos blancas”, visibilmente , “cantano”.
    “Cantano con le mani, con i loro guanti candidi, sembrano uno stormo di gabbiani sul mare” : così diceva di vederli Michela Coricelli, in un articolo su “Avvenire”.
    http://www.sordionline.com/iNews/view.asp?ID=16193

    29 Dicembre, 2011 - 19:20
  24. elsa.F

    immersa in queste armonie celesti auguro a tutti un nuovo anno nella pace più vera che nasce dal fare di se stessi un nulla s’amore, a imitazione dell’Ancilla Domini, nostra Regina e Madre.
    Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà ora e sempre in cielo e in terra.

    29 Dicembre, 2011 - 19:36
  25. Syriacus

    Doménico Zípoli (Prato, Italia, 1688 – Córdoba, Argentina, 1726); fue un compositor italiano del Barroco. Está considerado como el compositor europeo más famoso que haya viajado a América durante la época colonial, y también el músico más dotado que haya contribuido con las misiones jesuíticas en el continente.

    http://www.youtube.com/watch?v=taTHZepgTcg

    29 Dicembre, 2011 - 21:16
  26. Caro Luigi grazie anche da parte di Elena che, anche se ha compiuto 90 anni e non ha mai visto un computer in azione, ha capito benissimo cosa è un sito web (mi chiede sempre come vanno le visite sul suo sito) e cosa è un blog. Ogni volta che vado da lei (ogni settimana) per me è una sopresa e un dono: mi sorprendono sempre la sua vivacità intellettuale, la sua giovinezza spirituale, la sua passione umana e civile. Lei è sempre stata una “combattente” e lo è anche adesso che la malattia costringe ormai quasi sempre a letto. In oltre 10 anni di malattia non l’ho mai, dico mai, sentita lamentarsi della sua condizione. Lei ha nben altro cui pensare e di cui occuparsi che la sua malattia! Lei si cura della sua arte, della sua poesia, della sua anima: “Quello che conta – mi ha detto ancora di recente – è solo questo: salvare la propria anima!”.
    Volevo segnalare che Elena ha voluto scrivere questi nuovi testi per teatro da camera dedicandoli ai giovani, come invito ai giovani a fare teatro.
    Ecco cosa scrive all’inizio della sua prefazione:
    “Questa raccolta di racconti e di atti unici dedico soprattutto ai giovani, che sono naturalmente mimi, ossia imitatori.
    I giovani devono far teatro.
    La mimesis è la forza portante del teatro.
    Anche la filosofia si giova del dramma, parola greca che significa azione. Platone ha messo sotto forma di dialogo i suoi scritti. Sapeva da buon ateniese la forza del dialogo”…..

    Spero che fra i frequentatori del tuo blog vi siano giovani incuriositi dal teatro, o professori interessati a usare il teatro come strumento educativo e formativo. In queste pièce e racconti troveranno pagine ricche di significato e di storia.
    Chiudo citando dalla presentazione del Prof. Roberto Trovato, docente di drammaturgia all’Università di Genova:

    “Avvalendosi di un linguaggio in apparenza semplice, in realtà complesso, di notevole efficacia sul palcoscenico, la Bono nei nuovi componimenti delinea personaggi vivi, che criticano con asprezza il potere, teso ad annullare il singolo. I vari personaggi, tratti volta a volta dal mondo latino, medievale, rinascimentale, barocco, nonché da momenti e figure della storia di altri periodi storici, anche recenti, sono accomunati dalla ferma opposizione al nulla, proponendo una forma di resistenza al dissolvimento dell’uomo nella certezza che qualcosa gli sopravviverà oltre la morte. Come nella sua precedente produzione teatrale, la commediografa fa rivivere gli eventi e i personaggi trattati ora nella prospettiva di un’educazione alla coscienza, ora nell’intento di aiutare il lettore a capire le cause che hanno inciso sulla micro e sulla macro storia. I testi della Bono evitano le secche dell’ideologismo grazie alla forte passione civile da cui sono sostanziati e innervati. Per questi motivi le sue pièces, sostenute da un grande rigore artigianale, dal dominio della materia e da un talento indubbio, mi hanno colpito profondamente. L’immagine restituita dai suoi testi è quella di una “donna all’apparenza fragile, ma in realtà ben determinata a difendere i valori della persona umana” . (Roberto Trovato)

    Stefania V.

