La resistenza di Enzo Bianchi alla decisione del Papa

Con un “comunicato ufficiale” diffuso ieri Enzo Bianchi risponde al comunicato pubblicato l’altro ieri dal sito “Monastero di Bose”: afferma di non aver mai contestato” l’autorità del “legittimo priore”, rivendica la possibilità di continuare a dare alla comunità il proprio “contributo di fondatore”, qualifica come “temporaneo” l’allontanamento dalla comunità che gli è stato ordinato e chiede alla Santa Sede un supplemento di istruttoria che favorisca una “riconciliazione” interna alla comunità e superi la necessità del suo allontanamento. Nei primi commenti riporto il testo integrale del comunicato e provo a spidocchiarlo.

16 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Comunicato ufficiale di fr. Enzo Bianchi, fondatore di Bose
    La Visita Apostolica condotta da tre visitatori ha avuto nei giorni scorsi il suo esito e le sue conclusioni.
    Io, fr. Enzo Bianchi, il fondatore, sr. Antonella Casiraghi, già sorella responsabile generale, fr. Lino Breda, segretario della comunità, e fr. Goffredo Boselli, responsabile della liturgia, sono stati invitati a lasciare temporaneamente la comunità e ad andare a vivere altrove.
    Invano, a chi ci ha consegnato il decreto abbiamo chiesto che ci fosse permesso di conoscere le prove delle nostre mancanze e di poterci difendere da false accuse. In questi due ultimi anni, durante i quali volutamente sono stato più assente che presente in comunità, soprattutto vivendo nel mio eremo, ho sofferto di non poter più dare il mio legittimo contributo come fondatore.
    In quanto fondatore, oltre tre anni fa ho dato liberamente le dimissioni da priore, ma comprendo che la mia presenza possa essere stata un problema. Mai però ho contestato con parole e fatti l’autorità del legittimo priore, Luciano Manicardi, un mio collaboratore stretto per più di vent’anni, quale maestro dei novizi e vicepriore della comunità, che ha condiviso con me in piena comunione decisioni e responsabilità.
    In questa situazione, per me come per tutti, molto dolorosa, chiedo che la Santa Sede ci aiuti e, se abbiamo fatto qualcosa che contrasta la comunione, ci venga detto. Da parte nostra, nel pentimento siamo disposti a chiedere e a dare misericordia. Nella sofferenza e nella prova abbiamo altresì chiesto e chiediamo che la comunità sia aiutata in un cammino di riconciliazione.
    Ringrazio dal profondo del cuore i tanti fratelli e sorelle di Bose che in queste ore di grande dolore mi sostengono e le tante persone che mi e ci hanno attestato la loro umana vicinanza e il loro affetto sincero.
    Nella tristezza più profonda, sempre obbediente, nella giustizia e nella verità, alla volontà di papa Francesco, per il quale nutro amore e devozione finale.
    fr. Enzo Bianchi, fondatore di Bose

    28 Maggio, 2020 - 23:13
  2. Luigi Accattoli

    Io il fondatore. Bianchi rivendica come legittimo – e quasi necessario – un suo ruolo attivo nella comunità in quanto fondatore: questo è il punto dei punti. Un ruolo che nessuno gli contesterebbe se fosse fatto di preghiera e di silenzio, di accompagnamento spirituale, di consiglio privato; ma che lui invece intende come visibile, parlante, riconosciuto, costitutivo. Nelle 28 righe del comunicato la parole “fondatore” ricorre cinque volte e così suona in quella che a me pare la più rivelatrice: “In questi due ultimi anni ho sofferto di non poter più dare il mio legittimo contributo come fondatore”. La maggioranza della comunità, compreso il nuovo priore, ritiene invece che quel contributo l’ha dato in sovrabbondanza, finendo con l’intralciare il governo del successore. Già il comunicato dell’altro ieri – quello sanzionatore – metteva questo problema sotto la lente e lo qualificava come “esercizio dell’autorità del Fondatore”. In termini di diritto canonico non esiste un’autorità del fondatore: esiste l’autorità del priore, di cui il fondatore Bianchi ha goduto fino alla rinuncia; ma il priore emerito, in termini di diritto torna un semplice monaco. E se è anche il fondatore, mantiene – come dicevo sopra – un ruolo spirituale, di presenza orante e silente, ma in nessun modo un ruolo di autorità. Evocando dunque – quel comunicato – l’autorità del fondatore, ne faceva il titolo di un abuso.

