Ove l’uomo / e la vita s’intendono ancora

Sono felice perché Roberto Benigni in mattinata al Quirinale – per la conclusione del 150° dell’Unità d’Italia – ha letto Voce di vedetta morta di Clemente Rebora, poesia nella quale sono le parole “ove l’uomo / e la vita s’intendono ancora”. Nel primo commento l’intera poesia. Visitatore vedi di condividere – se puoi – questa mia felicità.

19 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Voce di vedetta morta
    di Clemente Rebora

    C’è un corpo in poltiglia
    Con crespe di faccia, affiorante
    Sul lezzo dell’aria sbranata.
    Frode la terra.
    Forsennato non piango:
    Affar di chi può, e del fango.
    Però se ritorni
    Tu uomo, di guerra
    A chi ignora non dire;
    Non dire la cosa, ove l’uomo
    E la vita s’intendono ancora.
    Ma afferra la donna
    Una notte, dopo un gorgo di baci,
    Se tornare potrai;
    Sòffiale che nulla del mondo
    Redimerà ciò ch’è perso
    Di noi, i putrefatti di qui;
    Stringile il cuore a strozzarla:
    E se t’ama, lo capirai nella vita
    Più tardi, o giammai.

    [Da Poesie sparse 1913-1927]

    17 Marzo, 2012 - 16:44
  2. Sòffiale che nulla del mondo
    Redimerà ciò ch’è perso

    Divino !

    17 Marzo, 2012 - 17:46
  3. marta09

    Mah, Luigi, a me si stringe il cuore e basta … ma forse non ho capito bene la poesia 😳

    Tanto sangue è stato sparso per questa nostra Italia, tanta sofferenza, paura, terrore per unirla e poi … e poi c’è sempre stato qualcuno che tenta di distruggerla nel peggiore dei modi: nella fiducia ( 😥 )

    17 Marzo, 2012 - 18:31
  4. roberto 55

    Certo che la condivido, Luigi: bravissimo, al solito, Roberto Benigni, e bellissima la poesia prescelta, magnifica conclusione di quest’anno di celebrazioni, che ci ha aiutato a ritrovarci e riconoscerci nella nostra storia (non tutta positiva, anzi !, ma tutt’altro che priva – ne converrai, Marta/Lidia – di pagine luminose), nelle nostre radici, nella nostra attuale identità di italiani.

    Buona domenica a tutti !

    Roberto 55

    18 Marzo, 2012 - 0:39
  5. Gioab

    Caro Luigi, l’argomento si presta ad essere visto da molte angolazioni. Proviamo con :”perché l’uomo e la vita si devono intendere è proprio necessario ? come si può fare ? cos’è la vita ?

    La vita è un tempo, un periodo nel quale l’uomo deve crescere, metabolizzare e reagire agli stimoli esterni, mentre la riproduciamo. Quindi come dice Wikipedia (Erroneamente secondo me) “E’ la forza vitale dell’organismo vivente non astratta che non può esistere in maniera indipendente e negli organismi viventi ha un proprio ciclo vitale (un tempo)”

    Poi dobbiamo sapere cos’è l’uomo. Solo un contenitore vuoto che deve esser riempito.
    A questo scopo la Vita che ha codificato l’uomo, lo condiziona e lo spinge ad agire, lo guida, gli insegna, lo fa essere curioso affinché impari, (riempia il contenitore) ma alcuni (e la Vita dice che sono donne) purtroppo: “imparano sempre e non sono mai in grado di venire all’accurata conoscenza della verità.” ( 2 Tim 3.7) come faranno quindi a divenire persone di intendimento in questo tempo se sono come dice qui : “Ma sappi questo, che negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi [d’orgoglio], amanti dei piaceri anziché amanti di Dio, aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza; e da questi allontànati.” ( 2Tim 3.1-6) Che fotografia !

    Allora la Vita che non saprà che farsene di questi contenitori vuoti o se vuoi riempiti malamente dice : “L’uomo terreno, quantunque in onore, che non comprende, In realtà è paragonabile alle bestie che sono state distrutte.” ( Salmi 49.20) Infatti essendo contenitori di ciò che è adulterato non servono, sono come i cembali rimbombanti. Stonati ! e più stanno in alto più sono stonati !
    “La stoltezza è stata messa in molte alte posizioni,” ( Eccl 10.6)

    18 Marzo, 2012 - 10:57
  6. roberto 55

    Chiusa la parentesi, amici, proseguiamo il dibattito nel “pianerottolo”.
    Un caro saluto a tutti.

