Franco e Gianni: messa di addio per il compagno gay

“Franco e Gianni vi dico grazie perché voi, con la vostra ostinazione, ci avete dato la possibilità di pensare a una Chiesa grande, la Chiesa che noi sogniamo”: così ha parlato ieri mattina in una chiesa parrocchiale di Torino don Gian Luca Carrega, delegato dell’arcivescovo Nosiglia per la pastorale delle persone omosessuali, durante la messa di addio per Franco Perrello. Don Gianluca si rivolgeva a lui e al compagno Gianni Reinetti che lo piange dopo 51 anni di convivenza. Nei commenti, i fiori e le spine della questione che il fatto di Torino ci obbliga ad affrontare.

110 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Da Bologna a Torino. A Torino c’è stato qualcosa di più che a Bologna: perchè i due cristiani di Bologna erano solo conviventi, mentre i due di Torino erano “uniti civilmente” e si consideravano famiglia. Al momento della celebrazione dell’unione, presieduta dalla sindaca Appendino, l’agosto scorso, Franco aveva parlato così: “La nostra è la storia di due persone che si sono innamorate, hanno scelto di vivere insieme e diventare una famiglia: perché noi siamo una famiglia e, da oggi, lo saremo anche di fronte allo Stato. Speriamo che la nostra storia, che questa testimonianza d’amore sia di esempio alle nuove generazioni”.

    http://www.torinoggi.it/2017/01/28/leggi-notizia/argomenti/cronaca-11/articolo/stamani-a-santa-rita-il-funerale-di-franco-compagno-di-vita-di-gianni.html

    29 Gennaio, 2017 - 18:38
  2. Luigi Accattoli

    Amoris laetitia ha due paragrafi sulle persone omosessuali. Il fatto di Torino si accorda con il primo ma va oltre il secondo. Questo è il primo:

    250. La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni.[275] Con i Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione»[276] e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita.[277]

    29 Gennaio, 2017 - 18:41
  3. Luigi Accattoli

    I Padri sinodali. Il secondo paragrafo nega la possibilità di analogie anche remote tra unioni gay e matrimonio, mentre la celebrazione di Torino quell’analogia l’accettava, o anche la segnalava: se qualcuno dei visitatori vi fu presente, ci aiuti a conoscere il fatto.

    251. Nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che «circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»; ed è inaccettabile «che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso».[278]

    29 Gennaio, 2017 - 18:46
  4. Luigi Accattoli

    Viaggio di nozze a Lourdes. Eppure Franco e Gianni erano cristiani, avevano fatto il “viaggio di nozze a Lourdes”, desideravano l’accompagnamento della comunità cristiana. Qui è il punto dove dobbiamo scavare immaginare, per invocare la possibilità di una nuova misericordia. Di nuove parole. Di un cuore più largo.

    29 Gennaio, 2017 - 18:52
  5. maria cristina venturi

    Mentre ci si sdilinquisce in un delirio di emotività per Franco e Gianni che avevano fatto il viaggio di nozze a Lourdes ( mi immagino le notti d’amore con rapporti anali di fronte alla Madonna di Lourdes, , chissà come avrà gradito la Madonna di Lourdes essere testimone di rapporti omoerotici!)
    intanto a Milano la Diocesi sconsiglia ai parroci di fare le coppie sposate festeggiare il loro anniversario di matrimonio in parrocchia per la festa della famiglia.
    vi sembra tutto NORMALE? secondo voi è questo il messaggio del Vangelo?
    inculatevi pure davanti alla Madonna di Lourdes ma per carità non festeggiate le nozze d’oro?
    no, scusate se ,lo chiedo. perchè mi sembra di essere in un mondo dove il male è definito bene e il bene male.

    29 Gennaio, 2017 - 19:20
  6. Lorenzo Cuffini

    Maria Cristina, ti consiglierei un bello sciacquo con la varechina.
    Inoltre pregasi definire la categoria “NORMALE”.
    Mi piacerebbe capire cosa caspita c’entri tale categoria con il Vangelo.

    29 Gennaio, 2017 - 19:26
  7. Lorenzo Cuffini

    Vorrei sapere quale, dove e come si sia manifestato questo presunto
    ” sdlinquimento” . Da nessuna parte, ovviamente : ma Maria Cristina Venturi è abituata a cacciare balle e a parlare per menzogne, e non lei sola.

    29 Gennaio, 2017 - 19:39
  8. Lorenzo Cuffini

    Non mi interessa minimamente sapere che ne pensa Maria Cristina Venturi sull’argomento, né mi sorprende vedere – come SEMPRE accade ogniqualvolta il discorso finisce sui gay – venga fuori pure in lei, che si intenerisce davanti a un paramento in pizzo, l’animo bullo da caserma e la violenza verbale da squadrista tipica di molti kattolikoni.
    Spero caldamente che Gianni non legga queste pagine.
    Nel caso lo facesse, gli chiedo di sopportare ancora una volta la cretinaggine e la malvagità gratuita a cui avrà fatto il callo in oltre mezzo secolo di convivenza con queste anime pie e caritatevoli.Anche se, data l’occasione, cretinaggine e malvagità diventano intollerabili solo ad ascoltarli.
    Per quanto mi riguarda- e per il niente che conta- io me ne dissocio con ogni forza e decisione. Mi associo invece alle parole di don Gian Luca, che sottoscrivo in ogni parola, punto e virgola. E che ho sempre, personalmente, pensato.
    Quanto alla fregola prudarola , veramente distorta, con cui si inseguono i particolari scandalo(?!) , non ci si stupisca poi se i cattolici sono bollati come omofobi.
    Leggi ste parole, veramente zozze, di Maria Cristina e ce l’ahia sotto il naso l’omofobia.
    Complimenti vivissimi.

    29 Gennaio, 2017 - 19:56
  9. roberto 55

    Io chiedo a Luigi di valutare l’opportunità di “bannare”, una volta per tutte, gli interventi di quella là (che non mi regge neppure lo stomaco di nominare): c’è un limite a tutto, e questo limite quella là (che in passato, lo ricordiamo tutti, ha vomitato insulti persino ad Estrela Carlotto e Giulio Regeni) l’ha da tempo superato; la sua presenza in questo blog è motivo di disgusto e di vergogna per noi tutti.
    Agli interessati, ove leggessero, vanno le scuse di noi tutti.

    Roberto Caligaris

    29 Gennaio, 2017 - 20:12
  10. Clodine-Claudia Leo

    Sai cosa penso Venturi, e lo dico con granda pacatezza e un senso di profondo dispiacere, penso che il cristiano abbia perso il senso dell’onestà. Onestà intensa non tanto in senso moraleggiante quanto nella sua accezione più alta: quella di virtù. Onestà e virtù: un binomio fondamentale per ogni relazione intessuta, o da intessere, con Dio e gli uomini senza la quale tutto diventa guerra, alterazione, miscuglio, travisamento. Questa onestà oggi manca al cristiano, non possedendo la quale non riesce più a distinguere il proprio personale pensiero e ogni aborto del proprio cuore da quello di Gesù Cristo. Omettendo questa distinzione, peggio ancora far credere che quanto si pensa e si afferma è pensiero e affermazione di Gesù Cristo, gli si attribuisce ciò che è un parto del proprio pensiero .
    Ci si può anche sentire solidali con i matrimoni omosessuali, il cristiano oggi lo fa tranquillamente, unioni spesso non prive di buone intenzioni ci mancherebbe ( a proposito di buone intenzioni di cui è lastricato l’inferno anche Lucifero si legiferò il male come bene dichiarandosi Dio. Poi legiferò per Eva il male come bene sotto forma di disinteressato consiglio, e lei ad Adamo e fu la morte, la catastrofe) purché dicevo, onestamente, verso Cristo, Dio, il mondo, si dica: il mio Maestro, Gesù Signore, così non pensa, così non parla, questo non è un suo pensiero, ma il pensiero del mondo. E’ questione d’altissima onestà, perché se non siamo onesti con Cristo non solo lo tradiamo, ma vendiamo il suo pensiero al mondo ed è questo il più grande fallimento: la svendita del pensiero di Cristo al mondo e alle sue abominevoli teorie…

    29 Gennaio, 2017 - 20:31
  11. Clodine-Claudia Leo

    E’ sempre Lucifero che agisce nel mondo, la sua astuzia non ha confini: chiama il cristiano a dargli una mano perché senza di lui certe leggi non sarebbero state votate. Contro Gesù la religione chiese alla politica che legiferasse per essa, così come Pilato chiese alla folla che legiferasse per lui, e la folla lo fece. Oggi, singolare vedere come la polica chieda una mano alla religione (eutanasia unioni gay aborto utero in affitto e chissà cos’altro ancora) e gli ingenui cristiani in nome di un falso amore di una vana misericordia gliela danno…è il trucchetto più letale dal quale non ci si sottrae: trasformare il male in bene e poi, in nome dell’amore e della carità chiedere ai cristiani di approvare. E dunque, anche il male diviene legge, con la nostra collaborazione attiva e passiva. Ma questo non ci rende meno responsabili di ogni suo frutto.

    29 Gennaio, 2017 - 20:49
  12. Lorenzo Cuffini

    Toh, guarda.
    Di svendita del pensiero di Cristo, che rivede, corregge e manipola suo piacere, infischiandosene della Chiesa e del magistero, non c’è che dire, Claudia Floris Leo è una autorità in materia.
    Almeno per quello che contrabbanda nei suoi interventi qui.
    Sentiamo: in quale punto delle parole riportate nel post e nei commenti di Accattoli si potrebbe rinvenire la disonestà che ha creduto di denunciare?

    29 Gennaio, 2017 - 21:02
  13. Fabrizio Scarpino

    Io, dott. Fabrizio Scarpino nato a Monza il 25 settembre 1978, di professione consulente legale-libero professionista-, residente a Monza, esprimo tutto il mio disgusto e il mio sconcerto per quanto affermato dalla dott.ssa Maria Cristina Venturi alle ore 19.20 del 29 gennaio 2017 nella Domenica del Signore Nostro Gesù Cristo,

    In quel post sono state pronunciate parole terrificanti e non mi si tiri fuori quello che la Bibbia o San Paolo affermano in relazione alla sodomìa.

    Qui si parla di persone, di esseri umani in carne e ossa la cui dignità è stata profondamente offesa da quanto espresso alle 19.20 dalla dott.ssa Venturi.

    Io mi dissocio in pieno.

    29 Gennaio, 2017 - 21:08
  14. Fabrizio Scarpino

    All’amico Roberto: pur condividendo un istinto di richiesta di “bannaggio” al nostro padrone di casa, della persona autrice del post in questione, chiedo di soprassedere.

    La Venturi continuerà a scrivere le sue nefandezze.
    Quando supererà il limite come in questo caso, troverà il fermo/fermissimo dissenso.