    29 Dicembre, 2011 - 21:49
  27. Syriacus

    L’anno è quasi finito, e uno dei ricordi più belli (o meglio: più nitidi e particolari) , sarà per me uno risalente a quest’estate, quando appena giunto da solo a Cracovia ad agosto, come turista, mi recai, per purissimo caso (e forse per inerzia, con la giovane folla che aveva preso i bus in una certa direzione, un venerdì, e non scendeva mai, sino ad una meta fuoriporta presso un campo enorme circondato da tendoni e tende, etc..) ad un festival pop-rock un pò simile al nostro Heiniken Jammin’ Festival. Seguii entrambe le serate della due giorni (peccato, dovetti ripagare di nuovo la sera successiva, perché il biglietto valeva 48h se tu non ti levavi un certo fastidioso braccialetto al polso..) , e già la prima sera, cercando fra le innumeri persone (quasi tutte giovani o giovanissime, ma con diverse eccezioni rimarchevoli), nell’area ristorazione, notai una ragazza che stava da sola, assorta, a cui decisi di porre alcune rapide domande in inglese sulla manifestazione. Senza volere, mi ero imbattuto in una brava persona, una ventenne studentessa di giornalismo presso uno dei molteplici atenei cracoviensi, con la particolarità di dilettarsi a scrivere di musica per il loro giornale studentesco. (E -a quanto diceva lei- con un discreto successo.)

    A seguito di tale incontro (lei ha fatto un pò come Virgilio portandomi tra varii gironi musicali : rap, hip hop, rock, etc..) , mi mandò giorni dopo una mail con alcuni suoi suggerimenti musicali dalla scena polacca contemporanea, e così, siccome mi piacquero molto, li condivido qui con voi :

    “…i just finished writing a review from Coke Festival and i thought to send you some Polish music. I’m sure that you will like it :

    http://www.youtube.com/watch?v=3r8v00rher4&feature=related – Leszek Mo?d?er, one of the most famous polish pianist

    http://www.youtube.com/watch?v=rQfrDMmzV1I – Aga Zaryan, the only one polish jazz vocalist who recorded a two albums for Blue Note

    http://www.youtube.com/watch?v=GZ8rE6KX5lM – Muzykoterapia, they aren’t very famous but I love their music

    http://www.youtube.com/watch?v=Fk5356jXjNU – Presidents of soul, also unknown group ”

    “Leszek Mozdzer played one of the most famous song of Nirvana – ‘Smells like ten spirit’:

    http://www.youtube.com/watch?v=KEHDhXtXAv4

    Mozdzer, in patria notissimo, forse qui sarebbe includibile in un ampio perimetro Bollani, Allevi ed Einaudi e pianisti jazz puri, ma non so, potrei sbagliarmi.

    I Muzykoterapia non mi paiono ormai così sconosciuti.

    I poveri “Presidents of soul”, che le piacciono tanto, son davvero ‘sconosciuti’ -ma quell’unica traccia, o quasi, da loro messa su youtube, l’ho ascoltata decine di volte: di rara freschezza ed energia.

    La lingua polacca non ha per me né la musicalità della tedesca né della russa (che quando ci si mettono, sono fantastiche, secondo me. Forse a volte penso che abbiano il peggio dei suoni delle due, e del francese, etc… Altre volte però penso di sbagliarmi, e che il polacco sia proprio bello, piacevole a modo suo -se non addirittura eufonico..)

    Proprio ieri J. , la ragazza, ha risposto ai miei auguri di buon anno, e ha detto che sta imparando ad imparare l’italiano (che le piace tanto per ragioni “cinematografiche”).

    Cracovia è una mia città d’elezione, per varie ragioni. Più o meno personali. Ci vado ormai un volta al mese, se posso.

    Tornando al festival: è stato impressionante notare come l’hip hop spopoli fra i giovani polacchi. Come ragazze bionde e diafane si agghindino e danzino ‘spiritate’ quasi da africane. Nonostante ciò, non un piercing e non un tatuaggio in giro: mi ha scioccato. Anche poche droghe. Forse giusto alcol, sì. Però un sano divertimento. (Ero però in un ambiente controllatissimo, lì.). Interessante società in (prevalentemente) positivo fermento.

    29 Dicembre, 2011 - 22:32
  28. fiorenza

    …Ed è dalle “Riduzioni Gesuitiche” che prende origine il Progetto “Sonidos de la Tierra”.
    (“Sonidos de la Tierra”: che bel nome!)

