Tutto quello che si muove

Papaveri lungo i binari e neve sui monti dell’Abruzzo perseguitato dal terremoto e dal cattivo tempo. Torno da Chieti dove ieri avevo una conferenza. Alla fine mi hanno chiesto che cosa pensassi dei movimenti nella Chiesa: ho risposto che io amo tutto quello che si muove, terremoti esclusi.

24 Comments

  1. andreacs

    Un tema riccorrente, quello sui movimenti. Per quello che può contare, io ritengo che ogni faccia del poliedro ecclesiastico possa mettere in risalto una lunghezza d’onda diversa della Luce. E’ una metafora che si sposa bene con la fisica e sulla quale, insistendo, si potrebbe dire che ogni segnale che viaggia su una specifica lunghezza d’onda mette in moto una particella che altre emissioni non sarebbero in grado di far vibrare. E allora se ogni movimento è una faccia del poliedro della Chiesa e riesce a far risaltare un aspetto capace di toccare la sensibilità specifica di un individuo, benedetta sia quella faccia del poliedro. A condizione di non dimenticare che quella è solo una delle facce di un poliedro, né più bella né più importante delle altre. E che la Luce è fatta anche da altre lunghezze d’onda e la sua meraviglia sta proprio nel riservare sorprese infinite a chi non si stanca di considerare ogni volta un riflesso diverso.

    25 Aprile, 2009 - 14:35
  2. 4 vangeli per raccontare il Cristo, ognuno di noi per raccontare la sua opera nella storia. Benvenuto tutti coloro che sanno parlarci di Lui, in tutte le lingue del mondo.

    Sono convinto che chi ha paura dei movimenti, o chi svaluta la parrocchia, non abbia compreso che Gesù ama andare al passo di ognuno.

    Questo è essere cattolici… e ne sono così felice…

    25 Aprile, 2009 - 21:12
  3. marta09

    Anche scordarsi le cattiverie ricevute è un gran movimento.
    La cosa che mi sorprende di più in Gesù uomo e Figlio di Dio risorto è la sua straordinaria umanità, direi addirittura “normale umanità”.
    Tradito da un amico, torturato, messo in croce, una morte orribile, risorto per mano del Padre, passa dagli inferi, sconfigge la morte … eppure quando risorge è un uomo normale ancora per 40 giorni.
    Nessun vanto, nessun discorso importante, nessun deismo … semplicemente uomo che si dà da fare per convincere tutti che è un uomo risorto, Figlio di Dio, ma uomo e così, chiede da mangiare, fa vedere le sue ferite e dice chiaramente “non sono uno spirito, sono io”!!!
    Noi saremmo capaci di fare questo?
    Ma quello che mi meraviglia di più è che non ha mai un ricordo cattivo di Giuda, non parla male di colui che l’ha tradito (anche se poi non è stato lui ad ucciderlo).

    E’ un movimento che dovrebbe farci pensare parecchio, perchè spesso noi ci attacchiamo ai torti, ci attacchiamo al peccato anche se non lo commettiamo … Invece Gesù Risorto, pur avendo i segni del passato sul corpo, non li ha nel cuore e nell’anima, non ci si attacca, non fa la vittima, è contento di stare con i suoi amici.

    Basterebbre che ogni cristiano agisse così perchè la Chiesa e probabilmente il mondo intero cambierebbe radicalmente e – finalmente – inizierebbe a camminare ed a muoversi per passare dal “non conoscere” Dio e quindi gli uomini al conoscere …

    Credo che sia un movimento che porta un uomo o una donna a diventare persone, dove persona – guardando Gesù Cristo – credo sia la fusione perfetta dell’uomo con il figlio di Dio.

    Buona domenica a tutti

    25 Aprile, 2009 - 23:03
  4. caro luigi ti pongo una domanda.
    quale quadro avresti preferito davanti alla porta d’ingresso della piscina del papa a castel gandolfo.
    uno rafigurante la flagellazione romana o l’incoronazione di spine , per ricordare al papa la regalità di Cristo,oppure uno con gli angeli e baccanti che volano per il cielo?

    un abbraccio a marta !

