Ossimori 4: Luce nera

Luzi, Cimitero delle fanciulle (da Avvento notturno 1940): “Ma l’amore? E i balconi della sera? / le braccia abbandonate / dal sole alla profonda luce nera / negli orti ove dirada / impallidendo ignota la contrada / chi preme più, chi bacia?” – Qui forse è la luce della notte, o della morte. – Ancora in Luzi, “L’alta, la cupa fiamma ricade su di te” (da Quaderno gotico 1947), primo verso di una poesia dove sono questi altri: “il luminoso spirito notturno” e “un desiderio prossimo a sgomento, / una speranza simile a paura” . Sempre di Luzi, “tetra la vampa” in Annunciazione (ivi), dove troviamo anche “luminosi erebi” (Erebos, greco: regno dei morti); e “tenebre assolate”: “Questo mezzogiorno, queste assolate tenebre” (in Rosales, BUR 1983, p. 99; ivi, p. 113: “facendo luce nella mia / tenebrosa nullità”). – Puoi cavare ossimori da Luzi come marmo dall’Apuania.

37 Comments

  1. Luigi Accattoli

    “Una luce nerissima” – Titolo di un romanzo di Paola Capriolo, Mondadori 2005. Il risvolto di copertina ci informa che descrive “un mondo buio” attraversato da “una luce più nera della stessa oscurità”.

    20 Marzo, 2012 - 8:08
  2. Luigi Accattoli

    Notte luminosa: “Nemmeno le tenebre per te sono tenebre / e la notte è luminosa come il giorno; / per te le tenebre sono come luce” (Salmo 139[138],12). “La luce splende nelle tenebre“: Vangelo di Giovanni 1,5.”La notte splenderà come il giorno e sarà fonte di luce per la mia delizia” (Exultet di Pasqua).

    20 Marzo, 2012 - 8:44
  3. marta09

    E che ti ha preso, Luigi? La ossimoromania? 😯
    Ma …. “La notte splenderà come il giorno e sarà fonte di luce per la mia delizia” non è un ossimoro, è una realtà che cambia sostanzialmente la situazione per intervento di una reale fonte di luce.

    Insomma per tutte le altre affermazioni (decisamente ossimori) è una questione di vista soggettiva, di interpretazione soggettiva e – anche – un dire che spesso è molto d’impatto (emotivo), molto d’effetto e molto di successo.
    Per l’Exultet, invece, no … proprio no perchè è una realtà oggettiva, se fosse un ossimoro sarebbe anche un’eresia: un ossimoro non cambia lo stato di una cosa, Gesù Cristo sì.

    20 Marzo, 2012 - 10:14
  4. Gioab

    “Quando al nostro occhio arriva luce composta da più onde monocromatiche, appartenenti a regioni diverse dello spettro, il nostro cervello interpreta i segnali provenienti dai tre tipi di sensori come un nuovo colore, “somma” di quelli originari.” – Wikipedia
    Quindi il colore che vedi dipende dagli occhi che hai.

    La lampada del corpo è l’occhio. Se, dunque, il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà illuminato;  ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà tenebre. Se in realtà la luce che è in te è tenebre, come sono grandi tali tenebre!” ( Mt. 6.22-23)

    20 Marzo, 2012 - 11:21
  5. marta09

    Veramente in grafica il colore non esiste in sé, ma è troppo complicato da spiegare.

    Ma che cavolo c’entra il colore????

    20 Marzo, 2012 - 13:49
  6. Gioab

    Si parlava di luce “nera, anzi nerissima ” e giustament come notato da te la luce non ha colore, ma viene interpretata a secondo dell’occhio che la percepisce. Per questo Gesù dice : “La luce che è in te” perchè la puoi vedere col colore che hai nella mente.
    O No ?
    Se poi “La notte splenderà come il giorno e sarà fonte di luce per la mia delizia” si potrebbe anche intendere che essendoci tanta luce al posto del buio della notte è come se la notte (buio dell’ignoranza) non esistesse più.

    Tu preferisci dormire con la luce o al buio ? Io preferisco la luce della luna che illumina senza disturbare…..