    29 Gennaio, 2017 - 21:14
  15. Clodine-Claudia Leo

    Dalla morte morale di un popolo scaturisce ogni morte spirituale e fisica. Il tema della moralità -concetto ben distinto dal moralismo il quale sempre è una versione ipocrita e corrotta della moralità -mi sta molto a cuore perché è sorgente di vita per ogni cristiano. Niente moralità, niente vita: né politica, né sociale,né economivìca , né familiare né dottrinale, né spirituale, né d’ogni altro genere. Quando un popolo muore è perché muore la sua coscienza non solo morale ma anche spirituale. La morale per come la intendo pone una cornice di riferimento dei canoni e dei confini entro cui la libertà umana si può estendere ed esprimere.
    Sulla base del mio codice morale, il codice che io rispetto, posso esprimere un giudizio su un comportamento: un mio comportamento o il comportamento di un altro. E questo per via di principio, senza alcun riferimento specifico personale in questo preciso contesto….

    29 Gennaio, 2017 - 21:26
  16. Clodine-Claudia Leo

    ” stretta la soglia, larga la via, dite la vostra che dico la mia”: sono altre le cose che scandalizzano, a me, per quanto di getto, non ha scandalizzato la Venturi. Io sono romana abituata ad espressioni anche più forbite, stando a contatto con i ragazzi poi…figuriamoci se mi scandalizza la Venturi..ma per carità! Suvvia…

    29 Gennaio, 2017 - 21:34
  17. Lorenzo Cuffini

    Ma vediamo di non fare ridere i polli.
    Come dice giustamente Fabrizio, qui si parla di persone, non di fuffa parolaia

    29 Gennaio, 2017 - 21:37
  18. Victoria Boe

    Vedo con costernazione che in questo sito c’è qualche talebano che crede che il nostro Paese debba avere un regime teocratico.
    No, in Occidente non ci sono teocrazie. Queste ancora esistono in alcuni Paesi del vicino Oriente, e sono i più arretrati.
    La teocrazia estrema ha assunto i comportamenti criminali dell’ISIS.
    Chi vuole la teocrazia, potrebbe trasferirsi lì piuttosto che fare inutili e lagnosi predicozzi su presunti onesti codici morali a senso unico.
    Che diamine! Non è possibile non controbattere a certe stupidaggini.

    29 Gennaio, 2017 - 21:45
  19. picchio

    In Irlanda nell’800 quando i contraccettivi erano difficili da trovare e costosi i rapporti anali tra coniugi venivano chiamati ” la contraccezione cattolica”, spesso consigliata dallo stesso clero agli sposi
    Cristina vicquery

    29 Gennaio, 2017 - 21:50
  20. Lorenzo Cuffini

    Poi, lo dico a me per primo.
    Direi di non cadere nella consueta trappolina che viene preparata.
    Buttare la cosa in caciara o in nulla-puro-fumo per non parlare di quello per cui il post è stato scritto.
    Cioè “la questione che il fatto di Torino ci obbliga ad affrontare.”
    Nè le scritte da latrina nè gli sbrodolamenti di crusca sul niente consentono vie di fuga

    29 Gennaio, 2017 - 21:58
  21. roberto 55

    E’ sotto gli occhi di tutti noi il tentativo di quella là di trasformare questo blog in una maleodorante latrina a proprio uso e consumo.
    Luigi, qual è la tua opinione ? Ritieni di dover / poter intervenire ?

    Roberto Caligaris

    29 Gennaio, 2017 - 22:00
  22. Clodine-Claudia Leo

    Ma per carità…proprio Lei Cuffini parla della dignità delle persone? Lei, che non perde occasione per mortificare, offendere,citando nomi e cognomi, sbertucciando, calunniando, infilare le dita negli occhi a chiunque non si trovi in linea con le sue farneticanti idee. Un piccolo mostruoso bullo. Uno che si definisce da se stesso ” bestia” dubito possa perorare una causa, o un’idea. Abbia la compiacenza di tacere una buona volta e inizi a provare un po’ di vergogna per se stesso, soprattutto!

    29 Gennaio, 2017 - 22:04
  23. picchio

    Ieri si parlava di quel grande Cristiano che è Enzo Bianchi, maestro di vita per tanti e della preghiera , risultato tre commenti qui si parla di sesso e i commenti sono già arrivati a 24 con tanto di insulti.
    Quelli che parlano sempre di sesso ( soprattutto di quello degli altri) come dice il vecchio adagio non lo fanno mai, da cui lo stress…la venturi potrebbe rilassarsi un pochettino, non deve salvare il cattolicesimo ( e da che poi? ) deve solo amare Dio con tutto il cuore e gli altri come se stessa…..la sua rabbia, il suo rancore, potrebbe sfogarli in modo diverso… dice di vivere in una comunità molto viva, ma finito L’incenso cosa le resta di quella vita condivisa in comunità? nulla sembra…mi dispiace per lei..da come si presenta sul blog l’idea di essere una donna molto infelice
    Da troppo importanza al papa di turno, la nostra vita la viviamo noi…
    Cristina vicquery

    29 Gennaio, 2017 - 22:31
  24. Lorenzo Cuffini

    Claudia Floris Leo, le chiacchiere stanno a zero.
    Dove sarebbe il punto , nei sei commenti postati da Luigi piu’ il post, in cui lei vede quello che ha scritto di suo pugno: “Questa onestà oggi manca al cristiano, non possedendo la quale non riesce più a distinguere il proprio personale pensiero e ogni aborto del proprio cuore da quello di Gesù Cristo. Omettendo questa distinzione, peggio ancora far credere che quanto si pensa e si afferma è pensiero e affermazione di Gesù Cristo, gli si attribuisce ciò che è un parto del proprio pensiero .”
    Ci dica, ci dica, ci dica.
    🙂

    29 Gennaio, 2017 - 22:33
  25. Lorenzo Cuffini

    “Uno che si definisce da se stesso ” bestia” dubito possa perorare una causa, o un’idea.”
    🙂
    Confermo assolutamente di essere una bestia, Claudia Floris Leo.
    Lei non lo pensa di sè?
    Padrona.
    E non peroro nessuna causa o nessuna idea.
    Indico solo le baggianate che lei spaccia per verità vera.

    29 Gennaio, 2017 - 22:43
  26. roberto 55

    Io credo, a questo punto, che sia il caso di lasciare quella là al suo penoso “destino” (chiamiamolo così) e riprendere gli spunti degli amici Lorenzo e Cristina / Picchio sull’argomento proposto da Luigi.
    Una domanda, Lorenzo: conosci, per caso, quel Don Gian Luca ? Se si, puoi parlarcene ?
    Aprendo, poi, il “post” del 2015 “linkatoci” da Luigi, ho ritrovato tracce dei contributi offerti, all’epoca, da alcuni amici che, poi, hanno, purtroppo, lasciato il blog: parlo, oltre che di Matteo (che, in realtà, è sempre qui con noi), anche di Petrus, Manuel76, Marta 09 e Giosal; temo che qui non avremo il bene di leggere i loro interventi, ma spero che, nonostante tutto, continuino a leggerci.
    Da ultimo, credo che dovremo cercare di approfondire esattamente il significato delle ultime righe del “Paragrafo 250″ dell'”Amoris Laetitia”, laddove Papa Francesco invita i cristiani ad “assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita”: questo mi pare il punto che si lega (e, come cristiani, ci impegna) alla piena comprensione della bellissima vicenda umana di Franco e Gianni.

    Buona notte.

    Roberto Caligaris

    30 Gennaio, 2017 - 0:19
  27. Leopoldo Calò

    Sono allibito: per la volgarità della Venturi, per il contesto verbale nel quale è stato inserito il nome di Maria. Mi aspetterei che Luigi cancellasse post così aggressivi e offensivi, specie se a commento di una notizia luttuosa.

    30 Gennaio, 2017 - 8:27
  28. Lorenzo Cuffini

    Caro Roberto,nei riferimenti all’interno del post e dei primi commenti,
    Luigi ha fornito, con la precisione cronachistica benedetta che gli è propria, tutti gli elementi necessari a qualificare e a collocare don Gian Luca Carrega.
    Il fatto che io lo conosca o meno è del tutto ininfluente, ai fini della comprensione di ciò che ha detto e fa, che è chiarissimo e lampante.
    Questo non per sfuggire alla tua più che legittima domanda, ma per non buttare la cosa sul livello personale, cosa che al volo verrebbe immediatamente fatta da qualcuno dei colleghi blogganti.
    Invece, è la strada opposta quella che dobbiamo battere.
    Una volta chiarito che la persona in questione ha un ruolo ben preciso al quale è stato nominato dal suo Vescovo, cioè dalla Chiesa stessa, che ha la preparazione per farlo, una onestà di approccio libera da condizionamenti e da logiche di tifo barricadero da una parte e dall’altra, è INDISPENSABILE misurarsi con quello che( certamente non lui solo e non da solo) fa e dice sull’argomento in questione. Dice infatti molto bene Luigi: é come un esploratore che si muove in territori sconosciuti. Ma sia ben chiaro a tutti che in quei territori CI SI DEVE muovere. Non per fregole moderniste o mondane, come qualche babbeo sembra credere, ma perché è la realtà nella quale siamo immersi. E non possiamo né ignorarla, né far finta che non ci sia, né cavarcela con qualche recita da operetta .
    La Chiesa ha non solo il diritto, ma il dovere, di muoversi in questo, come in tutti gli altri territori sconosciuti. Chi se la fa sotto alla sola idea, prego, si accomodi, ha sbagliato posto.

    30 Gennaio, 2017 - 9:23
  29. Clodine-Claudia Leo

    Onestà e virtù: un binomio fondamentale per ogni relazione intessuta, o da intessere, con Dio e gli uomini senza la quale tutto diventa guerra, alterazione, miscuglio, travisamento. Questa onestà oggi manca al cristiano, non possedendo la quale non riesce più a distinguere il proprio personale pensiero e ogni aborto del proprio cuore da quello di Gesù Cristo. Omettendo questa distinzione, peggio ancora far credere che quanto si pensa e si afferma è pensiero e affermazione di Gesù Cristo, gli si attribuisce ciò che è un parto del proprio pensiero .
    Riferimenti a persone non ce ne sono. Wuesto io lo penso, e lo credo, in linea di principio. Del resto non mi aspetto condivisioni anzi, mi glorio degli improperi, me ne rallegro. Qualcuno ha detto: beati voi quando v’insulteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Esultate e rallegratevi perchè grande è la vostra ricompensa!”
    Lode a te o Cristo

    Ieri, il Vangelo, parlava del Discorso della Montagna: la magna carta del cristiano che dovrebbe illuminare il cammino di ogni anima, dalla più piccola, per terminare ai più alti vertici della Chiesa fino al Pontefice , tanto è imprescindibile dall’inno alla carità di San paolo ai Corinzi 13.
    Quelle otto colonne, sopra le quali le prime comunità cristiane hanno edificato la loro stessa vita spirituale e sociale cosa dicono in definitiva: che beati sono coloro che camminando con Cristo ne sposano i principi, le prerogative , ne abbracciano totalmente le istanze le quali postulano il completo rovesciamento rispetto a quanto il mondo propone. Perciò chi le assume su di sé, volta le spalle al mondo definitivamente, e a quello che il mondo propone. E’ semplicemente una scelta, un cammino che tutti, indistintamente sono chiamati ad abbracciare senza distinzione di sesso, razza e quant’alto, nessuno ci obbliga. E’ una scelta.
    Chi segue i principi di quella magna carta non reclama diritti, non sbraita, non urla, non fa il prepotente imponendo dei diktat , ma se ne sta zitto: è il povero in spirito che sopporta la croce anche se non la comprende, che l’abbraccia, quella croce di qualunque peso e portata senza farsi domande perché sa, nel suo cuore santificato che qualcuno sopra di Lui si chinerà ad asciugare le lacrime. Insomma, queste beatitudini sono lo statuto -agli occhi del mondo- dello scemo, scritte da uno scemo, figlio di un dio scemo…

    Le beatutidini ti “costringono” a guardare verso una direzione, un’orizzonte ben diverso da quello proposto in virtù di uno slogan che tanto piace al mondo per cui tutto viene concesso, perdonato, accettato in nome di una larga, sbracciante, sbrindellata, sproporzionata, gratuita, acclamata misercordia!

