Contento dell’inverno di sempre

Corvi sulla brina nel campo di grano visti dal treno. Nebbia intorno. Contento dell’inverno di sempre.

28 Comments

  1. FABRICIANUS

    Bella immagine, soprattutto per un fan dell’inverno come me….
    Un caro saluto a Luigi e a tutti i bloggers.

    23 Gennaio, 2008 - 21:30
  2. Clodine

    Non so per quale strana similitudine, non appena ho letto la bella immagine descritta da lei dott Luigi, che benedice l’inverno e lo ammira nelle sue sfumature surreali, mi è sovvenuto un brano tratto da un dialogo tra S.Francesco e Fra’ Leone. All’apparenza non vi è nulla che accomuna la sua riflessione se non il rigido inverno del 1.200….leggete com’è bello, e che gusto nel suo dialetto originale:

    Frate Lione con grande ammirazione il domandò e disse: «Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove è perfetta letizia» E santo Francesco sì gli rispose: «Quando noi saremo a santa Maria degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo, e ‘l portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi? E noi diremo: Noi siamo due de’ vostri frati; e colui dirà Voi non dite vero, anzi siete due ribaldi ch’andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via, e non ci aprirà, e facci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame infino alla notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilmente che quello portinaio veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è perfetta letizia. E se anzi perseverassimo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate dicendo: Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, ché qui non mangerete voi, né albergherete; se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore; o frate Lione, iscrivi che quivi è perfetta letizia. E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amore di Dio con grande pianto che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io li pagherò bene come son degni, e uscirà fuori con uno bastone nocchiueruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate Lione, iscrivi che qui e questo è perfetta letizia. E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare. Ma nella croce della tribolazione e dell’afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l’Apostolo Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo ».

    Un abbraccio

    23 Gennaio, 2008 - 21:56
  3. Sumpontcura

    I corvi: il nero della notte e dell’abisso; gli uccelli che divorano i cadaveri; il peccato? l’inferno? il buio come immagine contraria alla “lux aeterna luceat eis”.
    La brina: il freddo, il distacco, la rugiada che degenera, il bianco che è lutto, che fa male agli occhi.
    Il treno: la fugacità, la provvisorietà; l’attimo, l’immagine che si sbriciola in un soffio, la cerchi e non c’è già più.
    La nebbia: Il vedere e non vedere, l’ambiguità, la verità che si nasconde, l’immagine corrotta che vediamo (San Paolo) come in uno specchio.
    L’inverno di sempre. Di cui siamo contenti. O no? Come è possibile provare gioia per il freddo che ritorna, che uccide i fiori le foglie il verde?

    Forse perché c’è, appunto, il campo di grano, e sotto la terra sta avvenendo una sorta di “transustanziazione”. Non è vero che l’inverno uccide; forse – invece – protegge.
    Come la brina, che fa la guardia al campo di grano e impedisce ai corvi di portar via i chicchi un po’ incerti.
    E il treno? Ti porta alla meta. Dove vedrai le immagini così come sono, senza più bisogno di specchi.
    E la nebbia? Ma è quella degli “irti colli”, che si accoppia al “ribollir dei tini”. Anzi, i tini hanno ormai ribollito a dovere, e puoi salutare la nebbia con un buon bicchiere, che ti scalda e rinvigorisce: chiudi gli occhi e pensi che “l’inverno di sempre” è solo un passaggio, verso la primavera di sempre.
    Grazie, Luigi, per i tuoi versi in prosa. Buona notte.

    23 Gennaio, 2008 - 22:31
  4. I corvi e il Corvo, la contrada di Portella dell’Accia (PA) dove il vento fischia nel canalone della strada che va a Ventimiglia di Sicilia. Un vallone sconfinato con qualche collina di terra marrone coltivata e case come dadi in mezzo alla campagna. Laggiù, lontano, il “dente di cane”, la montagna che vigila su Marinèo, in fondo le montagne riarse nel pieno dell’estate. E su tutto, sbigottito, il cielo che si apre mentre il vento soffia allegro, stagione felice e dolce della vita come l’adolescenza che sempre mi ha portato tra quelle campagne da cui sono lontano.
    Il Corvo non per cattiveria né per bruttezza, animale diventato nero per la sua curiosità di guardare dentro i fumaioli delle macchine a vapore e i comignoli delle case. Il Corvo che dava vino e oggi è pieno di ulivi, simbolo di pace e tranquillità.
    Ma anche di duro lavoro per abbacchiare quelle olive, insaccarle, portarle a casa e poi al frantoio. Foglie, rami, piante che donano. Per un olio biondo che appena molito pizzica in gola perché “è arrabbiato”. Come il pianto del bimbo appena nato saluta il mondo.
    Al Corvo, da lontano, si staglia la Rocca Busambra che sovrasta Corleone. Per me è un dito che cerca di toccare il cielo, aspirazione eterna del non finito che è in ognuno di noi.
    Tra quelle piante sono stato bambino e poi sono cresciuto. Ho visto la rugiada tra l’erba e il caldo dell’estate, il lavoro del concimare e quello del potare, l’abbacchiatura. Lavoro duro, a volte maledetto. Eppure quel mondo mi appartiene, lo porto dentro. Avremmo bisogno del Corvo e della sua silenziosa tranquillità, in questa società che corre alienata. Buonanotte a tutti voi.

