Francesco sui “perché”che aspettano una risposta divina

La quarta parlata del Papa ai ragazzi romeni [vedi post del 21 febbraio] è sui “perché” che non hanno una risposta umana “ma solo divina”: dalla Scrittura – dice Francesco – non abbiamo l’indicazione del “perché” nel senso del motivo, ma ci viene detto “il perché nel senso del fine”, cioè della meta a cui il Signore ci vuole portare, che è l’incontro con lui. Nei commenti il testo e una mia minima chiosa.

15 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Perchè siamo messi a questa sorte. Quarta domanda: Perché noi abbiamo avuto questa sorte? Perché? Che senso ha? -Sono ragazzi orfani o abbandonati, questi che dialogano con Francesco, sono feriti e risentiti. Non tutti cristiani. Occorre avere presente questa loro condizione per intendere nella giusta prospettiva la risposta del Papa. Non sta parlando a teologi o monaci, ma a giovani dolenti.

    25 Febbraio, 2018 - 22:56
  2. Luigi Accattoli

    All’incontro che guarisce. Papa Francesco: Sai, ci sono “perché?” che non hanno risposta. Per esempio: perché soffrono i bambini? Chi può rispondere a questo? Nessuno. Il tuo “perché?” è uno di quelli che non hanno una risposta umana, ma solo divina. Non so dirti perché tu hai avuto “questa sorte”. Non sappiamo il “perché” nel senso del motivo. Cosa ho fatto di male per avere questa sorte? Non lo sappiamo. Ma sappiamo il “perché” nel senso del fine che Dio vuole dare alla tua sorte, e il fine è la guarigione – il Signore guarisce sempre – la guarigione e la vita. Lo dice Gesù nel Vangelo quando incontra un uomo cieco dalla nascita. E questo si domandava sicuramente: “Ma perché io sono nato cieco?”. I discepoli chiedono a Gesù: “Perché è così? Per colpa sua o dei suoi genitori?”. E Gesù risponde: “No, non è colpa sua né dei suoi genitori, ma è così perché si manifestino il lui le opere di Dio” (cfr Gv 9,1-3). Vuol dire che Dio, davanti a tante situazioni brutte in cui noi possiamo trovarci fin da piccoli, vuole guarirle, risanarle, vuole portare vita dove c’è morte. Questo fa Gesù, e questo fanno anche i cristiani che sono veramente uniti a Gesù. Voi lo avete sperimentato. Il “perché” è un incontro che guarisce dal dolore, dalla malattia, dalla sofferenza, e dà l’abbraccio della guarigione. Ma è un “perché” per il dopo, all’inizio non si può sapere. Io non so il “perché”, non posso neppure pensarlo; so che quei “perché?” non hanno risposta. Ma se voi avete sperimentato l’incontro con il Signore, con Gesù che guarisce, che guarisce con un abbraccio, con le carezze, con l’amore, allora, dopo tutto il male che potete aver vissuto, alla fine avete trovato questo. Ecco “perché”.

    25 Febbraio, 2018 - 22:56
  3. Luigi Accattoli

    Se siamo uniti a lui. Il punto vivo di queste parole del Papa è nella sua interpretazione delle parole di Gesù sul cieco nato: “Non è colpa sua né dei suoi genitori, ma è così perché si manifestino il lui le opere di Dio”. Francesco intende la risposta di Gesù ai discepoli come un rimando alla volontà salvifica che l’ha inviato a noi e che lo muove: “Vuole portare vita dove c’è morte”. Una volontà di salvezza che deve motivare e guidare anche l’azione dei cristiani “uniti a Gesù”. Vedo qui un punto chiave per uscire dalla disputa sul “perché” che sempre ci divide tra chi dice “non c’è risposta” e chi reputa che la risposta vi sia. La risposta c’è ma non nel senso della spiegazione della “sorte” che ci è toccata, ma dell’uscita da quella sorte.

    25 Febbraio, 2018 - 22:56
  4. Lorenzo Cuffini

    Ooooooooooooh, là.
    Alleluja, Luigi.
    Grazie.

    26 Febbraio, 2018 - 0:34
  5. Amigoni p. Luigi

    Perchè in uscita

    Mi paiono azzeccate le intuizioni del papa e le integrazioni di Accattoli: ci sono dei perchè in entrata e dei perchè in uscita. La fede ci rassicura sui secondi.
    Il fideismo talora ci fa sbandare grossolanamente sui primi.

