Ho civettato con una civetta colossale

Ho visto gli esami sull’erba alla Sapienza e ho civettato con la “Civetta colossale” dell’Acropoli nel Museo dell’Arte Classica della Facoltà di Lettere. Si laurea una figlia con Luca Serianni il grammatico e le due ore di attesa scatenano i miei ricordi di studente alla Sapienza. Scopro la protesta degli esami sull’erba contro i tagli del Governo e rivedo dopo tanto i milleduecento gessi del Museo che è alloggiato nel seminterrato di Lettere e Filosofia, vasto quanto un quartiere. Con una novità alla quale batto le mani: tra le statue che affollano corridoi e aule sono state ricavate venti “isole” di vaste tavolate dove si fermano a studiare un’ottantina di ragazzi. Mi sono goduto lo spettacolo della fresca gioventù che sfoglia libri tra il Giovane di Mozia e il Trono Ludovisi, la Kore di Antenore e il Doriforo da Pompei. Più di ogni altro gesso ho guardato quelli che riproducono “Il fregio con galli e colombe da Xanthos” e due volte ho fatto il giro del quadrilatero per spiare all’angolo di destra la “Civetta colossale” dell’Acropoli di Atene se mai battesse ciglio. Ma sempre tornavo agli studenti tra il popolo delle statue. Poche volte ho visto qualcosa di più bello.

13 Comments

  1. Leonardo

    Sul fatto che gli studenti siano belli, dipende. Ma che lo studio imbellisca non c’è dubbio. C’è già bellezza, nello sforzo di capire, nella concentrazione, nell’attenzione che spazza via, almeno in parte, l’ebetudine consueta.
    Assorta nella lettura, anche la più sciamannata si ricompone naturalmente e acquista un inconsapevole decoro. Una bella ragazza che studia, poi, diventa subito bellissima. (Anche perché, mentre studia e finché studia, si scorda di essere bella e già questo la rende bellissima).

    13 Luglio, 2010 - 8:08
  2. Marcello

    Anch’io ho studiato alla “Gipsoteca” (così si chiama) della Sapienza! Che commozione!
    Non molto, perché preferivo le sale delle biblioteche più accoglienti (quelle che non ti buttavano fuori se entravi con “libri propri”) e luminose (tipo quella di Filologia Classica o quella di Archeologia Medioevale); mentre molti miei colleghi studiavano nella accoglientissima (ma buia e lontana) cripta della Cappella Universitaria.

    Sulla bellezza non so che dire. Io sono stato (e sono) bellissimo.

    Congratulazioni per la laurea!

    13 Luglio, 2010 - 8:27
  3. ho seguito anch’io storia della lingua italiana con luca serianni. ricordo che ogni lezione finiva con un applauso spontaneo degli studenti. ricordo qualcosa di simile solo per un altro professore, morto purtroppo da qualche anno: mario petrucciani, insegnava letteratura italiana del 900, era stato allievo ed amico di ungaretti, quando leggeva le sue poesie in aula sembrava una liturgia della parola, silenzio e pelle d’oca.

    sulla bellezza di marcello posso testimoniare che a benevento le fanciulle ancora piangono la sua partenza….

    13 Luglio, 2010 - 9:11
  4. Marcello

    Di Benevento è mio padre, Alessandro. E’ una città bellissima (arte, archeologia, vini e torroni), ma ci sono stato solo per brevissime visite (purtroppo).

    Ti sono, comunque, grato per l’appoggio. Il tuo IBAN è sempre uguale?

    13 Luglio, 2010 - 9:23
  5. come la squadra del cuore, l’iban non si cambia :))) un abbraccio, marcello

    13 Luglio, 2010 - 10:07
  6. antonella lignani

    Anche all’Università di Perugia c’era una gipsoteca, con l’Apoxiomenos di Lisippo e il Laocoonte. Il prof. Filippo Magi ce le faceva illustrare a turno; a noi ragazze diceva: “Mi compiaccio, signorina”, mentre bersagliava di critiche i pochissimi ragazzi presenti. Mi fa sempre piacere rivedere questi gessi, mi sembra che si ricordino di noi.