    Il discorso della Montagna è in perfetta linearità con la morale rivelata nell’Antico testamento e la Chiesa nei suoi statuti lo conferma. Anche se spesso per compiacere il mondo preferisce cancellare l’oggettività del male, baipassare La Parola, aggiustarla, reinventarla in nome di quella larga misericordia che tutto risolve e tutto cancella.

    Io, che sono una scema che segue lo scemo, Figlio di uno scemo, credo nell’oggettività del male, credo che lo statuto che Cristo mi propone su quella Montagna (cheporto nel cuore per averla contemplata da vicino sul lago di Tiberiade) sia un punto di riferimento morale in perfetta sintonia e continuità con il codice antico di santità e le sue norme oggettive che oggi sembrano non avere più peso nell’oggettività del peccato.

    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html

    30 Gennaio, 2017 - 11:13
  30. Clodine-Claudia Leo

    Se si legge per esteso il codice antico di Santità scorpiremo una bilancia giusta, il peso giusto, la misura giusta: la lettura del Lev, 19,1-37 andrebbe letta e meditata, come pure Amos, noteremo, leggendola cosa ha voluto dire Gesù quando disse: «Non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge
    od i profeti; io sono venuto non per abolire ma per compire. Poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto (Matteo 5:17-18).

    «Chiunque ascolta
    queste mie parole
    e le mette in pratica
    sarà paragonato
    a un uomo avveduto
    che ha costruito la sua casa
    sopra la roccia.
    La pioggia è caduta,
    sono venuti i torrenti,
    i venti hanno soffiato
    e hanno investito quella casa;
    ma essa non è caduta,
    perché era fondata sulla roccia».
    (Matteo 7:24-25)

    30 Gennaio, 2017 - 11:38
  31. Lorenzo Cuffini

    Benissimo.
    Dunque, essendo evidente che alle parole contenute nel post e nei primi suoi commenti, non difettino né onestà, né virtù, e che esse non siano in alcun modo in contrasto con i passi della scrittura copiaincollati, si deve arguire che Claudia Floris Leo è in sostanziale accordo con quanto riportato da Luigi.
    In caso contrario, le resta da indicare con precisione, in quei passaggi, dove come e quando ci sia qualcosa di diverso.

    30 Gennaio, 2017 - 12:21
  32. Clodine-Claudia Leo

    Cristina Venturi può aver (agli occhi di chi filtra il cammello e ingoia il moscerino) sbagliato la forma -anche se a me ciò che scandalizza è ben altro, e di ben più altra gravità- ma il contenuto di quello che ha detto non fa una piega….

    30 Gennaio, 2017 - 12:49
  33. Federico Benedetti

    Condivido questo ultimo commento di Clodine (e anche i precedenti, per la verità). Teniamo in debito conto che il problema per la morale cattolica non è l’affetto tra due persone dello stesso sesso o l’amore platonico e romantico, ma proprio quello che esprimeva Cristina Venturi: i rapporti “volgarmente” fisici, sessuali, carnali.
    Il problema è proprio quello e bisogna per forza tenerlo in considerazione, chiamandolo con il suo nome, altrimenti facciamo solo del sentimentalismo e non capiamo la profondità della questione.
    In generale io eviterei di affrontare una riflessione su temi tanto delicati (e divisivi!) partendo da una storia commuovente e strappalacrime: si porta la discussione su un piano emotivo e non si riesce ad avere la doverosa lucidà per comprendere tutte le ragioni (e in particolare quelle del magistero e del catechismo della Chiesa Cattolica).

    30 Gennaio, 2017 - 13:12
  34. Clodine-Claudia Leo

    e con questo, credo di aver risposto. Si vadano a rileggere i passi biblici del Levitico e le si confrontino. La conversione è dono dello Spirito Santo e non avviene restando “uomo vecchio”. Il Signore mai si discosta, mai è diviso in sé, come pure lo Spirito non è mai diviso in Sè, esorta alla purezza estrema, senza mezze misure: «Avete inteso che fu detto: ma io vi dico” (Mt 5,27-28). Parole senza tempo valide ieri oggi e sempre come valide ieri oggi sempre e per sempre quanto disse il Creatore: non darai il tuo giaciglio alla moglie del tuo prossimo, non consegnerai alcuno dei tuoi figli a Moloc, , non ti accosterai alla consaguinea, non scoprirai la nudità di tuo padre e di tua madre, non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna…questo e molto altro è scritto nel levitico.

    La storia del bene e del male (il cui inizio è collegato, nel Libro della Genesi) è la stessa storia della salvezza, la cui parola è il Vangelo, e la cui forza è lo Spirito Santo, dato a coloro che accolgono il Vangelo che contiene in sé anche una «teologia del corpo» in forma pedagogia, educativa, ok ?
    Sia la risposta data ai Farisei in merito all’indissolubilità del matrimonio, sia le
    parole del Discorso della Montagna riguardanti il dominio della concupiscenza, dimostrano – almeno indirettamente – che il Creatore ha assegnato come compito all’uomo il corpo, la sua mascolinità e
    femminilità : questo è il suo progetto umano, dopo di che, ovvio che il rispetto della persona è sacrosanto, tuttavia: se non ci si fa persuasi che il messaggio che si sta veicolando, nella Chiesa, è assolutamente alieno da quanto propone Nostro Signore non solo perché pecchiamo in superbia, ma è contro lo Spirito Santo che si pecca. Quando una diocesi come quella di Milano sconsiglia ai parroci di evitare di festeggiare alle coppie sposate il loro anniversario di matrimonio in parrocchia per la festa della famiglia onde non offendere…Non è questa forse un’ingernza oltre che una forma abnorme e blasfema? Io credo proprio di si…

    30 Gennaio, 2017 - 13:22
  35. Federico Benedetti

    Lo credo anch’io.
    Come scrive S. Paciolla:

    “E in mezzo ci siamo noi (sempre più confusi).

    Dunque, una grande diocesi, quella di Milano, ci invita quasi a nascondere per una molto opinabile “sensibilità” la memoria dell’essere famiglia; un’altra grande diocesi, quella di Torino, attraverso un suo responsabile, ci “canta le meraviglie” delle unioni gay, ed in mezzo ci siamo noi, sempre più confusi che, pur lasciati soli, in oltre un milione di persone abbiamo organizzato e partecipato a due Family Day per “cantare le meraviglie” della famiglia naturale, quella “come Dio comanda”.

    Che strani tempi! Vi sono prelati che confondono la fedeltà con l’amore coniugale, la semplice unione di due persone dello stesso sesso con l’amore sponsale, e laici che ricordano loro: “Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola” (Mc,10.6).

    Preghiamo, fiduciosi, che qualcuno diradi questa ingravescente confusione”.

    30 Gennaio, 2017 - 13:52
  36. Marcello Ciampi

    L’invito a non celebrare gli anniversari di matrimonio in occasione della Festa della Famiglia 2017 della Diocesi di Milano si legge qui:

    http://www.chiesadimilano.it/polopoly_fs/1.137588.1480343532!/menu/standard/file/FESTA%20DELLA%20FAMIGLIA%202017.pdf

    Non è piaciuto neanche a me.

    Ma è meno peggio di quello che temevo.
    È quella moderna paura di offendere che ci ha reso però tutti più suscettibili.

    Tutto iniziò circa 40 anni fa, quando gli spazzini diventarono “operatori ecologici”.

    30 Gennaio, 2017 - 15:09
  37. Elisa74

    Ringrazio Federico per aver riportato la questioni nei toni pacati e rispettosi che merita. Non facciamo un buon servizio alla Chiesa se confondiamo la forma con il contenuto: la volgarità (che a me sinceramente ha dato fastidio) e la durezza con cui alcune persone hanno replicato ai post di Luigi non devono farci dimenticare i termini della questione, ben espressa dai padri sinodali. Le persone omosessuali devono sentirsi accolte nella comunità ecclesiale a cui vogliono appartenere: il problema sta nei confini tra appartenenza (al Credo cristiano, in questo caso) e quella teologia dell’uscita, intesa non solo come apertura al mondo (vedi il Concilio Vaticano II) ma anche come accoglienza senza pre-giudizi, che Papa Francesco sta proponendo.
    I cristiani sanno qual è il progetto originario di Dio sull’uomo e la donna: su questo non può esserci confusione. Noi oggi lo chiamiamo matrimonio e l’abbiamo codificato secondo le strutture sociali e culturali dei nostri tempi. La sfida che ci propongono Franco e Gianni, con la loro vita fatta di amore e il loro desiderio di essere “dentro” la comunità cristiana, non è facile da affrontare perché non abbiamo le parole per esprimerla. Sopra qualcuno diceva, giustamente, che non si può mettere tutto solo sul piano delle emozioni (da notare che anche un matrimonio tra un uomo e una donna basato solo sui sentimenti non ha solide basi…). Ma non si può neanche riutilizzare il vecchio linguaggio di alcune pagine dell’Antico Testamento, scritte con conoscenze scientifiche e sensibilità molto differenti dalle attuali, in maniera acritica, perentoria e talvolta offensiva.
    La soluzione non è facile, né immediata. Infatti non credo che sia un caso che la testimonianza di Franco e Gianni è quella di due persone anziane: non hanno l’irruenza e il manicheismo dei giovani, ma con dolce fermezza ritengono che la loro esperienza, sofferta e vissuta per un tempo significativamente lungo, debba trovare spazio tra chi crede che ogni persona possa essere raggiunta dall’Amore di Gesù.
    Elisa Ferrari

    30 Gennaio, 2017 - 15:23
  38. Elisa74

    Vedo ora il commento di Marcello: avevo verificato anch’io, anche perché ora viviamo in Veneto ma mio marito è ambrosiano.
    Non mi è piaciuto il modo. Mio marito insiste che è la prassi: durante la festa delle famiglie non si festeggiano anche gli anniversari, sono due cose diverse. Ma il modo in cui è scritto..che c’azzecca?!
    È come quando io mi sento in imbarazzo di fronte all’amica che non ha avuto figli, mentre io ne ho avuti tre nei primi anni di matrimonio: non posso certo nasconderli nello sgabuzzino per non ferirla!! Ma insomma, abbiamo così tanta paura delle nostre diversità (lo dico anche a me stessa, naturalmente)…
    A livello personale si può anche ragionare così, ma a livello generale ci si aspetterebbe la capacità di accogliere le differenze (sposati, separati, vedovi, fragili, sofferenti, incerti, nubili, consacrati…) senza appiattirle e senza gerarchizzarle
    Elisa Ferrari

    30 Gennaio, 2017 - 15:30
  39. Marcello Ciampi

    Concordo pienamente, Elisa.