    25 Aprile, 2009 - 23:43
  5. Francesco73

    Ma ‘sta storia del quadro e della piscina? 🙂

    26 Aprile, 2009 - 10:26
  6. Nino

    don Luca
    Sono convinto che chi ha paura dei movimenti, o chi svaluta la parrocchia, non abbia compreso che Gesù ama andare al passo di ognuno.
    ——————————————————–
    Ma non erano tenda e deserto l’habitat di Gesù?
    Non predisse la distruzione del Tempio?
    Amava le fazioni o preferiva i singoli, la relazione personale?
    Appunto proprio perché Gesù ama andare al passo di OGNUNO.

    Chi svaluta la parrocchia non saprei, ma le relazioni e l’interscambio al di là della partecipazione alla liturgia e alla somministrazione dei sacramenti, rimane il mondo nei suoi in luoghi, perfino nel cosmo e negli abissi.

    I movimenti mi sono estranei e indifferenti, perché penso che siano autoreferenziali a se stessi e a colui-colei che li ha costituiti anche in buonissima fede ma che poi la “gererarchia” appropriandosene li indirizza e li governa.

    26 Aprile, 2009 - 10:38
  7. Caro Nino,

    in ordine sparso provo a dare riscontro alle tue attente osservazioni.

    è molto poetico pensare ad una chiesa tenda e deserto, ma non pensi che si archeologia sacra l’attuarlo oggi?

    Gesù, oggi si incontra -personalmente – nella comunità dei credenti, non è una mia invenzione, sono gli Atti degli Apostoli e tutta la letturatura paolina a dircelo, ho paura che ogni tanto ci scordiamo che non esiste solo il vangelo…

    Sui movimenti mi pare avventato, non conoscendoli come dici, dare un giudizio così definitivo, tempo molto chi parla per sentito dire…

    Ho paura che abbiamo una visione di chiesa e del mandato di Gesù molto molto diversa, legittima la tua , ma permettimi preferisco condividere con altri qualche cosa di diverso. Mi pare più fecondo.

    Ciao, buona domenica

    26 Aprile, 2009 - 11:58
  8. Nino

    Ciao caro don Luca,

    Concordo sulla diversa visione che abbiamo della Chiesa, su Gesù abbiamo ambedue i Vangeli.
    Siccome sono 4 e ognuno lascia aperte interpretazioni agli uomini di buona volontà, tutti nessuno escluso, non mi meravigliano né mi sorprendono le diverse visioni che abbiamo, forse perché l’intenzione di Gesù era proprio quella abbracciare a se tutta l’umanità
    Conosco e ho anche frequentato per periodi significativi alcuni “movimenti” come ad esempio i neo catecumenali della prima ora, comunione e liberazione. Dico quel che ho vissuto in prima persona con la mia famiglia e non per sentito dire. Tuttavia rimane una opinione e non una verità.

    Su Gesù che s’incontra –personalmente- nella comunità dei credenti, prova a chiedere al tuo confratello Luigi Ciotti a cui l’eccelso Cardinale Pellegrino affidò la parrocchia della strada.
    Ma parliamo di altri tempi, di altri preti, di altre figure.
    In tal senso la battuta finale con cui chiudi il tuo post mi pare una conferma.
    Ciao e ottima domenica.

    26 Aprile, 2009 - 13:23
  9. marta09

    Mah! A me sembra una cosa già vissuta da San Paolo! Sì, quel “io sono di Cefa, io di Apollo, ecc.) E il “buon” San Paolo rinfresca la memoria a tutti.

    Il problema non sono i “movimenti”, ma i “movimenti statici”! Quelli che cercano di dire a tutti che la “verità” sta solo lì! Se ci fossero “movimenti dinamici”, se ci fossero “movimenti in movimento verso l’unico centro” … tante incomprensioni non sorgerebbero (e anche delle piccole eresie a volte).