    Roberto 55

    18 Marzo, 2012 - 11:56
  7. marta09

    Ohhh certo che sì, Roby, ma è proprio questo che mi fa male: figure luminosissime che spesso han dovuto pagare con la vita.
    Ma perchè? Perchè?
    E’ incredibile come chi opera per il bene viene preso di mira con la folle e sciocca idea che se lo si fa fuori, l’idea (giusta) muore con chi la propone …

    Non credo sia vero il concetto che per fare pace e necessario fare guerra, ma è vera che per opporsi alla guerra è necessario essere capaci di camminare su strade – magari impopolari – ma giuste per tutti.

    La guerra arriva quando non c’è più comunicazione, non si ascolta più e si opera solo per i propri vantaggi … costi quello che costi: questa è la guerra che ancora oggi (magari non proprio su campi di battaglia) trionfa 😉

    La nostra storia è storia di martiri, che magari non sono nella “gloria del Bernini”, di certo sono nella gratitudine dell’Italia … 😕 …

    18 Marzo, 2012 - 14:50
  8. Bello. Nel pianerottolo si trova sempre qualcosa di profondamente originale.

    18 Marzo, 2012 - 15:06
  9. Marilisa

    Luigi, grazie di cuore per aver postato la poesia di Clemente Rebora.
    E grazie di cuore a Giuliano Maracci per il link dove è possibile vedere un Roberto Benigni che sottolinea l’ attualità sorprendente di alcune dichiarazioni, riguardo all’ Italia e all’ Europa, di grandi uomini del passato. Darebbero adito ad osservazioni sulla realtà odierna, ma non è il tema.
    La poesia in genere dovrebbe rasserenare, in virtù di una funzione catartica che le è propria.
    E tu hai messo a fuoco, propositivamente, una espressione che suscita speranza e che, perciò, ti rende felice.
    Condividere? Sai, d’impulso, banalmente, sarei portata a pensare che la speranza è l’ultima a morire.
    I cristiani, inoltre, avrebbero il dovere di sperare sempre, sperare ad ogni costo, perché il Cristo ha dato una luce nuova alla vita, e con la sua Resurrezione ci ha messo, noi uomini piccoli e sbigottiti di fronte al male e alla morte, davanti all’incredibile: il Bene ha il sopravvento sul Male, perfino la morte è sconfitta.
    Ma intanto, perché negarlo? Davanti al male dilagante resta senza risposta, almeno nell’immediato, l’eterna domanda: Signore perché?
    Sì, “l’uomo e la vita si intendono ancora”. Sempre sarà così. Perché l’uomo–ma, a farci caso, tutti gli esseri viventi– è stato creato per la vita e ad essa si attacca con tutte le sue forze.
    Ci sono momenti e luoghi e circostanze in cui l’uomo e la vita si conciliano perfettamente. Turbare tale sintonia è quasi una colpa.
    E per i cristiani, al di là delle leggi naturali, Gesù Cristo –come ho già detto– ha sciolto, almeno in parte, l’enigma della morte.
    Ma ci vuole una fede grandissima per allontanare la paura della morte. Oppure, forse, un’indifferenza altrettanto grande.
    Anche Clemente Rebora negli altri versi della poesia evidenzia, senza riferimenti religiosi, un amore grande per la vita e per le gioie che può offrirci, e una repulsione totale per tutto ciò che distrugge la vita, le guerre in primo luogo. Quanti luoghi della terra ancora oggi sono tormentati dalla guerra? Avrà mai fine la lunga vicenda dell’odio fra gli uomini?

    18 Marzo, 2012 - 18:47
  10. Marilisa

    Pardon, dovevo dire Giordano Maracci.

    18 Marzo, 2012 - 18:48
  11. Gioab

    @ Marilisa
    “Avrà mai fine la lunga vicenda dell’odio fra gli uomini?”

    Beh, la risposta è sì, ma “chi rompe paga e i cocci sono suoi” dice il proverbio, quindi dovrebbero esser pronti a pagare, ma come faranno ?…… Vedi un po’ !

    Saranno mai in grado di pagare ?

    E quà

    18 Marzo, 2012 - 18:55
  12. marta09

    Non cesserà l’odio perchè non cesserà (mai) il bene e l’amore che denuncia sui fatti ed a specchio … Niente di più fastidioso per chi cerca solo il bene e l’amore di sé stesso.

