Riforma della Curia con l’accento sui migranti

Nuovo atto di riforma della Curia e nuovo gesto di Francesco verso i migranti: ieri è stato pubblicato un «motu proprio» che accorpa quattro «pontifici consigli» che hanno competenze sociali ed è stato annunciato che il Papa guiderà personalmente la sezione del nuovo organismo che si occuperà di migranti e rifugiati. È una decisione insolita, senza precedenti nella Curia del dopo-concilio e sta a dire la particolare preoccupazione di Papa Bergoglio per questa materia. – E’ l’attacco sostenutello di un mio articolo pubblicato oggi dal “Corriere della Sera”. Nel primo commento i quattro atti della riforma della Curia compiuti fino a oggi da Francesco.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Quattro accorpamenti. Il dicastero varato ieri è la quarta tappa della riforma bergogliana della Curia dopo la costituzione delle Segreterie per l’ Economia e per la Comunicazione e dopo l’ accorpamento dei consigli per i laici e per la famiglia. In sostanza si tratta di quattro accorpamenti: la Segreteria per l’economia presiede agli organismi di carattere economico; la Segreteria per la comunicazione presiede ai media; i due nuovi dicasteri ne uniscono sei preesistenti.

    1 Settembre, 2016 - 13:28
  2. maria cristina venturi

    Suppongo che gli impiegati di tale Dicastero pontificio per il Servizio per lo Sviluppo Umano Integrale (che potra“essere abbreviato in Dicastero SSUI) si chiameranno “operatori dello sviluppo umano integrale“
    Chissa‘perche“fa tanto Cina anni ‘70.

    1 Settembre, 2016 - 15:11
  3. maria cristina venturi

    Comunque e“senz‘altro positivo l“accorpamento di 4dicasteri in uno,con notevoli tagli (penso)alla burocrazia vaticana e quindi alla spesa.
    Solo il nome non mi sembra dei piu“felici…
    Fa venire in mente anche la Ginestra di Leopardi
    dell‘uman genere
    le magnifiche sorti e progressive.

    1 Settembre, 2016 - 15:19
  4. Luigi Accattoli

    Il nome è brutto, burocratico, non comunica. Pare che una prima idea fosse di chiamarlo «Carità, Giustizia e Pace». Immagino – spero – che a conclusione della riforma, quando verrà pubblicata la Costituzione apostolica che tirerà le fila dei vari interventi normativi, si tornerà a quel titolo o se ne troverà un altro di migliore suono. Rispetto alle riforme della Curia che conosco, questa è l’unica che procede a pezzi. Più o meno come “la terza guerra mondiale a pezzi”.

    1 Settembre, 2016 - 15:46
  5. Monica

    Ciao Gigi, un saluto anche a tutti i tuoi Lettori e Blogger! Occupandomi di sviluppo e povertà (tra l’altro il Master che ho conseguito era proprio in Sviluppo Umano!), mi permetto di fare qualche riflessione sul nome del nuovo dicastero, fermo restando che “de gustibus non disputandum est”!