    28 Maggio, 2020 - 23:13
  3. Luigi Accattoli

    La pagina del Fondatore. Il sito del Monastero di Bose ha sette pagine, la seconda delle quali ha per titolo “Fondatore” ed è la più ampia dell’intero sito. Ciò non avviene per caso: Bianchi infatti oltre che iniziatore di Bose negli anni ’60 è oggi un personaggio di rilievo nella comunità cattolica internazionale, con pubblicazioni di successo, una vasta presenza nei media e nella convegnistica, persino un ruolo nella Curia Romana dov’è Consultore del Consiglio per l’Unità dei Cristiani (a ciò chiamato da Francesco nel 2014). Gli devono qualcosa la pedagogia ecclesiale delle nuove generazioni, l’attualità del monachesimo, la divulgazione della spiritualità liturgica e biblica, la tessitura delle relazioni ecumeniche, la presenza della voce cristiana nel dibattito culturale. Il suo capolavoro è ovviamente la Comunità di Bose. Io lo stimo e gli voglio bene, gli sono grato per aver accolto a Bose in tante occasioni i miei figli e una volta tutta la famiglia per un ritiro di una settimana. Ma credo che il cardinale Parolin – firmatario del decreto che ne decideva l’allontanamento – e Papa Francesco, che quel decreto ha approvato “in forma specifica”, non possano accettare che il carisma fondazionale si proietti in un protagonismo del fondatore che finisce inevitabilmente con il prevalere sull’autorità del priore che è stato eletto dopo la sua rinuncia. Tendo dunque a immaginare che l’appello a Roma contenuto nel comunicato di ieri Roma lo respingerà e lui – Enzo Bianchi – dovrà lasciare Bose.

    28 Maggio, 2020 - 23:14
  4. Fabrizio Scarpino

    Caro Luigi.

    Come hai scritto nel precedente post siamo di fronte a un “fattaccio”, ma un “fattaccio” proprio grosso.

    Il comunicato del Vaticano e il decreto stesso di “allontamento” della Segreteria di Stato con l’avallo del papa sono durissimi.
    Io a Bose ci sono stato vent’anni fa e ho avuto modo di apprezzare la Comunità, i loro scritti, le loro meditazioni, a cominciare da quelle di Enzo Bianchi.
    Negli ultimi anni (ma questo è un cammino mio personale) me ne sono però allontanato non facendo rientrare più lo “stile Bose” nella mia umile crescita nella Fede, pur guardando con sommo rispetto alla Comunità piemontese.

    Sulla vicenda rimangono dei punti che probabilmente non possono essere svelati per ovvi motivi di segretezza.

    Qual era l’incarico, il mandato specifico della visita apostolica?

    Se non erro le visite apostoliche hanno tra le loro prerogative il vaglio della gestione economica e amministrativa delle Comunità? Ci sono stati problemi in tal senso?

    Viene allontanato anche il responsabile della Liturgia? Sono stati rilevati i c.d. “abusi liturgici”?

    Tutto rimarrà senza risposta e forse è giusto così.

    In molti stanno sicuramente soffrendo di tutto ciò e la vicenda va trattata con la massima delicatezza e il rispetto, in primis per Enzo Bianchi gli altri accusati, ma anche per Santa Madre Chiesa che in questa vicenda rappresenta l’accusa.

    In conclusione, se posso permettermi, nessuno si scandalizzi: il mito dell’unità, è solo ed esclusivamente un mito.

