Laureatevi prima dei 28 o dopo i 60

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale a 16 anni sei bravo e che essere secchioni è bello, perchè vuol dire che almeno hai fatto qualcosa»: aforismi assortiti del viceministro del Lavoro Michel Martone sui quali non ho nulla da dire, tranne sulla sfiga di chi si laurea dopo i 28: io la laurea l’ho presa dopo i 60. Nè mi pareva una sfiga. Quel diploma mi ha aiutato nel calcolo della pensione e mi ha fornito l’occasione per scrivere un buon articolo, che per un giornalista è quello che conta: Mi sono laureato a 61 anni. Concludo che l’età giusta per la laurea sia prima dei 28 o dopo i 60. Approfitto per un saluto al viceministro Martone, che fa bene a spronare i bamboccioni.

36 Comments

  1. Se uno è figlio di papà” e si laurea dopo i 28 anni (e magari non è Architettura o Medicina), allora io direi che oltre che sfigato sei un …….

    Se invece sei uno dei tanti giovani che si sostiene lavorando per pagarsi gli studi (e tanti fanno dei lavori che non st ad elencare, ma sono davvero lavori “UMILI”…), vuoi perchè la tua famiglia non può aiutarti o perchè sei uno che ha gli attributi e nella vita vuol fare da se senza gravare sulla famiglia, e/o “guadagni tempo” perchè fai anche volontariato o sei impegnato in parrocchia e/o coltivi hobby che sono davvero degni di tal nome, allora sei un ragazzo in gamba davvero!
    Che la fortuna ti assista ed il cielo ti benedica!

    Ps. Chi nella vita si è fatto il “sederino”, è sempre maestro di giudizio e sa pesare le parole e gli uomini su cui va a caricarle.
    Gli altri, no…

    24 Gennaio, 2012 - 22:59
  2. Un ragionamento che faccio sempre ai miei piccoli uditori…

    Non possiamo far correre un cavallo con un asino; sarebbe scorretto e la gara falsata. Per valutare, ad esempio, la “velocità” di un animale dobbiamo farlo gareggiare con un suo simile. Posto che vogliamo far gareggiare cavalli, non possimo far gareggiare un brocco con un purosangue. Se facciamo correre due purosangue devono percorrere lo stesso percorso. Oltre questo non possiamo farli correre lo stesso tracciato, uno trainano una zavorra e l’altro libero da zavorre.

    Che vuol dire? Che nella vita non tutti partiamo da situazioni di eguaglianza e spesso il traguardo lo taglia per primo chi ha avuto un vantaggio sugli altri…..

    Se pensi poi, ulteriormente, al caso che il piè veloce Achille non riusci a raggiungere la tartaruga…

    24 Gennaio, 2012 - 23:14
  3. Questa massima non ricordo di chi è (sicuro NON è di de La Rochefoucauld):

    “Parlare in generale significa offendere sempre qualcuno in particolare senza dargli l’opportunità di difendersi.”

    24 Gennaio, 2012 - 23:23
  4. Bene, Luigi, hai fatto bene a laurearti a 61 anni. In quanto a me, ho dato un concorso a 70. Così facevano anche i mandarini cinesi all’epoca di Matteo Ricci, credo.

    24 Gennaio, 2012 - 23:25
  5. Federico B.

    L’appartenenza al Governo Monti autorizza un viceministro tecnocrate ad offendere quegli italiani che non sono laureati o che hanno conquistato faticosamente l’ambito traguardo magari a 29 anni?
    Dubito che qualche giovane studente “bamboccione” si sentirà incoraggiato da espressioni come queste.
    Magari frequentare ambienti meno accademici, più “popolari”, aiuterebbe questi arroganti professoroni ad essere più umili e a conoscere meglio le reali difficoltà delle famiglie italiane.

    25 Gennaio, 2012 - 9:52
  6. Leopoldo

    Se non sei laureato a 28 anni sei uno “sfigato” (direi che ci vanno le virgolette). Questo è uno dei nuovi messaggi culturali (sic!) che dovrebbero passare fra i nostri ragazzi. Ok, io nel frattempo cerco una bacinella per vomitare.

