La luna piena di luglio nel giorno di Anna

Lunedì 26 abbiamo avuto il plenilunio di luglio ed era già una felice coincidenza quella rotonda chiarità con il giro tondo del nome di Anna che spetta a quel giorno. Ma per me c’era un’altra fortuna di cui mi sono accorto assistendo al sorgere del sole intorno alle 5 e 50: che vi arrivavo avendo letto – il giorno prima – in un volume dei lirici greci il frammento di Saffo che dice: “Le stelle intorno alla bella luna / coprono a un tratto il volto luminoso / quando al suo colmo in tutto il suo fulgore / argentea sulla terra”. Mi è capitato – dopo tante albe – di scoprire grazie a quella traduzione e al commento che l’accompagna [ambedue di Enzo Mandruzzato, Lirici greci dell’età arcaica, BUR 2007, pp. 179 e 389] una mia complicità con l’arguto traduttore e forse con la gentile poetessa: essa riguarda la percezione del momento in cui il riverbero nell’alto dei raggi del sole – che è ancora con il suo rosso sotto l’orizzonte – cancella le stelle e lascia sola la luna . “Poco prima del sorgere del sole – annota il Mandruzzato – le stelle si spengono all’improvviso e la luna brilla davvero come non mai”.

6 Comments

  1. antonella lignani

    Molto belli i lirici greci, sui quali mi sono laureata. Un grato ricordo ad Aristide Colonna, che ce li ha fatti amare. Ed allora Saffo si sentiva in perfetta sintonia con la natura; Leopardi con “L’ultimo canto di Saffo” l’ha bolutamente fraintesa e adattata al suo tormento (ed anche lui, quanto ha scritto sulla luna!)

    28 Luglio, 2010 - 12:43
  2. roberto 55

    A proposito della luna, ne disse cose assai interessanti tale Angelo Roncalli, religioso bergamasco di Sotto il Monte.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    28 Luglio, 2010 - 21:31
  3. fiorenza

    Di paragonabile a questo frammento di Saffo io conosco solo i versi sulla luna delle liriche cinesi.

    “Arrotolo le tende per guardare
    l’Ospite folgorante”
    (Tu Fu)

    “Al chiostro di Ponente portammo il boccale del vino:
    aspettando la luna, lente passavano le tazze.
    Presto, oh come presto ci è nato il suo spirito d’oro!
    Presto come se avesse atteso la nostra venuta.
    I raggi della sua luce per ogni luogo splendevano

    Fino al mattino sedemmo nel suo chiaro splendore.”
    (Po Chu-i)

    28 Luglio, 2010 - 21:51
  4. Clodine

    E’ vero: nessuna stella eccetto quella di sempre, quella che io chiamo ” il compagno” -perché deve essere per forza una stella maschio- eppoi ..nel cielo limpido, cobalto, c’è lei . Un po’ stortignaccola a dire il vero, ma bella, d’argento e assolutamente unica!

    29 Luglio, 2010 - 3:29
  5. discepolo

    Mi pare che il commento di Luigi voglia dire che il protagonista di questa
    poesia non è la Luna , ma il Sole ,che al suo sorgere “spegne”la luce più piccole delle stelle ma non riesce a vincere, per pochi attimi, quella della LUna che risplende allora più luminosa che mai , anch’essa vinta poi infine dal Sole
    “SOL INVICTUS” era scritto sol retro delle monete romane “IL SOLE
    VITTORIOSO” o il “SOLE INVINCIBILE”.
    Certo la Luna di Saffo o dei poeti cinesi , non è la stessa LUna dei romantici, della sonata “AU clair de lune” di Beethoven, dei notturni di Chopin, delle dolenti poesie del Leopardi.
    io preferisco la luna romantica, la pallida giovinetta, lo specchio
    notturno delle nostre angosce, ma è questione di gusti.
    Quanto al “SOL INVICTUS” è superfluo dire che, da Costantino in poi iil sorgere dell’alba e la vittoria del SOle è il simbolo di Cristo e della sua resurrezione.
    MC

    29 Luglio, 2010 - 8:22
  6. Clodine

    Io adoro la luna quando si presenta a mo’ di falce. Mi ricorda mio padre: un uomo tutto d’un pezzo, un mangiapreti poco incline alle romanticherie che io- tutta casa e chiesa- non mancavo di ammonire ogni qualvolta che,per farmi arrabbiare, affibiava nomignoli ridicoli alle suore e ai preti che invece amavo. Lui passava la maggior parte delle serate estive, fino a notte fonda sull’ampio balcone all’ultimo piano della casa dove abitavamo sdraiato su di una sediola di quelle allungabili e, quando in cielo si stagliava quella falce luminosa e perfetta allungava il dito indice della mano destra mancante dell’ultima falange [ricordino di una squadra di camice nere] mi diceva :” vedi la luna? Ma va’ che bella! Ha la forma di una falce la vedi? E’ l’arnese dei contadini, e se la osservi bene vedrai apparire tra una stellina e l’altra anche una piccolo martello, il simbolo della lotta operai”.
    Ed io me ne stavo li’, col naso all’insù in attesa che apparisse il famoso martelletto, ne ero certa che presto o tardi sarebbe apparso. Ma non era vero! Ovviamente…

    31 Luglio, 2010 - 4:57

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