    29 Dicembre, 2011 - 22:39
  29. Syriacus

    Oggi un sacerdote oratoriano ha qui a Genova predicato molto nitidamente, onestamente e coraggiosamente su Tommaso Becket.

    Scopro invece che…:

    “At all events, when Boles?aw showed no disposition to repent, Stanislaus excommunicated him. The infuriated monarch made his way to the chapel outside Kraków where the bishop was hiding, and ordered his guards to kill him.

    Unlike the knights who murdered Thomas Becket, Boles?aw’s henchmen had no stomach for the task. Furious, the king himself entered the church and slew Stanislaus, in some versions as he was celebrating Mass. The body was then hacked to pieces and thrown into a pool, wherein (we are told) it miraculously re-integrated.”

    http://www.catholicherald.co.uk/spirituallife/saintoftheweek/2011/04/07/the-bishop-hacked-to-death-by-his-own-king/

    (Proprio oggi dopo la Messa ho regalato ad un anziano sacerdote oratoriano polacco, di nome Stanislao, il calendario che la comunità di rito antico di Cracovia -presente con incredibile successo presso la centrale chiesa medievale della Santa Croce, con la Fraternità di San Pietro, un poco come a Roma a Trinità dei Pellegrini- , che una giovane vendeva la domenica Gaudete all’uscita da una delle due -affollatissime, specie di giovani- Messe domenicali. Giovane che- non sola fra i suoi coetanei- va la mattina alle otto a Messa in rito antico al Wawel, lì, vicino allo stesso Stanislao Martire, con uno sconvolgente assortimento di altari di importanza storica.. Tout se tient: anche questo è Musica.]

    29 Dicembre, 2011 - 23:05
  30. Syriacus

    Sì, Fiorenza: anche senza leggere alcunché, avevo pensato alle “Riduzioni” (già rese famose al grande pubblico dal -musicale!- film “Mission”.)

    Probabilmente agli Indios educati musicalmente faceva cantare anche musiche simili :

    http://www.youtube.com/watch?v=WrtSDLNu4tQ

    29 Dicembre, 2011 - 23:15
  31. Syriacus

    [Una decina d’anni fa a Genova un ensemble di musica antica interpretò i “Vespri di Sant’Ignazio” di Zipoli aggiungendo percussioni moderatamente “tribali”. Il risultato fu molto interessante ( qui http://www.youtube.com/watch?v=0-Y3EnjliRw l’interpretazione è ‘normale’, ma è bello lo stesso.)]

    29 Dicembre, 2011 - 23:21
  32. Syriacus

    Detto tutto quanto sopra, mi congedo con una citazione che spesso circola negli ambienti di musica sacra :

    « Si le chant n’a pas la valeur du silence qu’il a rompu, qu’on me restitue le silence »

    [In effetti, come le pause in partitura fanno musica al pari dei suoni prodotti, così i momenti di puro silenzio hanno la stessa dignità della pura bellezza sonora (non parliamo poi del rumore di fondo del martellante prosaico “flusso informativo”..). Dopo gli anni ’80 col walkman, i ’90 con il cd portatile, i 2000 con gli mp3.. i 2010 li vivo come quelli del…silentium portatile. Un lusso, a costo zero.]

    29 Dicembre, 2011 - 23:30
  33. Syriacus

    [Tranquillo, Marco. Never Mind the Bollocks!

    BYE ]

    29 Dicembre, 2011 - 23:33
  34. fiorenza

    Splendido. Grazie, Syr.
    C’era questo articolo ieri su “L’Osservatore Romano”: “Il cemento delle Riduzioni. Musica sacra nelle missioni dei Gesuiti in America meridionale. Come dimostrano gli spartiti ritrovati nel 1972 il livello artistico raggiunto fu elevatissimo” :
    http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/298q11-Il-cemento-delle-Riduzioni.html&title=Il%20cemento%20delle%20Riduzioni&locale=it

    (mi son sempre chiesta come mai il “livello artistico elevatissimo” ai più ha sempre fatto dire, nei secoli, e forse anche nei secoli dei secoli: “Che due palle!!!” Solo i bambini non si sbagliano.)