    25 Gennaio, 2012 - 10:01
  7. Clodine

    Leodoldo posso condividere la bacinella!?..

    25 Gennaio, 2012 - 11:50
  8. FABRICIANUS

    Ha ragione Leopoldo, il problema è anche il messaggio culturale che passa tra i nostri ragazzi; quella del Viceministro Martone ritengo sia una caduta di stile un pò grave.

    Detto questo, faccio qualche mia personale riflessione: ebbene sì, io sono uno “sfigato”: di quelli forti: mi sono laureato in Giurisprudenza a 32 anni; ho sempre frequentato l’Università da studente lavoratore, oltre a svolgere attività di volontariato.
    Io penso che non sia bello laurearsi tardi, quindi non ritengo che ci siano persone felici nello stare “parcheggiati” in Università.
    Almeno, per me non è stato bello allungare i tempi di studio, ma così è andata, così è stata la realtà.
    Senza costruire molti alibi, ma diciamo anche che nella mia Facoltà gli appelli erano pochi e concentrati in pochi mesi: Gennaio-Febbraio e Giugno-Luglio-Settembre; tutti ovviamente con il salto d’appello, cioè: (non superi l’esame il 20 Gennaio, non puoi ripresentarti il 3 febbraio, bensì il 15 febbraio, e dopo il 15 febbraio vai direttamente a Giugno.)

    Ora, forse il problema (non il linguaggio usato) posto dal ViceMinistro può anche essere giusto, ma dimostra un certo distacco dalla realtà: non tutti sono allenati sin da piccoli a diventare studenti modello, non tutti possono vantare di avere una famiglia che sin da piccolo ti insegna a parlare l’Inglese e il Francese…

    Io sono stra-convinto che Michel Martone abbia studiato e anche tanto, se non tantissimo….solo che, da un ViceMinistro del Lavoro/Welfare della Repubblica Italiana, mi aspetto che si impegni e si attivi per per creare politiche attive di occupazione, mi aspetto che metta al servizio della comunità i suoi importanti e sudati studi.

    Con le parole espresse ieri, il ViceMinistro, mi ha dato più l’idea di una politica che fa èlite e non primizia.
    Mi spiego meglio: sia l’èlite che la primizia richiamano il concetto di qualità, suggeriscono l’idea di bravura, di intraprendenza, di significato.
    La differenza è che l’èlite scivola facilmente nella presunzione che tutto ciò che realizza è per suo proprio esclusivo merito, grazie a capacità che altri non hanno e che per questo la rendono “superiore”; la primizia invece, è consapevole di essere arrivata prima perchè baciata innanzitutto dal sole, ma poi perchè nella vita ha ricevuto doni di attenzione: una famiglia affettuosa, una comunità educante e colta, la possibilità di viaggiare all’estero frequentemente.
    La primizia allarga lo sguardo da sè stessa al resto dell’albero: la maturazione dei frutti è una gioia per gli occhi, e la gioia sarà più grande quanto più l’albero darà frutti in abbondanza.
    L’èlite crea fazioni e divisioni, la primizia punta invece alle ricomposizioni, per l’interesse di tutti.

    Voglio una politica che sia primizia

    25 Gennaio, 2012 - 12:09
  9. FABRICIANUS

    Ciao Clo!!!!!!

    25 Gennaio, 2012 - 12:10
  10. FABRICIANUS

    Bella questa:

    A Marto’, si nun te raccomannava tu’ padre, a 28 anni stavi ancora a studia’ Diritto Privato. A vedette, te credo che lo studente pensa: “A che cazzo serve studia’, se poi li raccomannati a 30 anni li fanno professori!”, e poi va a cazzeggia’ e ce mette 10 anni pe’ laureasse. A Marto’, tanto pe’ esse sobbrio ma sincero, ma va’ a magna’ er sapone.

    (Tratto da uno dei commenti inseriti sul Blog di Michel Martone)

    25 Gennaio, 2012 - 12:21
  11. Marco

    Se l’Università italiana funzionasse bene allora il Sottosegretario si sarebbe potuto permettere di criticare studenti che perdono tempo e non si impegnano a sufficienza.
    Poiché invece né le Scuole superiori né l’Università italiane funzionano bene, il Sottosegretario enfant-prodige farebbe meglio a contattare il Ministro Profumo ed elaborare una riforma del sistema d’istruzione partendo innanzitutto da programmi e modalità d’insegnamento piuttosto che insultare senza distinzione.