    13 Luglio, 2010 - 12:59
  7. Francesco73

    Leggo che è morto Giuseppe De Carli.
    Dispiacere grande.

    13 Luglio, 2010 - 13:06
  8. Clodine

    Mi associo a Francesco73…non potevo crederci…

    13 Luglio, 2010 - 13:40
  9. tonizzo

    Oggi è stata una giornata brutta per me. Conoscevo Giuseppe De Carli da quattro anni e spesso l’ho intervistato. Non sto qui a parlare del professionista, c’è gente che è in grado di farlo molto meglio di me, posso dire però di averlo apprezzato come uomo.

    Penso che Giuseppe sia stato un autentico cristiano. Una persona di grande bontà e onestà intellettuale. Un giornalista che ha fatto il suo dovere sempre e comunque, senza fare show e senza clamore. E’ stato umilmente al suo posto guadagnandosi la stima e il rispetto credo di tutte le persone che hanno avuto a che fare con lui.

    Per me è morto un amico. Alla fine dell’anno scorso, quando avevo quasi deciso di abbandonare la professione, mi scrisse una mail d’incoraggiamento. L’ho ringraziato allora e lo ringrazio adesso, di nuovo, pubblicamente. Mi ha scritto anche quando mi sono sposato. Non sapevo stesse male.

    Giuseppe è stato a volte forse un po’ messo da parte in Rai a favore di altre “firme” che di Vaticano non ne capivano quanto lui ma facevano showbusiness. Lui invece faceva il giornalista. Non gli ho mai sentito dire una cattiva parola nei confronti di nessuno. E ha servito la Chiesa e la sua azienda con dignità.

    Prego Dio che gli dia il Paradiso e che lo accolga subito nel Suo abbraccio. Arrivederci Giuseppe, un abbraccio da parte mia ovunque tu possa essere adesso.

    13 Luglio, 2010 - 18:27
  10. roberto 55

    Non lo conoscevo, se non attraverso le sue gradevolissime “telecronache”, e non sapevo, perciò, che stesse male: mi spiace proprio.
    Ti senti, Luigi, di ricordarlo qui ?
    Grazie.

    A domani.

    Roberto 55

    13 Luglio, 2010 - 20:50
  11. fiorenza

    Torniamo, per un momento, alla Sapienza e alla civetta (posso, Roberto?):
    “Poche volte ho visto qualcosa di più bello”. Difficile davvero vedere qualcosa di più bello di ragazzi che studiano “tra il Giovane di Mozia e il Trono Ludovisi…”. E anche i ragazzi del Liceo di Ferrara erano belli, tra gli ulivi: sempre nel segno di Atena.
    Non c’è dubbio, dici bene Leonardo, “che lo studio imbellisca”. Ma forse è vedere la bellezza intorno a noi che “spazza via l’ebetudine consueta” e spinge a studiare. E a imbellirsi.

    13 Luglio, 2010 - 21:32
  12. Congratulazioni a sua figlia per la Laurea, doppie se con lode.
    Studiare è bello, essere numeri uno pure, se con umiltà allora lì si raggiunge davvero il massimo. Come lo è studiare per mettere al servizio degli altri la nostra bravura, le nostre competenze e capacità.
    Lo “studio” che invece crea solo ricchezza economica per se stessi… “abbruttisce”.

    14 Luglio, 2010 - 16:58
  13. roberto 55

    Fiorenza, tu “puoi” sempre, e (come direbbe Totò) “a prescindere” ! Tra l’altro, e scherzi a parte, concordo con te e con Leo che studiare è bello ed abbellisce.
    CONGRATULAZIONI A TUA FIGLIA, LUIGI !

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    14 Luglio, 2010 - 20:54

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