    Il termine “sviluppo umano” non è assolutamente nuovo, come certamente molti sapranno, soprattutto per chi ha letto Amartya Sen, ben noto economista indiano che è anche un premio Nobel. Indica un passaggio importante nella teorizzazione e riflessione sullo sviluppo e la povertà, in particolare dei Paesi “poveri” o come a un certo punto hanno iniziato ad essere chiamati “in via di sviluppo” (per sottolineare più un dinamismo verso lo sviluppo di questi Paesi piuttosto che una visione statica o peggio ancora permanente del loro status di povertà). In passato si tendeva a equiparare lo sviluppo con la crescita del PIL. Secondo questa visione, un Paese e’ “sviluppato ” se ha un PIL che supera una certa soglia. Tuttavia si è presto visto che questa era una visione estremamente riduttiva dello sviluppo, oltre che non rispondente alla realtà. Certamente il PIL è’ un fattore molto importante dello sviluppo. Cioè si vede che Paesi che hanno un certo PIL tendono anche a essere Paesi che non sono poveri o che hanno un certo grado di benessere socio-economico. Ma si è’ iniziato anche a vedere che C erano Paesi con un PIL che superava una certa soglia, ma dove ad esempio la speranza di vita era molto bassa, magari 40 anni. È’ il caso ad esempio di alcuni Paesi dell’Africa, ricchi di petrolio o risorse minerarie, che fanno alzare il PIL. Ma in quegli stessi Paesi, la gente muore di fame o non va a scuola o le donne muoiono di parto per mancanza di assistenza sanitaria adeguata o C è’ un alto tasso di mortalità infantile…. Allora gli studiosi o esperti del settore hanno iniziato a chiedersi: se uno in un Paese muore a 40 anni per fame, malattie dovute a mancanza di ospedali, medicine, parto, ecc, ma il PIL è’ alto, questo Paese si può davvero definire sviluppato? Questo ha portato a misurare lo sviluppo attraverso un indicatore composito che non tenesse solo conto del PIL, ma anche di altri fattori, in particolare la speranza di vita e il livello di istruzione. si è voluto chiamarlo “indice dello sviluppo umano”, in contrapposizione a una visione riduzionista e semplicistica dello sviluppo “economico”. O perfino “sociale”, che personalmente ritengo fondamentale ma non sufficiente ad includere la complessità dello sviluppo. A me piace molto questa qualificazione dello sviluppo come “umano”. Questa visione dello sviluppo umano come un ambito complesso la condivide anche Amartya Sen, che ha scritto tra l’altro un libro molto interessante e ben noto, Lo Sviluppo e’ Libertà, dove mostra, anche con esempi concreti nella storia economico-politico-sociale dei Paesi, come il concetto di sviluppo sia molto complesso e lo sviluppo derivi da diversi fattori. Nel suo libro tra L altro Sen si sofferma a illustrare il legame tra sviluppo e “democrazia” (o più genericamente “libertà”), mostrando come i Paesi con stabilità politica e regimi più “democratici” tendano a non essere poveri, mentre quando le libertà politiche si restringono aumenta la casistica della povertà. Vi sono delle eccezioni che lui spiega, il tutto mostrando appunto la complessità di definire lo sviluppo (e aggiungerei, anche promuoverlo e uscire dalla povertà). Su questo tema delle libertà ecc. mi permetto di consigliare anche un libro molto bello, di Fareed Zakaria, giornalista sempre indiano commentatore mi pare sulla CNN (ma anche su BBC e altre reti importanti), Democrazia senza Libertà. Sen inoltre parla dell’importanza della “capacitazione” come fattore importante dello sviluppo. Concludo scusandomi per il lungo post segnalando che ogni anno (mi pare), un’agenzia ONU che si chiama UNDP – United Nations Development Programme -, appunto agenzia ONU per lo Sviluppo, pubblica un rapporto sullo sviluppo, che utilizza questo indice dello sviluppo umano e classifica i Paesi in base ad esso (http://hdr.undp.org/en/data). Non mi soffermo a commentare L altro aggettivo con il quale il dicastero viene ribattezzato (“integrale”) in quanto i Lettori lo conosceranno molto bene, derivando dalla Dottrina Sociale della Chiesa. A me piace questa idea di mettere insieme questi due concetti di sviluppo molto importanti, significativi e direi complementari (mi pare che una definizione dello sviluppo propria della Chiesa era “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”), forse anche con il tentativo di “superare” una visione a volte mal interpretata del termine “carità” (inteso in senso paternalistico e di superiorità di uno verso l’altro), mantenendo però centrale e salda la visione sociale tradizionale della Chiesa. Certo il rischio è che chi non sia “addentro a queste questioni” non comprenda o apprezzi il nome, quindi chissà come dice Gigi ci potrebbe essere un ripensamento. A me personalmente dispiace la rimozione della parola “pace”, che è un punto centrale della missione della Chiesa. Forse anche della parola “giustizia”, perché anche su questo ambito il ruolo della Santa Sede è’ molto importante ed è un aspetto che mi sembra sia poco esplicitamente enfatizzato in altri ambiti al di fuori dell’azione della Santa Sede.

    Grazie a tutti! Monica Romano

    2 Settembre, 2016 - 13:24
  6. Luigi Accattoli

    Grazie Monica dei chiarimenti che dai. Ma non ho capito se alla fine sei favorevole al nome attuale o auspichi un ritorno alla prima proposta: “Carità Giustizia Pace”. Viene anche in mente Paolo VI: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Nonchè il termine “promozione umana” che entrò nei motti dei programmi della Cei per un quindicennio a partire dalla metà degli anni settanta.

