Il blog di Luigi Accattoli Posts
Matteo Merolla, 29 anni, positivo al Covid ma asintomatico, si fa ricoverare all’Ospedale del Celio insieme allo zio 50enne, affetto da sindrome di Down, che era arrivato in condizioni molto serie al Policlinico militare per un’infezione da Covid-19. «Non volevo lasciarlo solo», la sua spiegazione. A raccontare la vicenda a Carlotta Di Santo dell’agenzia “Dire”, il 20 novembre 2020, è lo stesso Matteo, agente immobiliare, nato e cresciuto nel quartiere romano di Montesacro.
Dall’UCSI di Verona [Unione cattolica stampa italiana] ho ricevuto il 19 dicembre – in collegamento da remoto – il premio “Giornalismo e Società”, uno dei riconoscimenti previsti dal “Premio UCSI Natale 2020”: del fatto e della cerimonia di premiazione avevo dato conto nel post del 19 dicembre, nel quale avevo anche inserito il link all’intera registrazione audio e video dell’evento. Qui evidenzio la sola parte di motivazione del riconoscimento a me attribuito e del mio ringraziamento. Il conduttore che introduce, legge la motivazione e mi dà la parola è Stefano Filippi, presidente dell’UCSI di Verona. Il link che metto a conclusione di questo post riporta queste sole parti della cerimonia, che nella registrazione complessiva erano sparse in più momenti. Nei commenti riporto la motivazione del Premio, il mio ringraziamento, la risposta a una domanda rivoltami da Filippi.
Riprendo la narrazione delle storie di pandemia dove le avevo lasciate il 20 novembre, quando mi sono ammalato. Stavo lavorando a un bel testo sulle “morti ingiuste” da Covid scritto da Manuel João Pereira Correia, comboniano portoghese di 69 anni, malato di Sla: le morti ingiuste per questo missionario sono quelle di tanti suoi confratelli ospiti del centro d’assistenza di Castel D’Azzano (Verona), dove risiede e dove la maggioranza dei confratelli e del personale «hanno contratto il Covid-19». Dalla Casa generalizia romana dei Comboniani ho poi appreso che i comboniani morti per Covid nel mondo sono in totale, a oggi, 27, 22 dei quali italiani. Il totale dei padri morti nella casa di Castel D’Azzano sono 12. Il testo del geniale comunicatore che è il padre Manuel João l’ho preso dal sito dei comboniani in Italia e l’ho ridotto di alcuni paragrafi.
Nel giorno dei vaccini, che è di festa, io invece racconto due storie di morte apprese sul campo, senza – al momento – poter indicare il chi, il come e il dove. Ve le dico come mi sono state raccontate da chi le ha sofferte nella carne. Riguardano ambedue la disumana maniera di morire e di dare notizia di morte che è divenuta realtà quotidiana in questa stagione della bestia che è uscita dal mare. Le narro con il minimo di parole nei primi due commenti e nel terzo torno a nominare la bestia.
L’occasione fa il ladro e può capitare che anche il Covid incentivi piccole o grandi ladrerie. Ne racconto una piccola che ho osservato ieri notte dalla finestra verso le quattro, non dormendo. Tanto non dormivo e tanto m’attirava la messa in scena di quel proverbio, che ho cambiato finestra tre volte per vederla tutta. La racconto nel primo commento.
“Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Isaia 9, 5): con questo annuncio di vita auguro il buon Natale ai visitatori, assicurandoli che ora – rispetto alle ultime quattro settimane – ho abbastanza fiato per farlo.
Torno sulla beatitudine dei cuori puri che vedranno Dio [vedi ai post del 19 e 20 dicembre] per riproporla come via per il discernimento delle storie di pandemia quali fatti di Vangelo. Nei commenti la mia preghiera quotidiana per il dono del cuore puro, il rimando alle invocazioni bibliche alle quali si ispira, qualche spunto di interpretazione di questa beatitudine che è sempre stata per me la più impegnativa. Un riflesso diretto del mistero che fu l’intera esistenza del nostro Signore.
Papa Francesco ha fatto pubblicare oggi il decreto riguardante “il martirio del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino, Fedele Laico; nato il 3 ottobre 1952 a Canicattì (Italia) e ucciso, in odio alla Fede, sulla strada che conduce da Canicattì ad Agrigento (Italia), il 21 settembre 1990”. E’ giorno di festa per me, che alla figura di Livatino “martire della giustizia” avevo dedicato un capitolo del primo dei miei volumi intitolati “Cerco fatti di Vangelo” (Sei 1995). Nei commenti il rimando a quel testo di cui riporto le parti rese oggi ancora più attuali dalla decisione del Papa.
“Non rilevato Sars-CoV-2”: è il responso venuto poco dopo mezzogiorno dal Laboratorio di Virologia dello Spallanzani. E’ seguita una serrata interpretazione delle implicazioni tra la dottoressa di famiglia e due nostri medici amici. Ora sia io sia mia moglie, soli abitanti della casa, siamo negativi. Consigliati di restare prudenti in ogni aspetto della coabitazione, mantenendo un qualche distanziamento, ma non più mascherina e timore di toccare l’uno il piatto dell’altro. Che faremo a Natale ancora non si sa. Ma insomma i figli che sono a Roma li vedremo, forse uno per volta con il rispettivo partner, forse per un caffè se non per il pranzo. – Questo tampone negativo non vuol dire guarigione, sempre sono in polmonite da Covid: a un mese dalla dimissione, cioè a metà gennaio farò gli accertamenti che dovrebbero dirmi se ne sarò uscito. “Però lei ne sta uscendo. Se i paramenti attuali [il saturimetro stamane dava 99] resteranno stabili, tra tre settimane potremo dirle che è guarito”. Altro dirvi non vo’.
6 Commenti