    29 Dicembre, 2011 - 23:39
  35. Syriacus

    [Lo sapete, me ne andai l’altra volta anche perché autodetestavo le mie “lenzuotale di Syriacus”. E avevo ragione. Essere trattato come una “Corazzata Potionkin” di Fantozzi, quando non ho MAI avuto l’atteggiamento del critico occhialuto da cineforum forzoso del dopolavoro aziendale, è un qualcosa che mi restituisce quella voglia di libertà e dignità, che mi ero ripreso levandomi da qui. La “ca**ata pazzesca”, perdipiù permalosa, vi saluta. Scusate se vi ho tediato di nuovo. Amen ]

    29 Dicembre, 2011 - 23:40
  36. Marco

    Non sono i numeri!
    E neanche i limiti!

    29 Dicembre, 2011 - 23:53
  37. fiorenza

    Stefania V. scrive, parlando di Elena Bono: ” Lei si cura della sua arte, della sua poesia, della sua anima: “Quello che conta – mi ha detto ancora di recente – è solo questo: salvare la propria anima!”.”
    Grazie, Stefania V.

    30 Dicembre, 2011 - 0:24
  38. Leonardo

    Marco è quello che è.

    30 Dicembre, 2011 - 10:59
  39. Leonardo

    Chiedo scusa dell’intrusione e della pesantezza del giudizio. Mi eclisso subito.
    Però bisognava che qualcuno certificasse la diagnosi. È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. La carità ha i suoi doveri.

    30 Dicembre, 2011 - 11:01
  40. fiorenza

    “Quello che conta – mi ricorda, dunque, Elena Bono- è solo questo: salvare la propria anima”. Riprendo il discorso che stanotte ho interrotto per stanchezza.
    E riprendo, anche, le altre parole che dicevo stanotte. Queste: “Solo i bambini non si sbagliano”. Le dicevo pensando ai volti dei bambini che avevo scoperto nella II parte dell’ultimo video che avevo voluto condividere con voi, quello dal titolo “Claudio Abbado. The other voice of the music”. Ve lo propongo di nuovo: così prezioso mi pare. E, in fondo, dura solo 3 muti. Meno ancora, perchè è solo la II parte quella che vi vorrei regalare. Io considero una fortuna l’essermi imbattuta in quelle immagini, in quei bambini, in quei volti.
    http://www.youtube.com/watch?v=KJ_E4CVnXZ0&feature=fvsr

    30 Dicembre, 2011 - 11:12
  41. fiorenza

    “La carità ha i suoi doveri”, e per questo ve lo ripropongo. Io, dicevo, considero una fortuna essermi imbattuta in quelle immagini. Dicono che, sì, la Felicità, la Salvezza, c’è.
    E considero una fortuna essermi imbattuta in questo blog che ripetutamente ha ospitato il “livello artistico elevatissimo” della poesia di Elena Bono. E dove ho potuto avere accesso a musiche che mai altrimenti avrei ascoltato: e per sempre sarò grata a chi mi ha permesso di ascoltare, ieri sera, una Messa di Domenico Zipoli di cui, nella mia profonda ignoranza, non sapevo nulla.

    30 Dicembre, 2011 - 11:20
  42. fiorenza

    E tanto più a me questo giungeva come un dono , a me che potevo così, ascoltando -e guardando!- allargare l’orizzonte temporale di ciò che tanto mi aveva colpito nell’opera di musicisti che aprono le porte della grande musica ai bambini dell’America latina. Potevo, insomma, comprendere meglio le radici in cui affondano quelle esperienze che mi avevano profondamente commosso, che, ripetutamente, avevo proposto a voi (se si ama davvero qualcosa, è impossibile non farne parte agli altri) e che, insomma, come ricorderete, avevo senza esitazione chiamato “fatti di Vangelo”.
    Che martellanti rumori di fondo – cioè le ripetute azioni di disturbo di Marco- siano intervenuti a stancarmi, io, carissimo Leonardo, lo considero “normale”, dati i tempi in cui ci troviamo a vivere.

    30 Dicembre, 2011 - 11:30
  43. fiorenza

    Buon anno.

    30 Dicembre, 2011 - 11:39
  44. Per ascoltare tutti i suggerimenti di questo ricchissimo post ci vorrebbero giorni interi… dovrò metterlo tra i preferiti e gustarlo a piccole dosi, secondo il tempo a disposizione!
    Grazie a tutti davvero, grazie Syr e Fiore.