    30 Gennaio, 2017 - 15:42
  40. Fabrizio Scarpino

    Caro Marcello
    a mio modesto parere, un semplice “eccesso di zelo” da parte della diocesi ambrosiana, da non enfatizzare più di tanto.
    Probabilmente poteva essere evitato questo “eccesso”, ma gli anniversari di matrimonio tra uomo e donna secondo il rito cattolico continueranno a essere celebrati.

    30 Gennaio, 2017 - 15:44
  41. Victoria Boe

    Ritorna il discorso sulla omosessualità e ritorna l’equivoco di fondo: l’omosessualità è un peccato grave. E a questo punto si impone tutto un corollario di assunti, religiosi e non, per dimostrare l’indimostrabile. E per cercare di far valere il proprio concetto di onestà e di moralità di cui si vuol fare una bandiera da impugnare con spavalderia tanto inopportuna quanto inutile perché non convincente.
    Si chiamano in causa le Sacre Scritture, arrivando perfino–impropriamente– alle “beatitudini”, per farsene scudo contro i propri pregiudizi privi di qualsiasi conoscenza scientifica e di un minimo barlume di ragionamento.
    In natura esiste DA SEMPRE l’omosessualità. E se anche la natura ha mostrato in bella evidenza che gli esseri animali (tutti!) hanno come fine primario la riproduzione, possibile solo tramite l’unione fra maschio e femmina, tuttavia in natura esiste l’attrazione fra esseri di sesso uguale. È indubitabile. Chiamasi omosessualità, appunto.
    E qui non c’entrano affatto né Sacre Scritture né altri testi religiosi. Men che meno c’entrano documenti ecclesiali ispirati alla Bibbia o alla vera o presunta buona moralità quando si parla di un “animale” che appartiene al genere umano.
    Anche l’uomo infatti fa parte della natura ed è un “animale” fra gli altri. Superiore, certo, agli altri per moltissimi versi, fra cui la superiore intelligenza (quando c’è), ma uguale agli altri per alcuni tratti genetici che possono discostarsi dalla norma.
    Che cosa si vuol dire? Che fare di tutta l’erba un fascio è la cosa più sbagliata che possa esserci. Se è vero che generalmente si attraggono maschio e femmina, è vero anche che è possibilissimo che l’attrazione naturale si determini fra persone, nel genere umano, dello stesso sesso.
    Difficile da capire? Difficile da accettare? Eppure, è così.

    30 Gennaio, 2017 - 15:45
  42. Victoria Boe

    Qui–prevedo le obiezioni– non si vuol parlare però di attrazione solo fisica, ma di trasporto soprattutto spirituale. Ovvero di AMORE. Non si vuol parlare di un “vizio”, che pure è possibile, ma di un SENTIMENTO equiparabile in tutto e per tutto a quello che nasce fra persone di sesso diverso.
    Quando l’omosessualità ha questi caratteri, si può davvero pensare che gli omosessuali siano degli immorali peccatori? Ma quando mai, di grazia? Solo chi parte da prescrizioni rigidamente, e anche ignorantemente, religiose o dettate dai pregiudizi sedimentati nel corso dei secoli può pensare simili cose. Ci sono casi in cui le tanto sbandierate “verità oggettive” hanno il sapore del nulla. Per il semplice fatto che le verità sono altre, ovvero quelle che si sperimentano con sguardo nitido, con la mano sul cuore e, in questo caso, anche con apporti scientifici. Nella moralità e nel sacrario del cuore umano, comunque, non si entra con le regole legaliste di tribunali terreni.
    Giova far presente che quando Bibbia et similia furono scritti, ancora la scienza non era arrivata ai livelli e alle scoperte di oggi. E oggi è necessario che gli uomini del nostro tempo ne traggano le debite conseguenze.
    Ma lasciando da parte la scienza, basterebbe guardarsi bene intorno ed esaminare la realtà che fa srotolare davanti ai nostri occhi le pagine della vita con la sua verità vera, per capire almeno un po’ dove sta il bene e dove, invece, il male.
    In ogni caso, piegare a proprio piacimento questa o quella pagina religiosa strumentalizzandola, è molto limitativo. E forse non è intellettualmente onesto.

    30 Gennaio, 2017 - 15:46
  43. Lorenzo Cuffini

    Faccio notare a chi continua ad affastellare parole in libertà nemmeno vigilata, che non ha risposto in alcun modo. Proprio in alcun modo.

    Qui non si tratta di comunicare urbi et orbi come la si pensa sulla gayetudine et similia.
    Nemmeno su come la si pensa su Chiesa Cattolica e gayetudine,
    Neppure su come la si pensa su Dio e gayetudine.
    Non importa un fico secco a nessuno di come la pensi io, Claudia Floris Leo o Luigi Accattoli o chiunque altro sull’argomento in sé.

    Soprattutto: non ha importanza alcuna ( grazie a Dio: sai i danni!)

    Il problema in discussione qui è un altro.

    C’è la Chiesa Cattolica, che, in pieno diritto, piena autonomia, nelle forme che le sono consone, attraverso strumenti idonei, e in questo caso in modo persino gerarchicamente corretto, sta legittimamente, giustamente e necessariamente esplorando territori pastorali che ESISTONO.
    Non ci piace che esistano?
    Poveri noi, cavoli nostri.
    Possiamo fare tutti gli strepiti del caso. ESISTONO ugualmente. Punto.
    In questo caso lo stanno facendo con ogni attenzione alla delicatezza, alla pacatezza, alla” onestà e alla virtù” (queste ultime scriteriatamente
    invocate da chi farebbe meglio a preoccuparsi tuttalpiù delle proprie), senza il minimo vulnus a nulla di cattolico.
    O meglio: c’è questo vulnus?
    Bene: lo si tiri fuori, precisissimamente indicato.
    In caso contrario, zitti e pedalare.
    Prima di far la lezione alla Chiesa Cattolica, le risibili pulci, dovrebbero pensarci una miliardata o due di volte.

    30 Gennaio, 2017 - 15:51
  44. Fabrizio Scarpino

    @Federico

    Invece di preoccuparti per la ingravescente confusione che deriva a tuo dire dai gay e…tue testuali parola: Teniamo in debito conto che il problema per la morale cattolica non è l’affetto tra due persone dello stesso sesso o l’amore platonico e romantico, ma proprio quello che esprimeva Cristina Venturi: i rapporti “volgarmente” fisici, sessuali, carnali.

    cerca di preoccuparti piuttosto per quanto sta accadendo a Padova…

    http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/01/17/news/nelle-orge-anche-altri-sacerdoti-1.14727373

    http://www.vanityfair.it/news/cronache/17/01/30/sacerdoti-veneto-roberto-caravazzana-andrea-contin

    http://www.lastampa.it/2017/01/30/italia/cronache/donne-orge-e-filmini-hard-i-preti-a-luci-rosse-di-padova-1y6NzTKzgDNroQ46a2L5IJ/pagina.html

    Io sono molto ferito da quanto leggo in questi giorni e, per quanto possa valere, (meno di zero probabilmente) sono vicino alla sofferenza del vescovo Mons. Claudio Cipolla e di tutta la chiesa padovana.

    30 Gennaio, 2017 - 15:52
  45. Lorenzo Cuffini

    Avrei invece una domanda per Luigi, se potesse rispondermi.
    Laddove dice” Il secondo paragrafo nega la possibilità di analogie anche remote tra unioni gay e matrimonio, mentre la celebrazione di Torino quell’analogia l’accettava, o anche la segnalava: se qualcuno dei visitatori vi fu presente, ci aiuti a conoscere il fatto.” si riferisce alla celebrazione del funerale o alla Unione civile perfezionata tra i due in estate?

    30 Gennaio, 2017 - 16:15
  46. Luigi Accattoli

    Mi riferisco al funerale.

    30 Gennaio, 2017 - 16:16
  47. Victoria Boe

    Quando fra due esseri umani, di sesso diverso o di sesso uguale, nasce l’amore vero, fatto di comunanza di spirito e di tenerezza, va da sé che si giunga al desiderio di una unione completa.
    Ora, se questa è possibile e considerata legittima per gli eterosessuali, perché dovrebbe essere ritenuta non lecita per gli omosessuali? Quale sarebbe la gravità della cosa? Forse nel fatto che si sa in partenza che da tale unione non saranno generati dei figli? Ma qui sta la stortura della cosa. Qui, se vogliamo, si resta ancorati alla atavica sessuofobia della Chiesa, la quale, rifacendosi a sant’Agostino, ha sempre detto che le attività sessuali devono essere viste solo in funzione della riproduzione, altrimenti si deve parlare di impudicizia e basta. Perché–disse il grande vescovo teologo–dell’atto sessuale si deve arrossire anche all’interno del matrimonio. Ebbene, la Chiesa ha serbato in sé questa strana proposizione e per ben due millenni ci si è tenuta stretta. Si tratta o no di sessuofobia?
    Non mi pare però che la maggior parte dei cristiani, cattolici e non, abbiano tenuto in considerazione questa convinzione della Chiesa, la quale infatti soprattutto negli ultimi tempi ha dovuto rivedere, per forza di cose, i suoi dogmatici assunti ed è divenuta più morbida e liberale nei confronti degli eterosessuali.
    Ma naturalmente non verso gli omosessuali. Quelli no, quelli devono essere portati, beninteso con amore e accoglienza, alla ragione e a costumi castigatissimi, soprattutto alla consapevolezza del loro “disordine morale”. Sì, è sempre meglio colpevolizzarli, ma con accoglienza e amore, beninteso.
    Vedo una buona dose di ipocrisia in tutto questo.

    30 Gennaio, 2017 - 16:30
  48. Lorenzo Cuffini

    Capito, Luigi.
    Adesso vedo di informarmi di prima mano.

    30 Gennaio, 2017 - 16:41
  49. Lorenzo Cuffini

    Ricevo e, autorizzato, giro a Luigi e a quanti interessati per conoscenza:

    Care amiche e amici,
    avrei dovuto rispondervi singolarmente ma siete davvero tanti e in fondo quello che vorrei sottolineare è comune per tutti. Alcuni di voi mi hanno manifestato le loro perplessità sull’omelia che ho tenuto a Santa Rita, ripresa sui giornali e divulgata in alcuni suoi aspetti. Mi riferisco soprattutto al passo delle “scuse” ai gay. Sono d’accordo con voi, anche perché quelle parole non sono state pronunciate… Ringrazio Avvenire che ha pubblicato alla lettera le mie parole:
    “So che tanti pensano che la prima parola da dire sia scusa. Scusa per le disattenzioni, scusa per la freddezza, scusa per le dimenticanze, scusa per tante cose. Ma io vi dico anche, in sincerità, che questo dovrebbe farlo qualcuno più importante di me. Io, invece, vi dico grazie”.
    Se la lingua italiana non è un’opinione, mi sembra chiaro che
    1. “Il prete” non ha chiesto scusa
    2. Non ho detto che la Chiesa dovrebbe chiedere scusa
    Dispiace, quindi, che due quotidiani (La Stampa e, ahimé, Avvenire) abbiano titolato il loro articolo sostenendo la prima cosa e uno (Repubblica) la seconda. Dire grazie e chiedere scusa non mi sembrano la stessa cosa. Capisco che questo abbia provocato risentimento, ma io posso rispondere solo di quello che dico, non di quello che i titolisti si inventano per acchiappare i lettori…
    Ringrazio anche Famiglia Cristiana che mi ha dato la possibilità di fare una riflessione pacata sull’argomento, la potete trovare qui:
    http://www.famigliacristiana.it/articolo/torino_79896181.aspx
    Ringraziandovi per la pacatezza delle vostre osservazioni,
    don Gian Luca

    30 Gennaio, 2017 - 17:39
  50. Federico Benedetti

    Don Gian Luca ci prende in giro?
    Il prete non ha chiesto scusa direttamente, ma ha espresso l’auspicio che lo facesse (ovviamente nella Chiesa, dato il contesto) che “dovrebbe farlo qualcuno più importante di me”.
    Si assuma la responsabilità delle conseguenze delle sue parole, al di là delle sue intenzioni e della sua buona fede.