    23 Gennaio, 2008 - 22:39
  5. … mi pare che Alessandro Iapino nel suo blog (http://alessandroiapino.blogspot.com) abbia recentemente citato un poesia di Trackl (oddio, non sono sicuro che si scriva così) che descriveva una scena simile…

    24 Gennaio, 2008 - 9:27
  6. … la scena non è proprio simile, ma c’è il corvo!

    24 Gennaio, 2008 - 9:32
  7. Finalmente, nel profluvio di parole inutili del web un lampo di poesia. I poeti impiegano ore, a volte giorni, per scrivere una riga. Scrivendola e riscrivendola finché non diventa piena di contenuto. Che differenza con i parolai del nostro giornalismo e della nostra politica che sprecano tante parole per non dire nulla. Dovrebbero essere i poeti a governare il mondo.

    24 Gennaio, 2008 - 9:48
  8. Clodine

    Buongiorno moralista! Che poeti ci sono in questo blog eh !! Bravissimi Tonizzo e Sumpcont !

    Non sono riuscita ad aprire il blog di Iapino.

    Ah… un’altra cosa: il testo che ho di sopra riportato è trascritto fedelmente, quindi non vi “scandolezzate” se la forma è imperfetta e priva di virgolettature nei dialoghi.

    Ciao
    p.s: come sta’ Luisa?

    24 Gennaio, 2008 - 9:49
  9. Clodine, provo a rimettere il link alla poesia di trakl che ho messo e commentato sul mio blog: http://alessandroiapino.blogspot.com/2007/12/savventano-i-corvi.html

    La scena è simile a quella descritta da Luigi, ma lo “sguardo” di Trakl è tragico, quello di Luigi è luminoso. Entrambi sono veri, ma provengono da due stati, due luoghi diversi dell’anima. Potremmo dire, prima e dopo la resurrezione di Cristo….

    24 Gennaio, 2008 - 11:24
  10. se il link di Alessandro non funzionava … “fu” colpa della mia mania (contraria a tutte le regole del buon redattore) per i puntini sospensivi.

    Per fortuna, l’autore e poeta da sè medesimo pose rimedio alla pusillanime disattenzione… niente, non ce la fo’, non so’ proprio poetico! Come faccio a campare, Iapino ?????

    ps.x Clodine (se della mia Luisa trattasi). Luisa attende… il tempo finisce giovedì prossimo… ma può essere che adesso mi squilla il telefono e mi tocca fare la trasvolata oceanica per portarla all’ospedale.

    24 Gennaio, 2008 - 11:33
  11. x tonizzo: sto per caso avendo a che fare con un pezzo e delle foto su Corleone…

    24 Gennaio, 2008 - 11:35
  12. Clodine

    x il moralista: sicchè finisce il tempo giovedì?

    Sicuramente quando Miriam nascerà sarò in Israele, e magari a Betlemme. Pregherò tantissimo perché sia bella, e cresca buona, sana, santa e con una bella voce -adoro il canto- ma pensa che bambina fortunata, neppure nasce e già è una raccomandata speciale !

    24 Gennaio, 2008 - 12:32
  13. Clodine, per la bella voce c’è già Teresa “la strillona” (la seconda)… non si può fare che almeno questa dorma 8 ore di seguito a notte 🙂

    … grazie…

    24 Gennaio, 2008 - 13:04
  14. Bruno

    Ciao a tutti,
    a proposito di immagini e di nostalgie (lo so, non centra apparentemente niente) ma desidererei consigliarvi un libro. E’ un libro sulla resistenza e altro, scritto da un sacerdote, Don Luisito Bianchi e si intitola: La messa dell’uomo disarmato (ovviamente e’ uno di quei libri fuori dai circuiti ufficiali).
    Troverete, oltre al racconto della resistenza, anche una descrizione della vita contadina della “bassa padana” e delle immagini della natura molto belle (questo e’ il collegamanto con il blog di oggi).
    Se volete saperne di piu’, ecco il solito link:
    http://www.sironieditore.it/libri/libri.php?ID_libro=978-88-518-0024-6

    Bruno
    P.S. Non lavoro alla Sironi 🙂

    24 Gennaio, 2008 - 13:32
  15. Titolo e copertina del libro li trovo bellissimi. L’accostamento tra la Messa del titolo e le spighe dei campi ritatte in copertina – la messe evangelica – è suggestiva e poetica. Anche l’uomo “disarmato” – sgombrato il campo da quasiasi pretesa o equivoco ideologico – è un’immagine tragicamente e gloriosamente evangelica.