    Buona giornata.

    29 Maggio, 2020 - 10:50
  5. Luigi Accattoli

    Da persona che non firma ricevo questo messaggio:

    Caro Luigi, permettimi di dirti che NON sono d’accordo con te sui commenti riguardo al caso Enzo Bianchi.
    Sembri rimproverargli il fatto che lui si dichiari più di una volta “fondatore” della comunità di Bose. Hai perfino letto il numero delle volte in cui lo fa. È quasi come dirgli che manca di umiltà. Io invece non la vedo così, o almeno non la leggo così.
    Tutti ormai quando lo citano, appongono al suo nome il termine ” il fondatore di Bose”. Viene naturale. Onore al merito! Ma non credo proprio che lui volesse rimarcare con orgoglio tale merito. Fondatore è e fondatore sarà per sempre.
    Enzo Bianchi ha di suo una personalità molto forte e carismatica, ma questa non è una colpa. Caso mai è un dono ricevuto alla nascita. Chissà cosa è che, in una spiccata personalità, disturba (da sempre) coloro che non sono in grado di opporvisi per annichilirla.
    Come stiano davvero le cose all’interno della comunità non è dato saperlo in modo veritiero. Per cui non è bene formulare giudizi avventati.
    Nel suo intervento diretto lui dice chiaramente di non conoscere i motivi del suo allontanamento e specifica: “Mai però ho contestato con parole e fatti l’autorità del legittimo priore, Luciano Manicardi, un mio collaboratore stretto per più di vent’anni, quale maestro dei novizi e vicepriore della comunità, che ha condiviso con me in piena comunione decisioni e responsabilità.” IN PIENA COMUNIONE.
    Perché non credergli?
    Dice anche di essere stato spesso lontano da Bose, in un suo eremo. Cos’altro dovrebbe dire a sua discolpa o giustificazione?
    Forse la sua “vera” colpa consiste nell’enorme popolarità acquisita nel tempo a causa delle molteplici conferenze ( applauditissime) in ogni parte d’Italia, e dei numerosi libri pubblicati.
    I cattolici tradizionalisti lo hanno sempre visto come il nemico n.1 della loro cattolicità ante Concilium; lo hanno dipinto come un novello lucifero; lo hanno umiliato con epiteti tremendi e irriverenti. Ma E.Bianchi è un cristiano perfettamente ortodosso, che però ha il “difetto” di amare il dialogo con tutti. Io ho seguito con enorme interesse TUTTE le sue conferenze ( su You Tube), ho letto diversi suoi libri, e mai ho percepito da parte sua mancanza di umiltà, tutt’altro. Proprio il contrario. Franchezza sì, ma questa è un’altra cosa.
    Tu, Luigi, hai avuto modo di ascoltarlo nelle sue conferenze? Forse no, perché magari non hai tempo. C’è molto (proprio molto) da imparare da lui; e del resto, se viene invitato a parlare da preti e vescovi, significa che è considerato un maestro anche da coloro che sono addentro all’ecclesiologia e alla tematica teologica. Ultimamente ha preso le sue difese anche mons. Bettazzi, che non è uno qualunque, mi pare. Ha detto che la Santa Sede ha il DOVERE di chiarire.
    Temo che in tutta questa brutta faccenda sia in atto, già da tempo, un giochetto sporco portato avanti da un nutrito gruppo di cattolici tradizionalisti, che vorrebbero farlo scomparire, una volta per tutte, dalle scene. E poi c’è un altro dettaglio non da poco da tener presente: l’ INVIDIA verso chi è bravo e riceve consensi da tutte le parti. Un bravo psicanalista (Stefano Bolognini) ha detto: l’umanità si divide in due parti: quelli che sono invidiosi e quelli che “dicono” di non esserlo…
    Infine, riguardo alle pagina sul sito ” monastero di Bose” a lui riferita, su cui anche tu hai avuto qualcosa da ridire, io sinceramente dico che trovo corretto (e bello) che ci sia uno spazio ampio sui tantissimi interventi di Enzo Bianchi sui giornali, su pagine mediatiche etc…
    O dovrebbe aprire un suo blog personale?
    Tutto quel materiale si configura come RICCHEZZA religiosa e sociale per chi ha la possibilità e il piacere di accedere a quelle pagine.
    Tu, Luigi, avresti desiderato “preghiera e silenzio” da parte del “fondatore” di Bose. Devo ricordarti, se ce ne fosse bisogno, che non siamo tutti uguali e che ognuno, su questa faccia della Terra, si distingue per segni caratteriali di diversa caratura?
    La preghiera si fa in molti modi, Luigi caro. E poi, che ne sai tu, che ne sappiamo noi, del suo intimo?
    Se lui se ne fosse stato in “preghiera e silenzio”, come tu hai suggerito, i suoi (numerosi) estimatori sarebbero rimasti privi degli insegnamenti preziosi che giungono dalla sua voce. Ci hai pensato?
    Ti saluto, Luigi. Scusa il mio intervento lungo e un po’ polemico. Ma sempre in amicizia.