    30 Gennaio, 2017 - 18:07
  51. Lorenzo Cuffini

    Tradotto, Fede, cosa sarebbe, questo ” assumersi le responsabilità delle conseguenze delle sue parole “?
    Non vorrei che a forza di dare ragione a coretto a chi è abituaua a tirare il sasso e a nascondere la mano, pure tu avessi preso il vizio.
    🙂

    30 Gennaio, 2017 - 18:22
  52. Enrico Usvelli

    La diocesi di Milano no festeggia gli anniversari almeno dal 2014 (articolo di Tempi) e quindi non è l’ennesima cosa da addebitare al Papa. Bisogna essere sul posto per capire e dare un giudizio, dalle mie parti si festeggiano famiglia ed anniversari e secondo me va bene così perché si deve far vedere ai giovani che stare insieme una vita è possibile e porta felicità.
    Il secondo punto della AL, come richiamato da Luigi, cozza con quanto detto da don Gian Luca, per ora (ma credo per sempre) la Chiesa non permette di paragonare ad una famiglia la convivenza di due omosessuali.
    Don Gian Luca porta il paragone di un omosessuale che forma una coppia stabile ed uno che cambia continuamente partner. Quello che dice non è corretto perché se il secondo omosessuale si confessa senza aver intenzione di cambiare vita, quella confessione non è valida.
    Quindi accompagnare sì, ma senza andare oltre quanto dice la Chiesa, giusto o sbagliato che lo si ritenga.
    Non ho capito la questione delle scuse: scuse o grazie che sia quello che ha detto, non vedo che motivo aveva di dirlo. Il Sindaco magari sì, perché una coppia stabile può essere un bene per la comunità, ma per la Chiesa non c’era nulla da ringraziare (almeno per il loro essere coppia, per le singole persone e i loro pregi magari ci poteva stare).
    La misericordia di Dio è grande, sicuramente avrà cercato una maniera di riportare a casa Franco.
    Salvo per i francesismi che poteva evitare, stavolta MCV mi trova meno contrario del solito.

    30 Gennaio, 2017 - 18:28
  53. Federico Benedetti

    Lorenzo,
    Qualsiasi studentello di terza liceo classico conosce le espressioni retoriche di decine di autori latini e greci. Don Gian Luca ha usato uno stile simile, ora non neghi l’evidenza.

    30 Gennaio, 2017 - 18:57
  54. giuseppe di melchiorre

    Io, Giuseppe Di Melchiorre, nato a Castellalto il 24 gennaio 1945, pensionato, condivido il disgusto e lo sconcerto del dott. Fabrizio Scarpino per quanto affermato dalla nota Venturi alle ore 19.20 del 29 gennaio 2017.
    Non aggiungo altro, ma scappo perché ho il voltastomaco… Scusatemi!…

    30 Gennaio, 2017 - 19:01
  55. Enrico Usvelli

    picchio,

    possiamo fare una bella scala su cosa è meno peggio. Era meno peggio Berlusconi che andava solo con la Lario rispetto al Berlusconi che partecipava alle orge.
    ‘ Credo che su problemi così delicati servirebbe una riflessione seria, anche da parte delle penitenzierie’

    Non anche, SOLO del penitenziere: la Chiesa ha già dettato le regole in maniera superchiara. Nel segreto del confessionale il penitenziere seguirà queste persone li aiuterà a trovare una via per essere sempre più in sintonia con la dottrina cattolica. Lui sì che potrà dire se formando una coppia stabile stanno facendo un cammino o no.
    Lasciamo stare manifestazioni pubbliche con frasi fuori luogo. Dire a qualcuno che è tutto OK, quando la Chiesa dice che non lo è, non è fare il suo bene. Digli le cose come stanno e il Signore accoglierà favorevolmente i suoi sforzi di tornare sulla retta via. Se non lo sa non si sforzerà nemmeno.

    La coppia stabile non sempre è migliore del singolo che cambia partner: chi in un certo momento non ha un compagno potrebbe decidere di cambiare vita (astinenza), cosa più difficile per chi invece ha un compagno con cui ha condiviso tanto della sua vita.

    30 Gennaio, 2017 - 19:33
  56. Enrico Usvelli

    Federico,
    concordo con te sulle scuse: che secondo lui le debba chiedere la Chiesa è chiaro.
    Se si chiede scusa per le offese gratuite (allontanare un omosessuale come fosse un pedofilo ad esempio) allora è tutto ok, se le scuse devono esserci per il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali stabili allora non ci siamo più.

    30 Gennaio, 2017 - 19:38
  57. Lorenzo Cuffini

    Nessuna intenzione di fare il difensore di chi , volendo, si saprebbe difendere di gran lunga da se e per tre.
    Ma ….Forse leggiamo due lettere diverse.
    Le scuse che sono state menzionate sono:
    “Scusa per le disattenzioni, scusa per la freddezza, scusa per le dimenticanze, scusa per tante cose.”
    Mi vorrebbe dire Enrico dove ha letto “scuse per il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali stabili?!!!!!”
    Questa è buona davvero

    30 Gennaio, 2017 - 19:43
  58. Andrea Salvi

    La Chiesa ha dato recentemente un giro di vite sulla ammissione ai seminari di persone con chiare tendenze omosessuali. Non saro’ politically correct ma questo orientamento mi trova d’accordo. Così come mi trova d’accordo che nella Chiesa non esiste matrimonio o parodia di esso tra persone dello stesso sesso. Le scuse sono giustificate solo se c’e’ stata una persecuzione degli omosessuali. Scusate se sono telegrafico. Questo è quello che penso. Che poi gli omosessuali non debbano essere emarginati nella Chiesa, questo è d’obbligo. Ma nel rispetto degli spazi a ciascuno affidati.

    30 Gennaio, 2017 - 20:00
  59. picchio

    Ricordiamo , Andrea, tanto per essere precisi, che nel documento sugli omosessuali e l’ammissione al seminario la Chiesa non ha detto gli omosessuali non possono essere ammessi in seminario.Se quello era il suo volere bastava scrivesse appunto ” chi è omosessuale non può entrare in seminario”. Invece in cosa consiste il documento? In un bel arzigogolare con tanti bei distinguo su omosessualità passeggera, tendenze radicate ( ci saranno anche tendenze poco radicate suppongo nella mente di chi ha concepito il documento..). Conseguenza di tutto questi distinguo è che la maggior parte deille diocesi continuano ad accettare seminaristi omosessuali.
    Sarebbe stato fare un torto anche ai tanti bravi sacerdoti e vescovi omosessuali che ci sono già stati. Pensiamo, ma voi siete giovani, per esempio ad Henri Nouwen, quanta gente ha aiutato come confessore, direttore spirituale, predicatore nei ritiri? Penso anche al parroco che ho conosciuto ed è stato molto vicino ai miei genitori in un momento difficile.

    Cristina vicquery

    30 Gennaio, 2017 - 20:23
  60. Federico Benedetti

    Si può essere misericordiosi e caritatevoli nei confronti delle coppie omosessuali senza creare scandalo e sconcerto nella comunità cattolica?

    30 Gennaio, 2017 - 20:30
  61. Victoria Boe

    Ha scritto il card. Martini: “Nel rapporto con l’omosessualità, nella Chiesa dobbiamo rimproverarci di essere stati spesso insensibili. Penso a un giovane che si sforzava di comprendere il proprio orientamento sessuale. Era in grande difficoltà. Non poteva parlarne con nessuno perché si vergognava. Sentiva che se avesse confessato le sue tendenze omosessuali, sarebbe stato emarginato. Questo giovane si è ammalato perché non lo abbiamo aiutato[ noi Chiesa]. Le depressioni lo hanno condotto da uno psichiatra, dal quale ha trovato un orecchio per ascoltarlo e incoraggiarlo.
    La Chiesa deve lavorare a una nuova cultura della sessualità e della relazione [ in senso più generale].
    Parole di un grande della Chiesa che guardava in faccia la realtà.

    Gentile sig. Usvelli, lei che non ha capito la questione “grazie o scusa”, ha capito ora il perché del “grazie” da parte di don Gianluca? Perché quella coppia con la sua “ostinazione” ha dato un segno ben preciso alla Chiesa affinché lavori per “una nuova cultura della sessualità e della relazione.”
    Cioè perché abbia un cuore più grande e meno legalista. Questa infatti è la Chiesa sognata, ovvero un’Istituzione che sappia DISCERNERE e non ponga paletti a chi ama, e si ama, davvero.

    Riprendo brevemente il discorso di due visitatori sul divieto di entrare in seminario per chi abbia “tendenze omosessuali”. Qualcuno saprebbe spiegarmene il senso ? Io non l’ho proprio capito ed anzi trovo che sia una ingiustizia bella e buona. Di più: questa sì la trovo una solenne mancanza di carità da parte della Madre Chiesa, che fa discriminazioni che non hanno ragione di esserci. Che c’entrano infatti le “tendenze” con la vita sacerdotale? Eppure, questo divieto esiste, scritto in un documento, neanche tanto recente, del Papa emerito. Quale peccato si vede in un uomo che abbia solo delle “tendenze”? Quale pericolo si intravede in un prete o religioso che abbia solo “tendenze” omosessuali, dal momento che costoro sono tenuti, per voto, alla verginità? Di che cosa si ha paura?
    Ma quante strane incongruenze!

    30 Gennaio, 2017 - 20:53
  62. Andrea Salvi

    Il documento e’ della Congregazione del clero e del 2016, mi risulta. Avrà avuto le sue ragioni. Ma preferisco astenemii da ulteriori commenti

    30 Gennaio, 2017 - 21:00
  63. LuigiMortari Fides

    Si può essere misericordiosi e caritatevoli nei confronti delle coppie omosessuali senza creare scandalo e sconcerto nella comunità cattolica?

    La misericordia e la carità sono da sempre motivo di scandalo e sconcerto; lo stesso sconcerto e scandalo che dava il Nazzareno frequentando peccatori, pubblicani, prostitute.

    Ma, senza dubbio, sono maggiormente scandalizzato e sconcertato da 29 gennaio 2017 @ 19:20; mi mancava questo dettaglio per completare il profilo del cattolicissimo autore.

