Se tutti pregano “nello stesso preciso istante”

Leggo che in Siria – per decisione del ministero degli Affari religiosi – presto verrà unificata per tutto il paese l’ora dell’Adhan, cioè del richiamo alla preghiera: un segnale radio proveniente dalla Moschea degli Omayyadi di Damasco (quella visitata nel 2001 da Giovanni Paolo) raggiungerà i minareti di tutto il paese e dai loro altoparlanti potrà esere udito, nello stesso istante, da ogni credente. Mi viene in mente il “sogno” coltivato dal Maestro del romanzo Il castello bianco di Orhan Pamuk, ambientato nel XVII secolo, che era quello di costruire un “orologio della preghiera” così preciso che permettesse a tutti di prostarsi a Dio contemporaneamente: egli esponeva con entusiasmo al Sultano quale avrebbe potuto essere “l’energia della preghiera che ognuno nello stesso attimo preciso avrebbe recitato” (p.34 dell’edizione Einaudi 2006). C’è qualcosa di affascinante in questo sogno islamico che oggi si realizza via radio. Fa pensare al fatto che i primi orologi meccanici sono stati realizzati nel tardo Medioevo nei monasteri dell’alta Italia sempre in funzione dell’ora della preghiera e che a tale scopo inizialmente sono stati alzati gli orologi sulle torri e i campanili delle chiese.

11 Comments

  1. Francesco73

    Bè, tra gli islamici un pò avviene già, mi pare.
    Al Gran Bazar di Istanbul, mentre giravo tra tappeti, icone ortodosse, pashmine e monili vari, il Muezzin ha richiamato alla preghiera e tutte le attività si sono interrotte per qualche minuto.
    Da noi rimane solo la comunione silenziosa di quelli che pregano le Ore.
    Ma sono pochissimi, credo, e non solo tra i laici…

    21 Gennaio, 2007 - 19:06
  2. Che poi, sul “preciso istante” dei campanili italiani, ci sarebbe da discutere, visto che nei centri storici, si sentono battere le ore non proprio, diciamo, “in sincrono”, e uno benedice l’inventore dell’orologio da polso.
    Ma, a proposito di campanili, Luigi, mi conforterebbe molto un suo parere. Io ancora resisto: suono ancora le campane a mano e non mi piacciono quelle diavolerie elettroniche che fanno tutto loro (pur riconoscendone l’utilità ed essendo tutto meno che un nemico della tecnologia, sia chiaro). Ogni tanto qualche parrocchiano viene a dirmi che dovremmo modernizzarci pure noi, ma finora ho resistito. Faccio bene?

    21 Gennaio, 2007 - 21:02
  3. Luigi Accattoli

    DonMo fai bene – io penso – a suonare di persona le vere campane. L’azionarle con un timer è pure cosa tollerabile, ma il suono registrato no! Lo trovo falso, allora è meglio usare altri sistemi, un carillon, o un avviso parlato. Ma la mia competenza in campane è zero più zero! Luigi

    21 Gennaio, 2007 - 22:16
  4. fabrizio

    Io mi accontenterei di pregare tutti insieme anche solo in parrocchia. Nella mia la domenica mattina ci sono due messe, una alle 10 e una alle 11.15, entrambe con diversi spazi vuoti. Con un minimo sforzo e qualche panca in più si potrebbe celebrare un’unica messa domenicale ( da me si diceva “la messa grande”) e fare davvero comunità. Posso capire (a dire la verità fino ad un certo punto) la messa del sabato e della domenica pomeriggio, ma due messe la mattina proprio no, a meno che non ci siano reali problemi di spazio. Forse è un retaggio del recente passato, in cui per offrire più opportunità di partecipazione si sono moltiplicate le funzioni, ma secondo me il risultato è che se ne è persa una parte importante del significato, quella comunitaria.
    Scusate per la digressione.
    Fabrizio