    20 Marzo, 2012 - 15:29
  7. discepolo

    anche in Montale e in tanti altri poeti si possono trovare ossimori a manciate, come conchiglie sulla sabbia.
    “Pure lo senti nel gioco d’ARIDE ONDE
    che impigra in quest’ora di disagio,
    non buttiamo già in un gorgo senza fondo
    le nostre vite randage…”

    “le SALMASTRE PAROLE
    in cui natura ed arte si confondono
    per gridar meglio la mia malinconia
    di fanciullo invecchiato che non doveva pensare”

    (da Mediterraneo, Ossi di seppia)

    20 Marzo, 2012 - 15:47
  8. elsa.F

    Cari amici,
    ragioni strettamente personali mi impongono di lasciare questo blog che mi ha tenuto compagnia per tanti mesi.
    Chiedo perdono a tutti coloro che in modo o nell’altro si sono sentiti offesi dalle mie parole.
    Ringrazio Luigi che mi ha offerto tanti (troppi!) spunti di riflessione che mi hanno aiutato a capire che tanti fatti della vita, anche i più tristi e dolorosi, posso essere valutati diversamente quando visti dalla prospettiva del Vangelo.
    Auguro a tutti una buona continuazione.
    Grazie

    elsa.F

    20 Marzo, 2012 - 15:51
  9. Federico B.

    Grazie a te Elsa per il contributo che hai saputo portare.
    Mi auguro che le tue ragioni strettamente personali ti consentano di tornare prima o poi su questo pianerottolo.
    Un abbraccio
    FB

    20 Marzo, 2012 - 17:26
  10. Clodine

    Mi associo a federico, elsa, spero che le motivazione di cui parli esulino dalle scaramucce del blog e al contempo vorrei fossero riconducibili al blog, perché vorrebbe dire che non c’è nulla di veramente serio che ti opprime!. Eppoi non hai motivo di scusarti, anzi, certe volte ho trovato simpatiche le tue uscite bislacche, non meno delle mie, terribili ,delle quali non appena inviate avrei fatto il passo antigravità all’indietro alla Michael Jackson…figurati…non so se mi spiego ah ah ah ah ah !!
    Spero tu possa farti viva, al più presto..mi raccomando, qualunque cosa sia, fede e fiducia in Dio!Ti abbraccio cara, ciao..
    Clo

    20 Marzo, 2012 - 18:04
  11. Mi auguro che i motivi personali di Elsa non siano dovuti a situazioni gravi.
    Porgo i miei saluti ad Elsa, che ricorderò volentieri per la brevità dei suoi interventi, però ricchi di intensità.
    A questo vanno aggiunti i ringraziamenti per aver espresso apprezzamento alcune volte nei miei confronti, pur se da parte mia largamente immeritato.

    20 Marzo, 2012 - 18:25
  12. Ti auguro ogni bene Elsa. Ciao

    20 Marzo, 2012 - 18:33
  13. marta09

    Elsa … ma è proprio impossibile-impossibile tu continui a frequentare questo brioso pianerottolo? Proprio non riesci a trovare un buchino anche piccolo?
    Spero anch’io non siano motivi di salute e – se vuoi – almeno rassicuraci su questo.

    A me dispice un sacco, ecco.

    20 Marzo, 2012 - 19:20
  14. marta09

    Era “dispiace” …

    20 Marzo, 2012 - 19:21
  15. FABRICIANUS

    Un abbraccio ad Elsa.f. Come Federicob, la ringrazio anch’io per il suo contributo e spero possa far ritorno presto sul pianerottolo. In ogni caso, ti auguro ogni bene, cara Elsa.

    P.S. Oggi ho rivisto l’amico Roberto55 e sua moglie. Due persone squisite e davvero in gamba. É sempre un piacere condividere un momento con loro

    Presto conoscero` anche Marta09(cavoli, siamo concittadini.)persona sicuramente altrettanto squisita!

    Un abbraccio a Clodine, che ho avuto la gioia di conoscere qualche anno fa.

    Un abbraccio a principessa.

    Ciao mattlar, ciao federicob, ciao Nino, ciao Matteo-inc.Ciao Marco.

    Ciao a tutti e tutte!

    Un grande ciao a Luigi!

    20 Marzo, 2012 - 20:37
  16. FABRICIANUS

    Ciao nico! E ciao alla prof. Antonella.

    20 Marzo, 2012 - 20:39
  17. Luigi Accattoli

    Saluto Elsa con gratitudine.

    20 Marzo, 2012 - 22:39
  18. Luigi Accattoli

    Esce domani dall’editore Gallucci il poemetto La linea di minore resistenza di Carlo Fruttero: versi dettati alla figlia Carlotta con l’impegno a che li pubblicasse dopo la sua morte. Egli è morto il 15 gennaio e ora possiamo leggere questo suo testamento poetico. Da quello che ne ha anticipato il Corriere della Sera del 12 marzo credo sia da leggere. Qui ne parlo per l’ossimoro “impigrito furore” che è in una delle prime pagine, tra questi versi:

    … precipitava il primo giavellotto. Il nemico era lì
    tutto attorno. Bisognava fuggire, ritirarsi, più di una volta
    combattere sopprimendo il tremito, richiamando l’impigrito furore
    a denti stretti, l’urlo pronto a scoppiare, il braccio
    mulinante a caso nella mischia. Belve, tutti.