    29 Maggio, 2020 - 10:55
  6. Fabrizio Scarpino

    Lettera precedente delle 10.55: (semplifico e me ne scuso) ne deriverebbe che papa Francesco e il card. Parolin si sarebbero fatti “manipolare” da un “giochetto sporco” di tradizionalisti brutti e cattivi….

    Personalmente esprimo pieno dissenso su tale lettura.

    29 Maggio, 2020 - 11:04
  7. Beppe Zezza

    Come la giri, come la volti, alla fine tutto si riconduce alla fede (fiducia ) .
    Il lettore che non firma sottoliena che il Bianchi afferma di essere senza colpa ( semplifico ) : PERCHÉ NON CREDERGLI? La commissione vaticana avallata dal card. Parolin e da papa Francesco dicono che ha delle grosse responsabilità: PERCHÉ NON CREDERGLI?
    Perché si crede? Per fede!

    29 Maggio, 2020 - 23:43
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. 29 maggio, 10.55 – I lati incerti del “Bose scandalo”

    Sono vari i punti oscuri della vicenda di Bose, che offre anche la lettura politica – un po’ eccessiva – di Melloni, che allego.
    1) Le preoccupazioni giunte a Roma, come detto nel comunicato in vaticanese di Bose, non riguardano aspetti scandalistici morali, finanziari, dottrinali (questi ultimi molto abbondanti sui social e gli opuscoli della destra ecclesial-politica “scatenata” e “moderata”). Le preoccupazioni sulla “deriva fondatoriale” di Bianchi venivano dall’interno della sua comunità e magari anche da chi la frequentava e ne coglieva il disagio e le divisioni.
    2) Non sfugge la titolarità di chi ha autorizzato e autenticato la visita apostolica e ne ha comunicato gli esiti. Non è la CIVCSVA (congregazione istituti vita consacrata) nè il vescovo della diocesi di Biella; è stato il segretario di stato (e il papa) e, per il recapito, la strana triade, formata da un visitatore e da due vescovi senza competenze sul monastero.
    Bose risulta antesignana spregiudicata delle “nuove forme di vita consacrata”
    (can. 605), mai regolamentate ma solo recensite (trionfalisticamente), e in più casi per firmarne la inaffidabilità e il fallimento. La non configurazione canonica, secondo uno degli schemi classici, spiega l’anomalia dell’autorità che è intervenuta, certo anche in considerazione delle rilevanza ecumenica
    di Bose.
    3) Appare strano che un uomo di sapienza, distribuita in tante opere, come Bianchi non abbia colto nei tempi e nelle modalità della visita apostolica (sempre segnale di crisi o predizione di rivolgimenti) le avvisaglie di un intervento ad arginamento (o addirittura a tutela) della sua statura di originalissimo fondatore, forse da lui fin troppo richiamato.