    25 Gennaio, 2012 - 12:21
  12. FABRICIANUS

    D’accordo con Marco delle 12.21, che saluto.

    25 Gennaio, 2012 - 12:36
  13. Federico B.

    Mi trovo assolutamente d’accordo con Fabricianus e Marco.
    Non è un caso che il precedente dei “bamboccioni” provenisse da un altro ministro tecnocrate “prestato” alla politica. De mortuis nihil nisi bonum.
    Resto dell’idea che un politico proveniente dalla “gavetta” non avrebbe azzardato certe espressioni…

    25 Gennaio, 2012 - 13:08
  14. Nino

    Nella mattina dell’attentato, Aldo Moro prima di andare in parlamento ad annunciare formalmente la realizzazione di un governo di solidarietà anzionale con il PCI di Berlinguer, si stava recando alla Sapienza per assistere alle tesi di suoi studenti.

    Bachelet, veniva successivament assassinato sulle scale della stessa Sapienza con Rosy Bindi che lo accompagnava.

    Mala tempora currunt, se questo giovane e brillante professore giuslavorista con un futuro accademico e politico di successo, gia la fa fuori dal vaso.

    Una vergogna, caro il pio pivello Martone con quell’aria un pò così, lo sguardo triste un pò così, come abbiamo noi che viviamo a Genova…….

    25 Gennaio, 2012 - 14:37
  15. Marilisa

    Certo che ha fatto uno scivolone questo viceministro del Lavoro. Bisognerebbe capire il senso che ha voluto attribuire al termine “sfigato”.
    Molte volte nel pensiero di una persona un termine assume accezioni diverse da quelle con cui viene interpretato da chi ascolta, e si rendono necessarie delle spiegazioni che rendano più chiare le parole.
    Ad ogni modo sempre meglio non giudicare. Potrebbero esserci molti motivi che impediscono di restare nei normali limiti di un corso di laurea, e si sa che la maggior parte degli studenti universitari va fuori corso. Ciò non significa necessariamente che quelli che slittano di molto o di poco siano meno bravi degli altri.
    Però mi piacerebbe capire perché se “né le Scuole superiori né l’Università italiane funzionano bene” (parole di Marco), il conseguimento della laurea debba oltrepassare i prescritti limiti di tempo.
    Programmi e modalità di insegnamento, quali che siano e magari disapprovabili, a mio parere non dovrebbero causare un ritardo di laurea.

    25 Gennaio, 2012 - 14:39
  16. Seguendo i ragazzi dell’oratprio, mi rendo sempre più conto che il problema degli studenti è che non riescono a seguire perché non conoscono il significato delle parole. Ieri, ad esempio, un ragazzino italiano volonteroso di III media, di fronte alla espressione “agitazioni sindacali”, pensava che si trattasse dell’agitazione che prova lui quando è interrogato … E’ chiaro a questo punto che .. hai voglia a spiegare, a leggere, a studiare il libro di testo! Non è che i ragazzi non capiscano i concetti, è che non capiscono proprio le parole. Finiscono forse per studiare a memoria, o per non aprire mai più il libro; vengono promossi spesso per motivi umanitari, per comprensione, per leggerezza ecc. . E’ chiaro che giunti all’Università non riescono proprio a laurearsi.

    25 Gennaio, 2012 - 15:09
  17. elsa.F

    La fregola del potere scioglie le lingue dei potenti, che cadono nel tranello dell’esposizione mediatica e si lasciano scappare frasi inopportune quando invece farebbero bene a starsene zitti e parlare solo con comunicati ufficiali.

    A me pare comunque assolutamente chiaro il senso di quello che ‘sto Martone voleva dire e mi sembra assolutamente sproporzionata la reazione dei media e dei social networks. Del tutto ovvio che volesse riferirsi a quella masnada di nullafacenti mantenuti che vivono sulle spalle delle famiglie, facendo finta di studiare. Questi sono certamente indifendibili.