    21 Marzo, 2012 - 22:15
  19. Luigi Accattoli

    Se un lettore di poesia mi chiedesse che sia la “mischia” descritta nei versi riportati nel commento precedente, direi che è la vita.

    21 Marzo, 2012 - 22:19
  20. Luigi Accattoli

    Se un altro lettore di poesia mi invitasse a trovare un apparentamento a quei laici versi di Fruttero, direi di cercare negli ultimi e più discorsivi che ci ha lasciato il cristiano senza Chiesa Mario Luzi.

    21 Marzo, 2012 - 22:21
  21. fiorenza

    Lasciando stare “l’impigrito furore” e tornando alla “nera luce”, dirò che questo ossimoro mi è caro perché ricorre nella poesia di G.Seferis -lui sì che lo amo! Altro che Mario Luzi!- e, anzi, Seferis lo raddoppia, lo dilata, lo rende immenso:

    “angelicata e nera / luce”

    “angelicato e nero giorno””

    (Dal poemetto “Il Tordo”)

    21 Marzo, 2012 - 23:36
  22. fiorenza

    Poi c’è Shakespeare. Il Sonetto 43, in cui troviamo descritto l’indescrivibile suo sguardo: “darkly bright”. Il potere di quei suoi occhi prodigiosi che
    “darkly bright, are bright in dark directed”.
    L’hanno tradotto in mille modi, questo verso, perché ciò che è darkly bright è inesauribile.

    21 Marzo, 2012 - 23:43
  23. fiorenza

    Poi? Poi ci sarebbe “la tenebra luminosissima” dello Pseudo-Dionigi.
    O “il raggio di tenebra” della Luce Divina, in San Juan de la Cruz…Ma in questi territori, in cui non ci si può inoltrare senza togliersi i calzari, non oso certo avventurarmi..

    21 Marzo, 2012 - 23:50
  24. fiorenza

    Più “laicamente”, invece, c’è “il raggio di oscurità” di W.R. Bion. Bion che è il più grande -diciamo: il mio preferito- maestro di psicoanalisi. Rifacendosi a Freud che sosteneva la necessità, in certi casi, di “accecarsi artificialmente” per esaminare certe zone di buio, Bion ha cercato di realizzare anche in se stesso -e di insegnare- quella così particolare condizione di accecamento artificiale che è necessario attivare per riuscire ad occuparsi di “un soggetto oscuro, la parte più fondamentale e primitiva della mente umana”. E questo così particolare tipo di sguardo-non sguardo, che si fa veggente per mezzo del buio -“darkly bright” -, egli lo chiama “un penetrante raggio di oscurità”. (Sono certa che, oltre a Freud, egli aveva meditato a lungo quel verso del Sonetto 43…)
    Ci dice:
    “Invece di provare a fornire una brillante, intelligente, bene informata illuminazione per chiarire i problemi oscuri, suggerisco di procurare una diminuizione della ‘luce’. Un penetrante raggio di oscurità: un reciproco del faro”.
    (W.R. Bion, Il cambiamento catastrofico, Loescher, 1981, p.123)

    22 Marzo, 2012 - 0:30
  25. fiorenza

    E, così, la mia fascina l’ho portata: non sia mai che io non partecipi a una bella sagra paesana e che non arda, il falò, anche con le mie pagliuzze, i miei rametti, i miei legni.
    Li ho portati, ho partecipato, non da “stanziale” (grazie Sump per avermi donato questo termine. Ti dico grazie ma vedi anche, in questo clima di ossimori, l’ingrata che sono: non ti ho nemmeno fatto gli auguri, il 19. Anche se, a dirla tutta, a San Giuseppe gliel’ho ricordato di tenerti d’occhio). Sono passata, piuttosto, come uno dei “pastori erranti del blog” (grazie, Giosal. Anzi, doppio grazie: per aver coniato questa espressione e per averci suggerito, quella sera, di guardare in alto, alle congiunzioni astrali nel sereno. Ma lo sai che tutte le sere, da allora, cerco di non mancare la danza di Venere con Giove?)
    Alla prossima.