    Su una lettura ugualmente tragica e gloriosa della resistenza – cattolica nel senso più bello del termina – consiglio a tutti le poesie di Elena Bono. Leggete questi versi dedicati giovani resistenti:

    Nessun te l’ha detto
    che un animo da re ci vuole
    per entrare negli alti
    palazzi della morte,
    non da qualunque porta
    alla rinfusa gettati
    ma dalla grande entrata
    a testa dritta
    graziosamente
    recando le ferite come fiori in dono
    mentre il Signore si affretta all’incontro
    giù per la scalea aprendo le braccia.
    Nessuno te l’ha detto,
    ragazzo di campagna.
    Ma così tu sei entrato.

    24 Gennaio, 2008 - 13:55
  16. lazzaro

    “Contento dell’inverno di sempre. ”
    ===========================

    Dottor Luigi, vorrei uscire fuori dalle interpretazioni metaforiche della sua prosa poetica.
    A dicembre sono stato in Abruzzo: ho visto prati e peri in fiore.
    A me questo inverno, come quelli precedenti, non mi sembra sia quello di sempre, e la cosa non mi lascia del tutto tranquillo.
    Troppo prosaico e pessimista?

    24 Gennaio, 2008 - 16:56
  17. lazzaro

    A me… mi…

    Pardon

    24 Gennaio, 2008 - 17:11
  18. Luigi Accattoli

    Caro Lazzaro aurugi per i suoi 63: i miei sono 64! So della disputa sui cambiamenti climatici ma non ho competenze. La mia era un’impressione autobiografica. Sulla materia mantengo un certo scetticismo avendo tante volte sentito lamenti previsionali che poi non hanno avuto riscontro. Mi piace per esempio quel passo di Lorenzo Magalotti scritto nel 1683 a denuncia della scomparsa delle mezze stagioni: “i mezzi tempi non vi sono più”. E Giacomo Leopardi nel 1827 in una pagina dello Zibaldone osserva quello che mi sono sentito dire a Napoli il 21 ottobre scorso mentre mi rallegravo alla vista del Vesuvio imbiancato (vedi quinto commento al post del 20 ottobre): “Nella mia fanciullezza il mezzogiorno d’Italia non aveva anno senza grosse nevi e ora non ha quasi anno con nevi che durino più di poche ore”. Ci illumini chi sa di più.

    24 Gennaio, 2008 - 17:23
  19. Vale come illuminazione: “piove, governo ladro!”?
    O è troppo…scientifica?

    24 Gennaio, 2008 - 17:54
  20. Cari amici,
    da due giorni – forse lo avrete notato – mi hanno manomesso il blog.
    Non posso più accedervi e ora ci scrivono quello che vogliono. Non so di chi si tratti, ho dei vaghi sospetti ma assoliutamente nessuna prova. Ho già preso contatti con la polizia postale, ma ci vorranno diversi giorni…speriamo che riescano a risolvere la cosa.
    Ringrazio tutti quelli che mi aiuteranno in questa battaglia. Sul blog stanno facendo un lavoro obriobrioso. Ho cambiato tutte le password (fatelo anche voi) per evitare altri danni ma ormai il guaio è fatto.

    A presto e un saluto a tutti gli amici che sempre mi hanno seguito sul blog (speriamo che torni ad esistere)
    Andrea Macco

    24 Gennaio, 2008 - 19:13
  21. Sumpontcura

    Agli Alessandri, Iapino e Canelli.
    Ho pensato a Romano Prodi, accompagnato da un possente coro di più di cento voci robuste, nell’atto di intonare lo splendido inno gregoriano dal titolo
    “Media vita in morte sumus” (traduzione libera: Non siamo nemmeno a metà legislatura e è già finita).
    Sigh? Oppure Slurp?
    Ciao!

    24 Gennaio, 2008 - 20:04
  22. Mi viene in mente quella foto che sta sul sito di Franceschini (on.) in cui lui, Casini e Follini, quasi imberbi, stanno dietro a Rumor a un comizio…
    Esubito dopo ce n’è una con Fabris…

    24 Gennaio, 2008 - 20:41
  23. FABRICIANUS

    Un caro saluto a Clodine, a cui chiedo gentilmente di ricordarmi nelle sue Preghiere in Israele. Grazie.
    Fabrizio

    24 Gennaio, 2008 - 22:58
  24. Per Sump. Più Sigh che Slurp, ma soprattutto Gosh!

    25 Gennaio, 2008 - 9:53
  25. Luigi Accattoli

    Per quel coro di “media vita” evocato da Sump sento la mancanza di Syriacus, nostro coreuta principe!

    25 Gennaio, 2008 - 10:08

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