    Questa mattina in mezzo ad un omelia che mi ha lasciato un po’ basita, una cosa è stata azzeccata! Quella di ribadire dove stava Gesù.
    E Gesù stava in mezzo a loro

    Muoviamoci (come intende Luigi) tutti verso colui che sta in mezzo perchè questa è vera conversione, nel senso che tutti convergiamo in una sola Persona.

    Uffa!!! Mi pare un predicozzo … ma così avevo in testa e così ho detto!
    Và portate pazienza!!! 😉

    26 Aprile, 2009 - 13:51
  10. @Nino

    Rileggo il finale del mio post e mi rendo conto che può essere frainteso, me ne scuso. Quanto intendevo dire è che per me è importante condividere il più possibile l’essere chiesa, con movimenti, parrocchie etc. etc. con quelli che ci stanno senza barriere- Quell’altri non era da intendere altri diversi da te… perdona l’equivoco se equivoco c’è stato.

    Ciao.

    26 Aprile, 2009 - 16:47
  11. raffaele.savigni

    Condivido le osservazioni di don Luca. I movimenti non vanno assolutizzati ma neppure demonizzati: anche se capisco come chi ne ha fatto parte possa avere una reazione di “repulsione” di fronte a movimenti un po’ totalizzanti.
    Personalmente diffido delle tendenze antiistituzionali, perché vedo anche il rischio dell’individualismo. Gesù ha fondato il collegio degli apostoli “perché stessero con lui” e gkli apostoli fondarono delle comunità cher, pur con i loro difetti, restano il luogo normale in cui intraprendere un cammino di fede. Poi esistono ovviamente le situazioni particolari, i carismi eccezionali ecc.

    26 Aprile, 2009 - 17:36
  12. raffaele.savigni

    Condivido anche l’ultima osservazione di Marta. L’importante è che al centro ci sia il Cristo, non don Giussani, mons. Escrivà, don Ciotti, il card. Martini, Kiko Arguello, Chiara Lubic o chiunque altro…

    26 Aprile, 2009 - 17:38
  13. Clara

    Più che i movimenti io gradisco pensare di essere in movimento, in cammino, in un continuo incontro con chi mi circonda, cercando e creando armonia con il tutto, avendo come punto di riferimento il Cristo ed il suo essere Uomo nel mondo e non del mondo.
    Di per sè i movimenti mi stanno stretti perchè si rischia di vivere una sola realtà ma se da essi si può attingere forza, ben vengano.

    26 Aprile, 2009 - 17:57
  14. roberto 55

    Non so se vado “fuori tema”, rispetto all’argomento proposto da Luigi e da tutti voi svolto, ma vorrei solo raccontarvi della bella omelia che, ieri mattina, presso la Chiesa Parrocchiale del mio paese, gremita di autorità comunali, partigiani (anche il mio paese visse la Resistenza ed annovera i suoi martiri), combattenti e reduci, gonfaloni, e tanti fedeli, del nostro Vice-Parroco Don Paolo, che ha parlato della ricorrenza del 25 aprile, del significato profondo, civile, ma anche – perchè no ? – cristiano della festa della Liberazione, e del contributo che alla causa della libertà del popolo italiano dettero tanti cattolici: ora, tentando di proporvi una mia personale riflessione, e cercando di non essere frainteso, credo giusto ricordare con ammirazione quanti, tra i nostri padri ed i nostri nonni, seppero, negli anni tra il 1943 ed il 1945, coniugare la fede in Dio ed in Cristo Risorto con l’impegno ed il sacrificio (in tanti casi, anche della propria vita) per un’Italia nuova, più giusta e democratica (che molti di loro – come ha notato Don Paolo – non avrebbero mai potuto vedere).
    A volte, ecco ! (mi esprimo come mi esprimo, ma confido che mi capirete egualmente), il concetto di “cristiano in movimento” consiste nella nostra, singola e, insieme, comunitaria, capacità di saper tradurre il nostro amore per Nostro Signore in concrete, a volte difficili, persino dolorose (pensiamo ai partigiani delle formazioni cattoliche – la divisione “Nannetti”, ad esempio, che operava dalle mie parti – ma anche ai tanti cristiani che militavano nelle brigate “Matteotti”, “Giustizia e Libertà” ed anche nelle “Garibaldi”) scelte di vita quotidiana.
    Va bè, debbo aver fatto un pò di confusione, e non vorrei esser stato equivocato: in caso, mi perdonerete.
    E ancora: non è “movimento” quello iniziato quest’oggi da tanti bambini che – come, ad esempio, stamane, e sempre nella mia Chiesa Parrocchiale – si sono approcciati al Sacramento della Prima Comunione ? Hanno iniziato a percorrere – ci pensate ? – “la via”, di cui parla Giovanni (14, 1 -11, mi pare), che porta verso “la verità” e “la vita”.