    Se ne stesso zitti ‘sti governanti, e che qualche volta e fosse più prudente la reazione alle loro parole.

    25 Gennaio, 2012 - 15:12
  18. Marcello

    “La fregola del potere scioglie le lingue dei potenti”.

    Grande elsa.F.!!

    Una massima degna di Oscar Wilde!

    25 Gennaio, 2012 - 15:54
  19. Concordo!
    E anch’io, che mi sono laureata a 44 anni, credo che Martone non si riferisse ai tipi come me, ma ai (pochi o tanti, questo non lo so, di certo almeno ‘alcuni’) tipi del “studiare xe’ fadiga, lavorare stanca”.

    25 Gennaio, 2012 - 17:08
  20. dello stupidario del qualunquismo ne è pieno il mondo con le espressioni da slogan,
    Mussolini, come Mao docent
    e i loro attuali figli “minori” o “minorati” a seguire

    Non so immaginare Geù che dice stronzate simili

    Luigi,
    non ci cadiamo, ti prego…………………………….

    25 Gennaio, 2012 - 17:42
  21. Mah, io trovo che il linguaggio in forma di slogan abbia una sua forza, non per nulla motti e slogan restano spesso più impressi dei lunghi discorsi.
    L’errore è il qualunquismo,e qui siamo pienamente d’accordo, ma il qualunquismo ha diverse forme, anche quella di escludere assolutamente che si possano utilizzare massime e slogan.

    Comunque, che Gesù non ci cadesse, è perfino ovvio, che noi siamo un pochino meno bravi di lui, altrettanto ovvio.

    25 Gennaio, 2012 - 17:48
  22. Marilisa

    Molti sono quelli che partono male dalle elementari e dalla media inferiore– come dici tu, Antonella– e proseguono peggio fino all’Università. A questo punto o si ritirano ( e secondo me fanno bene) perché non è pane per i loro denti o continuano a gingillarsi con i libri per molti anni fino a che non riescono, anche con raccomandazioni varie, a conseguire una laurea il cui valore è pressoché nullo.
    Quanti professionisti, diplomati o laureati, oggi manifestano una incapacità di scrivere correttamente? Mai visto relazioni di laureati con obbrobriosi errori di ortografia? Quanti ignorano i principî basilari della professione che svolgono? Sono tanti e non esagero. Il degrado della scuola è un problema vero e serio del nostro Paese ed è incominciato da quando è stata istituita la scuola dell’obbligo (anni 60 in generale, ’68 in particolare), che, se è vero che ha comportato una scolarizzazione di massa, ha pure avuto molte conseguenze negative. C’è qualcuno che non ricordi il famigerato “6 politico”?
    Molto altro si potrebbe dire, ma qui non è il caso.
    A ciò si aggiunge una evoluzione della società, che privilegia aspetti vacui del nostro vivere e non apprezza il valore degli studi se non in funzione del classico “pezzo di carta” che può aiutare a trovare un lavoro ( ma oggi anche questo discorso risulta inutile). Tutto questo è sinonimo di dequalificazione della scuola.
    Però i famosi “bamboccioni” sono in gran parte ( non tutti) coloro che, a prescindere da studi e professione, vivono ancora in famiglia o perché non riescono a trovare lavoro o perché sono precari o perché i loro guadagni non gli permettono di rendersi indipendenti. Francamente non è una bella situazione.

    25 Gennaio, 2012 - 18:56
  23. elsa.F

    Degli ultra-trentenni che conosco io che vivono in famiglia con la mamma che gli lava, gli stira, gli cucina, gli rifà la stanza, e gli lascia ovviamente tutto lo stipendio in tasca, quelli che non vanno ad abitare da soli per problemi finanziari sono una minima percentuale. Per la maggior parte hanno belle macchine e vestono trendy, viaggiano spesso all’estero e hanno sempre l’ultimo modello di smart-phone.
    Per contro abito vicino a famiglie di immigrati indiani che vanno a lavorare in motorino nelle stalle, sono sposati con figli che non si vestono trendy ma sono spesso i primi della classe al liceo, a fine mese mandano in India qualche soldino e alcuni si comprano l’appartamento o la casetta colonica.
    Questa è la mia esperienza, che non ritengo sia generalizzabile, ma vi assicuro che è proprio così e questo mi fa molto, molto riflettere.