    …Marco, stai buono o ti metto in castigo, a letto senza carosello!!!
    http://www.youtube.com/watch?v=NxS5TNbKXt8

    30 Dicembre, 2011 - 22:37
  45. fiorenza

    Nico, ora sono io che ti ringrazio, per il saluto che più volte, di recente, mi hai lasciato qui.
    Mi dispiace che non c’eri in questa ultima circostanza. Dici che rileggerai. Bene. A leggere così, a freddo, a cose fatte, però, è difficile cogliere il senso di quello che realmente è avvenuto in quello scorcio di fine anno, tra il 28 e il 29 dicembre del 2011. Così oggi ho pensato di rintracciare, per te, il filo della vicenda. Perché è un labirinto, questo, sai. E chi c’era, e c’era come me da molto tempo, può averlo intravisto, quel filo, al di là della depistante messa in scena senza filo, apparentemente senza capo né coda, di quello che parrebbe soltanto un rumoroso scherzetto, solo una serie di impertinenti pagliacciate. Certo, si tratterà solo della mia personale ricostruzione degli eventi, parziale e arbitraria come tutte le visioni “personali” delle cose. E, te lo dico prima in modo che tu possa tranquillamente decidere di saltare ciò che scriverò nel prossimo commento: il mio discorso sarà molto lungo, carissima Nico. Anzi, “è” molto lungo. L’ho già scritto, in realtà, per me, per mia memoria, e come parte di un testo ancora più lungo che da tempo vado componendo sulle interessanti dinamiche -sperimentate sulla mia pelle- che nascono e muoiono nei blog. Mi limiterò, dunque, a incollare qui un po’ di questi appunti, con qualche lieve variante.