    2 Settembre, 2016 - 18:41
  7. Luigi Accattoli

    Mio articolino. Sul Corsera di oggi si può leggere a pagina 7 un mio articolino – ino – ino su quanto affermato dal Papa nel messaggio per la Giornata del Creato pubblicato ieri. Il pezzullo è intitolato “Il Papa: chi danneggia la terra fa peccato, si confessi”. Lo riporto al commento seguente.

    2 Settembre, 2016 - 19:02
  8. Luigi Accattoli

    La devastazione dell’ambiente è un “peccato” e di esso va chiesto perdono: l’afferma il Papa con un messaggio intitolato “Usiamo misericordia verso la nostra casa comune”, pubblicato ieri, che era la Giornata per la cura del Creato. Francesco ripropone l’appello alla “conversione ecologica” che aveva formulato l’anno scorso con l’enciclica «Laudato si’» e stabilisce che “la cura della casa comune” sia considerata come un’opera di misericordia: l’ottava rispetto alle sette classiche che sono nel catechismo (Dare da mangiare agli affami, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti). “Dio – afferma il Papa – ci ha fatto dono di un giardino rigoglioso, ma lo stiamo trasformando in una distesa inquinata di macerie, deserti e sporcizia”. “Pentiamoci del male che stiamo facendo alla nostra casa comune”, scrive ancora, invitando tutti a un “serio esame di coscienza” al fine di “confessare i nostri peccati contro il Creatore, contro il Creato, contro i nostri fratelli e le nostre sorelle”. Perché “quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani” e in particolare i più indifesi che sono i poveri.

    2 Settembre, 2016 - 19:02
  9. Luigi Accattoli

    Una nuova opera di misericordia. Il richiamo alle opere di misericordia nel testo del messaggio è più ampio e fa riferimento anche alle opere di misericordia spirituale. L’avevo riportato per intero ma è stato poi ridotto per motivi di spazio. Eccolo nelle parole del Papa:

    Mi permetto di proporre un complemento ai due tradizionali elenchi di sette opere di misericordia, aggiungendo a ciascuno la cura della casa comune. Come opera di misericordia spirituale, la cura della casa comune richiede «la contemplazione riconoscente del mondo» (Enc. Laudato si’, 214) che «ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare» (ibid., 85). Come opera di misericordia corporale, la cura della casa comune richiede i «semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo […] e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore» (ibid., 230-231).

    2 Settembre, 2016 - 19:06
  10. Monica

    Grazie dei tuoi articoli Gigi! Hai ragione, alla fine non ho chiarito la mia posizione finale. In realtà dicevo all’inizio del post di fare qualche riflessione e in corso d’opera mi sono resa conto che non avevo una posizione definitiva…. Diciamo che non cambierei il nome a questo punto perché mi piace questo riferimento allo sviluppo umano e alla dottrina sociale della Chiesa. Ne’ proporrei l’opzione che sembra essere stata scartata (carità, giustizia e pace) e che mi parrebbe quasi una giustapposizione dei nomi di alcuni dicasteri accorpati con l’esclusione di qualcuno…Nello stesso tempo, riconfermo che mi dispiace vedere eliminate le parole pace in particolare e un po’ anche giustizia. Forse sotto il nome del dicastero metterei sempre una sorta di “motto”, riprendendo Paolo VI che tu Gigi puntualmente ci ricordi: lo sviluppo e’ il nuovo nome della pace. In questo modo “salviamo” la parola “pace”. Alcune organizzazioni di questo tipo hanno una specie di “motto” che qualifica il loro mandato e si potrebbe fare lo stesso per questo nuovo dicastero. Monica Romano

    2 Settembre, 2016 - 23:29
  11. roberto 55

    Beh !, che dire ? Un caro saluto di benvenuto a Monica ed un ringraziamento speciale per le articolate considerazioni che, Monica, ci hai voluto proporre e che credo giusto meditare bene.

    Buon sabato a tutti.

    Roberto Caligaris

    3 Settembre, 2016 - 9:19

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