    25 Gennaio, 2012 - 19:17
  24. Marco

    Quante banalità…

    25 Gennaio, 2012 - 19:23
  25. Marco

    Forse sarebbe opportuno che anzitutto ci si preoccupasse del fatto che, conseguita la laurea, una persona sappia fare il suo mestiere.

    25 Gennaio, 2012 - 19:28
  26. Clodine

    Ciao Fabricianus!!!!
    Non ho letto tutti gli interventi ma, oltre alla bacinella di Leopoldo, condivido il post di Antonella. Nel senso che è vero quanto dice, anzi, aggiungo -e vado oltre- non è tanto “il non conoscere proprio il senso delle parole” che trova nei ragazzini e adolescenti lo scoglio affinché i concetti trovino un filo logico e quindi essere elaborati e, per così dire, “digeriti” e quindi divenire un bagaglio necessario per la formazione di una coscienza critica. IL guaio grosso, ampiamente sperimentato in tanti anni di lavoro su ragazzi “difficili”, cresciuti in strada ma non solo [ci tengo a sottolinearlo, il problema del tutto trasversale] è che per casue molteplici -in famiglia si parla poco, mancanza di adulti di riferimento, abbuffate di messaggini con quei linguaggi in codice eppoi internet , facebook ecc- viene a mancare loro totalmente la struttura che coordina l’espressione del pensiero, non riescono a tessere trame che esplicitino quanto appreso. E’ come se, tra la mente e il linguaggio si creasse una diga di sbarramento! E’ una roba atroce, disarmante, tentare di tirare con le tenaglie una larvatura di concetto!! Motivo per il quale ho sempre seguito il mio istinto sperimentando metodi alternativi improntatiti sul dialogo, sulla ricerca, molto lontani dai tradizionali programmi d’insegnamento i quali, il più delle volte, non hanno alcuna presa sugli allievi …

    25 Gennaio, 2012 - 19:58
  27. Clodine

    Eh ma..guarda Luigi .. quando mi venne il chiribizzo di iscrivermi alla facoltà di teologia non è che anch’io fossi proprio una teenagers ..anzi…stagionatella alquanto…44 anni…!! Ma chi se ne frega, adesso mi sta venendo su una voglia terribile di iscrivermi ai beni culturali per la licenza in restauro?!!! Pensa tu! ” compito principale nella vita di un uomo è di dare alla luce sé stesso,sempre.” E se lo diceva Erich Fromm, altro che sfigato, sopravvisuto ai campi di sterminio in virtù di tale speranza, che dire:siamo in una botte di ferro!

    25 Gennaio, 2012 - 20:27
  28. Clodine

    Stasera voglio vedere il programma della rete La7 “intoccabili” circa il dossier [esplosivo documento di mons.Viganò] sulla corruzione in Vaticano…dentro la città del vaticano…

    25 Gennaio, 2012 - 20:37
  29. discepolo

    VITE PARALLELE

    MC, giovane studiosa e di belle speranze, si laureò in medicina a 24 anni, si specializzò in pediatria a 27 anni , in immunologia a 30, cominciò a lavorare con una borsa di studio come ricercatrice in ospedale a 28 anni,fece la fame per 5 anni poi dovette scegliere se a) emigrare in USA b) continuare a fare la fame c) trovare un lavoro pagato . Scelse quest’ultima
    opzione divenendo pediatra di famiglia , lavoro che ha svolto per 24 anni

    Il suo caro amico JT , giovanotto con pochissima voglia di studiare e molta di divertirsi, si laureò con tutta calma e molte “spintarelle” in medicina a 31 anni, poi siccome era in psicanalisi da 14 anni divenne psicanalista, ereditò i pazienti del suo analista , cominciò a lavorare a 36 anni e fin da subito guadagnò circa 10 volte di più di MC lavorando circa la metà del tempo.