    2 Gennaio, 2012 - 19:43
  46. fiorenza

    “Tout se tient: anche questo è Musica”, diceva, il 29 dicembre, alle 23:05, il visitatore del blog che si firmava Syriacus, e che non tornerà più, che è stato buttato fuori dal buttafuori di questa moderna discoteca, nel silenzio, complice, dei molti. Più esattamente: che è stato fatto fuori.
    Era prevedibile, questo. A lui era già accaduto più volte, qui. Così è fin dal principio, e oggi continua ad esser così: che la voce di chi grida qualcosa di “altro”, di diverso nel vuoto, nel deserto di questo mondo -anche del mondo virtuale- viene fatta tacere in malo modo.
    Aveva appena nominato Tommaso Becket, quel visitatore, rispondendo ad un accenno fatto da Antonella (lui rispondeva sempre a tutti): Tommaso Becket che era il santo di cui quel giorno si celebrava la festa. Ed aveva, pur con brevissime parole, ricordato e commentato l’omelia che aveva ascoltato a Messa dagli “oratoriani”. Indimenticabile la lezione dei tre avverbi con cui ci aveva spiegato “come” lì era stato predicato il martirio di questo santo: “nitidamente, onestamente e coraggiosamente”. La forza della sua scrittura mi colpiva sempre.
    Ci aveva anche raccontato dell’anziano sacerdote oratoriano polacco dal nome Stanislao (Stanislao è un nome frequente, tra i polacchi. E’ San Stanislao il patrono della Polonia) a cui, dopo la Messa, aveva fatto un dono, portato dalla Polonia. Gli è caro quel paese e va spesso a Cracovia, ci aveva detto. (E ci aveva anche parlato della musica che oggi si ascolta più volentieri in Polonia: ma mica facendoci una lezione, su questo! No, non era questo il suo stile. Ce l’aveva detto raccontandoci dello scambio avuto con un’amica, una giovane giornalista polacca.) (Quel suo stile, e quel suo modo di connettere mondi, sapere e affetti, scienza e sapienza, profondità e leggerezza, e quel suo fulmineo afferrare il cuore di un tema e farlo pulsare nei più possibilmente vasti percorsi di vita -e non in una solitaria scorribanda ma all’interno di un dialogo in cui all’interlocutore veniva sempre restituito moltiplicato ciò che questi aveva appena detto, o anche soltanto appena accennato-, questi tratti così “risveglianti”, capaci di farci uscire dalla nicchia di noi stessi, delle nostre ideuzze consuete, o di farci rientrare in noi stessi molto più ricchi di prima, confesso che mi affascinavano). (Altro inciso: a me interessava ascoltare quelle musiche di moda oggi in Polonia che lui ci proponeva? Per nulla! Così, molto semplicemente, dopo un primo tentativo, non le avevo ascoltate. Questo significava, forse, per me, non ascoltare, non rispettare, o sminuire “lui”, le proposte di lui? Per nulla!…Anzi, sempre di più la sua vastità mi appariva un dono del cielo.)
    E torniamo, ora, all’altrettanto “fulmineo” modo con cui quel misterioso visitatore del blog ci stava mostrando come davvero “tutto si tiene”, e come “anche questo è Musica”. Lo faceva rinviandoci alle analogie, che gli era capitato di notare, tra il martirio del santo di quel giorno, Tommaso Becket, e quello del santo vescovo polacco Stanislao. Uccisi, entrambi, in una chiesa. Fatti fuori, entrambi, dal volere dei re alla cui stupidità si erano opposti.
    Non è proprio così che si è sempre usato rispondere all’Amore? A quel “dovere della carità”, che spinge ad oltrepassare il “buonismo” e il quieto vivere e, quando è necessario, a parlar chiaro: “nitidamente, onestamente e coraggiosamente”?
    E ci dava anche il link, questo nostro grande e perduto amico di pianerottolo, quondam Syriacus, a una breve e chiara nota su San Stanislao preceduta dalla foto della sua tomba al Wawel, a Cracovia. Lì, nella cattedrale, fu ricomposto il suo corpo, che era stato fatto a pezzi. Da più persone. Tra queste, mi chiedevo, ci sarà stato davvero anche lo stesso re, l’infuriato monarca Boleslao II, come dice la leggenda? Ma pensate che mi abbia lasciato il tempo, quel nostro prodigioso interlocutore perduto, di indugiare su queste riflessioni a cui mi aveva appena spinto? No, anche questo non faceva parte del suo stile. Lui seminava, lasciava che la terra custodisse tutte queste cose, e ti portava oltre. Così, ecco che, immediatamente dopo, mi ha lasciato stupefatta per come, senza indugio, ha cambiato discorso ed ha preso a rispondere a me, proprio a me, che, in modo ellittico, coperto, scarno (non mi piace l’enfasi) lo avevo ringraziato senza, apparentemente (ma lui al volo capiva tutto), ringraziarlo, per lo spunto che poco prima mi aveva offerto, per la pista che aveva aperto ai miei pensieri, a quei pensieri che io avevo voluto condividere. Perché, ecco, torniamo al punto: si era parlato di musica, e del “tempo di Dio” (e del tempo della fine) partendo dai versi di Elena Bono citati da Luigi nel post. E la mia mente era andata al musicista che proprio quel giorno avevo ascoltato alla radio parlare del suo impegno per i diritti umani, e, poi, alle esperienze da lui fatte, insieme con Claudio Abbado, con i bambini sudamericani. E il regalo che il perduto, eliminato, fatto a pezzi, seppellito, scomparso Syriacus mi aveva fatto era stato il video con una Sonata di Domenico Zipoli: il compositore e gesuita Domenico Zipoli che, più di due secoli prima, aveva già fatto quella stessa esperienza di educare musicalmente, di portare la grande musica (insieme con la Salvezza) ai bambini, nelle missioni dell’America coloniale dove aveva scelto di andare. Uno straordinario video con le immagini di ciò che resta delle grandi chiese decorate delle “Riduzioni gesuitiche”…e quella grande campana… e quelle struggenti figure di angeli che sembrano tracciate da sapientissimi bambini … Stupefatta, dicevo. Ma è dir poco. Ero grata. Il post mi era piaciuto per il suo rimando alla poesia e per quel verso sulla musica: per quel “Il tempo di Dio è il tempo della musica”. Ed ora qualcuno, ecco, in quel momento mi stava donando ancora altra musica. Altra grande musica di quel Domenico Zipoli che non conoscevo, in risposta al mio inespresso ringraziamento per avermelo fatto conoscere. Musica quasi celeste, questa, scritta per una Messa, e per un Vespro: per “il tempo di Dio”.
    Poteva anche darsi il caso che a qualcuno non piacesse ascoltare queste cose. Era il suo turno, dunque, di non ascoltare. Perché no? In silenzio, però, per favore. Io stavo ascoltando, con tutta l’anima.
    Ora chiediamoci: come può finire, tutto questo? Come può finire questo tempo di Dio che per un istante si può spalancare, anche in un blog? Ebbene, sai Nico, io trovo “normale” che finisca nel sangue, proprio come è finito. Come finisce sempre ciò che è bello, così bello e così insolito, così fuori da ogni schema, che non sembra di questo mondo. Non finisce forse sempre così? Tutto si tiene. E tutto viene fatto a pezzi. Tutto ciò che questo mondo non riconosce come suo viene fatto a pezzi. Come? In molti modi.
    Si può, per esempio, come qui, in questo stesso blog, tempo fa è stato fatto, augurare la morte per mano mafiosa ai tuoi figli, per vedere se almeno così cambi idea, quando il tuo modo di amare (in quel caso si trattava di qualcuno che considerava possibile abbracciare un mafioso pentito) ti esaspera, ti dà i fumi alla testa. Ma in certi casi, più sottili, più complicati, più “pericolosi”, e il cui senso dirompente può anche essere sfuggito alla lettura frettolosa, allo sguardo disattento dei più, ecco, allora serve, per sfigurare la verità prima che essa arrivi a colpire, un abilissimo, mirato, preciso: “Che due palle! Basta!”, accompagnato, magari, da uno sgangherato video punk. Massì, eddai, interrompiamola ‘sta Messa, finimola, eccheppalle.
    Verrebbe quasi da caderci, da prendere queste esternazioni alla lettera, vero? Che male c’è, in fondo? Suvvia. Sono battute. Niente di più noto, di più banalmente, “normalmente”, quotidiano, di più rassicurante. E si passa oltre.
    E, intanto, il sangue scorre inosservato sul pavimento. E, intanto, quella luce, che c’era, che era ritornata, si eclissa. Non tornerà più.
    E non c’è bisogno che a far fuori l’insolito, la voce non allineata, la sua unica, imparagonabile grandezza (“non sono paragonabile al grande Syriacus”, era scappato detto giorni prima al nostro eroe), non c’è bisogno che, a farlo tacere per sempre, intervenga il re in persona : bastano i suoi scagnozzi, basta un qualche accorto ragazzotto che ha imparato come vanno le cose, come va il mondo; basta un povero vaso di coccio qualsiasi “disposto…disposto sempre all’obbedienza”: l’obbedienza alla Forza che detta il corso delle idee e i gusti e le mode e le scelte e lo stile di pensiero e di vita da adottare e che sarà uguale per tutti. Il re trova sempre, al bisogno, qualcuno a sua disposizione.

