Laura affida al Padre il perdono di chi le ha sparato

“Affido a Dio il perdono anche di colui che mi ha sparato”: parole di Laura Salafia, la ragazza resa tetraplegica da un proiettile “destinato” ad altra persona mentre usciva dalla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Catania nel 2010. Sabato Laura ha incontrato il Papa in margine all’udienza giubilare. Nei commenti le sue parole sul perdono e alcuni link alla sua storia.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Fede come abbandono. Nel racconto di “Avvenire” linkato al commento precedente ci sono questa domanda e questa risposta:

    Come si fa a mantenere la fede quando accadono eventi così gravi?
    “La fede è un mistero: o la si accetta in qualunque situazione o non la si accetta affatto. Ti puoi fare domande ma spesso non avrai risposta anche quando stai bene. Dunque devi credere come atto di abbandono in Dio. Questo l’ho imparato dalla mia famiglia, l’ho rafforzato in questi anni grazie alla vicinanza di tanti amici. Tra questi ultimi è particolare lo scambio epistolare con un detenuto che mi scrive tramite una suora benedettina. Sono lettere di chi ha compreso gli errori commessi, piene della coscienza dell’errore e di richiesta di perdono”.

    12 Settembre, 2016 - 22:47
  2. Luigi Accattoli

    Scuotere i giovani. Sempre nel racconto di “Avvenire” c’è questa risposta ad altra domanda:

    Oltre le lettere ha incontrato i giovani nelle scuole: come ha vissuto questi incontri?
    “Mi hanno chiesto il segreto per andare avanti. Ho risposto cercando di trasmettere la voglia di vivere! Stimolandoli a non fermarsi all’esteriorità, all’omologazione. Pensare singolarmente cambia la vita, forse isola un po’, ma è meglio che non pensare o farlo con la testa di altri. Sono contenta che Papa Francesco, un uomo semplice che riesce ad entrare nel cuore di tutti, incontri in questi giorni milioni di giovani. Ci deve essere qualcuno che possa perforare il cuore dei giovani, scuoterli, fargli capire ciò che conta, con poche parole, uno sguardo, un sorriso! Vorrei tanto essere anch’io con loro a Rio, ma pure da qui seguirò la Gmg con gioia”.

    12 Settembre, 2016 - 22:58
  3. Clodine-Claudia Leo

    Non credo che il cuore dell’uomo riesca a cancellare totalmente il danno subito a causa della cattiveria altrui, e per cattiveria intendo quella specie maligna di gratuito male che lascia un danno, permamente: ferite fisiche e interiore inguaribili. Non ne sarei certa, ma riesce difficile credere, nonostante un cuore ben disposto e mente pronta a regalare il perdono, che questo incommensurabile dono riesca a “resettare” senza che negli anfratti dell’anima, come un fiume carsico, riemergano rivoli di dolore che ingenerano, malgrado la perfetta volontà, sentimenti mai veramente sopiti.

    Parlo di “sentimenti” non di rancore perché il rancore non dimentica e già di per sé postulerebbe assenza di perdono. Ma di sentimento: “groviglio” assai complesso che comprende anche la sfera dell’io profondo, degli impulsi e delle emozioni mai in perfetto equilibrio perché in balia di stimoli imponderabili talvolta, pensiamo alla paura, alla rabbia, all’antipatia e per conveso ai loro contrari.
    Perciò, per come la vedo io, il perdono è un mistero: appannaggio esclusivo di Dio il quale elargisce questa “forza” potente, in grado di perdonare noi stessi e gli altri fino al “paradosso” dell’ abbracciare e amare il nemico , a chi vuole. E’ un “carisma” che si ha-per Grazia- o non lo si ha, anche se si è uomini e donne di preghiera e carità autentica. Chiediamo a Dio questa Grazia, imploriamola.

    13 Settembre, 2016 - 7:57
  4. Fabrizio Scarpino

    Ringrazio Laura.

    Io non ce l’avrei mai fatta.

    13 Settembre, 2016 - 11:12

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