    30 Gennaio, 2017 - 21:02
  64. Victoria Boe

    AMMISSIONE AL SACERDOZIO E OMOSESSUALITÀ

    CITTA’ DEL VATICANO, 29 NOV. 2005 (VIS). Oggi è stata pubblicata la “Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli Ordini Sacri”. Il Documento, datato 4 novembre, memoria di San Carlo Borromeo, Patrono dei Seminari, è firmato dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica e dall’Arcivescovo J. Michael Miller, C.S.B., Segretario della medesima Congregazione. Il 31 agosto scorso, il Santo Padre Benedetto XVI ha dato la sua approvazione all’Istruzione e ne ha disposto la pubblicazione.

    30 Gennaio, 2017 - 21:41
  65. picchio

    Come dice victoria è un documento del 2005 Andrea
    Cristina vicquery

    30 Gennaio, 2017 - 22:07
  66. Andrea Salvi

    Mi spiace contraddirvi: il documento Il dono della vocazione presbiterale della Congregazione per il clero è dell’ 8 dicembre 2016. Il papa emerito non era più papa in attività

    30 Gennaio, 2017 - 22:39
  67. Enrico Usvelli

    Lorenzo,
    mi sono sbagliato perché lui non dice nulla del genere. Ho scritto così nella fretta perché avevo in mente che Luigi Accattoli aveva scritto:
    ‘ Il secondo paragrafo nega la possibilità di analogie anche remote tra unioni gay e matrimonio, mentre la celebrazione di Torino quell’analogia l’accettava, o anche la segnalava’

    Ma in effetti sono cose diverse

    30 Gennaio, 2017 - 22:47
  68. Enrico Usvelli

    victoria

    facendo una facile ricerca in rete si trovano le motivazioni, che sono ben fondate. Non sono la rivalsa di qualche Papa contro un insegnate o un collega di seminario omosessuali.
    Sul grazie, immagino che la tua interpretazione sia corretta, ma mi lascia ugualmente a dir poco perplesso .

    30 Gennaio, 2017 - 23:00
  69. Andrea Salvi

    E mi riferisco ai punti 199, 200 e 201 del documento suddetto disponibile in rete e pubblicato sull’Osservatore Romano sotto il pontificato di papa Francesco.

    30 Gennaio, 2017 - 23:20
  70. Victoria Boe

    Andrea, guardi che io ho copiato e incollato. Non se n’è accorto?
    Andando più avanti nella lettura si leggono quei distinguo cui faceva riferimento Picchio.
    E comunque, la sostanza non cambia. La Chiesa ha fatto una spiacevole e ingiusta discriminazione che ha causato sofferenza a chi, pur avendo tendenze omosessuali, intendeva farsi prete per pura vocazione e per servizio verso Dio e verso i fratelli.
    Ho letto io, qualche anno fa , la lettera di un giovane che esprimeva dolore per essere stato rifiutato dalla Chiesa in seguito alla pubblicazione di quel documento.
    Questi sono fatti, non fantasia.
    Del resto, mesi fa le stesse cose affermate da me sono state dette, in TV, in una trasmissione seria( Otto e Mezzo) da un monsignore ( dal nome difficile) che aveva osato denunciare in pubblico la sua omosessualità e perciò era stato cacciato via.
    In quel caso però c’era anche la colpevole convivenza con un compagno, il che andava contro il precetto del celibato.
    Un prelato ( spesso invitato in TV a difendere le cause perse) che, con un falso sorriso di circostanza sulle labbra, faceva il contradditorio, sembrava non essere a conoscenza di quel documento. Scandaloso e impudente.
    Non si può restare indifferenti di fronte a tanta ignoranza.
    Davvero si può pensare che i fedeli, tutti i fedeli, siano sprovveduti? Molti sì lo sono, ma non tutti.
    Se manca la trasparenza in una Istituzione che si definisce “sacra”, di quale credibilità si può parlare?
    Proviamo a ragionare, per favore, senza andare, lancia in resta, a difendere l’indifendibile.

    31 Gennaio, 2017 - 0:25
  71. Victoria Boe

    C’è un nodo ineludibile e non controverso in tutta la faccenda.
    Non ha senso escludere dal sacerdozio un uomo con tendenze omosessuali, radicate o meno, dal momento che è prevista per i presbiteri tutti la verginità, che siano eterosessuali o omosessuali.
    A meno che sia già acquisito in partenza che è possibile, quasi scontato, che il voto di castità, o verginità che dir si voglia, venga infranto.
    Ma allora non sarebbe meglio cancellarlo? Si eviterebbero scandali a non finire.
    Nei primi tempi della storia della Chiesa i preti potevano sposarsi.
    Lo sanno tutti.

    31 Gennaio, 2017 - 0:44
  72. picchio

    andrea il papa francesco nel documento del 2016 cita il documento del 2005
    cristina vicquery

    31 Gennaio, 2017 - 8:15
  73. picchio

    più che citare riporta
    cristia vicquery

    31 Gennaio, 2017 - 8:16
  74. Andrea Salvi

    Riafferma quanto era stato detto. Non cita né riporta. Riafferma. Siamo a meno di 2 mesi fa. Puo’ non piacere. Ma questa è una altra questione.

    31 Gennaio, 2017 - 8:43
  75. picchio

    andrea
    ok riafferma, ma cosa cambia con il 2005? Come dicevo molto sopra se la chiesa non voleva preti omosessuali bastava un semplice “i seminaristi omosessuali NON DEVONO MAI essere accettati in seminario.” semplicissimo e chiarissimo, no?
    invece le direttive del 2005, riaffermate nel 2016 sono tutto un distinguo e lasciano aperte un mucchio di porte al discernimento caso per caso. Per questo motivo le direttive del 2005 sono interpretate in senso molto largo ( nel senso che continuano ad accettare ed ordinare preti omosessuali) da molti seminari e molti ordini religiosi,lo stesso continuerà a succedere con le riaffermazioni del 2016.
    cristina vicquery

    31 Gennaio, 2017 - 8:51
  76. Andrea Salvi

    I punti 199 200 e 201 non lasciano spazio a interpretazioni diverse. Sono molto chiare. Se poi qualcuno le ignora, questa è una altra questione. Non ti faccio un copia incolla altrimenti inteso il blog.

    31 Gennaio, 2017 - 9:01
  77. Lorenzo Cuffini

    Si domanda Federico:
    Si può essere misericordiosi e caritatevoli nei confronti delle coppie omosessuali senza creare scandalo e sconcerto nella comunità cattolica?
    🙂
    Non credo esista comunità piu’ facilmente incline allo sconcerto e allo scandalo, più che altro intesi come pubblico, anzi pubblicissimo stacciarsi di veste, della comunità cattolica.
    A volte ho l’impressione che invece di essere un gruppo di gente – senza suo merito alcuno scelta e chiamata direttamente da Cristo a essere il suo volto e la sua voce nel mondo, dandogli tutta quanta la propria vita – siamo un gruppo di bamboccioni e bamboccione calate in quel momento da Papalla, viziati, capricciosi, pieni di pretese e di fisime , continuamnete bsognosi di essere coccolati, vezzeggiati, tranquillizzati, lisciati nel verso giusto del pelo, rassicurati e iperprotetti.
    Quindi, a ben vedere, la risposta alla domanda di Federico, stanti così le cose, è un bel NO. A meno che non si intenda per l’essere misericordiosi e caritatevoli quel bel pateracchio fin qui seguito per cui a parole pie si riconosce la dignità della persona omosessuale ( salvo poi negarle persino la patente di persona, sostenendo- è stato fatto anche questo – che una “persona omosessuale” non esiste) e poi nei fatti accondiscendere benevolmente al busone, al frocio, alla recchia e a tutte le altre piacevolezze che tutti conosciamo, pratichiamo o tolleriamo….

    31 Gennaio, 2017 - 9:27
  78. Federico Benedetti

    80 commenti suggeriscono che è stato affrontato un tema PROBLEMATICO E DIVISIVO, che dovremmo approcciare con maggiore rispetto per tutte le posizioni, senza dare per scontato che la nostra sia l’UNICA sostenibile.
    Ci aiuterebbe avere dei pastori che su questo tema avessero il coraggio di assumere una posizione chiara e inequivocabile.
    Purtroppo, e in tutta evidenza, non è più così da un paio d’anni.

    31 Gennaio, 2017 - 9:28
  79. maria cristina venturi

    chiedo scusa sinceramente alle pie e pudiche orecchie di molti di questo blog che preferiscono non pensare o sorvolare sulla realtà concreta dei rapporti fisici che sottidendende l’esperienza omosessuale.

    Vi prego di leggere questa bellissima Confessione Ambrosiana di Aldo Maria Valli, degna delle Operette morali di Leopardi.
    Non c’è alcun bisogno, me ne rendo ora conto, di toni sdegnati. Basta l’ironia per mostrare tutto il ridicolo di certe posizioni.

    http://www.aldomariavalli.it/2017/01/29/confessione-ambrosiana/

    31 Gennaio, 2017 - 9:31
  80. Federico Benedetti

    Da parte mia vorrei sostenere con convinzioni le posizioni della Chiesa Cattolica, ma a questo punto quali sono?
    Capisco le esigenze pastorali, ma vedo anche troppa confusione…

    31 Gennaio, 2017 - 9:34
  81. Clodine-Claudia Leo

    Non c’è persona più tentata del presbitero, carissimo Federico, per questo c’è molta resistenza rispetto al tema…Lo Spirito Santo , almeno da quello che la Chiesa insegna, parla in via ordinaria attraverso i presbiteri. E qui, dobbiamo essere tutti un po’ più sinceri e molto meno ipocriti: quanti scandali nella Chiesa ci vengono dai presbiteri, quanti… Dovremmo essere ciechi per non vedere, o sordi per non capire la gravità del peccato ministeriale che avviene in moltissimi modi e non soltanto rispetto ai preti gay che si vedono ovunque, basta fare una passeggiata nei pressi del Vaticano per rendersene conto. E’ proprio dal peccato ministeriale, per scandalo e per mille altre forme che scaturisce, dilaga il peccato di tutti quelli che al ministero sono soggetti.
    Sapete che penso -Parafrasando Mosé-? Che se un Papa, un Vescovo, un parroco vuole male al suo popolo, alla porzione di gregge a lui affidato, non deve né ucciderlo, ne parlare male né fare alcunché. Basta uno scandalo, un qualcosa che va contro la parola del Signore e subito tutto il popolo è in balia della morte…ricordate Aronne? Il suo peccato ministeriale?…Ecco..tutti i peccati del popolo il Signore glie li attribuì…
    Perciò, è giusto che la Chiesa sia prudente..e vigili in tal senso…