    2 Gennaio, 2012 - 19:54
  47. fiorenza

    Siamo entrati in un nuovo anno: dobbiamo guardare avanti. E’ molto importante, questo. Ma è importante, anche, specie quando un anno è finito, quando un ciclo, un’esperienza, una vita (anche una vita virtuale) (la mia, qui, durava, con varie presaghe interruzioni, dal novembre 2008), quando una storia, una vicenda, sono finite, è importante, dicevo, è importantissimo anzi, fare memoria. Fare una buona anamnesi. Proprio per saper andare avanti. Per non voltarsi più indietro.
    E’ evidente -o almeno credo che a te, Nico, sia ormai evidente- che non tornerò indietro, che non tornerò più qui, senza Syr.

    2 Gennaio, 2012 - 20:00
  48. fiorenza

    E, sinceramente, non ho neanche più voglia di salutare nessuno. Solo Leonardo, che ha capito.
    Mi rendo ben conto, certo, che hanno capito anche altri. Ma, allora, mi chiedo, perché hanno tutti taciuto? Anche quelli di solito così facondi…

    2 Gennaio, 2012 - 20:02
  49. fiorenza

    Del resto, non capire per loro era impossibile: qui c’è tutto un pianerottolo pieno di persone intelligenti (qualcuno intelligentissimo), colte, formate, sensibili… Una intera società . Ma io non ero qui per socializzare.

    2 Gennaio, 2012 - 20:03
  50. fiorenza

    Perché, dunque, ero qui? Per imparare.
    E ho imparato molte cose. La più importante: che esistono, sì, nonostante tutto, i “fatti di Vangelo”.
    Poi: che quelli di Vangelo sono davvero fatti, sono i veri fatti, i soli fatti possibili. Gli altri, non di Vangelo, sono, sempre, solamente misfatti.

    Un misfatto, un ordinario “normale” misfatto su cui nessuno ha trovato niente da ridire, è quello a cui ho assistito qui la sera del 29 dicembre, festa di San Tommaso Becket.