    30 Maggio, 2020 - 15:15
  9. pierre

    salve a tutti e Luigi. ho letto tutti i vs interventi e vengo a dire anche qui la mia.
    non sappiamo fin’ora qual’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e richiedere un intervento pontificio. e se poi questo intervento ha fuoriuscito un verdetto così decisivo nei confronti di p. Enzo non sappiamo neanche qui a quale considerazioni ultimative siano giunti. non c’è trasparenza in questo modo di operare, ed invece dovrebbe essere il contrario: conoscere tutto per tutti perchè riguarda tutti, la chiesa nel suo insieme e quella piemontese in particolare. il vescovo competente dov’è? ha detto qualcosa che io non so’ ha lasciato fare alla curia romana o è lui che ha relazionato sul caso? mi faccio queste domande per capire non per giudicare. e poi guardiamo a quello che si vede e che si sa e che si sente. il p.Enzo dopo le sue dimissioni è un po come Ratzinger in vaticano con papa Francesco lì a due passi. ma il papa emerito sembra rimanere nel suo alveo senza interferire, anche se a volte ce lo tirano dentro anche per i piedi e i capelli! però lascia fare come deve lasciar fare al papa regnante! su p. Enzo dico che anch’io lo conosco da anni e da anni mi sono cibato, proprio ieri mi è arrivato un suo intervento nei librettini su Ecce Homo, che leggo sempre molto volentieri, è una bella persona…però, c’è un però. e rispondo a chi lo difendeva a spada tratta: il conoscerlo agli incontri pubblici è un conto viverci gomito a gomito in una comunità è un’altra cosa, completamente. non è la stessa cosa del saper dialogare in una conferenza, da una tv o radio che sia. è un’altra cosa! la vita intima in un convento, in un monastero è tutta un’altra cosa signori: viveteci dal di dentro come è successo a me e scoprirete delle sorprese inaspettate. i caratteri, le gelosie, i primati, i gregati, le spie, i servilegi…ecc ecc.. con uesto non svaluto niente di p. Enzo, tuttaltro. dico che ognuno ha il suo carattere e invecchiando a volte si peggiora se non si migliora! per cui concludo, bisognerebbe vedere tutto trasparentemente e poi poter giudicare sempre dal di fuori, perchè dal di dentro è tutta un’altra cosa cari. le parole, i buoni propositi, la dolcezza dei modi spesso sono il paravento di piccoli soprusi, piccoli conflitti, contrasti che divengono enormi nella a volte ‘prigione’ di un convento o monastero. però, leggendo le lettere di Paolo e oggi la terza di Giovanni si nota che non è cambiato niente: i conflitti, i primi della classe, i presuntuosi, i comandoni sono sempre esistiti e sempre esisteranno. la chiarezza di una giustizia interna la possono fare solo i monaci di bose da soli. la mano del papa può essere, come già indica, una soluzione di distacco che faccia riflettere tutti, i separati dall’una e dall’altra parte. però, lo ripeto, occorre conoscere tutto quello che è avvenuto per poter giudicare la cosa ma credo sia difficile approfondire e verificare. per cui , questo è il vero rischio, creare due partiti a favore e contro p.Enzo o a favore e contro p. Manicardi. l’intento del vescovo locale e delal chiesa di roma dovrebbe essere quello di far tornare il bel tempo su tuttri gli animi ma a volte, superato un dato limite si rischia che l’uno all’altro si diventa incredibili e si temono continui raggiri e trabocchetti e false umiltà. per cui umilmente ognuno cerchi nel proprio cuore di abbassare la cresta e di rispettare le volontà dei superiori come segno della volontà altra in cui lo Spirito – proprio in questa domenica di Pentecoste -, possa avere accesso e spazio libero a fecondare le menti e i cuori di tutti! un abbraccio >Piero Cappelli

    30 Maggio, 2020 - 16:41
  10. Luigi Accattoli

    Piero benvenuto nel blog e grazie del tuo contributo.

