Parabola del satiro che si guarda la coda


Oggi ho visto per la prima volta il Museo Palatino, che mi è caro perché custodisce il graffito con la scritta “Alexamenos adora il suo Dio”. Agli antipodi di quel pezzo d’intonaco – che è forse del terzo secolo e dice già per intero il dramma del cristiano nel mondo – ho scoperto lì accanto il “Giovane satiro che si guarda la coda”, che interpreto come parabola della vanità.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    E che ne dite delle zeppe sulle quali cammina il giovane satiro?

    25 Maggio, 2016 - 23:25
  2. Federico Benedetti

    La “parabola della vanità” mi fa pensare a San Filippo Neri, di cui oggi ricorre la festa. (Oltre, naturalmente, alla bella canzone di Angelo Branduardi).

    1. Se vivessi mille anni,
    nella gioia e senza affanni,
    alla morte che sarà?
    ogni cosa è vanità.

    2. Se ottenessi ogni favore,
    ogni brama ed ogni onore,
    alla morte che sarà?
    ogni cosa è vanità.

    3. Se io avessi case e ville,
    campi e servi a mille a mille,
    alla morte che sarà?
    ogni cosa è vanità.

    4. Se a me docil la fortuna
    non negasse brama alcuna,
    alla morte che sarà?
    ogni cosa è vanità.

    5. Se io fossi un gran sapiente,
    ma superbo nella mente,
    alla morte che sarà?
    ogni cosa è vanità.

    6. Ma se vivo da cristiano,
    disprezzando il mondo vano,
    alla morte che verrà
    solo Dio mi basterà.

    7. Dunque a Dio rivolgi il cuore,
    dona a lui tutto il tuo amore,
    Questo mai non mancherà,
    tutto il resto è vanità.

    26 Maggio, 2016 - 9:27
  3. roberto 55

    Circa le zeppe, Luigi, posso dirti che, beh !, le vedo in vendita anche nei negozi del centro di Milano ……………. -))))))))))))

    Ciao a tutti !

    Roberto Caligaris

    29 Maggio, 2016 - 9:35

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