    Qui piove sempre (sennò, che Nordest sarebbe ?).
    Buona domenica sera a tutti.

    Roberto 55

    26 Aprile, 2009 - 19:31
  15. Clara

    Ed è dal sud assolato che ti rispondo caro Roberto: è proprio quello il tipo di movimento a cui mi riferisco; movimento che è cammino, proprio il cammino che ogni cristiano deve intraprendere, mettendo mano all’aratro senza voltarsi indietro.

    26 Aprile, 2009 - 21:30
  16. marta09

    Roberto … anche il Nordovest non scherza niente in quanto a pioggia!!!
    … E sì, è esattamente quello che intendevo dire io … perfettamente centrato.
    Muoversi verso Dio, camminando per la Via di Gesù Cristo significa vivere scelte quotidiane, spesso dolorose, spesso senza sapere come andrà a finire, spesso sfidando tutto, ma sempre muovendosi con le persone a fianco, sempre perfettamente immersi nella vita di tutti i giorni.

    Ciao e … hai spiegato perfettamente!!!

    26 Aprile, 2009 - 23:48
  17. Sapete come risolveremmo il problema somalia e dell’africa in generale ?
    con una nuova occupazione militare dove in segno di altruismo e di lotta per il progresso,ma si, per i poveri ed emarginati , riscotruiremmo le istituzioni locali mettendole in grado di essere autonome di nuovo .
    Oppure , visto che siamo in tempi di liberismo , costituiremmo delle società autonome combattenti esclusivamente cattoliche , dove delle organizzazione umanitarie tipo Templari Armati come la nostra , gestirebbero o aiuterebbero a gestire il potere in tutti gli stati africani a incominciare da quelli dove non esiste piu potere civile .
    Delle semplici congregazioni militari incaricate di guidare e stabilire l’ordine politico e la giustizia nei paesi poveri e bisognosi . Necessariemante queste diverrebbero molto ricche e potenti col tempo quindi si porrà il problema di ridimensionarle ….

    27 Aprile, 2009 - 7:59
  18. Il MITO STORIOGRAFICO DELLA RESISTENZA venne creato, più o meno, a metà degli anni ’60, in particolare quando Roberto Battaglia diede anima, forma, corpo e sostanza storiografica ad episodi e avvenimenti bellico-politici del tutto insignificanti con il suo: “Storia della Resistenza italiana” (Einaudi).

    In realtà, ancor peggio del Risorgimento, che pur in alcune zone aveva avuto una partecipazione popolare, sostanzialmente non ci fu alcuna opposizione militare della popolazione verso i tedeschi e la RSI.

    E la attestazione di questo fatto storicamente inequivocabile la si trova nelle stesse decisioni e atti degli Alleati che non vollero mai riconoscere ai cosiddetti “partigiani” alcuna qualifica di combattenti.