    21 Gennaio, 2007 - 23:01
  5. bonzieu

    Ricollegandomi al post di donMo: da noi in parrocchia c’è (da che mi ricordi io) un sistema elettromeccanico che provvede al suono normale delle ore, delle messe e anche qualche musica preimpostata (per es. l’Ave Maria), ma sempre a martello sulle campane. Poi esiste, nei locali della sacrestia, una tastiera a 6 tasti (un per ogni campana) che permette la suonata a concerto.
    Nonostante tutto questo sistema, alcuni anni fa è nato un Gruppo Campanari che ha ricollegato le corde alle campane e ha ricominciato (inizialmente solo nelle occasioni solenni, oggi un po’ più frequentemente) a suonare i concerti a mano. Tra l’altro il gruppo pare che sia in crescita!
    E devo dire che qundo la porta del campanile è aperta sulla piazza durante una sonata, lo spazio antistante si riempie di “curiosi” (e ogni tanto qualcuno ci prova!).
    Caro donMo, il mio parere è che le diavolerie elettroniche vanno benissimo quando mantengono il suono originale delle campane, ma cerchiamo nei limiti del possibile di mantenere la suonata a corda.
    Saluti
    Eugenio

    22 Gennaio, 2007 - 11:32
  6. Grazie a tutti, sono confortato!

    22 Gennaio, 2007 - 15:08
  7. FABRICIANUS

    Ciao a tutti!
    Ultimamente, nel DUOMO DI MILANO, viene recitato ogni giorno a Mezzogiorno L’ANGELUS, con un Diacono o Seminarista o Laico sull’Altare. La trovo una iniziativa interessante.
    Per DonMo: AVANTI COSI’!
    Saluti!!

    22 Gennaio, 2007 - 18:36
  8. Struggente sentire le campane della chiesa del Rosario d’estate, mentre si mieteva allo Speziale. Bambini, stare sotto un rimorchio all’ombra mentre il nonno arrivava con Paolino e il suo OM Lupetto grigio. L’odore del grano, i covoni, l’ozio. E alla sera correre sul terreno appena “rasato”, rischiando di graffiarti ma libero come il vento.
    O ancora sentire le campane di notte, di qualche paese vicino Vibo, alle tre mentre non hai sonno e un cane abbaia là fuori… la voce di Dio che ti spinge a guardare dentro.
    E ancora chierichetto ventenne a Sant’Ambrogio, insieme a monsignor De Scalzi… e l’orologio a cristalli liquidi che azionava un martellone capace di battere le campane… o il silenzio delle colline nella Sicilia d’estate, le campane lontane di Bolognetta o Marineo, Corleone e la sua Rocca Busambra sullo sfondo… al diavolo le campane elettroniche o registrate

    24 Gennaio, 2007 - 15:35
  9. Luigi Accattoli

    Viva il Tonizzo dei campi aperti e ventosi! Luigi

    25 Gennaio, 2007 - 11:12
  10. Sentita stamattina sulla Linea 1 della metropolitana milanese. Due anziani parlano di campane e uno di loro: “La gente, prima degli anni ’60 – ’70, non usava gli orologi, specialmente i contadini. E che facevano? Avevano il campanile. A Menaggio, i villeggianti si sono lamentati perché il campanile suonava ogni quindici minuti. Ma i residenti hanno vinto: siamo abituati così, hanno detto, ormai non ci facciamo caso”.

    Grazie Luigi!

    25 Gennaio, 2007 - 12:20
  11. angela

    Per chi suona la campana?
    Credo per ognuno di noi…per tutti quelli che ancora hanno voglia di sentirla.Dall’ anno del Giubileo vivo vicino San Pietro e il suono dell’ orologio della basilica ha accompagnato tante mie veglie notturne… è un pò come sentire le voce di Dio che mi dice”non scordarti che ci sono anche quando ti sembro distante”. Una consolazione ma anche un impegno.
    Se Dio è nel suono di una campana perchè non è più nei nostri cuori?
    Per chi suona la campana, o il segnale della radio o qualunque altra tecnologia ci chiama a pregare…?
    Rispondere è un progetto di vita
    Angela

    25 Gennaio, 2007 - 19:05

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