    E’ un po’ più grave la cosa, Nico mia, di come, dall’esterno, ti è sembrata. Eliminare violentemente qualcuno, proprio “quel” qualcuno, non è il capriccio serale di un bambino.

    2 Gennaio, 2012 - 20:07
  51. fiorenza

    Il 6 gennaio sarà, oltre che l’Epifania, il seicentesimo anniversario della nascita di Santa Giovanna d’ Arco, la mia santa preferita, nata il 6gennaio 1412.
    In questo, che grazie a Dio è il mio ultimo commento, vorrei tornare a Elena Bono (lei sì, vorrei salutarla, ma sappiamo che non vuole aver nulla a che fare col computer e che, quindi, non mi leggerà mai) (e, insieme vorrei salutare e ringraziare Luigi per averci parlato più volte di lei e averci infine donato quei tre folgoranti versi che, come sempre sa fare la poesia, hanno messo in moto tante cose -anche cruente, come ho cercato di dire).
    Vorrei ricordare la sua “Santa Giovanna”.
    La sua Santa Giovanna che dice, prima della battaglia:

    “Bel principe,
    signor San Michele,
    prendete, ve ne prego, buona spada
    e venite con me”.

    C’è, poi, il “Pianto nella cattedrale”.

    E infine – alla fine, nel tempo della fine, nel “tempo di Dio”- c’è solo il “Lamento di Giovanna”.

    Anche per quei versi, anche per quel Lamento, “Lode all’Altissimo. / Dall’erba e dalle stelle.”

    2 Gennaio, 2012 - 20:12
  52. Marco

    …Se salta fuori una suora parkinsoniana guarita, lo beatifichiamo…
    “Beato Syr: protettore degli internauti appassionati di classica”.
    😈

    2 Gennaio, 2012 - 21:11
  53. Luigi Accattoli

    Fiorenza.

    2 Gennaio, 2012 - 22:27
  54. Marco

    Cara fiorenza,
    non immaginavo che una battuta scherzosa potesse ferire in questo modo te e Syr, per il quale ho sempre dimostrato rispetto.
    Nella poesia si citano le stelle ma si cita anche l’erba. Voi avete portato le stelle, io l’erba…

    Si può anche ridere ogni tanto.

    Riguardo l’episodio che ormai è a ben due anni di distanza ripeto che ho già chiesto scusa.
    Il tuo modo di raccontarlo però è fazioso e da una persona così attenta alla verità come te mi aspetto maggiore onestà.
    Se non ti ricordi puoi andare a rileggere l’episodio e vedrai che a me era stato detto di essere sede del Maligno in quanto non ritenevo opportuno abbracciare il Vasa Vasa. Così ho pensato di augurare alle persone così brave a dimostrare il loro amore a Cuffaro di sentire e vivere nella loro vita gli effetti della mafia in modo che comprendessero dove stia il Maligno.

    Andarsene per queste sciocchezze è un atteggiamento infantile e ricattatorio. Si può anche non leggere i commenti di una persona che non si gradisce leggere.

    In conclusione io chiedo scusa se ho suscitato tutta questa tragedia interiore a te e Syr ma invito anche a non prendersi troppo sul serio e magari a piantarla con piagnistei ridicoli.
    Nessuno vieta a te e Syr di esprimervi come vi pare.

    2 Gennaio, 2012 - 23:00
  55. Leonardo

    Luigi!

    3 Gennaio, 2012 - 9:24
  56. Cara Fiorenza
    leggo solo ora.
    Ti ringrazio ancora, davvero, di avermi dedicato l’attenzione e le spiegazioni che trovo nei tuoi post.

    E’ inutile che ti dica quanto sia stata felice di sentire di nuovo te e Syr.
    Quanto adesso mi rattristi sapere che di nuovo ti allontani.

    Mi torna adesso alla mente, per quelle piste che si aprono a volte nei pensieri grazie all’incontro con le persone, un giovane prete che incontrai tanto tempo fa. Entravo in canonica e, sulla porta del suo ufficio, anzichè il solito cartello con l’avviso di suonare-bussare-preavvisare c’era un biglietto legato al gancio con un grande fiocco; la scritta recitava “Se entri, sei un regalo”.

    Ecco. vorrei scrivere “Se resti…”, ma taccio.

    5 Gennaio, 2012 - 14:00

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