    Per gli Alleati, infatti, non aveva senso dare la qualifica di “combattenti” alle bande partigiane che mai impegnarono seriamenti il nemico in combattimenti, o al semplice desiderio, comunque presente in buona parte della popolazione, che la guerra finisse al più presto e magari, con l’augurio che arrivassero gli Alleati.

    Nè Churchill, nè Eisenhower inteso mai avallare una presunta “Resistenza”.

    Questa è una realtà storica, che nessuna celebrazione di Stato, romanzo letterario o finction televisiva potrà mai cambiare.

    Gli stessi Alleati inoltre, obtorto collo, dovettero riconoscere – e lo riconobbero! – che l’unica partecipazione popolare, con attività militare, sia pure esigua rispetto al totale della popolazione (circa 800 mila italiani) fu quella della REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA ai cui combattenti venne riconosciuta questa qualifica (ripetiamo: negata invece ai partigiani!).

    Nessuna agiografia storica, costruita a tavolino, e nessuna caricatura di episodi, riportati nelle innumerevoli pubblicazioni resistenziali, dove si “trasformano” i desideri dei pur tanti antifascisti italiani, in veri e propri atti di resistenza militare, mai avvenuti, può cambiare la Storia.

    Non possono essere considerati una partecipazione popolare e neppure una realtà militare gli sparuti gruppi di GAP e SAP, che nelle stesse grandi metropoli oscillavano tra i 20 e i 50 elementi al massimo i quali, oltretutto, compivano imprese “mordi e fuggi”, sparando proditoriamente alle spalle, dileguandosi immediatamente e senza indossare alcuna divisa o segno distintivo. Nè mai ebbero a presentarsi per evitare rappresaglie, da loro stessi provocate, sui civili.

    Non possono essere considerati una partecipazione popolare e neppure una realtà militare la massa dei renitenti alla leva (figurarsi erano fuggiti proprio per non combattere!), frammisti a sbandati e qualche idealista, che si rifugiarono sulle montagne, ove rimasero prossocchè inoperosi. Solo una falsa filmografia e la retorica libraria resistenziale ha voluto moltiplicare, come i pani e i pesci, alcuni rari casi di attentati compiuti da questi rifugiati sulle montagne, inventando addirittura le mai esistite “5 giornate di Napoli”.

    I partigiani alla macchia, infoltitisi solo negli ultimi mesi di guerra, scesero verso le città solo dopo che i tedeschi, concordata la resa, si ritiravano nei loro acquartieramenti.

    Le tanto strombazzate divisioni dell’Oltrepò paveve o le divisioni di Moscatelli, cominciarono timidamente a mettere fuori il muso dalle montagne solo dopo l’occupazione Alleata di Bologna del 21 aprile 1945 e la evidente rinuncia dei tedeschi a combattere. Ma, comunque, entrarono a Milano solo il 27 e il 28 aprile, più per fare una “passerella” festosa, con le loro divise americane nuove, mai sporcate da azioni belliche, che compiere un ultima impresa epica.

    Le stesse fonti cielleniste, per esempio, affermano che a Como e addirittura il 27 aprile!, i componenti del CLN erano in tutto 50 (date le fonti occorre anche calare il numero) e per giunta prudentemente clandestini!

    Studiando attentamente il famoso “Incontro all’Arcivescovado”, dove Mussolini voleva conseguire un indolore passaggio dei poteri per poi ritirarsi verso il Nord in attesa degli sviluppi della situazione, ed invece si vide chiedere da Cadorna & Co. una resa incondizionata, storici seri hanno sorriso al pensiero che, se Mussolini avesse veramente accettato la resa, i ciellenisti non erano neppure in grado di riceverla ovvero di occupare i palazzi governativi e la consegna di migliaia di militi fascisti, per mancanza di uomini.

    Una volta andati via i fascisti di Pavolini da Milano, ovvero vero le 5 del mattino del 26 aprile, il CLNAI potè far occupare la Prefettura, ma lo dovette fare la Guardia di Finanza passata ufficialmente dalla parte della Resistenza! E stiamo parlando di episodi del 25, 26, 27 aprile.