    26 Febbraio, 2018 - 6:37
  6. maria cristina venturi

    La spiegazione c’ e’ ma e’ divina, non umana. Su questo credo siamo tutti d’ accordo.
    Ma non si siamo d’ accordo sul fatto che Dio ci ha ha dato questa spiegazione, ci ha parlato , per bocca dei profeti e poi per bocca del suo stesso Figlio. Ella Divina Rivelazione noi troviamo la risposta. Dio e Gesu’ non ci hanno rimandato indietro a nani vuote, non ci hanno dato pietre quando chiedevamo pane. Se il nostro cuore si predispone all’ ascolto del Verbo, della Parola Divina, trova la risposta alla domanda sulla sofferenza.
    Su questo non siamo d’ accordo: perche’ alcuni o non riconoscono L’ Antico Testamento o non ritengono che Gesu’ abbia dato una risposta al dolore umano.
    Invece la risposta , una risposta divina certo non umana, Gesu’ L’ ha data.
    Siamo noi che ci rifiutiamo di comprenderla quando si accaniamo a dire : non c’ e’ altra risposta che il silenzio. Non e’ vero non c’ e’ solo il silenzio, c’ e’ la Parola Divina.
    Questo la Chiesa dovrebbe insegnare, e questo infatti h sempre insegnato fino a Benedetto XVI.

    26 Febbraio, 2018 - 8:10
  7. maria cristina venturi

    Oltre all’ episodio del cieco nato citato da Luigi c’ e’ anche l’ enigmatica narrazione della morte di Lazzaro. L’ amico di Gesu’ , il fratello di Maddalena e di Marta e’ mortalmente malato. I discepoli avvertono Gesu’ , ma lui non si precipita al suo capezzale . Lazzaro muore. Quando Gesu’ finalmente va a casa sua , Maddalena lo accoglie con un rimprovero ” Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”
    Gesu’ piange e NON RISPONDE. i razionalisti giudei dicono fra loro : Non poteva costui che apri’ gli occhi al cieco nato fare si’ che costui non morisse ? ( Giovanni 11,37)
    Lo stesso rimprovero facciamo noi a Dio quando ci colpisce qualche lutto, qualche sventura, qualche ingiustizia . Perche’ mio figlio deve morire di leucemia ? Dove sei Dio se permetti questo Forse non esisti Dio se non intervieni . Forse la mia fede in te e’ un illusione .
    Poi però Gesu’ , davanti al sepolcro di Lazzaro dice A MADDALENA le enigmatiche parole: Non ti ho detto che SE CREDI vedrai la gloria di Dio ?

    Di nuovo la ” gloria di Dio ” come nel cieco nato dice ” le opere di Dio” .
    Dunque la risponsta c’ e’ ed e’ questa : nella sofferenza, nel lutto, in quello che di inspiegabile ti colma di disperazione : Se credi , vedrai la gloria di Dio.

    Ammetto che e’ una risposta misteriosa, mistica, non e’ una risposta secondo la logica umana. Noi non vogliamo soffrire, non vogliamo la morte, e della ” gloria di Dio ” poco ci importa.
    Poi però’ c’ e’ il miracolo della resurrezione di Lazzaro. Questa e’ la risposta.
    Che si dovrebbe dare , da parte di uomini di Chiesa, a tutti , anche a chi non crede, se si vuole ” evangelizzare” cioe’ parlare del Vangelo.

    26 Febbraio, 2018 - 8:30
  8. Lorenzo Cuffini

    Appunto, Venturi.
    Croce di Cristo,che è mistero e rivelazione.
    Possiamo tenere chiuso il becco, adesso?!

    26 Febbraio, 2018 - 9:30
  9. Clodine-Claudia Leo

    Rif@9,30
    smettiamola di dire che il prossimo è stupido, maleducato o ignorante: di solito è tutte e tre le cose.

    26 Febbraio, 2018 - 12:33
  10. Beppe Zezza

    In italiano il termine “perché ” ha due accezioni : causale e finale.
    Nell’episodio del cieco nato gli apostoli usano un perché ” causale ” – a causa di chi – Gesu’ risponde con un perché “finale”- affinché.
    Molte – non tutte – le sofferenze non hanno un perché “causale ” noto o conoscibile, nella ottica dell’ Amore misericordioso del Padre, tutte hanno un perché “finale” ed è quello che Gesu’ dichiara nell’episodio del cieco nato e che il Papa riecheggia nella sua risposta. Questo è quello che la Fede ci suggerisce

    26 Febbraio, 2018 - 13:59
  11. Amigoni p. Luigi

    Rif. 13.59 – Perchè causali
    Molte sofferenze non hanno un perchè causale. E’ vero.
    Alcune sì; per esempio le sofferenze che dipendono dal mio stato di ubriachezza voluta, in cui sto guidando e investendo qualcuno.