    La Chiesa molto probabilmente è nei tempi in cui lo Spirito Santo opera più che mai alla radice e quale miglior modo di stroncare il bene se non quello di colpire sul nascere ogni germoglio esattamente come fece Erode?

    Questa “caccia alla streghe” riguardo la Chiesaè troppo ostentata, troppo ricercata, tutto troppo ….

    Ma chi guarda solo agli scandali, chi ridacchia degli errori per quanto orribili siano, chi aspetta con morbosità il passo falso o il famoso scheletro nell’armadio è decisamente dalla parte del male e lo divulga, lo insinua … come un serpente. Costui non soffre i dolore dei chiodi, li conficca nell’animo dei piccoli.

    C’è qualcosa di malsano in questa ricerca spasmodica sia dai media che da alcune persone, qualcosa di pernicioso, un gusto sbagliato che tanto assomiglia al “hai visto?” che ci richiama immediatamente alle tentazioni.

    E’ sufficiente denunciare, pulire, ma con dolore e misericordia e garantisco che di bello e di luminoso ce n’è tanto al mondo, nella Chiesa e nell’umanità.

    Per buttare fango addosso a qualcuno o qualcosa è necessario averlo questo fango, anzi essere questo fango.

    Che fa notizia, però, (e non dovremmo mai scordarcelo) è il bene e non la sporcizia umana che – detto tra noi – è di tutti.

    18 Marzo, 2012 - 21:01
  13. Gioab

    @ marta09
    Davvero commovente, non sapevo che per fare pulizia si dovesse mettere la “zozzeria” sotto il tappeto.

    “ L’uomo malvagio mostra faccia tosta, ma il retto è quello che stabilirà fermamente le sue vie.” ( Prov 21.29)
    “E siete voi gonfi, e non avete piuttosto fatto cordoglio, affinché l’uomo che ha commesso tale azione fosse tolto di mezzo a voi ? ( 1 Cor. 5.2)
    “Quindi allontanate ogni sudiciume”.( Giac. 1.21)

    19 Marzo, 2012 - 11:31
  14. marta09

    I “tappeti” rimasti sono rimasti a te, ma non per la sporcizia del mondo … L’umanità – adagio adagio – li sta distruggendo tutti.

    Dico solo che il dito accusatore anziché puntarlo verso il prossimo sempre e comunque, forse varrebbe la pena di puntarselo addosso.
    A quelli che dicono “ah, io mai una cosa di questo genere” e si scandalizzano di tutto, normalmente rispondo che “è solo perchè non ne hanno occasione o non hanno gli occhi di tutti puntati addosso”.

    Insomma, attento che non potendo cambiare il mondo, il mondo abbia cambiato te dato che l’ultimo sport più diffuso e di moda è quello di guardare i peccati altrui.

    19 Marzo, 2012 - 11:39
  15. Gioab

    @ marta 09
    “Dico solo che il dito accusatore anziché puntarlo verso il prossimo sempre e comunque, forse varrebbe la pena di puntarselo addosso.”
    Assolutamente vero. Ma gli occhi sono stati creati davanti non di dietro, né dentro per guardare avanti. Per osservare il dentro ci vuole il “terzo occhio”.
    Se non si guardassero i peccati altrui, non sarebbe possibile ottemperare a questo : “Devi positivamente conoscere l’aspetto del tuo gregge” ( Prov 27.23) “l’uomo che ha commesso tale azione fosse tolto di mezzo a voi?” ( 1 Cor. 5.2) “Rimuovete l’[uomo] malvagio di fra voi”. ( 1 cor. 5.13)
    Non risulta che sia stato fatto bensì il suo contrario, è stata offerta protezione e sostegno affinché potessero continuare. ( Crimen Sollecitationis lo dimostra)

    19 Marzo, 2012 - 12:07
  16. Gioab

    (Tito 3:10) “ In quanto all’uomo che promuove una setta, rigettalo dopo una prima e una seconda ammonizione,”

    “Setta (dal latino secta, da sequi, seguire, seguire una direzione, e da secare, tagliare, disconnettere) indica un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica che, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata” Wikipedia

    Se dunque il Vangelo prescrive un comportamento ed un gruppo agisce in modo diverso, chi è la setta ?

    19 Marzo, 2012 - 12:12
  17. marta09

    Uffa … ti sei già dato una risposta e quindi è inutile qualsiasi altra possibilità.
    😀

    19 Marzo, 2012 - 12:39
  18. Gioab

    @ marta09
    proponi tu !

    19 Marzo, 2012 - 13:19

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