Questa è la porta della chiesa della mia parrocchia, Santa Maria ai Monti, famosa per essere “sempre aperta” come dice un cartello sul pannello interno del portone, come appariva nella mattinata di venerdì, dopo il decreto del cardinale Vicario che annunciava la chiusura delle chiese e prima del secondo decreto che le riapriva. Nei commenti tratterò alcuni aspetti di questa parabola fattuale delle Chiese chiuse, delle liturgie in streaming, del digiuno eucaristico. Parto dall’inserire un fondo che ho scritto per il Corriere Roma.
Il blog di Luigi Accattoli Posts
“Le misure drastiche non sempre sono buone” ha detto ieri Francesco parlando della chiusura delle chiese chiesta dal Governo e attuata dal Vicariato di Roma. Con quelle sette parole, pronunciate nel giorno del compimento del settimo anno di Pontificato, Bergoglio ha confermato d’essere ancora un Papa scomodo, proprio come apparve fin dalla prima uscita sulla loggia di San Pietro. – E’ l’attacco di un mio scorciatissimo articolo sui sette anni bergogliani pubblicato oggi dal “Quotidiano del Sud”. Lo riporto per intero nei primi tre commenti e poi torno sulla questione delle chiese chiuse e riaperte.
Francesco, che oggi compie sette anni di Pontificato, ha detto stamane prima della messa a Santa Marta che “le misure drastiche non sempre sono buone”. Lo ha detto ai pastori che “devono accompagnare il popolo di Dio in questa crisi”: non è quindi una critica ai governanti ma un invito ai vescovi e ai sacerdoti perchè scelgano con “discernimento” il modo di adeguarsi alle direttive delle autorità. La parola di oggi richiama quella di martedì 10 che invitava i sacerdoti al coraggio di uscire per portare ai malati la “forza” della Parola di Dio e dell’Eucarestia. Nel compimento del settimo anno Francesco si conferma dunque come un Papa scomodo: sulla Cina, sull’Islam, sull’Amazzonia, sui migranti, sulla chiusura delle chiese e nelle chiese nei giorni del Covid-19. Nel primo commento il testo mattutino del Papa, sul quale poi tornerò nella lunga giornata dell’#iorestoincasa.
Continuiamo a pregare insieme, in questo momento di pandemia, per gli ammalati, per i familiari, per i genitori con i bambini a casa … ma soprattutto io vorrei chiedervi di pregare per le autorità: loro devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo. Ma è per il nostro bene. E tante volte, l’autorità si sente sola, non capita. Preghiamo per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure: che si sentano accompagnati dalla preghiera del popolo. Così Francesco stamane prima della messa a Santa Marta.
Messa del mattino e udienza generale senza ospiti ma piene di presenze per invocazione. Prima della messa e all’omelia Francesco ha ricordato i malati del Covid-19, i carcerati in rivolta, i cristiani perseguitati, Asia Bibi. nei saluti dell’udienza ha di nuovo salutato i combattenti del virus, i siriani imprigionati tra Turchia e Grecia, gli italiani in quarantena, i detenuti di Padova che hanno scritto per lui la Via Crucis del Venerdì Santo. Nei commenti riporto con miei titoletti le intenzioni della preghiera universale del Vescovo di Roma. Concludo con una mia nota su Francesco maestro di preghiera.
Continuiamo a pregare insieme per gli ammalati, gli operatori sanitari, tanta gente che soffre questa epidemia. Preghiamo il Signore anche per i nostri sacerdoti, perché abbiano il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo. – Così Francesco stamane prima della messa nella cappella della Domus Sanctae Martae. Nei commenti una mia nota e i link al testo e al video dell’omelia.
In questi giorni, offrirò la Messa per gli ammalati di questa epidemia di coronavirus, per i medici, gli infermieri, i volontari che aiutano tanto, i familiari, per gli anziani che stanno nelle case di riposo, per i carcerati che sono rinchiusi. Preghiamo insieme questa settimana, questa preghiera forte al Signore: “Salvami, o Signore, e dammi misericordia”.Così Francesco stamane ha introdotto la celebrazione nella cappella della Casa Santa Marta che veniva data in diretta video dai media vaticani. Nel primo commento i link al video e al testo dell’omelia.
Da domani mattina sarà possibile seguire la messa del Papa diffusa in streaming da VaticanNews, com’è avvenuto per l’Angelus di oggi e come avverrà per l’udienza di mercoledì. Il Covid-19 sta modificando la comunicazione papale. Nel primo commento l’annuncio della novità della messa del mattino che è stato dato a metà pomeriggio, nel secondo la nota di VaticanNews, nel terzo il mio commento che è di gratitudine.
La foto mostra i banchi della mia parrocchia con segnati i posti da occupare in sicurezza, cioè alla giusta distanza. A Roma c’è stata incertezza nell’interpretazione del decreto governativo di ieri notte: fino a mezzogiorno le messe sono state celebrate regolarmente, ma non quelle del pomeriggio. Nei commenti riporto il comunicato della Cei che chiarisce la questione e racconto l’Angelus del “Papa ingabbiato” come egli stesso si è definito.
Non cattolici che vengono ai nostri santuari, fenomeno antico ma oggi crescente: l’intercultura, il turismo globale, l’attrazione di sempre per il miracolo geolocalizzato. Sono partito da Loreto dove ho interrogato lo storico del santuario Giuseppe Santarelli, i vescovi Dal Cin e Vecerrica. Ho provato ad allargare lo sguardo ad altri santuari e altri paesi con l’arcivescovo Rino Fisichella del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione che si occupa dei santuari: è il sommario di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno.
14 Commenti