    Ovviamente poi, tra il 27 e il 28 aprile i banchetti di arruolamento di “partigiani dell’ultim’ora” si riempirono di iscrizioni (spesso buone per una pensioncina o un riconoscimento futuro).

    E, sempre ovviamente, ci si scatenò nei massacri indiscriminati degli sconfitti (sconfitti dalla FF.AA. Alleate, si intende).

    27 Aprile, 2009 - 8:02
  19. Cherubino

    se nel finale marta dice una cosa condivisibile, tra le righe però ne dice un’altra assolutamente sbagliata: infatti usa un condizionale di sendo retoricamente negativo “se ci fossero movimenti…” come se movimenti sani, veri mezzi della grazia di Dio non ci fossero. Forse non è stato intenzionale, ma va ribadito che tanti movimenti sono doni dello Spirito Santo alla Chiesa e al mondo, creazioni di Dio e non dell’uomo, anche se poi l’elemento umano ci infila come sempre debolezze, eccessi e così via. Se anche dopo la pentecoste ancora il papa s. Pietro dovette essere ripreso da s. Paolo sulla questione del trattamento dei convertiti pagani rispetto ai convertiti ebrei è chiaro che ogni realtà eccelesiale non può non presentare eleemnti di debolezza.
    Ma questo non legittima nessuno a negare la provenienza divina di tali realtà, chiaramente accanto e non in contrapposizione alla Chiesa gerarachica, all’istituzione parrocchiale, ai grandi e piccoli carismi ecclesiali del passato (ordini, congregazioni…), provenienza che è la stessa Chiesa a discernere ed approvare. E su tanti movimenti -solo per citare i più diffusi: CL, RnS, neocatecumenali, focolarini, cursillos, MEG e CVX- la Chiesa ha parlato chiaramente della loro origine divina e della loro grande utilità.

    27 Aprile, 2009 - 10:11
  20. riprendo una cosa aggiunta nel finale da Cherubino, per aggiungere che alcune “derive” dei movimenti (o più spesso di parti di essi) c’erano e ci sono anche nelle vecchie congregazioni o nei “vecchi” movimenti (penso al francescanesimo, figlio di S. Francesco e di un secolo intero di “ribollimento” – con vari esiti – su alcuni temi).

    In questi mesi ci (a me e a mia moglie) è capitato di avere “di nuovo” a che fare (insieme) con una nota congregazione. Ebbene, a volte bisogna ricordarsi e ricordare a qualcuno che il centro della vicenda (per tornare al tema di un altro recente post) è Cristo, Lui in quanto Dio e Uomo.
    Perché tra il fondatore (poveraccio, a volte millantato) e il suo attuale successore, non si capisce più bene chi è e chi deve essere il protagonista del film.

    In ogni caso, personalmente mi sono imbattuto con maggiore o minore profondità in diversi movimenti (a volte, per caso). Quando e se li vedo (mi riferisco alle singole persone) tutti convergere verso l’Eucarestia comune domenicale (dove si condivide la vita vera della comunità tutta, fisica e spirituale), mi rassereno a prescindere.

    Apprezzo chi sta operando nel silenzio e a volte nel dissenso con i propri fratelli e fondatori per portare nella vita ecclesiale il meglio della capacità profetica dei propri movimenti, uscendo dalla logica della “fazione”.

