L’olifante di Bobbio e quello di Tolkien

Come immaginavano l’elefante i pittori del Medioevo che non l’avevano mai visto? Un elefante di fantasia – somigliante a un cavallo con una gran tromba per proboscide – l’avevo trovato all’inizio di agosto nel chiostro della cattedrale di Bressanone e ne ho visto oggi un altro nella cripta della Basilica di San Colombano a Bobbio, che ha meno proboscide e pare piuttosto un formichiere gigante: perché sono passato dalla Romea alla Francigena (vedi post del 14 agosto) con un lungo trasferimento autostradale e l’abbazia di Bobbio, nella valle della Trebbia, è la prima tappa di questo secondo tempo della mia vacanza. Il mosaico illustra la storia dei Maccabei e mette in scena anche l’episodio di Eleazar che affronta il re nemico: “Egli s’introdusse sotto l’elefante, lo infilò con la spada e lo uccise; quello cadde sopra di lui ed Eleazar morì” (1 Maccabei 6, 43-46). Il mosaicista fa del suo meglio ma non dà all’elefante le giuste orecchie e le zanne e la quattro zampe che riempiono lo spazio sotto la groppa. Eppure per questa valle mille anni prima era passato Annibale con i suoi elefanti da combattimento: ma di questo parleremo domani. Al momento mi perdo a sognare che cosa immaginasse il cantore della Canzone d’Orlando quando metteva in bocca al paladino l’Olifante e mi seduce la fantasia di Tolkien che nel Signore degli Anelli descrive un mostro che chiama Olifante, simile ma non uguale all’elefante, segnalandolo con le emozioni che provoca in stirpi che il vero elefante mai l’avevano conosciuto. C’è questo fatto da accettare: l’umanità da sempre sogna l’elefante come sogna il drago. Il sogno dell’elefante era ed è alimentato da periodiche apparizioni di veri elefanti, mentre quello del drago si alimentava da solo.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Da Giuseppe Cangale ricevo questo messaggio:
    Tra i commenti al post “Dias sei un apologist o un apologiser” del 23 luglio ve n’è uno che pone questa domanda:”Qualcuno di voi sta seguendo il telefilm “I Tudors”? nella scorsa puntata hanno fatto dire a Tommaso Moro “il morbo del luteranismo” e poi che Lutero e compagnia andavano bruciati (parlando con una figlia, fa un paragone con le case in cui fosse entrata una grave pestilenza, per cui a quei tempi uno dei pochi rimedi era bruciare tutto). Mi sono chiesto se davvero possa aver detto una frase simile “morbo del luteranismo” (e anche se Lutero andasse bruciato..) o piuttosto se non sia una distorsione da parte della produzione”. Lei signor Accattoli risponde che ognuno la storia la legge dalla sua visuale ideologica. Mi permetto di informarla che in questo caso non si tratta di ideologia, bensì di vera e propria falsità storica. Ho cercato di inviare qualcosa all’Avvenire, ma quei signori hanno altre cose per la testa. Comunque se può interessarla troverà tutte le informazioni necessarie sull’argomento pubblicate in prima pagina sul sito che la nostra “Comunità di studi e vita moriana” cura: http://www.santommasomoro.com. Con molta stima, Giuseppe Gangale

    26 Agosto, 2008 - 22:07
  2. Luigi Accattoli

    Caro Giuseppe Cangale, la domanda era stata posta da Giovanni Mandis. Io non avevo dato nessuna risposta. La battuta sulle visuali ideologiche con cui viene letta la storia era di Matteo, ma non si riferiva alla domanda su Tommaso Moro. La ringrazio del contributo alla nostra conoscenza.

    26 Agosto, 2008 - 22:10
  3. non risesco a trovare i riferimenti e non capisco

    26 Agosto, 2008 - 23:23
  4. adriano

    Riferimenti precisi: 23 luglio 2008, ore 21.31 (Mandis) e 22.14 (Matteo).
    Matteo non rispondeva a Mandis ma a Savigni.

    27 Agosto, 2008 - 8:43
  5. mah! io mi sono perso tra i vari,
    perchè il 23 luglio si sta scrivendo interventi in vari post,
    e mi sembra che fondamentalmente non sia stato un momento molto felice
    almeno per me!!

    Anche le espressioni vanno lette nel contesto, fuori non hanno piu’ senso.
    Talvolta direi, per fortuna!
    ciao

    27 Agosto, 2008 - 12:14

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