    31 Gennaio, 2017 - 9:49
  82. Lorenzo Cuffini

    Comunque, lasciando stare i miei pareri personali che valgono un fico, e bello secco, mi sentirei di rassicurare tutti gli sconcertati e scandalizzati nei loro turbamenti.
    Qui non si tratta di una iniziativa spot condotta da un bizzarro prete che si muova da battitore libero improvvisandosi là per là paladino degli omosessuali….il bello della questione è che il soggetto è da anni incaricato, anzi delegato direttamente dal suo Vescovo , alla cura pastorale delle persone omosessuali, e non è il primo, essendo che nella sua diocesi, questa impostazione è di lunga data, e ormai consolidata. E che non è certo la sola diocesi in cui questo accade.
    Quindi le sue esternazioni non sono il commento su un blog, un tweet, o una trombonata come le mie. Sono dette da chi, istituzionalmente, in quel momento parla ricoprendo un ruolo che la Chiesa stessa , secondo ogni crisma della regolarità, gli ha assegnato.
    La conseguenza è che, a differenza mia e nostra, che per esempio qua sopra andiamo a ruota libera, giocando magari a fare i teologi, gli inquisitori, i vesvovini, i cardinaletti, i papotti e le papesse, completamente GRATIS, senza che nessuno ci chiami a rispondere delle peggio scemate che possiamo sparare a titolo personale ( e quando anche qualcuno lo facesse, ce ne possiamo bellamente infischiare facendo spallucce), il prete di cui si parla ha un ruolo preciso, una funzione specifica, un superiore diretto, un Vescovo che lo delega….insomma ha LA CHIESA che veglia, vaglia, controlla e garantisce.
    Dunque, le viole mammole pudibonde e sconvolte dal rossore, o i furenti savonarola che gridano alrogoalrogo, si diano una calmata. Prendano carta , penna e calamaio, o tastiera e video, e incanalino indicibili turbamenti e sdegnate intemerate al Vescovo di Torino. Rimettendosi completamente a lui. Se poi, come ormai è invalso l’uso, costoro della Chiesa se ne fottono, sostituendola con le proprie quattro ideuzze da due lire, e dicendo ” questa è la vera verità”, beh, cavoli staramari e tutti loro.
    E’ la Chiesa Cattolica, bellezza.
    Non il polverone starnazzante del cattoweb .
    🙂

    31 Gennaio, 2017 - 9:50
  83. Clodine-Claudia Leo

    La falsa profezia, caro Cuffini scoraggia il giusto e incoraggia l’empio.
    Paolo VI, caro Cuffini appena cinque anni dopo il concilio, percepì l’insorgere di una teologia del pensiero mondano e lo denunciò con immensa forza. Ha nulla servirono i decreti, le lettere, i cudicilli postumi per rimettere un tantino nei binari un treno che deragliava senza possibilità di frenarne la velocità, e sta finendo per schiantarsi…
    Così parlava :

    ” La condizione presente della fede esige, da parte di noi tutti un maggiore sforzo perché tale parola nella sua pienezza, giunga ai nostri contemporanei e le opere compiute da Dio siano ad essi mostrate senza alcuna adulterazione, con tutta la verità che salva(Cfr2 Thess. 2,10). Infatti […] ecco che molti fedeli sono turbati nella loro fede da un cumulo di ambiguità, d’incertezze e di dubbi che la toccano in quel che essa ha di ESSENZIALE. ..(Paolo VI, Esort. Ap. Quinuqe iam anni 8 dicembre 1970..nel contesto tocca il tema del matrimonio e molto altro…) E ancora così parlava ai Vescovi:
    ” nell’attuale crisi che investe il linguaggio e il pensiero, spetta a ciuscun Vescovo..curare attentamente affinché non tradisca mai la verità e la continuità della dottrina della fede. Bisogna vigilare affinché una scelta arbitraria non coarti il disegno di Dio entro le nostre UMANE VEDUTE…e non limiti l’annuncio dalla sua Parola a quel che le nostre orecchie amano ascoltare, escludendo, secondo criteri puramente naturali quel che non è di gradimento ai gusti odierni (Paolo VI, Esort. Ap iam anni 8 dicembre 1970)

    Quando la Chiesa cattolica inizia a giocare con il peccato, smette di predicare il Vangelo, si vergogna della parola di Cristo, quando afferma che l’inferno è vuoto e che la misericordia di Dio abbraccerà tutti incondizionamente, quando si veicola una falsa profezia -parole che non solo non generano salvezza ma crischiano di uccdidere la fede di quanti quella salvezza la cercano- allora, il cattolico deve chiedere aiuto allo Spirito Santo e non bearsi alla carlona solo perché dove la “barca va baciccia”, come diciamo noi romani. E’ chiaro….e adesso puoi anche coprirmi d’insulti come è tuo solito. Ho le spalle grosse il Colui che amo!

    31 Gennaio, 2017 - 10:21
  84. Clodine-Claudia Leo

    @corrige refuso “A nulla servirono ecc…” …quando non si fa il copia incolla gli errori di distrazione e digitazione sono all’ordine …

    31 Gennaio, 2017 - 10:25
  85. picchio

    Andrea, li conosco già , come li conoscono, i vescovi e i superiori generali ,i punti 199 200 e 201, il punto è però che per non lasciare spazio a nessuna interpretazione la Chiesa doveva semplicemente proibire, e bastavano due righe , del tutto l’ammissione in seminario dei candidati omosessuali. Allora nessuna interpretazione sarebbe stata possibile. Discorso chiuso, punto. Ma questa cosa la Chiesa si è ben guardata dal farla, è la Chiesa stessa che ha lasciato la porta aperta alle interpretazioni. D’altra parte come avrebbe potuto farlo con tanti bravi preti, vescovi omosessuali che ci sono stati?
    cristina vicquery

    31 Gennaio, 2017 - 10:31
  86. Lorenzo Cuffini

    Oh ma che bello.
    Claudi Floris Leo, sulla base di non si sa che autorità, certamente nulla, ha appena proclamato che bisogna fottersene di quello che dice la Chiesa e seguire ” lo Spirito Santo”….
    Clap clap clap.
    Da pattume , diretto.
    A meno che non mi porti un papiro con la pericope in cui si dice che quello che Claudia Flori Leo lega o sciogli in terra sarà sciolto anche in cielo, io mi attendo alla vecchia regola tradizionale, e della Chiesa mi fido, eccome,
    Altro che ” alla carlona”. Altro che false profezie.
    Per ascoltare cosa? Le profetesse autoproclamatesi sul webcampo?
    Uahuahuahuah

    31 Gennaio, 2017 - 10:37
  87. Clodine-Claudia Leo

    Non sa quanto mi fanno arrivare in cielo le sue tirate…straordinariamente felice, al settimo cielo direi!

    31 Gennaio, 2017 - 10:42
  88. Clodine-Claudia Leo

    Grazie, Grazie, Grazie…vuol dire che sto camminando, non bene, benone!

    31 Gennaio, 2017 - 11:09
  89. Lorenzo Cuffini

    🙂 🙂
    Toh, guarda.
    Dalla autoproclamazione a Teologa, a quella a Profetessa, a quella a Granda INquisitora, a quella a Papessa…..e siamo arrivati alla autosantificazione.
    Il prossimo passo è autoproclamarsi Dio, e ce ne sono già gli evidenti segni.

    31 Gennaio, 2017 - 12:54
  90. Clodine-Claudia Leo

    Bene, perfetto, continui continui…goduria celestiale, estasi… quasi orgasmica…

    31 Gennaio, 2017 - 14:02
  91. Lorenzo Cuffini

    🙂 🙂 🙂
    eccone un’altra che vira sulle luci rosse.
    🙂 🙂 🙂

    31 Gennaio, 2017 - 14:33
  92. Lorenzo Cuffini

    Nel frattempo, dopo che Claudia Floris Leo ha menato il can per l’aia per due giorni con considerazioni assortite da bar sporteologico, le ricordo il tema, il significato e il senso del post di partenza, e il fatto che stiamo attendendo un elenco dettagliato dei punti citati dal Luigi Accattoli in cui lei ha ravvisato, come denunciato con piglio severo, “mancanza di onestà e virtù”.
    Vendere aria fritta va bene, ma poi delle proprie parole bisognerà ben rendere conto.
    Dunque?

    31 Gennaio, 2017 - 14:38
  93. LuigiMortari Fides

    Beh, direi, Cuffini, che abbiamo capito e che possiamo anche terminare questo spettacolo.

    31 Gennaio, 2017 - 15:52
  94. Lorenzo Cuffini

    Yes,terminiamolo pure.
    Ma le domande non scadono, quindi attendono e attenderanno risposta.
    🙂

    31 Gennaio, 2017 - 16:15
  95. Lorenzo Cuffini

    Per tornare allo spirito del post, dopo tanta ciarla anche colpevolmente mia 🙂
    una risposta sull’argomento ” Chiesa accogliente”, dall’intervista di Repubblica:

    “Prima di essere giudicate le persone dovrebbero essere ascoltate. È importante che chi si presenta in una parrocchia abbia il diritto di essere accolto per quello che è. Per questo, nel rispetto del magistero della Chiesa c’è la necessità di interrogarsi, e di non far finta di niente. Secondo una logica missionaria, la stessa che ci insegna papa Francesco, vanno cercate nuove strade”.

    1 Febbraio, 2017 - 12:00
  96. Lorenzo Cuffini

    Per completezza di informazione, riporto la presa di posizione ufficiale dell’Arcivescovo di Torino in merito al fatto di cui si parla in questo post.
    ************************************************************
    Quel clamore attorno a un funerale ( dal giornale diocesano)
    Mons. Cesare Nosiglia risponde ai messaggi dei fedeli sul tema delle persone omosessuali.

    Molte lettere sono giunte alla Redazione del settimanale diocesano «La Voce E il Tempo» e all’Arcivescovo mons. Nosiglia sul tema delle persone omosessuali nella comunità cristiana, sollevato la scorsa settimana dai quotidiani torinesi. Il giornale ne ha pubblicata una, che chiede chiarimenti sul pensiero della Chiesa. La risposta dell’Arcivescovo intende rivolgersi a tutti coloro che hanno fatto pervenire messaggi.
    ___________
    “Caro Vescovo Cesare, ho notato la grande enfasi che i quotidiani torinesi di domenica scorsa hanno dedicato ai funerali di un anziano, nella parrocchia di Santa Rita. Se ho ben capito la «notizia» consisteva nel fatto che il defunto è stato uno dei primi omosessuali ad essere ammesso nel registro delle «unioni civili», nei mesi scorsi.
    Invece titoli e articoli si sono dedicati a commentare le «scuse» che la Chiesa dovrebbe fare a queste persone, per la discriminazione e l’emarginazione cui le ha condannate in questi anni (si parla, negli articoli, di scuse, ma forse il sacerdote che ha celebrato ha solo detto che li si dovrebbe «ringraziare»).
    So bene che la nostra epoca è segnata dal clamore delle «minoranze», e che il principale «diritto» che ciascuna di esse rivendica è quello (legittimo) di essere ascoltati e riconosciuti. Ma non posso togliermi di dosso l’impressione che – siano i giornalisti, i loro padroni editori o le minoranze stesse – ormai la cronaca sia diventata un inseguirsi di rivendicazioni, in cui tutti esigono scuse da qualcun altro o da tutti gli altri (e prima di tutto dalla Chiesa, naturalmente!).
    Ho il massimo rispetto del dolore per la morte di una persona cara: ma quanti sono i padri e le madri di famiglia, i nonni che muoiono ogni giorno, dopo esistenze condotte nel silenzio e nella dignità? Quante sono le persone che passano la vita a cercare di amarsi e rispettarsi, senza sentire il bisogno di fi nire sui giornali? E ancora: i processi si celebrano nei tribunali, e i peccati si assolvono in Chiesa – non in tv o sui social. O forse anche qui le regole sono cambiate e non me ne sono accorta?
    Antonella CORRADI”
    :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
    “Cara Signora Antonella, le regole non sono cambiate. Ma comprendo in pieno le ragioni del suo disagio, che è di tanti e non solo fra i fedeli. Il matrimonio rimane un sacramento; i funerali continuano ad essere momenti in cui la comunità cristiana si riunisce per pregare, celebrare la fede nel Signore morto e risorto, e non per fare comizi (né, tanto meno, per dare occasione che i comizi li faccia qualcun altro). Viviamo immersi in una strumentalizzazione mediatica che ci sta sempre più stretta perché, invece di aiutarci a ragionare, mette in un solo calderone emozioni e sentimenti, norme di legge e vita di fede. E che ci serve ogni giorno sempre lo stesso piatto: una polemica in salsa rosa piccante, in cui rischia di esserci di tutto meno che la corretta informazione sui fatti avvenuti e le parole pronunciate.