    27 Aprile, 2009 - 10:54
  21. raffaele.savigni

    “sostanzialmente non ci fu alcuna opposizione militare della popolazione verso i tedeschi e la RSI”.
    Come si può fare un’affermazione così chiaramente FALSA?
    Se i partigiani erano quattro gatti e militarmente incapaci, come sostiene Affus, come mai i tedeschi sentirono il bisogno di attuare rappresaglie feroci (come quelle di Marzabotto, di S. Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine ecc.)? Ci furono persino repubbliche partigiane che, sorte senza la presenza degli Alleati, resistettero per qualche settimana, come la repubblica di Montefiorino (che vide tra i protagonisti il cattolico Ermanno Gorrieri) o quella della Val d’Ossola.
    Poi tra i partigiani ci furono certamente anche persone che intrapresero iniziative discutibili (come certe operazioni militari dei gappisti) o approfittarono della situazione per attuare vendette personali. In tutti i movimenti storici c’è il chiaroscuro. E il libro di Battaglia è certamente ideologico (ad esempio laddove giustifica l’uccisone di Gentile, militarmente non necessaria). Ma la colpa per le rappresaglie naziste resta tutta dei nazisti e dei loro lacché della RSI. Questo deve restare chiaro.
    E gli eccessi di piazzale Loreto si spiegano con l’esasperazione per i massacri e le torture subite.Non dimentichiamo i preti uccisi dai nazifascisti, come don Fornasini e don Pappagallo.

    27 Aprile, 2009 - 14:37
  22. fiorenza

    Papaveri e neve. “Papaveri lungo i binari e neve sui monti”. Papaveri e neve visti nello stesso giorno. Accolti in un solo sguardo, muovendosi.
    Muovendosi senza terremoto: muovendosi ” in immobilità/ in pazienza/ in perseveranza”.
    Papaveri e neve: “Figlio, bianco e vermiglio”.

    27 Aprile, 2009 - 14:51
  23. Gerry

    Volevo ricordare che non tutti i movimenti sono uguali e non tutti hanno strutture pesanti o (nel caso peggiore o patologico) tendono ad essere delle chiese nella Chiesa. Un esempio è quello di un movimento (non grande, per quanto diffuso in tutto il mondo) di cui faccio parte e che vuole essere un movimento di riferimento e non di appartenenza (quindi a “maglie larghe”) nel campo della spiritualità coniugale;ovviamente siamo Chiesa, come tutti coloro che si riuniscono nel Suo nome, ma non pensiamo minimamente a una qualche sorta di autosufficienza.
    È una palestra, dove ci si fortifica in coppia approfondendo i temi del nostro specifico campo di azione e di riflessione, offrendo poi la nostra esperienza – maturata sia all’interno della coppia che in altre istanze intermedie – anche alle parrocchie, ma senza spendere il nome del Movimento, solo come coppia di coniugi che offre la sua esperienza, sempre che sia richiesta e accolta. Non è la strada per ottenere successi clamorosi e riconoscibilità, ma lo scopo non è quello!

    27 Aprile, 2009 - 18:18
  24. Amigoni p. Luigi

    Vale dei movimenti quello che Bernanos diceva dei convertiti: prima di essere la gloria della Chiesa ne sono stati la pena. Mi pare che oggi l’accettazione dei movimenti sia più convinta rispetto al passato. Esperienza di vita e umiltà di riflessione, talora anche maggior profondità di pensiero, hanno aiutato tutti a una più seria lettura dei fatti dello Spirito e della storia della “grande Chiesa”. Si dice, già prima del 2005, che sul piano teologico la legittimità dei movimenti è solidamente fondata con la relazione Ratzinger tenuta in occasione del raduno dei movimento nel maggio 1998 a san Pietro. Nel laboratorio della vita cristiana quotidiana le relazioni, tra aderenti ai movimenti e non, sono ancora un po’ “liquide”, ma non tese. Mi faceva notare un confratello, già anni fa, che importante è stato il contributo dato dai neocatecumenali a creare il clima e a marcare l’assoluta importanza della veglia pasquale; oggi, quando essa viene meglio celebrata in pressoché tutte le parrocchie, si vede molto meno la opportunità delle “elitarie” e molto coinvolgenti veglie catecumenali. Considerazioni analoghe si potrebbero avanzare anche su altri piani più di comportamento.

    28 Aprile, 2009 - 16:42

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