    22 Marzo, 2012 - 0:49
  26. discepolo

    vorrei segnalare a Luigi anche questi due bellissimi ossimori di John Donne
    incastonati come perle nel suo SONETTO SACRO n. XIV

    rapiscimi, inprigionami: se tu
    non mi incateni non sarò mai libero,
    casto mai se tu non mi violenti.

    (take me to you, imprison mee, for I
    except you’enthrall mee, never shall be free,
    nor ever chast, except you ravish mee.)
    ( Da John Donne , Poesie amorose e poesie teologiche , traduzione di Cristina Campo )

    22 Marzo, 2012 - 8:36
  27. Luigi Accattoli

    Grazie Fiorenza, che fiera che abbondanza.

    22 Marzo, 2012 - 8:45
  28. Luigi Accattoli

    E grazie anche a Discepolo, che sei arrivata mentre salutavo Fiorenza. Grazie a tutti e buona giornata.

    22 Marzo, 2012 - 8:47
  29. Luigi Accattoli

    E “gli occhi della notte”? Dove ho trovato gli occhi della notte, che ora non so più?

    22 Marzo, 2012 - 8:48
  30. fiorenza

    Per “gli occhi della notte”, nemmeno io mi ricordo dove…
    Mi è venuto in mente, però, quel verso folgorante della “nostra” Elena Bono:
    “Così semplice era tutto: chiudere gli occhi e guardare”.
    O come avevo fatto a scordarmene?

    22 Marzo, 2012 - 8:59
  31. “Ora che ho perso la vista, ci vedo di più”

    http://www.youtube.com/watch?v=DMEkEeEdQQY

    (che segna anche un pezzo dei Dream Theater, unica frase pronunciata in italiano all’interno di un tripudio metal)

    http://www.youtube.com/watch?v=Y0Lo4D3h4uU

    The unbroken spirit
    Obscured and disquiet
    Finds clearness this trial demands
    And at the end of this day sighs an anxious relief
    For the fortune lies still in his hands

    22 Marzo, 2012 - 9:37
  32. Interessante questo richiamo, ricorrente negli artisti più (apparentemente) lontani tra loro, dell’urgenza di fare spazio ai “sensi interni” che ci guidano a scoprire l’essenza autentica delle cose…

    22 Marzo, 2012 - 9:39
  33. marta09

    “Gli occhi della notte” non so davvero in quale opera si trovi (mica sono come voi … ah ah ah), di certo e nell’immediato ho associato questa frase ai ciechi che sviluppano un sensibilità visiva senza l’uso degli occhi: vedono non vedendo.

    Da qui si potrebbe anche estendere il significato nella sfera spirituale tipicamente pasquale, tra l’altro.

    Una frase estremamente vera ed autentica di chi “sa cosa c’è”, ma non può vedere davvero ciò che c’è.
    Direi che è un’esperienza comune e molto frequente.

    22 Marzo, 2012 - 12:10
  34. giosal

    Quali figure induce a forgiare il senso poetico! E Luigi che provoca.
    Proprio di questi tempi mi divertivo a rivedere quelle misteriose aree del ns cervello dove nasce il linguaggio, e le altre dove germogliano i sentimenti, le passioni, i ragionamenti… Una macchina portentosa! Il dono a mio avviso più prezioso che ci sia stato fatto.
    E quanto poco ne usiamo positivamente, come talvolta accade per ricchezze non guadagnate con il proprio impegno.

    Fiorenza, vista la birbona di Venere? Prima si è avvicinata a Giove, ora se fugge disdegnandolo. Tra un po’ si dileguerà definitivamente, percorrendo strane traiettorie. Un caro saluto

    22 Marzo, 2012 - 14:33
  35. lycopodium

    Un abbraccio ad ElsaF e un arrivederci.
    p.s.
    L’ossimoro usato da Luigi mi ricorda il titolo di un ex-cattolico, che parla proprio della sua uscita dal cattolicesimo (interessante, ovviamente reperto anatomopatologico…).

    23 Marzo, 2012 - 7:11
  36. lycopodium

    Ops!
    …ovviamente COME reperto anatomopatologico…

    23 Marzo, 2012 - 7:28
  37. In Agostino (Confessioni, 1, 6, 7) ci sono gli ossimori: “vita mortale” e “morte vitale”.
    Quid enim est quod volo dicere, Domine, nisi quia nescio, unde venerim huc, in istam dico vitam mortalem an mortem vitalem? Nescio.
    Anche io non so (nescio) se sono stati già detti; nel dubbio, li ripeto ancora.

    2 Aprile, 2012 - 22:24

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