    Lei ha ragione nel sottolineare che don Gian Luca Carrega – come si evince dalla sua Omelia – non ha detto quanto i giornali polemicamente hanno riportato, frasi di condanna della Chiesa, di necessità che chieda scusa o contro questo o quel rappresentante della gerarchia. Ha espresso invece gratitudine ai cristiani presenti, anche omossessuali, per il loro desiderio di vivere la fede nella Chiesa.

    Nel nostro tempo la Chiesa sta compiendo grandi sforzi per individuare e perseguire cammini di ascolto, accoglienza, discernimento e accompagnamento spirituale, con le persone omosessuali che desiderano approfondire la loro situazione alla luce della fede. Queste esperienze, pur con tutte le fatiche e contraddizioni, sono in atto da tempo anche nella nostra diocesi di Torino, e il magistero di papa Francesco ha indubbiamente dato una forte spinta affinché le comunità cristiane prendano seriamente in carico anche questo tema. È tuttavia doveroso che il dialogo e l’incontro si svolgano nella verità del confronto con la Parola di Dio e con il Magistero della Chiesa.

    Il recente Sinodo dei vescovi e la Lettera apostolica «Amoris Laetitia» del Papa hanno ribadito che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia composta di uomo e donna e dei loro fi gli, centro e motore della società.

    L‘«Amoris Laetitia» afferma anche che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e in particolare ogni forma di aggressione e violenza. Per cui occorre un sereno accompagnamento affinché coloro che manifestano la tendenza omossessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita. Entrambe le vie sono quelle che la Chiesa di Torino intende percorrere. Personalmente credo che queste due vie complementari realizzino il motto del mio episcopato: la Carità gode nello stare insieme alla verità; e la verità gode nello stare insieme alla Carità.

    Per questo a coloro che hanno manifestato la loro giusta riprovazione e rincrescimento circa quanto i giornali hanno riferito del funerale di sabato scorso, dico: la Chiesa di Torino continuerà a sostenere in ogni modo l’istituto del matrimonio e ad annunciare il vangelo della famiglia secondo quanto la Parola di Dio e il Magistero ci indicano, in continuità con la tradizione bimillenaria della Chiesa.

    A coloro che invece si sono rallegrati della apertura della Chiesa verso le persone omossessuali dico: la Chiesa di Torino continuerà a promuovere con saggezza ed equilibrio i suoi percorsi di accoglienza e di accompagnamento per le persone omossessuali che lo desiderano, ma anche per ogni altra persona che vive situazioni particolari di vita coniugale come sono i separati, conviventi, divorziati e divorziati risposati e tante famiglie e singoli che subiscono condizioni di povertà o ingiuste disuguaglianze sul piano sociale, per non escludere nessuno e sostenere tutti sulla via del Vangelo, all’incontro con il Signore, e sperimentare la tenerezza materna della Chiesa, a cui ci ha invitato con forza papa Francesco nella sua visita tra noi.”

    Mons. Cesare NOSIGLIA
    Arcivescovo di Torino
    (Testo tratto da «La Voce E il Tempo» del 5 febbraio 2017)

    2 Febbraio, 2017 - 18:22
  97. Victoria Boe

    Le parole del vescovo di Torino sono in linea con quanto dice da diversi anni la Chiesa. Non poteva essere altrimenti, del resto.
    “Accoglienza, rispetto della dignità delle persone” e via discorrendo. È il minimo che si possa fare, direi.
    Quel che continua a lasciarmi perplessa è quanto si evince da queste altre parole dello stesso vescovo:” Per cui occorre un sereno accompagnamento affinché coloro che manifestano la tendenza omossessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita.” Sono parole, queste, generiche e inutili, a mio avviso. Dimostrano una volta di più che non si è compresa la diversità degli omosessuali. O, quantomeno, che si vuol tenere il piede in due staffe.
    Si fa appello alla Carità senza però conoscere–ri-conoscere– la verità. Ovvero, che l’ affettività omosessuale, quando fa parte della biologia intima di un essere umano, è un dato di fatto certo, che non ha bisogno né di aiuti né di alcun “accompagnamento”. Perchè in natura ci sono varianti rispetto alla fisiologìa normale, e tali varianti vanno riconosciute e accettate da tutti, senza vedere adombrata in quella della sfera sessuale una malattia o una perversione o un comportamento immorale per cui c’è bisogno di aiuto al fine di realizzare la volontà di Dio. In questo caso quale sarebbe la volontà di Dio? Sarebbe forse quella della Chiesa? A me sinceramente pare di no.
    C’è ancora molta, moltissima, strada da fare su questo versante.

    2 Febbraio, 2017 - 20:56
  98. Lorenzo Cuffini

    Ma io non l’intenderei così, Victoria, la storia dell’accompagnamento.
    Io credo che tutti quanti abbiamo bisogno di accompagnamento da parte della Chiesa: non in quanto omo o etero, ma in quanto cristiani peccatori dal primo all’ultimo della lista. In particolare è vero che l’espressione che tu segnali “affinché coloro che manifestano la tendenza omossessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita” rischia di essere un poco un contenitore che vuol dire tutto e niente….ma è anche vero che è la stessa che viene utilizzata, mutate mutandis, per le coppie di fidanzati, per esempio, chiamati anch’essi a interrogarsi su come comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita, o per gli “aspiranti” religiosi.
    Ora: io non mi sono sentito, ai miei tempi, urtato perché la Chiesa cercasse di accompagnarmi in un corso prematrimoniale…..Qui non è questo certamente il caso, ma un accompagnamento è e resta un accompagnamento. Non ci vedo un giudizio intrinseco a prescindere.

    2 Febbraio, 2017 - 22:05
  99. Victoria Boe

    In parte hai ragione, Lorenzo. Io però ho circoscritto le mie riserve all’atteggiamento nei confronti degli omosessuali.
    L’accoglienza, l’accompagnamento, sono positivissimi sempre.
    Ma se io Chiesa sento di dover “accompagnare” gli omosessuali verso la consapevolezza della volontà di Dio ( che poi chi può dire quale sia veramente?), significa che qualche remora ce l’ho nei loro confronti.
    Diverso è il caso dei corsi prematrimoniali indirizzati a far conoscere ai fidanzati il senso vero del matrimonio e i suoi ineludibili valori. Servono a far aprire bene gli occhi su un passo fondamentale della vita.

    2 Febbraio, 2017 - 22:58
  100. LuigiMortari Fides

    Caro Lorenzo; è il Catechismo stesso che al punto 2357 afferma:

    Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

    E’ tutto chiaro, senza possibilità alcuna di fraintendimento.
    Concordo dunque con Victoria Boe sul fatto che ci sia moltissima strada da percorrere.

    3 Febbraio, 2017 - 18:24
  101. Stefano Saffioto

    Accattoli ha letto la risposta dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, a tutte le lettere pervenute dopo queste presunte affermazioni di don Gian Luca Carrega?

    L’Arcivescovo ne ha smentite una buona parte, e ha saggiamente confermato quanto la Chiesa ha sempre affermato circa la cura e la carità che si devono usare nei confronti delle persone omosessuali, senza pregiudizi, ma anche senza inganni (come alcuni presunti diritti, che altro non sono se non desideri velleitari). Riporto il passo in cui l’Arcivescovo chiarisce bene che don Carrega non ha mai chiesto scusa per qualcosa che la Chiesa non ha mai commesso:

    «don Gian Luca Carrega – come si evince dalla sua Omelia – non ha detto quanto i giornali polemicamente hanno riportato, frasi di condanna della Chiesa, di necessità che chieda scusa o contro questo o quel rappresentante della gerarchia. Ha espresso invece gratitudine ai cristiani presenti, anche omossessuali, per il loro desiderio di vivere la fede nella Chiesa.»

    Fonte: sito della Diocesi di Torino

    4 Febbraio, 2017 - 15:31
  102. Luigi Accattoli

    Caro Stefano Saffiotto benvenuto nel blog. La ringrazio della segnalazione, che era già venuta da altro visitatore (veda cinque commenti indietro).

    4 Febbraio, 2017 - 17:13
  103. Stefano Saffioto

    @Luigi Accattoli:

    Se l’aveva già letta perché non ha riportato nel messaggio iniziale l’Aggiornamento con la smentita del Vescovo ordinario? Da una rapida scorsa ai suoi messaggi ho visto che in passato l’ha fatto per altri temi.

    Di confusione ce n’è già troppa…

    Buona serata!

    4 Febbraio, 2017 - 19:00
  104. Lorenzo Cuffini

    Mi permetto di indicare a Stefano Saffiotto che le parole del Vescovo Cesare Nosiglia, che peraltro avevo riportato io appena uscite in versione completa, non presentano nessuna “smentita” rispetto a quello riportato nel suo post da Accattoli.
    Pertanto non mi pare che, rispetto a quanto scritto nel post, ci fosse bisogno di alcun aggiornamento.
    Le parole del vescovo sono riferite a tutta la nutrita schiera di gente che ha polemizzato sul fatto, alla confusione generata da qualche titolo fuori misura, ma non mi pare c’entrino con quanto riportato da Luigi. Il quale, va riconosciuto senza alcuna fatica, con il suo post e con i suoi commenti successivi, non ha fatto né contribuito a creare alcuna confusione.

    5 Febbraio, 2017 - 1:12
  105. Stefano Saffioto

    Mi permetto a mia volta di far osservare a Lorenzo Cuffini che la sua obiezione non regge, nel senso che le parole di Accattoli sono inequivocabili:

    Il secondo paragrafo [della Amoris Lætitia] nega la possibilità di analogie anche remote tra unioni gay e matrimonio, mentre la celebrazione di Torino quell’analogia l’accettava, o anche la segnalava

    E questo è falso! Come ha dimostrato il Vescovo di Torino, che non ha minimamente sposato la tesi degli articolisti citati da Accattoli.

    Quanto alla parzialità della citazione, se nota ho inserito un link in calce con l’intero messaggio di Mons. Nosiglia, essendo il resto irrilevante per la tesi sostenuta dagli articolisti, tesi che interrogava Accattoli.

    5 Febbraio, 2017 - 23:11

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