    30 Maggio, 2020 - 17:13
  11. Luigi Accattoli

    Da Alessandro Facchini ricevo questo messaggio:

    Buongiorno dott Accattoli, seguo il suo blog con attenzione e sono contento che ora sia libero da quel fastidioso battibecco fra condomini di un tempo. Le scrivo quello che ho riflettuto in queste ore sul caso Bose.
    Sono stato su due volte a Bose. La prima molti anni fa all’inizio degli anni 70 in occasione di un campo scuola della Azione Cattolica in val Chisone, quando era ancora poco conosciuto e gli ambienti molto poveri. Fu una grande esperienza. La seconda 20 anni fa con mia moglie anche allora trovammo tutto molto bello e ricco spiritualmente.
    Seguiamo sempre “il Bianchi” e abbiamo letto molti dei suoi libri.
    Io penso che l’allontanamento sia un’occasione perchè la fraternità di Bose si sviluppi e cambi trovando la sua strada senza Enzo Bianchi come del resto prima o poi avrebbe dovuto accadere. Quest’ultimo da lontano potrebbe verificare che la comunità si sviluppa e cresce anche senza di lui. Magari per strade che Bianchi condividerà completamente o solo in parte o per niente, ma in maniera autonoma e indipendente. Dandosi un futuro e un ruolo ancora significativi nella Chiesa e nel mondo.
    Quando Bianchi lasciò erano in conto, secondo me, le difficoltà che sono emerse e forse avrebbe dovuto allontanarsi di sua spontanea volontà. Del resto queste cose, in maniera anche più drammatica e maggiormente strumentalizzate, sono emerse nel rapporto fra papa Francesco e Ratzinger. Anche se in tutti due i casi si è stabilito un rapporto di sincero affetto e di amore nella fede.
    E in fondo è la regola di quando si va in pensione da un ufficio: tornare a salutare solo per gli auguri di Natale o alla vigila delle ferie. E per visite brevi.
    Buon lavoro e complimenti. La leggo sempre volentieri
    Alessandro Facchini – Pontassieve

    30 Maggio, 2020 - 17:20
  12. Fabrizio Scarpino

    Siate sufficientemente cattolici da non servirVi della Chiesa, nostra madre, immischiandola in partigianeria umane

    San Jose Maria Escrivà (Estratto Omelia agli studenti Università di Pamplona 8 ottobre 1967)

    E’ un pensiero che rivolgo un primo luogo a me ovviamente.

    Qui tutta l’omelia tradotta in italiano:

    https://opusdei.org/it-it/article/amare-il-mondo-appassionatamente-audio-italiano-omelia-san-josemaria/

    Buona Solennità di Pentecoste a tutti.

    30 Maggio, 2020 - 22:12
  13. Amigoni p. Luigi

    Rif. 15.15 – Bose: associazione privata di fedeli

    Per spiegare alcune “anomalie procedurali” riguardanti le ultime vicende di Bose, ho riletto la presentazione che sul sito fa di sé la comunità monastica, che è stata approvata canonicamente dal vescovo di Biella, Giustetti, nel 2000, cioè almeno 30 anni dopo che essa conduceva – in forme assai pluralistiche – vita fraterna in comune e nel celibato. Raccogliendo altre informazioni, che giudico sicure, si ricava che essa è una associazione privata di fedeli, distinta dagli istituti di vita consacrata, in cui (can. 298) “i fedeli tendono, mediante l’azione comune, all’incremento di una vita più perfetta” (o ad altro). Credo che, in questo senso, la comunità di Bose possa essere considerata anche “una nuova forma di vita consacrata”.
    Le associazioni private, dirette e presiedute da laici, acquistano personalità giuridica con decreto dell’autorità ecclesiastica competente che approva gli statuti; l’approvazione degli statuti non cambia la natura privata dell’associazione. Così i canoni 321 e 322.

    31 Maggio, 2020 - 0:03

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