    26 Febbraio, 2018 - 15:54
  12. maria cristina venturi

    Per tornare alla pagina evangelica del cieco nato così’ commenta Sant’ Agostino:
    ” L’ illuminazione del cieco nato e’ molto significativa. Il cieco nato rappresenta il genere umano che fu colto dalla cecita’ nel primo uomo , quando pecco’. Come la cecita’ ebbe origine dall’ infedelta’ , cosi’ l’ illuminazione nasce dalla fede”

    Varie volte nelle lettere di San Paolo E nei Padri della Chiesa si parla della corrispondenza Adamo- Cristo: come il primo uomo Adamo , in rappresentanza del genere umano, introdusse col suo peccato la caducita’ , la morte e la sofferenza, nel mondo , cosi’ Cristo , vero Adamo, ripristina la vita edenica, e riporta L’
    intera creazione alla sua armonia originaria con il Creatore. Cosi’ la causa iniziale il ” perche’ causale e la causa finale il ” a che fine” si corrispondono. Il cerchio si chiude.
    Per questo e’ scritto , nell’ Apocalisse, che Il Cristo dice Io sono L’ Alfa e L’ Omega, il primo e L’ ultimo.
    Il Principio di tutto e’ anche il fine di tutto.

    26 Febbraio, 2018 - 17:06
  13. Victoria Boe

    Questa è un’altra fantastica quadratura del cerchio.
    Adamo introdusse nel mondo col suo peccato la caducità, la morte e la sofferenza.
    Se quando fu formulato questo teorema, ancora non si sapeva nulla dell’evoluzionismo darwiniano da tutti–credo– accettato, oggi invece si conosce “qualcosa” di più del percorso avvenuto nella creazione fino all’approdo nella specie umana .
    Neanche san Paolo né sant’Agostino ne erano a conoscenza, per cui oggi la corrispondenza Adamo-Cristo proprio non regge, a parer mio.
    Chiedo alla Venturi o a chi volesse rispondere con qualche cognizione di causa: chi fu Adamo? Fu forse l’uomo di Neandhertal o l’homo sapiens o l’homo due volte sapiens o chi? E quale fu il suo peccato che introdusse la catastrofe nel mondo prima “edenico”? E, soprattutto, in relazione a CHI fu commesso tale peccato? Forse al cospetto del dio Sole? O del dio Anubi? O del dio Baal? O del dio Zeus? O del Dio ebraico dal nome impronunciabile nel tetagramma YHWH ? O di altri dèi della zona mediorientale asiatica? O del dio Allah? O degli dèi dell’estremo oriente asiatico?
    Mi piacerebbe saperlo.

    26 Febbraio, 2018 - 18:44
  14. Amigoni p. Luigi

    Rif. 18.44 – Nuovo Adamo

    Credo che la Boe colga una reale difficoltà di comprensione di oggi, quando noi di Chiesa parliamo di Adamo in termini teologici (come l’opposto di Cristo; e forse è più adeguato dire che Cristo è il vero, nuovo Adamo, contro il vecchio, falso Adamo) e poi lo consideriamo – sul piano evoluzionistico – “primo uomo”.
    E’ per “l’unita del genere umano” (= Adamo) che tutti sono coinvolti nel peccato di un “solo uomo”. E la trasmissione-propagazione del peccato originale – peccato in senso analogico, peccato contratto e non commesso, uno stato e non un atto – è un mistero che non comprendiamo appieno. Così il Catechismo Chiesa cattolica

    26 Febbraio, 2018 - 22:45
  15. Beppe Zezza

    L’evoluzionismo e’ una teoria scientifica e non è scienza. Come si sia sviluppato il mondo che conosciamo è ancora, in larga parte, avvolto nel mistero.
    C’è stata ” storicamente ” una “prima” coppia umana?
    Anche la scienza non lo esclude.
    Non sono un esperto ma anni fa ho letto da qualche parte che studi sul DNA mitocondriale femminile farebbero pensare che tutti deriviamo da un’unica prima madre. È così? Non è così? Non lo so ( e credo che nessuno lo sappia per certo ) .
    Quanto alla natura del primo peccato quello che chiamiamo peccato originale non ho difficoltà a pensarlo come un peccato di superbia inteso come dare retta alla propria intelligenza anziché alla voce della coscienza nella quale si fa sentire la volontà di Dio.
    Dio è Dio e noi giudeo-cristiani pensiamo che sia uno solo E che si sia auto rivelato al popolo di Israele. Gli altri popoli hanno di questo unico Dio una conoscenza imperfetta e hanno dato a ciò che conoscono nomi diversi

    27 Febbraio, 2018 - 9:55

Lascia un commento