    DOMANDA A MARTONE: CHI DEI DUE DEFINIRESTI PIU’ “SFIGATO” ?????

    26 Gennaio, 2012 - 10:03
  30. Clodine

    Credo di averti battuto sui tempi MC, ma non per questo la sfiga mi ha perseguitata di meno. Allora? Donde l’arcano??? A 18 maturità artistica, borsa di studio e mi iscrivo all’accademia delle belle arti. Diploma di laurea a 21 … con una bambina in braccio, piccola piccola…[altro che fame..affamate in due] finalmente il sogno che si avvera: concorso a cattedra con abilitazione all’insegnamento. Lo vinco “Evviva”!! YppY YppY urra, urra, urra….Sembrava un sogno, cattedra statale Istituto D’Arte. E lo fu, di breve durata, perché mia figlia si ammalò di nefrite. Così…permessi dopo permessi, assenze, per quanto giustificate comunque non ben viste dal preside e colleghi e nel giro di un paio di anni sostituita…Ho lavorato lo stesso, naturalmente, col tempo, perché ho, come vocazione, l’insegnamento per cui non mi arresi mai . Però..però…ho sofferto non poco…diciamo che poteva andar meglio!! E dunque , che dire, ringraziamo il Signore, pazienza,alla fine della fiera ho conseguito pure licenza il teologia, nonostante la sfiga, cosa voglio di più dalla vita? !! Un Lucano!

    26 Gennaio, 2012 - 10:47
  31. elsa.F

    Complimenti per il curriculum e per la caparbietà!

    26 Gennaio, 2012 - 12:27
  32. Clodine

    Cara elsa, la vera laurea te la consegna la vita e il saper affrontare le prove piccole grandi a testa alta senza mai perdersi d’animo con coraggio e dignità sempre! Sapessi quante persone ho incontrato nella mia vita, blasonate, con titoli accademici altisonanti, persone di alto profilo ma che, nella sostanza, valevano poco meno di niente: ignoranti,palloni gonfiati, anfore vuote, che se malauguratamente per un attimo li privi del superfuo si suicidano…
    La laurea, quella vera, te la da la vita che ti forgia, con le sue gioie e i suoi dolori con quelle scelte irrevocabili da prendere così, su due piedi. Scelte forzate che ti cadono addosso come tegole e allora, solo allora comprendi il valore e separi l’essenziale dall’accessorio. E’ dura sacrificare ciò per cui hai lottato e ti sei sacrificata. Ma quando ti viene chiesto – se da Dio, dal destino, dal caso, o da chi non so- di rinunciare e sei messa all’angolo non c’è tanto da pensare; c’è da dire “si” o il “no”. A me venne chiesto di scegliere mia figlia o la carriera. Ho scelto mia figlia…l’ho fatto e lo rifarei.

    26 Gennaio, 2012 - 20:24
  33. “la vera laurea te la consegna la vita e il saper affrontare le prove piccole grandi a testa alta senza mai perdersi d’animo con coraggio e dignità sempre!”

    Un abbraccio e un bacio fraterni a Clodine.
    Ubi le vuole bene.

    26 Gennaio, 2012 - 21:30
  34. Federico B.

    La scelta di Clodine è la stessa che porta molte donne a rinunciare a promettenti carriere, o semplicemente alla soddisfazione di veder realizzato il proprio percorso formativo e professionale, per coronare il sogno di formare una famiglia aperta all’accoglienza dei figli.
    Anche mia moglie a un certo punto ha dovuto rinunciare alla possibilità di andare all’estero e di arricchire il suo curriculum di ricercatrice, con la prospettiva di soddisfazioni “future”: ha scelto un contratto a tempo indeterminato da tecnico (con responsabili meno istruiti di lei), vivere in un modesto appartamento di un paesello di campagna, sposarsi prima dei trent’anni e diventare mamma prima dei trantacinque. Ringrazio tutte queste donne straordinarie, Clodine e la mia sposa per la testimonianza luminosa delle loro scelte.
    E gli uomini? anche gli uomini talvolta sono chiamati a fare scelte di questo tipo, ma non sempre hanno il coraggio di preferire la famiglia alla carriera…

    27 Gennaio, 2012 - 10:57

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